La bellezza salverà il mondo (Dostoevskij)

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
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RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
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LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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Ambiente e Territorio


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IL TEMPO A DISPOSIZIONE DELL'UOMO STA PER FINIRE
IL TEMPO A DISPOSIZIONE  DELL'UOMO STA PER FINIRE


di Bioscience

15 mila scienziati scrivono una disperata lettera all'umanità. A 25 anni dal primo appello c'è stato un solo miglioramento ambientale: la riduzione del buco dell'ozono.Non è bastato il primo appello lanciato 25 anni fa. I progressi fatti per limitare i danni provocati  dall'uomo al pianeta con cambiamento climatico, deforestazione, mancanza di accesso all'acqua, sovrappopolazione e animali in estinzione, sono stati troppi pochi. Per questo l"Unione degli scienziati preoccupati ha deciso di lanciare sulla rivista Bioscience un secondo allarme, accompagnato dall'hashtag #ScientistsWarningtoHumanity, perché si agisca prima che i danni diventino irreversibili. 
Il primo avviso, lanciato nel 1992, fu sottoscritto da 1.700 firmatari, tra cui molti premi Nobel. Quello lanciato oggi, a un quarto di secolo di distanza, dai due ricercatori William Ripple, dell'Oregon State University, e Thomas Newsome, dell'università di Sydney, ha avuto un'eco maggiore, grazie anche alla campagna che è diventata virale sui social, finendo per raccogliere finora le adesioni di ben 15.000 ricercatori di 184 Paesi. Continua...

IL NOSTRO PAESAGGIO STUPRATO E IL PIL
IL NOSTRO PAESAGGIO STUPRATO E IL PIL

di Marcello Adriano Mazzola

E’ imbarazzante notare come le discussioni giuridiche sul paesaggio, avviate oltre 50 anni fa (tra i primi e autorevoli convegni sulla “Tutela del paesaggio”, Sanremo 8-10.12.61, con personalità sacre come Sandulli, Tesauro, Lucifredi) quando l’aggressione al territorio ebbe inizio, siano ancora oggi tristemente attuali.
Anzi ancor più desolanti ove si pensi che decenni di (apparente) maggiore civiltà giuridica, nulla hanno apportato alla conservazione e valorizzazione del bene del paesaggio. Anzi, all’opposto, si è radicata una vile, scellerata ed ignobile subcultura (c.d. consumo di suolo) tracciata da una speculazione economica e da una squallida sottocultura di governance del territorio, guidata da amministratori di ogni colore politico e età, accomunati solo da un’insaziabile appetito, oltre che di rara incompetenza e mediocrità. Il nostro paesaggio diviene la figura paradigmatica della decadenza di un paese intero. Continua...
I VENTUNO PUNTI DELL’APPROCCIO DRAGON DREAMING
I VENTUNO PUNTI DELL’APPROCCIO DRAGON DREAMING

di John Croft

Per creare la nostra realtà noi abbiamo sempre cooperato, anche se spesso non siamo stati consapevoli di questo. L'umanità costituisce una forza direzionale di crescita nell'ambito delle forze dell'evoluzione, ma per adempiere completamente a questa potenzialità ha bisogno di trovare la sua strada fuori dell'attuale crisi globale. Nessun altro farà questo per noi. Per trovare una soluzione dobbiamo imparare a includere il “Tutto” nella nostra consapevolezza amorevole, e questa non è davvero una piccola cosa. La situazione attuale d'altra parte è un incentivo per la crescita interiore verso un livello più profondo di empatia e volontà di investire noi stessi e gli altri della capacità di lavorare per la vita stessa.
 
