Il vero viaggio di scoperta non consiste
nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi.

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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Le parole dei Maestri


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MATERIALISMO SPIRITUALE ED EGO SPIRITUALIZZATO
MATERIALISMO SPIRITUALE ED EGO SPIRITUALIZZATO

di Mariana Caplan

Il materialismo spirituale è un attaccamento al percorso spirituale come se questo fosse un possesso o un conseguimento concreto. Si dice che il materialismo spirituale sia il più difficile da superare. L’immagine usata è quella di catene d’oro: non solo sei incatenato, ma lo sei con delle catene d’oro. E tu ami le catene perché sono bellissime e splendenti. Ma non sei libero. Sei solo invischiato in una trappola più grande e più bella. Il senso della pratica spirituale è diventare liberi, non costruire una trappola che ha l’aspetto di una villa imponente ma che è comunque una prigione. (Judith Leif)
Il grande pericolo di tutte le esperienze mistiche – esperienze di illuminazione, liberazione, e così via – è che verranno utilizzate dall’ego e trasformate in materiale usato dall’ego per i suoi fini. Quando il contesto della vita di un individuo è l’auto-referenzialità egoica - vale a dire che l’identificazione è con l’ego come unità separata - le esperienze mistiche, i momenti di illuminazione, le credenziali spirituali, diventano tutti beni potenzialmente pericolosi. La “valuta” della verità può essere velocemente scambiata per la valuta dell’ego, e tali esperienze ben presto diventano un altro ancora dei mezzi dell’ego per rafforzare il suo potere nella sua lotta contro la vera liberazione. L’ego può tentare e tenterà di trasformare tutto a suo beneficio. Ecco perché l’ambito delle esperienze mistiche e di illuminazione è così pericoloso. È proprio perché il loro valore è così alto per il sé essenziale che tali esperienze sono così interessanti, e anche minacciose, per l’ego. L’ego vuole fortificarsi, e vuole anche bloccare efficacemente la liberazione che percepisce come la propria fine. Perciò, diventare un “ego spirituale” è un travestimento geniale attraverso cui infiltrarsi nella vita spirituale sincera dell’individuo e sedurre la sua attenzione distogliendola dalla Verità o da Dio. Continua...
VERSO LA SORGENTE INALTERABILE DELLA GIOIA
VERSO LA SORGENTE INALTERABILE DELLA GIOIA

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

GIOIA è una parola che abita poco il linguaggio e l’immaginazione. FELICITÀ è una parola presente nel pensiero come l’obbiettivo da raggiungere; eppure, a soffermarsi sul dettaglio, è davvero impercettibile la differenza fra le due. Cosa ci dicono etimo e vocabolario? GIOIA da GAUDIO, CONTENTEZZA: stato d’animo di intensa allegria e contentezza. FELICITÀ da FELICE, FERTILE, NUTRIENTE (dalla stessa radice di FECONDO) : condizione di chi è pienamente appagato nei suoi desideri. La differenza fra i due termini diventa adesso più significativa, perché la FELICITÀ è l’effetto di una causa: l’appagamento dei desideri; mentre la GIOIA è la causa, in quanto stato d’animo, in sé, di intensa allegria e contentezza.
E se provassimo ad unirli in un’unica causa/effetto?E se questo stato d’animo di intensa allegria e contentezza causasse una condizione - fertile e feconda ­ di chi è pienamente appagato nei suoi desideri? 
Sembra quasi un gioco di parole o forse un girare in tondo, ma solo perché GIOIA è uno stato d’animo pressoché sconosciuto. È la gioia a rappresentare l’apice, molto più della felicità, perché non dipende dalla realizzazione dei tanti desideri, ma da quell’unico desiderio, che splende nel centro del nostro universo, nel nostro cuore. A tale proposito, Aïvanhov suggerisce una riflessione interessante: Continua...
EUTANASIA
EUTANASIA

