Il mondo va male non a causa di coloro che fanno del male
ma a causa di coloro che sanno e lasciano fare!! 
Albert Einstein

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ECONOMIA CONSAPEVOLE
Etica e spiritualità per una nuova
economia consapevole e sostenibile
ECONOMIA CONSAPEVOLE
DI FRONTE AL FETICISMO DEL DENARO
L'ETICA E' INSUFFICIENTE

DI FRONTE AL FETICISMO DEL DENARO<BR>L'ETICA  E' INSUFFICIENTE
Raoul Vaneigem
Di fronte al feticismo del denaro, l'etica, necessaria quanto si vuole, è insufficiente. Sperare di moralizzare gli affari é vano quanto incitare ad una maggior igiene chi vive su un cumulo di spazzatura. Niente, in compenso, é più apprezzabile della libertà di parola concessa a tutti affinché una fioritura di idee nuove presieda alla ricostruzione dell'esistenza individuale e della società in un momento in cui un sistema fondato sulla ricerca esclusiva del denaro che rovina i
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LA SERENITA' INTERIORE
Plutarco

Gli insensati disprezzano e trascurano
perfino i beni di cui dispongono
perché con il pensiero
sono perennemente protesi verso il futuro
UN'ALTRA ECONOMIA: CARTA DEI PRINCIPI
UN'ALTRA ECONOMIA: CARTA DEI PRINCIPI
1. Sono comprese nella definizione di altra economia, intesa come diversa e alternativa a quella oggi dominante, tutte le attività economiche che non perseguono le finalità del sistema economico di natura capitalistica e di ispirazione liberista o neo liberista. In particolare sono da essa rifiutati gli obiettivi di crescita, di sviluppo e di espansione illimitati, il perseguimento del profitto ad ogni costo, l’utilizzazione delle persone da parte dei meccanismi economici e nel solo interesse di altre persone, il mancato rispetto dei diritti umani, della natura e delle sue esigenze di riproduzione delle risorse.
2. Le attività di altra economia perseguono il soddisfacimento delle necessità fondamentali e il maggior benessere possibile per il maggior numero di persone, sono dirette all’affermazione di principi di solidarietà e di giustizia, hanno come finalità primaria la valorizzazione delle capacità di tutti. Sono comprese in questa definizione anche le attività che prevedono la parziale o graduale uscita dal sistema economico dominante e le sperimentazioni di stili e modelli completamente nuovi di vita sociale, di
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IN CHE MODO IL LAVORO E' IN RAPPORTO CON LE FINALITA' E GLI SCOPI DELL'ESSERE UMANO?
IN CHE MODO IL LAVORO E' IN RAPPORTO CON LE FINALITA' E GLI SCOPI DELL'ESSERE UMANO?

di Maurizio Di Gregorio

Tutti gli insegnamenti spirituali hanno sempre riconosciuto che qualsiasi uomo non deve lavorare solo per tenersi in vita ma anche per tendere verso la perfezione. Per i bisogni materiali sono necessari vari beni e servizi che non potrebbero esistere senza il lavoro dell’uomo, per perfezionarsi però l’uomo ha bisogno di una attività dotata di senso che magari anche attraverso l’affronto e la soluzione delle difficoltà gli permetta di esprimersi, di”trovarsi”, di realizzare un opera con cui si senta in armonia e che gli permetta anche un rapporto armonico con la società e con tutto l’universo. Per Schumacher i fini del lavoro umano sono: 1) provvedere a fornire i beni necessari ed utili; 2) permettere a ciascuno di utilizzare e di perfezionare i propri doni e talenti, come buoni amministratori di se stessi; 3) Agire al servizio degli altri per liberarci del nostro egocentrismo ...Continua...
MESSAGGIO DALL'UNIVERSO
MESSAGGIO DALL'UNIVERSO


di E.F. Schumacher

Il nostro "ambiente", si potrebbe dire, è l'Universo meno noi stessi. Se oggi sentiamo che non tutto è in ordine con l'ambiente, al punto che richiede la protezione del suo Segretario di Stato, il problema non riguarda l'Universo come tale, ma il nostro impatto su di esso. Questo impatto sembra produrre, troppo spesso, due effetti deleteri: la distruzione della bellezza naturale, che è sufficiente già di per sé, e la distruzione di ciò che viene chiamato "equilibrio ecologico", o la salute e il potere di sostenere la vita della biosfera, che è anche peggio. Qui farò riferimento solo al secondo punto, e cioè ciò che stiamo facendo al pianeta. Chi è "noi" in questo contesto? E' la "gente-in-generale"? E' la popolazione mondiale? Sono tutti e nessuno? No, non sono tutti e nessuno. La grande maggioranza delle persone, anche oggi, vive in un modo che non danneggia seriamente la biosfera o esaurisce il dono delle risorse naturali.
Queste sono le persone che vivono in culture tradizionali. In genere ci riferiamo a loro come ai poveri del mondo, perché conosciamo di più la loro povertà piuttosto che la loro cultura. Molti diventano anche più poveri nel senso che perdono il loro capitale più prezioso, cioè la loro tradizione culturale, in rapida disintegrazione. In alcuni casi uno potrebbe a ben diritto affermare che diventano più poveri mentre diventano un po' più ricchi. Mentre abbandonano i loro stili di vita tradizionali e adottano quelli del moderno occidente, possono anche avere un crescente impatto dannoso sull'ambiente.
Resta il fatto, tuttavia, che non è la gran parte della popolazione povera a mettere a rischio la Navicella Spaziale Pianeta ma il relativamente esiguo numero di ricchi. La minaccia all'ambiente, e in particolare alle risorse e alla biosfera, deriva dallo stile di vita delle società ricche e non da quello dei poveri. Anche nelle società povere troviamo alcuni ricchi e finché questi aderiranno alla loro tradizione culturale fanno poco danno, o non lo arrecano affatto. È solo quando vengono "occidentalizzati" che scaturisce il danno all'ambiente. Ciò dimostra che il problema è alquanto complicato. Non è semplicemente questione di ricchi o poveri – i ricchi fanno danni e i poveri no. È una questione di stili di vita. Un americano povero può fare molti più danni ecologici di un asiatico ricco. Continua...

