COS'E' L'ILLUMINAZIONE ![]() Dialogo tra Andrew Cohen e Ken Wilber Andrew Cohen: Questo fu l'inizio. Dopo alcuni anni, nel mio insegnamento, cominciò a emergere qualcosa di nuovo. La prima volta che ne divenni consapevole fu quando iniziai a condurre dei ritiri in India. Una mattina, mentre stavo parlando, qualcosa all'improvviso esplose in me. Non so da dove provenisse: una passione impetuosa sgorgò da me spontaneamente premendo perché questo miracolo, questo mistero oltre il tempo si manifestasse proprio in questo mondo, in noi stessi, come noi stessi. Questo fu causa di turbamento e di ispirazione per molte persone e anche per me. E' successo più di dieci anni Questo cambiamento di visione, avvenuto molti anni fa, fu uno dei motivi che mi fecero allontanare dal mio maestro. Ogni qual volta il mio maestro mi ascoltava dire che era possibile realizzare qualcos'altro che non fosse soltanto liberarsi dalla ruota del divenire e semplicemente Essere, pensava che stessi corrompendo e distorcendo il suo insegnamento. A un certo punto, cominciai a concludere che dovessero esserci vari tipi di illuminazione, differenti generi di risveglio, con risultati anch'essi differenti. Cominciai a chiamare questo insegnamento 'illuminazione evolutiva' o 'illuminazione evolutiva impersonale'. In questo insegnamento, l'accento è posto non solo sulla realizzazione del vuoto e del puro Essere, ma anche sulla necessità di diventare un essere umano radicalmente e profondamente trasformato, quindi capace di manifestare il suo più alto potenziale evolutivo nel mondo. Veramente non avevo mai avuto l'opportunità di imbattermi in una visione simile a questa. Solo recentemente, infatti, quando ho scoperto Sri Aurobindo e Tailhard de Chardin mentre facevo delle ricerche per la nostra rivista, ho cominciato a trovare echi della mia stessa passione. Una passione per un'illuminazione evolutiva, per un risveglio alla verità di ciò che siamo; e il coraggio di accordarci il permesso di sentire l'urgenza di manifestarlo nel mondo con tutto il nostro essere. Dunque, quello che innanzi tutto volevo discutere con te è la seguente questione: cos'è l'illuminazione? Penso che si tratti di un tema importante sia perché moltissime persone si interessano oggi alla spiritualità, ma anche perché la definizione tradizionale di illuminazione forse non riesce più a rispondere ai bisogni di un mondo che si evolve nel tempo, quello in cui noi ora stiamo vivendo. Ken Wilber: Penso che la vera rivoluzione nella spiritualità avviene più o meno in quel periodo e si deve particolarmente a due geni: Nagarjuna in Oriente e Plotino in Occidente. Essi aprirono la breccia verso ciò che sarebbe stato chiamata 'illuminazione non duale' o 'realizzazione non duale'. Si tratta di una profonda comprensione del nirvana o vuoto o senza tempo o trascendente, ma è anche un'unione, nel senso che si abbraccia l'intero mondo delle forme, l'intero mondo del samsara. Quindi la realizzazione delle tradizioni non duali non si limita all'immersione in uno stato senza forma, di cessazione di ogni A.C. : Nel veicolo? K.W. : Esatto A.C. : Allora stai dicendo che il veicolo deve perfezionarsi. K.W. : Sì. A volte succede che alcune persone abbiano una qualche forma di immersione nel vuoto, una radicale realizzazione di questa coscienza infinita, senza confini che è la loro vera realtà, poi, come hai detto tu, questo stato si esaurisce, e quelle persone ritornano nel solito veicolo egoico, sono di nuovo il solito io contratto e non sanno che cosa sia avvenuto. Eppure non vogliono intraprendere una vera pratica o un cammino trasformativo che renderebbe il loro veicolo capace di mantenere quella realizzazione in modo più completo e duraturo. Questo è un peccato perché, come tu hai detto, si escludono dal mondo delle forme, dalla possibilità di essere coinvolti in questo mondo e , allo stesso tempo, da ciò che è necessario fare per diventare un veicolo trasparente del senza tempo. La cosa migliore per una realizzazione non duale o integrale è di lavorare su entrambi i piani. Dobbiamo, in un certo senso, perfezionare la nostra capacità di realizzare completamente il vuoto momento dopo momento, ma si tratta del vuoto da cui emergono tutte le forme, momento dopo momento. A.C. : Eccellente. Adesso vorrei andare oltre. Infatti, nella tua descrizione della visione non duale in cui la distinzione tra nirvana e samsara scompare, in questa interpretazione dell'illuminazione, mi sembra, K.W. : Sì, capisco cosa vuoi dire. A.C. : Bene, allora affronto adesso la questione di cosa sia l'illuminazione in rapporto alla sfera del tempo e del divenire. Quello che cerco di evidenziare è ciò che io chiamo 'impulso evolutivo'. Come ho detto prima, si tratta di una compulsione estatica a trasformare il mondo. Ora, questa spinta è differente da ciò che viene detto nelle tradizioni sul voto dei bodhisattva perché, a mio parere, il voto dei bodhisattva riguarda l'impegno di rimanere in giro abbastanza a lungo per liberare gli esseri senzienti da questo mondo. Ma nell'impulso evolutivo estatico di cui parlo io la liberazione viene di fatto