di Alice Bailey

Alcuni studenti s’interessano ai tentativi di legalizzare l’eutanasia, poiché perplessi se si debba lasciare al medico di decidere per la vita o per la morte. D’altra parte, sono consapevoli del fattore umano implicato, quando non sia possibile lenire le prolungate sofferenze. Aloro vorrei dire che il problema posto dalla pratica dell’eutanasia non esisterà più quando l’umanità sarà pervenuta alla continuità di coscienza (che annulla la morte). Ciò significa che nello sviluppo del genere umano verrà il giorno in cui l’anima saprà che l’esistenza fisica è giunta al termine e in piena coscienza si appresterà a ritrarsi dalla forma. Saprà che il servizio della forma non è più necessario e che occorre abbandonarla. Saprà che la propria consapevolezza, accentrata nella mente, è forte e vitale abbastanza per portare a compimento il processo e l’episodio dell’astrazione. Quando l’uomo avrà sviluppato una simile coscienza e il processo sarà generalmente noto a medici e studiosi dell’apparato umano, tutto l’atteggiamento nei confronti della morte e dei suoi processi, che implicano dolori e agonia, muterà grandemente. Continua...
EURASIA
EURASIA di Tommaso Iorco

 trascorso ormai un intero secolo da quando si iniziò ad avvertire la necessità di trovare una denominazione — quella di “Eurasia”, per l’appunto — che potesse identificare l’immensa area geografica delle popolazioni indoeuropee che, nel corso di diversi millennî, hanno dato vita a quel grande sboccio di civiltà che tutti conosciamo, estremamente multiformi ma sostanzialmente e fortemente affini. E oggi siamo in grado di affermare che lo sviluppo di ogni singola efflorescenza è stata possibile grazie al costante scambio avvenuto fra le varie etnie indoeuropee sin dalla più remota preistoria.
Abbiamo scoperto, come prima cosa, che i principali percorsi di tale interscambio (insieme culturale e commerciale) in Eurasia si snodavano lungo tre grandi assi principali, scorrenti perlopiù in territorio asiatico, e rimasti sostanzialmente invariati nel corso dei millennî. Essi erano costituiti da due grandi vie terrestri e da una grande rotta marittima. Sono la ‘Via Scitica’ tra la Cina settentrionale e l’Eusino, la ‘Via della Seta’ tra la Cina occidentale e il Mediterraneo orientale, e la ‘Rotta delle Spezie’ dall’Indonesia fino alle coste del Mare Arabico. Tre sono anche le principali ramificazioni culturali diffusesi in Eurasia: la cultura vedica e upanishadica in India, la cultura zoroastriana in Persia e la cultura pagana in Europa. È sempre più evidente il forte legame che unisce insieme queste tre tradizioni, data l’unitarietà di base dei loro miti, delle loro idee-guida, dei loro obiettivi. Continua...
LA MORTE E LA VITA NELL'ALDILA'
LA MORTE E LA VITA NELL'ALDILA'

di Elisabetta Mastrocola

In tutte le tradizioni spirituali si studia il tema della morte… delle tante morti… e della morte fisica. È bene che oggi queste conoscenze arrivino a tutti, perché insegnano a vivere meglio, a tener conto della legge di causa ed effetto e della legge di corrispondenza, ad affrontare, superare e trasformare la più temibile delle paure: la paura della morte. Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov così ne parla: “Per la Scienza iniziatica l’essere umano è un riflesso, un’immagine dell’universo, e come l’universo, è composto da mondi, cioè da - corpi - diversi. La scienza ufficiale non è ancora giunta ad ammettere questa realtà, e da qui deriva una serie di errori, in cui incorrono notoriamente sia la medicina che la psicologia.
Gli induisti dividono tradizionalmente l’essere umano in sette corpi, suddivisione accettata dalla maggior parte degli spiritualisti. Il corpo più materiale, e l’unico visibile ai nostri occhi, è il corpo fisico, ma esistono altri sei corpi composti da materie sempre più sottili: i corpi eterico, astrale, mentale, causale, buddhico e atmico. In realtà il corpo eterico fa ancora parte del corpo fisico, ed esiste in quattro diversi stati chiamati etere chimico, etere vitale, etere luce ed etere riflettore. Ecco perché il corpo fisico è divisibile in sette stati: solido, liquido, gassoso, più i quattro stati eterici. Gli altri corpi possono pure essere divisi in sette diversi livelli: abbiamo così il corpo astrale con tre livelli inferiori e quattro superiori...Continua...
LA FESTA DI NATALE
LA FESTA DI NATALE di O. Mikhael Aivanhov