“Non puoi seguire questa traccia da solo ma solo tu puoi seguirla”, cantano gli Zapatisti del Messico. Come possiamo collegare integrità politica e intelligenza in direzioni dall'alto verso il basso con una cooperazione attiva nella creazione della realtà, proveniente da iniziative di crescita dal basso verso l'alto? Come possono iniziative dal basso autonomamente organizzate collaborare allargandosi continuamente per trasformare le nostre società? Come possono gli individui con le loro capacità rafforzare il potere delle organizzazioni e progettare di essere una parte di un tutto senza che una cosa comporti la perdita dell'altra?Continua...
LE STORIE E I NUMERI DELLA CRIMINALITA' AMBIENTALE
LE STORIE E I NUMERI DELLA CRIMINALITA' AMBIENTALE di Roberto Saviano

Raccontano che la crisi rifiuti è risolta. Che l'emergenza non c'è più. Gli elenchi dei soldati di camorra e 'ndrangheta arrestati dovrebbero rassicurare che la battaglia è vinta. O almeno, questa è la versione. Molto distante, però, da ciò che realmente accade. Se aprite le pagine di analisi e dati di questo dossier conoscerete davvero cosa succede nel paese Italia. Ogni anno Legambiente attraverso il suo Osservatorio ambiente e legalità produce questo plico di storie e numeri: Ecomafia. Ogni anno, quando si arriva all'ultima pagina, leggendo capitolo per capitolo, si ha il quadro esatto della situazione; l'esatta percezione di quanto sia ampia la voragine tra ciò che viene proclamato pubblicamente e la realtà pura fermentata sotto quintali di terreno, intombata in ogni angolo disponibile in quelle che ormai sono terre compromesse da traffici di rifiuti di ogni tipo. "Ma come? - direte - Se ci sono i dati com'è possibile che le cose non si sappiano?" Le ecomafie sono business, sono silenzio, sono tacito accordo. Il puzzo del loro malaffare è coperto dalle parole rassicuranti di quelli che ripetono a oltranza che tutto va bene.
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COME TI DISINTOSSICO DAL PETROLIO
COME TI DISINTOSSICO DAL PETROLIO intervista di Chiara Somajni a Rob Hopkins