trovata attraverso la resa all'imperativo di evolversi in questo mondo. K.W. : Non liberandosi da esso. A.C. : Giusto. In questa interpretazione dell'illuminazione, tutta la coscienza e l'energia sono usate al servizio della creazione stessa, oltre l'ego. In altre parole, il veicolo è utilizzato per questo grande e impegnativo obiettivo. L'illuminazione, la liberazione estatica che avviene quotidianamente, deve essere trovata e sperimentata direttamente e consapevolmente solo attraverso un'assoluta e perfetta resa a questo scopo. K.W. : Sì, sono d'accordo con il senso generale di quello che dici. Lasciami riformularlo così. Come ho detto prima, c'è stato un importante cambiamento dalle religioni del primo periodo Assiale che mettevano l'accento sull'ascesi, la trascendenza, la cessazione, alle tradizioni non duali. Questo cambiamento è stato epocale: il vuoto non era più separato dalla forma, si realizzava che il vuoto non è altro che forma e la forma non è altro che vuoto, come recita il Sutra del Cuore. Ora, questa nuova comprensione, che porta al Buddhismo Mahayana e al Vajrayana, non esisteva nelle precedenti religioni. Le più antiche sostenevano che il mondo del samsara è spirito. Si tratta cioè dell'immersione nella pura manifestazione, nella natura. Poi venne il periodo Assiale che sosteneva: "No, il trascendente è la sola realtà spirituale, unicamente la dimensione ascendente, senza tempo, è la vera realtà." A.C. : E' appunto di questo che sto parlando! K.W. : Penso che la ragione possa essere trovata proprio in ciò che abbiamo detto: un saggio, diciamo migliaia di anni fa, poteva avere una profonda realizzazione del dharmakaya o puro vuoto, una profonda realizzazione del nirvikalpa samadhi, e poi anche una profonda realizzazione di un'unione con tutte le forme. Quindi il saggio in questione avrebbe realizzato sia il vuoto sia il mondo delle forme e sia che essi sono intrinsecamente una cosa sola. Vuoto e forme emergono momento dopo momento come 'vuoto di tutte le forme che emergono estaticamente'. Ma, non di meno, il saggio più perfettamente illuminato, nel senso del sahaji, dell'esperienza non duale, può essere solamente 'uno con' il mondo delle forme del suo tempo. E quel mondo non ha le conoscenze che abbiamo noi oggi sul mondo delle forme. A.C. : Vuoi dire sull'evoluzione. K.W. : Certo, specialmente l'evoluzione, la sua esatta natura, cosa significhi, cosa succede nel mondo delle forme. In esso noi scopriamo un'inequivocabile tendenza verso livelli sempre maggiori di differenziazione, integrazione, complessità e unificazione. Si tratta di una comprensione fondamentale perché significa che il nostro veicolo nel mondo delle forme sta diventando più trasparente e quindi più capace di intendere i processi che avvengono nel mondo delle forme. Questo cambia ogni cosa. Non importa quanto qualcuno potesse essere profondamente illuminato migliaia di anni fa, il mondo delle forme allora non includeva questa conoscenza. Quindi questo non era parte della loro realizzazione, anche se la loro realizzazione del vuoto era meravigliosa quanto può esserlo per noi oggi, perché il vuoto è il vuoto, non cambia, non ha parti in movimento, ecc. Quindi non stiamo togliendo niente al saggio vissuto migliaia di anni fa, ma riconosciamo che noi abbiamo almeno una cosa in più: noi viviamo oggi. Fra migliaia di anni la gente guarderà indietro al nostro mondo delle forme e riderà istericamente per come eravamo idioti. Nel frattempo noi dobbiamo andare avanti nell'incorporare nel mondo delle forme il vuoto radicale. Il risultato è una specie di vuoto evolutivo, o 'illuminazione evolutiva'. Sì, è così. A.C. : In questa illuminazione evolutiva l'elemento importante, se capisco bene, è la resa al movimento di un impulso che si risveglia e che spinge a partecipare in modo planetario al processo evolutivo per amore dell'evoluzione stessa. L'illuminazione evolutiva è questo, non si tratta di un semplice ottenimento della propria personale liberazione da o trascendenza di questo mondo. K.W. : Sì, sono d'accordo. A.C. : Io sottolineo proprio questo cambiamento di accento da una visione all'altra. Questo mi sembra significativo per la definizione di cosa sia finalmente l'illuminazione ai giorni nostri, poiché aumenta il numero delle persone che cominciano a interessarsi all'illuminazione, cosa sia, cosa significhi. Direi che nel novanta per cento dei casi, se non di più, il messaggio che ricevono si limita alla trascendenza, la trascendenza personale. E mentre di solito viene richiesto anche di abbandonare l'egocentrismo e di provare compassione, raramente, anzi mai, ci si riferisce a quella passione rivoluzionaria e impetuosa per la totale trasformazione del mondo, quella spinta che sorge dal cuore spirituale quando si è veramente liberato dal mondo. Voglio dire che molto spesso quello che viene propinato è un tiepido e strano miscuglio di antichi concetti di illuminazione conditi con idee sulla compassione basate sull'emotività di tipo "new age". In questo modo si indica una strada che non condurrà a realizzare il fuoco della vera liberazione. |