Se esistono quattro feste cardinali: Natale, Pasqua, le feste di S. Giovanni e di San Michele, ciò non è dovuto al caso, o perché è piaciuto a qualche religioso istituirle, ma perché le quattro date cadono in corrispondenza di fenomeni cosmici. Nel corso dell’anno, il sole passa per i quattro punti cardinali (equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno e solstizio d’inverno), e durante questi quattro periodi avvengono nella natura dei forti gettiti e delle grandi circolazioni di energie che influenzano la terra e tutti gli esseri che la popolano: le piante, gli animali, gli uomini. Gli Iniziati, che hanno studiato tali fenomeni, hanno constatato che, se l’uomo vi presta attenzione, se si prepara e si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi, possono prodursi in lui grandi trasformazioni. La tradizione cristiana ci dice che Gesù è nato alla mezzanotte del 25 Dicembre. Il 25 Dicembre il sole è appena entrato nella costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il capricorno è legato alle montagne, alle grotte, ed è appunto nell’oscurità di una grotta che il bambino Gesù può nascere. Per tutto il resto dell’anno, la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività, ma all’approssimarsi dell’inverno, molte attività si arrestano, i giorni si accorciano, le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, cose queste che permettono all’uomo di penetrare nelle profondità del suo essere e di trovare le condizioni per la nascita del Bambino Continua...
A MADRE DIVINA
A MADRE DIVINA


di Sri Aurobindo

Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo del nostro sforzo: un'aspirazione costante, ineluttabile, che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall'alto. Ma, la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farlo nelle condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza. Se dovesse sottomettersi a queste esigenze, incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani. Ecco le condizioni di luce e di verità, le sole accettabili dalla più alta forza per la propria discesa; ed è soltanto la più alta forza supermentale discendente dall'alto ed aprentesi il passaggio dal basso che può dirigere vittoriosamente la natura fisica ed annichilire le sue difficoltà. Occorre un dono di sé totale e sincero, un'apertura di sé rivolta esclusivamente verso il potere divino, un'ammissione costante ed integrale della verità che discende, un costante ed integrale rifiuto della menzogna, dei poteri e delle apparenze della mente, del vitale e del fisico che governano ancora la natura terrestre. Il dono di sé deve essere totale ed estendersi a tutte le parti dell'essere. Continua...

LA SCIENZA DEL PENSIERO
LA SCIENZA DEL PENSIERO

di Helena Roerich

È fondamentale sviluppare dalla primissima infanzia la capacità di pensare. Precisamente, come è detto: “È necessario stabilire nelle scuole la scienza del pensiero, ma non come una psicologia astratta, ma come base pratica della memoria, dell'attenzione, della concentrazione e dell'osservazione. Vero, oltre queste quattro branche fondamentali della scienza del pensiero, molte altre qualità richiedono sviluppo; per esempio la precisione, l'ingegnosità, la sveltezza, la sintesi, l'originalità e altre. Se perfino una piccola parte delle energie usate nelle scuole per gli sport fosse applicata all'arte del pensiero, i risultati sarebbero sorprendenti”. Ma purtroppo questa capacità è una cosa che spaventa il mediocre. Più di tutto la gente ha paura del pensiero. C'è poco da sorprendersi se i governanti della Chiesa del medioevo, nella loro furbizia, si affrettarono a dichiarare questa capacità nascente come “un dono del diavolo”. Essi sapevano che il loro “paradiso” sarebbe diventato povero e vuoto non appena l'intelligenza si fosse manifestata.
E chi avrebbe deposto ai loro piedi le ricchezze della terra guadagnate col sudore degli uomini?
INTELLIGENZA E PUREZZA D'INTENTI
Ogni Insegnamento della Luce insiste sull'intelligenza, richiede la purezza del pensiero, delle intenzioni, delle parole e delle azioni, respingendo tutto ciò che è artificioso.
Il grande equilibrio viene prescritto da tutti gli Insegnamenti della Luce. Se ti accorgi che in te è presente del potere, lascia che esso ti aiuti nello sforzo verso lo scopo benevolo indicato.
VOLONTÀ E SVILUPPO DEL PENSIERO CREATIVO
L'abilità di concentrarsi e di pensare creativamente, a condizione che il pensiero sia puro, non è soltanto molto utile, ma anche necessario. Senza la capacità di pensare è impossibile progredire in campo conoscitivo. Similmente, lo sviluppo della forza di volontà, iniziando con piccole questioni quotidiane e terminando con azioni altamente altruistiche, è il fondamento di ogni disciplina e qualsiasi conseguimento.
Il pensiero puro, unito alla volontà diretta verso il Bene e l'auto-purificazione, produrrà sicuramente eccellenti emanazioni. Amore e volontà, sono in grado di rendere attiva una preghiera.
La cosa più importante è quella di educarci alla purezza d'intento, di pensiero e di azione, e questo è possibile compierlo in mezzo alla gente e tra gli ostacoli Continua...
LO YOGA DELLA VOLONTA' INTELLIGENTE
LO YOGA DELLA VOLONTA' INTELLIGENTE