Rob Hopkins li definisce così: «Luoghi in cui si stia promuovendo il superamento della dipendenza dal petrolio verso modalità energeticamente meno dispendiose e più localizzate. In un processo che ha portata storica e che si focalizza sulle potenzialità positive di questo passo». Fondatore del movimento della transizione, autore del Manuale pratico della Transizione: dalla dipendenza dal petrolio alla forza delle comunità locali (tradotto da Il filo verde di Arianna), l’inglese Hopkins incuriosisce per l’attenzione che ha posto ai problemi di comunicazione. Difficile infatti pensare di cambiare paradigma di sviluppo senza incidere sulla mentalità, le abitudini, le aspettative delle persone. In che modo ha inizio la transizione in un paese o in una città? Quando un gruppo di persone si sente ispirato o motivato a farla accadere. Secondo il nostro modello la transizione avviene in dodici passi.
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LA LORO ECOLOGIA E LA NOSTRA
LA LORO ECOLOGIA E LA NOSTRA
II filosofo Andre Gorz, capace di guardare nel futuro, aveva previsto, in questo testo apparso nel 1974, il recupero dell’ecologia da parte dell’industria, dei gruppi finanziari – in una parola, da parte del capitalismo.
EVOCARE L’ECOLOGIA è come parlare del suffragio universale e del riposo domenicale: in un primo tempo, tutti i borghesi e tutti i partigiani dell’ordine costituito vi dicono che volete la loro rovina, il trionfo dell’anarchia e dell’oscurantismo. Poi, in un secondo tempo, quando la forza delle cose e la pressione popolare diventano insostenibili, vi sì accorda quel che si respingeva il giorno precedente e,  fondamentalmente, non cambia nulla.  -- Sono numerosi coloro che, fra gli industriali, si rifiutino di tener conto delle esigenze ecologiche. Ma queste hanno già cosi tanti sostenitori capitalisti che la loro accettazione da parte delle potenze economiche sta diventando una possibilità concreta. Allora tanto vale, sin da ora, non giocare a nascondino: la battaglia ecologista non è un fine in sé, ma una tappa. Essa può creare delle difficoltà al capitalismo e obbligarlo a cambiare; ma quando, dopo aver a lungo resistito con la forza e l’inganno, alla fine esso cederà poiché l’impasse ecologica sarà diventata ineluttabile, integrerà questa costrizione come ha integrato tutte le altre. Continua...
LE BUGIE SUGLI INCENERITORI
LE BUGIE SUGLI INCENERITORI  Il termine "termovalorizzatore" è inappropriato e fuorviante tanto che anche la Comunità Europea è intervenuta sull'argomento diffidando le amministrazioni del nostro Paese a utilizzare una simile locuzione. Ben sanno a Bruxelles che in un inceneritore viene valorizzato ben poco ... e tu? I^ Bugia: dalla combustione dei rifiuti con gli inceneritori, si recupera energia elettrica. Smentita: Questi impianti hanno un rendimento energetico molto basso e di conseguenza anche il recupero di energia è molto basso. Ciò è dovuto al fatto che il combustibile (i rifiuti) utilizzato dagli inceneritori è molto eterogeneo e per mantenere elevata la temperatura del forno è necessario immettere del combustibile fossile. In Italia 52 inceneritori attivi producono solo lo 0,85% dell'energia immessa in rete (Fonte Enel). Troppo poco se si dovesse fare una seria analisi dei costi/benefici. Non dimentichiamo, per esempio, che il mancato recupero di materiale, l'elevato livello di inquinamento prodotto dalla combustione con relativi costi sanitari a carico della popolazione basterebbero per far precipitare in un profondo "rosso" la gestione economica di questi impianti. Caso unico in Europa i costi di produzione con questa tecnica sono mascherati dai forti stanziamenti pubblici e senza questi contributi (i CIP6... una vera manna) gli inceneritori diventerebbero subito "archeologia industriale".
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IL PUNTO DI NON RITORNO DELLA CIVILTA'
IL PUNTO DI NON RITORNO DELLA CIVILTA'

di Lester Brown

Negli ultimi anni vi è stata una crescente attenzione rispetto al raggiungimento di soglie e punti di rottura nei sistemi naturali. Ad esempio, gli scienziati si preoccupano di quando la riduzione della popolazione di una specie in via di estinzione arriverà a un punto tale da renderne impossibile il ripristino. I biologi marini temono il momento nel quale la pratica della pesca senza regole innescherà il collasso di una riserva ittica. Sappiamo che ci sono stati punti di rottura nelle società precedenti alla nostra, oltre i quali sono state sopraffatte dalle forze che le minacciavano. È stato ad esempio il caso dell’accumulo di sali minerali nei canali di irrigazione che ha sopraffatto i Sumeri. I Maya invece sono giunti a un punto in cui l’effetto del taglio di troppi alberi e la relativa perdita degli strati superficiali di terreno, è stato semplicemente al di sopra della loro possibilità di gestire la situazione. Non è sempre facile prevedere il momento in cui ci si trova di fronte al punto di rottura che porta al declino e al collasso delle società sopraffatte da uno o da più problemi contemporanei. In generale, i paesi economicamente più avanzati sono in grado di affrontare le nuove minacce in modo più efficace dei paesi in via di sviluppo. ,Continua...
LA TAV TORINO-LIONE E IL SUICIDIO DEL CENTRO SINISTRA
LA TAV TORINO-LIONE E IL SUICIDIO DEL CENTRO SINISTRA di Guido Viale

