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Scheda approfondimento
BUDDISMO

Dall'India in cui è sorto il Buddismo, l'insegnamento del Buddha ha presto conquistato un'immensa area di diffusione - possiamo ormai dire tutto il mondo - portando ovunque il suo messaggio di rispetto della vita e della natura, che ne ha fatto la religione della pace e del dialogo. La dottrina filosofica predicata dal Buddha si fonda sul fatto che non può esservi liberazione dal dolore se non c'è annullamento di ogni desiderio che si ottiene con il distacco da ogni illusione. Nato come ordine monastico , il Buddismo si è diviso in molti orientamenti, fra i quali il Buddismo Zen, il Buddhismo Theravada, Mahayana.

La diffusione del buddhismo si è sempre basata sull'attrattiva dell'esempio e della pratica basati sugli ideali di quiete e di pace interiore, di gestione della sofferenza, di pazienza e di rispetto piuttosto che sullo spirito missionario aggressivo e organizzato.

Le Religioni usano il senso di colpa e la paura del futuro e della morte per imporre sé stesse, il proprio ruolo consolatorio, la propria autorità, il proprio potere sulle coscienze. Il Buddhismo, invece, non minaccia, non spaventa, non condanna, non impone, non chiede..... ma si limita ad indicarti una strada: è il sentiero che conduce all'Illuminazione. Questa strada è più vicina di quello che pensi: è già dentro di te! Scoprila!

Il continente asiatico nel corso della storia è stato attraversato da un imponente complesso di fenomeni religiosi, che sono stati oggetti di scambio e di contatto tra i diversi popoli che vi hanno abitato. Tra questi cammini l'insegnamento del Buddha, il Buddhadharma, o Buddismo.

Il termine buddhismo è un termine ottocentesco utilizzato per la prima volta in Francia all'incirca nel 1825, in un secolo pieno di nuovi -ismi, è stato un'esperienza panasiatica, diffusasi progressivamente a partire dall'India in vari bacini culturali dell'Asia e non ha mancato di influenzare gli aspetti sociali, culturali e artistici di tutte le regioni asiatiche dall'India al Sud est asiatico, dalla Cina fino all'estreme propaggini del continente.

Dall'incontro di quello che potremmo definire il nucleo fondamentale dell'esperienza spirituale del Buddha con le diverse espressioni socio-culturali dei paesi in cui si è diffuso, è nato un fenomeno religioso ricco e complesso in cui sono presenti, accanto a una visione escatologica di liberazione dallo stato di insoddisfazione e sofferenza in cui gli esseri vivono, una serie di riti, cerimonie, feste, culti, che caratterizzano la vita quotidiana .

Non essendo una "religione del libro", come l'ebraismo o l'islam, né la religione di un paese o di un popolo, come l'induismo o lo shintoismo, il buddhismo, con incredibile capacità di assimilazione e di flessibilità, si è potuto adattare a realtà culturali diverse, dando luogo a molte scuole e "veicoli". Grazie a un processo di inculturazione svoltosi in modo incredibilmente fecondo, l'insegnamento del Buddha si è potuto sviluppare in India, in Cina, in Giappone, ricevendone, rispettivamente, filosofia, pratica, sensibilità e oggi in occidente ha incontrato le moderne scienze epistemologiche, psicologiche e fisiche.

La vita di Buddha

E' difficile ricostruire storicamente la vita del fondatore del Buddhismo, giacché la sua biografia e la stessa cronologia affondano in tradizioni chiaramente leggendarie. I documenti che possediamo sono posteriori anche di parecchi secoli agli eventi storici narrati e presentano tali incrostazioni di elementi mitologici che impresa ardua è il tentativo di riconoscervi, tra storia e leggenda, la vicenda terrena del Buddha.

Nel recente passato, fra gli studiosi occidentali, non è mancato chi ha negato del tutto la storicità di Siddharta Gautama; ma oggi l'esistenza di un Buddha storico non viene più messa in dubbio. In quanto alla sua biografia, se ne può tracciare una, purché ci si accontenti di una narrazione sobria ed essenziale, basata sulle concordanze dei testi più antichi, quali il Canone Pali, le Cronache di Ceylon e le opere in sanscrito.

Siddharta Gautama nacque intorno all'anno 560 a.C. da una famiglia principesca della tribù ariana dei Sâkya. (Anche il Buddha, come Mahavira, il fondatore dei Giainismo, e come i rappresentanti delle scuole filosofiche, apparteneva non alla casta dei brahmani ma a quella dei guerrieri). Dal nome del suo clan, Gautama fu più tardi chiamato Sakyamuni, ovvero "il saggio dei Sâkya".

Vivendo nel palazzo di suo padre, ricevette un'educazione adeguata al suo rango. Cresciuto che fu, sposò una nobile fanciulla dalla quale ebbe un figlio.

Fino all'età di 29 anni la sua vita fu quella comune ai giovani aristocratici del tempo. Ma, giunto alle soglie della maturità, il principe Siddharta fu profondamente turbato dalla vista delle miserie umane e fu totalmente assorbito dal problema del dolore. La leggenda narra che, malgrado le precauzioni del padre, il quale voleva che a suo figlio fossero evitate le impressioni deprimenti, il destino o la volontà degli dèi fece sì che, in breve tempo, gli si parassero davanti dapprima un vecchio decrepito, quindi un malato, finalmente un morto e un asceta consumato dalle astinenze. Nei quattro personaggi della leggenda vediamo simboleggiati i mali maggiori dell'umanità: la decrepitezza, la malattia, la morte la sofferenza (anche quella volontaria).

Allora il temperamento religioso del principe si manifestò in pieno: egli abbandonò la famiglia, per adottare la vita dell'anacoreta errante, alla scoperta d'una via di liberazione. Dapprima si fece discepolo di due brahmani asceti, i quali lo istruirono nella loro dottrina e nelle loro discipline; poi si ritirò con cinque compagni in una foresta e iniziò una lunga serie di digiuni severi di esercizi di meditazione e di mortificazioni tremende. Ma né l'insegnamento delle Upanishad né le mortificazioni ascetiche lo soddisfecero. Gli parve che, a curare i mali dell'uomo, non valessero né le interminabili disquisizioni dei filosofi né le crudeli macerazioni ascetiche, valide, queste, tutt'al più a ingenerare, assieme alla debolezza del corpo, anche la stanchezza dello spirito.

Decise allora di abbandonare i compagni, per tentare tutto solo un'altra strada, quella della contemplazione e della meditazione silenziosa. La leggenda narra che, durante questa nuova esperienza, Gautama fu più volte assalito da Mara, lo spirito dei male, che invano cercò di farlo recedere dalla sua decisione. Questo particolare leggendario sottolinea che il travaglio interiore di Gautama non fu privo di tentennamenti e di prove: solo dopo una strenua lotta spirituale egli riuscì ad abbandonare le vecchie credenze e a cercare metodi nuovi. Finalmente, all'età di circa 35 anni, Gautama raggiunse il suo "Risveglio", L'illuminazione personale, la Bodhi, e divenne così il Buddha, l'illuminato, il Ridesto.

Nella città di Benares tenne il suo primo sermone sulle "quattro nobili verità" che aveva intuito nella Illuminazione. Il sermone gli attirò i primi cinque discepoli, che costituirono il nucleo iniziale della Comunità. Da quel momento il Buddha non si concesse requie: per 45 anni percorse in lungo e in largo tutta l'India, annunziando il "suo" messaggio di salvezza con la parola e con l'esempio. Morì all'età di 80 anni, lasciando una Comunità già largamente sviluppata.