di Sri Aurobindo

39. "Questa è la conoscenza trasmessa dal Sànkhya . Ascolta adesso quella che t'impartisce lo Yoga; se ti lascerai penetrare profondamente da questa sapienza, o figlio di Pritha, potrai sfuggire ai vincoli dell'agire .
"Ti ho esposto l'equilibrio che apporta l'intelligenza liberatrice, secondo il Sànkhya," dice ad Arjuna il divino Maestro. "Ti proporrò adesso un altro equilibrio, quello secondo lo Yoga. Tu indietreggi davanti alle conseguenze dei tuoi atti, tu desideri altri risultati e abbandoni il vero cammino perché non te li può dare; ma questa maniera di concepire le opere e i loro frutti - desiderio dei frutti come movente dell'azione e azione come mezzo per soddisfare il desiderio - è il servaggio dell'ignorante che non conosce ciò che sono le opere, la loro vera origine e la loro vera utilità. Il mio yoga ti libererà dall'asservimento alle tue opere."
40. "In questo sentiero nessuno sforzo è perduto, nessun ostacolo può prevalere; anche un minimo di questo dharma libera da una grande paura.
Arjuna è in preda al terrore che assale l'uomo: paura del peccato, paura della sofferenza, in questo mondo e nell'altro, paura di un mondo di cui ignora la vera natura, paura di un Dio che non conosce e le cui intenzioni cosmiche gli sono velate.
41. "L'intelligenza risoluta si dimostra unificata e stabile, o Gioia dei Kuru ; instabile ed estremamente divisa è invece l'intelligenza dell'irresoluto.
La volontà intelligente unificata è stabilita con fermezza nell'anima illuminata e concentrata nella conoscenza interiore di sé. L'intelligenza è invece dispersa quando si occupa di numerose e svariate cose, trascurando la sola necessaria. Sottoposta all'agitazione continua del pensiero discorsivo, si disperde nella vita e nell'azione esteriori alla ricerca dei frutti. Continua...
SULL'IMPORTANZA DELLA MUSICA NELLA EDUCAZIONE
SULL'IMPORTANZA DELLA MUSICA NELLA EDUCAZIONE

di Sri Aurobindo

Platone, nella sua Repubblica, ha trattato con enfasi straordinaria l’importanza della musica nella educazione, poiché il carattere di un popolo è proprio come la musica che esso apprezza. L’importanza della pittura e della scultura è appena minore. La mente è profondamente influenzata da ciò che essa vede e se l’occhio è allenato fin dalla fanciullezza alla contemplazione e alla comprensione della bellezza e dell’armonia, del giusto accostamento di linee e colori, i gusti, le abitudini e il carattere verranno spontaneamente plasmati a seguire una simile legge di bellezza, armonia e disposizione nella vita dell’uomo adulto.
Un risultato simile è prodotto sulle emozioni dallo studio dell’arte bella o nobile. Abbiamo parlato della purificazione del cuore, la chitta Suddhi, che Aristotele considerava il compito essenziale della poesia, ed abbiamo osservato che essa si ha nella poesia tramite il distaccato e disinteressato godimento degli otto rasa o forme di estetismo emotivo che rendono la vita immune dalla turbolenza delle più basse passioni egoistiche. La pittura e la scultura lavorano nella stessa direzione con mezzi diversi. Continua..
L'ENIGMA DI QUESTO MONDO
L'ENIGMA DI QUESTO MONDO