Sei punti per smontare un progetto che fa male all’ambiente, all’economia, alla democrazia. Il centro-sinistra si sta spaccando le ossa sulla Tav Torino-Lione prima ancora di essere messo alla prova come maggioranza di un futuro governo. E’ quasi una beffa. La Tav Torino-Lione non si farà mai. E’ un’opera quattro volte più costosa del famigerato ponte sullo stretto di Messina; quattro volte più inutile quanto a volumi di traffico previsti (che anche artatamente gonfiati a 20milioni di tonnellate/anno non coprono che la metà della capacità da installare); quattro volte tecnicamente più incerta quanto alla sua effettiva fattibilità tecnica: Il ponte rischia di lasciare dietro di sé solo due giganteschi piloni in cemento armato mozzi, con i ferri che spuntano dalle cime, come nei tanti edifici abusivi in attesa di sopraelevazione costruiti nel Mezzogiorno, senza che in mezzo venga steso nulla.
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IL FUTURO DELLE CITTA' E' NELL'INTEGRAZIONE CON L'AMBIENTE
IL FUTURO DELLE CITTA' E' NELL'INTEGRAZIONE CON L'AMBIENTE di Emanuele Bompan
intervista a Daniel Learch

A colloquio con Daniel Learch, autore del saggio Post Carbon Cities. Per capire come costruire centri urbani resistenti alle mutazioni del clima e in grado di provvedere ai propri bisogni energetici senza dipendere dal petrolio.
Città, picco della produzione petrolifera e cambiamento climatico sono intimamente correlati. Le città, dove oggi vive più della metà della popolazione sono responsabili del 40 delle emissioni di gas serra. Secondo climatologi, economisti e geografi urbani sono anche i luoghi dove cambiamento climatico e crisi energetiche legate ai picchi di produzione dei combustibili fossili produrranno effetti devastanti.
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PADANIA TERRA DI SMOG E TUMORI
PADANIA TERRA DI SMOG E TUMORI A Milano e in tutta la Padania, ma non solo, (anche in altre città come Napoli) le emissioni di smog e polveri sottili superano e di molto, da tanti giorni le soglie massime consentite dalla comunità europea. In aumento le malattie da inquinamento, la mortalità infantile ed i tumori. Gli scienziati discutono se la padania sia la quinta o l'ottava zona più inquinata del mondo. Accanto alle stupidaggini propalate ogni giorno da destra e sinistra i cittadini continuano ad ammalarsi: oltre 20 vittime al giorno denunciano i Verdi di Bonelli che presenteranno un esposto alla magistratura in tutte le città, ma i politici della casta di esposti e procedimenti in corso sono già pieni e ben abituati... In un articolo chiaro e completo di Antonio Cianciullo del 29 gennaio sono sintetizzati in modo efficace sia il flop, sostanziale e senza appello, delle politiche anti-auto sia lo strangolamento delle città italiane, soffocate da una morsa di traffico: "Nel 1991 in Italia eravamo a 501 automobili per ogni 1.000 abitanti. Lo smog era già un problema molto grave e gli urbanisti avevano avvertito: macchine più pulite non bastano, bisogna rilanciare il trasporto pubblico.
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TRANSITION NETWORK
TRANSITION NETWORK

di Rob Hopkins e Peter Lipman

Negli ultimi anni, il picco del petrolio ed i cambiamenti climatici hanno toccato l’interesse di molti; tuttavia spesso, in particolare per quanto riguarda il picco petrolifero, le soluzioni sul campo sono state deboli e deludenti. A partire dalla sua nascita a Kinsale nel 2005, l’idea della Transizione.1 si è diffusa in maniera virale attraverso il Regno Unito e al di fuori di esso, fungendo da catalizzatore alle risposte a queste due sfide, sviluppate in seno alle comunità locali. Mentre la rete di Transizione, il nostro network, cresceva, crescevano anche gli interrogativi sul modo in cui questo movimento si sarebbe strutturato, interrogativi ai quali questo documento è un primo tentativo formale di fornire risposta. Negli ultimi due anni abbiamo visto emergere una struttura organica: quello che proponiamo in questo documento è basato sull’approfondimento e sul sostegno a questo modello emergente, sul principio che l’auto organizzazione, l’innovazione e l’azione debbano essere incoraggiate e appoggiate esattamente dove nascono, con il supporto di una precisa serie di principi e di linee guida. Continua...

