di Vinoba Bhave
L’assenza di desideri è uno stato mentale. A questo scopo, la via dello svadharma non è sufficiente; abbiamo bisogno di altri sussidi. Per accendere una lampada, non basta avere olio e stoppino; è necessario avere una fiamma. Quando la lampada è accesa, l’oscurità scompare. Come si fa ad accendere la lampada? Per accendere la lampada, abbiamo bisogno di purificare la mente, cosa che si può fare tramite un processo di autoesame. Finché la mente non è purificata, finché non è quieta come un ruscello di montagna, non potremo raggiungere l’assenza di desideri. Le azioni compiute per purificare la mente sono dette ‘vikarma’.
Le tre parole della Gita, ‘karma’, ‘vikarma’, e ‘akarma’, hanno la massima importanza. Karma è l’azione concreta esterna, compiuta come svadharma. La partecipazione di una mente pura, e di un cuore puro, a tale azione esterna, è detta vikarma.
Se chiniamo il capo a qualcuno, ma non chiniamo il cuore, l’atto esteriore sarà privo di significato. Interiore ed esteriore devono divenire un’unica cosa. L’azione e l’attore devono divenire inseparabili.
Quando vikarma, l’azione compiuta dalla mente e dal cuore, entra nel karma, l’assenza di desiderio si fortifica gradualmente. Corpo e mente sono separati, hanno mezzi differenti per crescere. Se sono in armonia, la mèta è a portata di mano.
Per evitare che corpo e mente seguano direzioni differenti, noi adottiamo il sentiero dell’austerità esterna e della meditazione interna. Quando la mente non medita, le forme esterne di austerità, quale è il digiuno, sono interamente sprecate. Mentre si compie un’austerità, la fiamma interiore deve ardere costantemente.
Se abbandoniamo il piacere dei sensi, e non siamo uniti con la fiamma interiore, quale valore potrà mai avere l’atto fisico di digiunare? Se, anziché pensare a Dio, noi pensiamo a bere e a mangiare, il nostro digiuno sarà più pericoloso di un banchetto! Nulla sarà più letale di questo banchetto mentale; nulla sarà più terribile del pensiero del piacere. Il Tantra deve essere accompagnato da mantra; l’azione deve essere accompagnata dalla meditazione. L’azione, in sé, non ha alcun valore, né la semplice meditazione ha valore senza azione. Continua...