di Sri Aurobindo

Non si può negare, e nessuna esperienza spirituale lo negherà, che questo è un mondo non ideale e non soddisfacente, fortemente segnato dal marchio dell’imperfezione, della sofferenza e del male. In realtà, questa percezione è, in un certo modo, il punto di partenza della spinta spirituale – eccetto per quei pochi ai quali l’esperienza spirituale viene spontaneamente, senza esservi forzati dall’acuto, schiacciante, doloroso e alienante senso dell’Ombra che incombe sull’intero campo di questa esistenza manifestata. Rimane tuttavia il problema se questo, come alcuni sostengono, sia veramente il carattere essenziale di tutta la manifestazione, oppure se, almeno finché esisterà un mondo fisico, esso debba rivestire questa natura, così che il desiderio della nascita e la volontà di manifestarsi o di creare debbano essere considerati il peccato originale, mentre il ritirarsi dalla nascita o dalla manifestazione l’unica via possibile di salvezza. Per quelli che percepiscono così il mondo o in modo più o meno analogo – e questi sono stati la maggioranza – esistono ben note vie d’uscita e scorciatoie che portano alla liberazione spirituale. Ma può anche darsi che il mondo non sia così e che sembri così solo alla nostra ignoranza o ad una conoscenza parziale: l’imperfezione, il male e la sofferenza possono essere una circostanza o un passaggio dolorosi ma non la condizione stessa della manifestazione, non la vera e propria essenza della nascita nella Natura. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
GURU O COMPAGNO DI STRADA?
AUROBINDO E LO YOGA MODERNO

GURU O COMPAGNO DI STRADA?<br>AUROBINDO E LO YOGA MODERNO

di Selene Calloni

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo, affermava Sheldon Kopp nel suo celebre libro. "Uccidere il Buddha quando lo si incontra", egli diceva, "significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta;
significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro".
Se nessun uomo è più grande di un altro, è chiaro che a ciascuno di noi spetta il compito di creare il proprio cammino in modo del tutto unico e autonomo. I cammini creati dagli altri non possono portarci alla meta. Ancora dallo stesso libro voglio citare un riferimento al cristianesimo che può essere valido per lo Yoga, così come per ogni sentiero spirituale:
"Venne il Cristo, e con lo zelo rivoluzionario di un vero sciamano, rovesciò il giudaismo [...]. Il Cristo venne per rinnovare la Legge, capovolgendola con la reinterpretazione rivoluzionaria. Risvegliò le moltitudini, e le riavviò sul pellegrinaggio della salvezza [...]. Ma troppo presto, come sempre, il carisma della leadership del Cristo divenne una questione di routine. Le considerazioni pratiche su come mantenere la Chiesa ed estendere il suo potere esaurirono il fuoco spirituale e l'eccitazione di essere tra i primi cristiani [...]. Si doveva imparare invece come essere un buon cristiano. Non era importante ormai vivere la propria salvezza [...]. Importate divenne conquistarla e tenersela" Continua...

SULLA COSCIENZA SPIRITUALE
SULLA COSCIENZA SPIRITUALE

di Vinoba Bhave
 
L’assenza di desideri è uno stato mentale. A questo scopo, la via dello svadharma non è sufficiente; abbiamo bisogno di altri sussidi. Per accendere una lampada, non basta avere olio e stoppino; è necessario avere una fiamma. Quando la lampada è accesa, l’oscurità scompare. Come si fa ad accendere la lampada? Per accendere la lampada, abbiamo bisogno di purificare la mente, cosa che si può fare tramite un processo di autoesame. Finché la mente non è purificata, finché non è quieta come un ruscello di montagna, non potremo raggiungere l’assenza di desideri. Le azioni compiute per purificare la mente sono dette ‘vikarma’.
Le tre parole della Gita, ‘karma’, ‘vikarma’, e ‘akarma’, hanno la massima importanza. Karma è l’azione concreta esterna, compiuta come svadharma. La partecipazione di una mente pura, e di un cuore puro, a tale azione esterna, è detta vikarma.
Se chiniamo il capo a qualcuno, ma non chiniamo il cuore, l’atto esteriore sarà privo di significato. Interiore ed esteriore devono divenire un’unica cosa. L’azione e l’attore devono divenire inseparabili.

Quando vikarma, l’azione compiuta dalla mente e dal cuore, entra nel karma, l’assenza di desiderio si fortifica gradualmente. Corpo e mente sono separati, hanno mezzi differenti per crescere. Se sono in armonia, la mèta è a portata di mano.
Per evitare che corpo e mente seguano direzioni differenti, noi adottiamo il sentiero dell’austerità esterna e della meditazione interna. Quando la mente non medita, le forme esterne di austerità, quale è il digiuno, sono interamente sprecate. Mentre si compie un’austerità, la fiamma interiore deve ardere costantemente.
Se abbandoniamo il piacere dei sensi, e non siamo uniti con la fiamma interiore, quale valore potrà mai avere l’atto fisico di digiunare? Se, anziché pensare a Dio, noi pensiamo a bere e a mangiare, il nostro digiuno sarà più pericoloso di un banchetto! Nulla sarà più letale di questo banchetto mentale; nulla sarà più terribile del pensiero del piacere. Il Tantra deve essere accompagnato da mantra; l’azione deve essere accompagnata dalla meditazione. L’azione, in sé, non ha alcun valore, né la semplice meditazione ha valore senza azione. Continua...