VERSO UN'ETICA DELLA BIOSFERA
VERSO UN'ETICA DELLA BIOSFERA di Edward Goldsmith

I moderni filosofi morali hanno avuto la tendenza a studiare l'etica nel vuoto, ignorando le intuizioni delle conoscenze naturali e umane. Anche i più importanti biologi e sociologi, che hanno cercato di correggere questa anomalia, hanno fondato i loro principi etici su una visione della natura e della società molto distorta. Ne è risultata un'etica "da tecnosfera" che fa coincidere il progresso e il bene morale con l'espansione economica e il dominio dell'uomo sulla natura. È perciò necessario ritornare all'etica tradizionale, l'unica capace di collocare i valori etici nel contesto adatto: quello di dare forma al comportamento umano nei suoi rapporti con la società, l'ecosistema, la biosfera e il cosmo stesso. Una delle prime domande a cui rispondere in una seria discussione etica è se esista un criterio accettabile per determinare se un'azione è eticamente giusta o no.
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RAPPORTO GREENPEACE SUL CLIMA DOPO COPENAGHEN
RAPPORTO GREENPEACE SUL CLIMA DOPO COPENAGHEN Un pianeta che nella seconda metà del secolo si troverà in bilico sulla catastrofe, con una popolazione vicina ai 9 miliardi di esseri umani e gli ecosistemi in ginocchio, non più in grado di fornire abbastanza acqua, cibo ed energia. E' lo scenario post Copenaghen: un mondo soffocato dai gas serra, più caldo di 3 gradi. Mentre le delegazioni dei 192 paesi che hanno partecipato alla conferenza sul clima salgono sull'aereo portando a casa un mini accordo teorico, senza i target per il taglio delle emissioni di anidride carbonica, è stata messa a punto una prima analisi, che Repubblica è in grado di anticipare, che proietta a livello globale le conseguenze del flop del summit Onu. L'ha preparata Greenpeace per mostrare le conseguenze della resa di fronte alla minaccia climatica. Ecco cosa succederebbe se, continuando a bruciare petrolio e carbone e a tagliare foreste, permettessimo al global warming di crescere al di là di ogni controllo.
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FIRMA PER L'ACCORDO CLIMA A COPENAGHEN
FIRMA PER L'ACCORDO CLIMA A COPENAGHEN Ci chiedono una firma, per consegnare la più grande petizione mai fatta nel mondo: 15 milioni di firme in tre giorni.La petizione verrà consegnata ai capi di stato e di governo all'interno del summit. I nomi di tutti i firmatari verranno letti nel Bella Center in una iniziativa forte, visibile e spettacolare.Aiutiamo Avaaz a raggiungere i 15 milioni, per chiedere un accordo.La petizione si può firmare a questa pagina
IL MANUALE PRATICO DELLA TRANSIZIONE
IL MANUALE PRATICO DELLA TRANSIZIONE