ASCOLTARE IL SILENZIO
ASCOLTARE IL SILENZIO






SIEDITI AI BORDI DELL’AURORA,
sedersi ai bordi dell’aurora
PER TE SI LEVERÀ IL SOLE.
Nella contemplazione del sole che sorge

SIEDITI AI BORDI DELLA NOTTE,
sedersi ai bordi della notte
PER TE SCINTILLERANNO LE STELLE.
Nella contemplazione del cielo stellato

SIEDITI AI BORDI DEL TORRENTE,
sedersi ai bordi del torrente
PER TE CANTERÀ L’USIGNOLO.
Nell’ascolto dell’usignolo che canta

SIEDITI AI BORDI DEL SILENZIO,
tutto questo se vissuto nella consapevolezza, è silenzio
DIO TI PARLERÀ.
È in questo silenzio che si avvera l’inatteso,
e l’impossibile è reso possibile.

(Vivekananda, passeggero dal 1863 - 1902)
FALSI GURU, FALSI STUDENTI
FALSI GURU, FALSI STUDENTI

di Mariana Caplan

Negli ultimi 40 anni, l’occidente è stato invaso da una marea di informazioni spirituali che ormai riempiono le pagine dei quotidiani, gli spettacoli televisivi e le riviste patinate a larga tiratura. Classi di meditazione sono offerte alle Nazioni Unite, Hillary Clinton usa tecniche di visualizzazione e rilassamento, lo yoga è insegnato in molte grandi aziende e la vita di celebrità spirituali come Richard Gere, John Travolta e Tom Cruise è frequentemente oggetto della curiosità del pubblico. La spiritualità è diventata non solo popolare, ma anche un grande affare. La New Age è un’industria multimiliardaria, e alcuni dei più famosi guru e maestri spirituali sono tra gli uomini più ricchi degli Stati Uniti. Il ricercatore contemporaneo, durante il suo cammino spirituale, cade facilmente vittima di un numero enorme di miraggi, che occorre sapere riconoscere e affrontare.
Scoprire le illusioni che abbiamo sul cammino spirituale può essere scoraggiante, se non addirittura deprimente, ma rende possibili realizzazioni spirituali che prima ci erano precluse.
Le motivazioni della ricerca dell’illuminazione
Molte persone hanno un’opinione errata sulle motivazioni per le quali hanno cominciato il cammino spirituale. È molto raro che un ricercatore voglia davvero “realizzare Dio” o “servire l’umanità”. La maggior parte delle persone non sa cosa sia la vita spirituale, per non parlare di cosa cercano in essa. Quando uno studente chiese al maestro zen Suzuki Roshi cosa fosse l’illuminazione, egli rispose: “Perché lo vuoi sapere? Magari non ti piacerebbe”.
Spesso un ricercatore spirituale impiega molti anni per rendersi conto di aver cominciato il cammino spirituale per ragioni che ignora totalmente, e che sono molto meno nobili e romantiche di quello che la sua immaginazione romantica pensava. Scoprire la falsità delle proprie motivazioni può essere molto spiacevole e deprimente, e per questo la maggior parte delle persone preferisce nasconderle nell’inconscio. Si continua tranquillamente a credere di voler solo essere “liberi”, “liberati” e “in armonia con tutta la vita”. Ma mettere a nudo la falsità delle motivazioni è un passo prezioso e necessario nel cammino spirituale. Le ragioni più frequenti che portano a scegliere il cammino spirituale sono: Continua...
CONSAPEVOLEZZA SPONTANEA E FLESSIBILE
CONSAPEVOLEZZA  SPONTANEA E FLESSIBILE