di Dario Tamburrano

ll Manuale Pratico della Transizione, scritto da Rob Hopkins, è una vera e propria cassetta degli attrezzi per permettere a chiunque di cambiare la propria città, rendendola via via indipendente dal petrolio e dalle altre fonti fossili. Un manuale per sopravvivere al picco del petrolio, per vivere più felici e per far avviare definitivamente anche in Italia il processo delle Transition Town. La copertina del Manuale Pratico della Transizione di Rob HopkinsFinalmente, dopo tanto attendere, è arrivato anche in italiano il “Manuale Pratico della Transizione”, il testo scritto da Rob Hopkins, fondatore del movimento delle Transition Town, una rete di comunità locali che si pone l'obiettivo di realizzare in maniera morbida ed in forma proattiva le grandi sfide che il picco del petrolio ed i cambiamenti climatici impongono alla nostra generazione: il passaggio dall'era dei combustibili fossili alla civiltà post-petrolifera a ridotte emissioni di gas serra. Continua...
E' IL NOSTRO CLIMA NON IL VOSTRO BUSINESS
E' IL NOSTRO CLIMA NON IL VOSTRO BUSINESS Questo lo slogan dei manifestanti alla conferenza internazionale sul clima che si sta svolgendo in questi giorni a Copenaghen, la conferenza oscilla tra buone intenzioni ed ipocrisia, tra realtà e finzione. la situazione a detta dei climatologia è compromessa. Come afferma Raes portavoce per la Comunità europea sui cambiamenti climatici: Sarebbe bello, ci metterei dieci firme, non una. Peccato sia irrealistico: i 2 gradi sono un traguardo che non è più alla nostra portata. Dirlo è un atto di onestà. Così come è un atto di onestà aggiungere che se non ci muoviamo subito, se non chiudiamo nel giro di pochissimi anni il rubinetto dei gas serra, non riusciremo neppure a fermarci a 3 gradi".
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COLTIVARE LA CITTA'
COLTIVARE LA CITTA'


di Alessio Sciurpa

Lo sviluppo dell'agricoltura di prossimità nelle arie urbane e peri-urbane, il diffondersi di giardini pensili e orti verticali tra gli altri, sono alcuni dei sintomi che sottendono al bisogno insito negli abitanti delle grande aree urbane di recuperare un contatto con la natura, l'agricoltura e con la genuinità del cibo che ad esse è legata. Come già sottolineava Lester Brown nel suo Piano B 3.0, così Andrea Calori nel suo Coltivare la città , giro del mondo in dieci progetti di filiera corta da voce a questa tendenza, raccogliendo per la prima volta in un unico volume esperienze di agricoltura urbana provenienti da varie parti del mondo, alcune recenti altre in essere da anni. Che cosa accomuna un immigrato del Bronx, una donna di un sobborgo di Osaka, una contadina senegalese, un panettiere della ricca Monaco di Baviera e un autista venezuelano? Ciascuna di queste persone è protagonista di storie legate al cibo. Ognuna appartiene a gruppi e comunità che, in modo più o meno formalizzato, si sono organizzate per vendere o acquistare prodotti alimentari che vengono consumati vicino ai luoghi di produzione.
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60.000 ALLA MARCIA PER IL CLIMA MA IL TEMPO VOLGE AL BRUTTO
60.000 ALLA MARCIA PER IL CLIMA MA IL TEMPO VOLGE AL BRUTTO di Diego Barsotti

Oltre 60.000 persone – secondo gli organizzatori - hanno partecipato sabato scorso a Milano alla "Marcia per il clima", la giornata di mobilitazione organizzata da un vasto cartello di organizzazioni, da Legambiente all´Arci, da Slow Food ai sindacati. La manifestazione, cominciata intorno ai 160 stand allestiti in un festoso Corso Venezia chiuso al traffico, è proseguita con un corteo partito da piazza San Babila. Peccato che i media non ne abbiano parlato. Analizziamo la situazione, partendo dal prima: la grandiosa manifestazione che vedeva Legambiente in prima fila nella macchina organizzativa, sceglie la data già nel dicembre scorso e i messaggi sono ripetuti più volte. Il popolo ambientalista conosceva bene l´evento, quali ne erano i motivi ispiratori, quali gli obiettivi, anche perché altrimenti non si spiegherebbe l´alta adesione. E del resto "prima" anche i media generalisti ne hanno parlato a sufficienza, basti pensare alla pagina che Repubblica gli ha dedicato proprio sabato. Quello che stupisce invece è l´assenza quasi assoluta di resoconti, commenti, interpretazioni, critiche post manifestazione, che ricordiamo, ha messo giù una serie di importanti obiettivi e proposte politiche. Continua...
LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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