di J. Krishnamurti

Conoscere se stessi significa conoscere la nostra relazione con il mondo, non solo del mondo delle idee e della gente, ma anche con la natura e con le cose che possediamo. Questa è la nostra vita, essendo la vita relazione con il tutto.La comprensione di questa relazione richiede specializzazione? Ovviamente no! Ciò che richiede è la consapevolezza necessaria per confrontarsi con la vita nel suo insieme come totalità. In che modo dobbiamo essere consapevoli? Questo è il nostro problema. Come si deve fare per avere quell'attenzione, se posso usare questa parola senza che sembri una specializzazione?
Come deve fare uno che vuole affrontare la vita nella sua totalità?Ciò non significa solo le relazioni personali con i vicini, ma anche con la natura e con le cose che possiedi, con le idee, con le cose che la mente produce come illusioni, desideri e così via.Come possiamo essere coscienti di questo processo globale di relazioni? Sicuramente è questa la nostra vita, non è vero?Non esiste vita senza relazione; comprendere questa relazione non significa isolamento. Al contrario richiede pieno riconoscimento e totale consapevolezza del globale processo della relazione.Come si fa ad essere consapevoli? Continua...

 

INTERVISTA AD UN MAESTRO ANDINO
INTERVISTA AD UN MAESTRO ANDINO


Anton Ponce De Leon Paiva
Intervista a cura di Carla Caporale e Benito Lusenti

Come raramente ho potuto constatare, e ciò unicamente in persone che potrei solo definire "sante", di fronte ad Anton Ponce, sono stata pacificamente coinvolta in una specie di serenità senza tempo, fatta di semplice solidità.
Mi venne detto di questo maestro andino da Benito Lusenti nel marzo '99. Nella mia vita, un po' per mio interesse e percorso personale e un po' per la mia attività di giornalista, avevo conosciuto una miriade di "maestri", specie quelli della cosiddetta "nuova era". Di tutti, o quasi, mi era rimasto impresso un certo fare da "prima donna" nell'esibirsi, e ale al contempo un'estrema attenzione alla questione denaro che oggi, guarda caso, non sembra più essere considerata "vile" ma proprio da loro, novelli guru di questa nostra nuova società, esaltata al livello di reale professionalità. Ovvio che di spirituale, nonostante ciò che acclamavano, mi lasciavano ben poco.
 Non volevo però farmi fermare dai pregiudizi, così ho deciso di conoscere l'ennesimo "maestro" della mia carriera professionale. Per una serie di disguidi non ci siamo incontrati in redazione ma a casa mia, che era più comodo per loro. Infatti sarebbero arrivati da Modena: Benito che guidava l'auto, la sua compagna Claudia, Anton Ponce e la moglie.
 Come raramente ho potuto constatare, e ciò unicamente in persone che potrei solo definire "sante", di fronte ad Anton Ponce, sono stata pacificamente coinvolta in una specie di serenità senza tempo, fatta di semplice solidità. Mi sembrava di stare vicino a una "piccola montagna sacra", forte e connessa, carica di una energia solare ma mite, che mi faceva stare bene in me stessa e con il mondo. Lo spagnolo non è una lingua che parlo, tuttavia ascoltare Anton Ponce non necessitava di traduzione, perché lui mi entrava dentro e il significato mi raggiungeva, qualunque lingua avesse parlato. Per iniziare a entrare nel tema cominciai a chiedere spiegazioni sul simbolo che era riprodotto sul suo bigliettino da visita, che mi ricorda molto quello dei Rosacroce. Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
IL SEGRETO DELL'ACQUA
IL SEGRETO DELL'ACQUA

di O.  M. Aivanhov

Imparate a servirvi dell'acqua per il vostro lavoro spirituale.
Per esempio, dopo esservi ben lavate le mani, prendete un bicchiere di acqua pura, preferibilmente di sorgente, tenetelo nella mano sinistra e immergete una o più dita della mano destra, concentrandovi su una qualità che vi piacerebbe acquisire, un progresso che vorreste realizzare o anche per migliorare la vostra salute. Alcuni maghi bianchi hanno potuto guarire dei malati dando loro da bere dell'acqua che avevano magnetizzato in questo modo.Voi però, facendo un lavoro con l'acqua, non immaginiate che grazie a quel metodo ritroverete immediatamente la salute o guarirete gli ammalati. Sarebbe veramente molto presuntuoso.
Vi ho dato questo metodo solo come un esercizio, affinché impariate a servirvi dell'acqua come supporto per il vostro lavoro spirituale. Dopo bevetela, se volete, oppure servitevene per innaffiare i vostri fiori. Continua...

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