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MANAGER UMANI PER IL XXI SECOLO


Inizia una nuova era nel campo della formazione manageriale: un invito a sviluppare quelle qualità professionali e personali che fanno del management un arte sempre più orientata alla qualità.
Il mondo sta cambiando lo sviluppo di sempre più rapidi mezzi di trasporto, l'invenzione di metodi sempre più efficaci di comunicazione, la diffusione dell'informatica ma anche, e soprattutto, le nuove scoperte scientifiche nell'ambito della fisica, della medicina e della psicologia, stanno spalancando davanti a noi una prospettiva completamente diversa della realtà. L'invito è quello di rivedere e attualizzare le nostre conoscenze e le nostre capacità alla luce di bisogni concreti che si manifestano con una sensazione di disagio, di inadeguatezza e di bisogno di qualche cosa in più.
I manager d'oggi non solo quelli con trent'anni di carriera alle e spalle, - ma sicuramente i più sensibili e attenti - cominciano a sentire nuove esigenze che, che attingono ad un campo molto più vasto di quello della semplice formazione professionale e acquisizione di "know how" nei diversi settori aziendali. E' il bisogno di vivere con più presenza e attenzione la vita familiare, di migliorare la qualità della propria vita e del rapporto con se stessi, di superare l'ansia non più con pillole ma con una attenta riflessione sui suoi più profondi significati, di porsi delle domande per quanto riguarda la dimensione trascendente, di imparare a vivere l'istante presente con pienezza, di cercare un po’ più di felicità termine prima bandito da qualsiasi programma di formazione -, di porre un freno all'egoismo personale e di lasciare spazia al sincero desiderio di rendersi più utili al mondo, e infine di imparare a vivere insieme agli altri, più serenamente.

Per rispondere alle nuove esigenze dei tempi e dei manager più attenti e sensibili - quelli capaci di riconoscere nel disagio interno un invito ad un ulteriore aggiornamento e allargamento dei propri orizzonti - esiste oggi una proposta studiata appositamente. Lo Studio Mario Silvano S.p.a. un nome sicuramente noto in questo campo, con trentacinque anni di esperienza e professionalità al servizio di almeno un quarto delle realtà aziendali italiane - ha concepito e realizzato una nuova formula di seminario, capace di mettere in luce e di attivare potenzialità latenti nel campo non solo professionale ma soprattutto personale del partecipante: il T.M.O., "Training Management Orienteering". E' una proposta originale che combina tra loro proposte di natura pratica e teorica, e a sua volta relazioni inerenti campi della cultura più conosciuti - come la psicologia, l'alimentazione, la motivazione in azienda, - con proposte assolutamente d'avanguardia - come la psicologia transpersonale e il rebirthing, una tecnica di respirazione.
Gli incontri didattico-formativi si alternano con un'esperienza di orienteering (uno sport di orientamento nel paesaggio con la carta topografica e la bussola), a stretto contatto con la natura, che permette ai partecipanti di vivere situazioni di competizione e, soprattutto, di collaborazione. l'obiettivo è quello di far intravedere nuove modalità di rapporto con se stessi, con gli altri, e con la realtà in grado di innalzare la qualità soggettiva e oggettiva della propria professionalità e della propria vita quotidiana e personale.
“aggiungere vita agli anni e non anni alla vita" è la frase chiave con cui Mario Silvano ha fatto risuonare qualcosa nei suo clienti più affezionati, raccogliendo in tempo brevissimo sufficienti iscrizioni per una prima edizione. Al primo "Training Management Orienteering", tenutasi a Cortemilia - nel cuore delle Langhe, in prossimità di Alba ha partecipato anche New Age Music and New Sounds, in quanto principale portavoce in Italia di queste nuove esigenze emergenti.

L'orienteering è uno sport che si pratica con bussola e carta topografica. Svolto prima a coppie, poi individualmente, poi a gruppi, insegna a scegliere la direzione da seguire per raggiungere la propria meta, insegnando o leggere la mappa e a muoversi quindi con disinvoltura nel territorio. Quindici top manager, uomini e donne, dall'Italia e dalla Svizzera si sono così cimentati nei rudimenti della cartografia, e si sono avventurati nelle colline delle Langhe, in un paesaggio avvolto nel fascino della nebbia, seguendo il percorso segnato sulla mappa.
Alla guida del gruppo la guida di trekking Elio Sabena, presidente dell'associazione naturalistica Trekking in Langa, che ha saputo trasformare un pochi giorni un gruppo di professionisti nell'arte manageriale, in un gruppo di provetti esploratori. Il tempo incerto non ha scoraggiato i partecipanti, che hanno alternato la vivificante attività fisica del mattino con una di carattere più sedentario al pomeriggio, ma non per questo meno intensa e coinvolgente. L'incontro col professor Tullio Bonaretti, psicologo del lavoro, docente presso lo clinica del lavoro di via Santa Barbara a Milano e presidente di O.P. - Opportunità Professionali, un'agenzia specializzata in ricerca e selezione di personale specializzato - ha fornito ai partecipanti i rudimenti della psicologia, necessari per intraprendere un processo di autoconoscenza e di comprendere le dinamiche fondamentali che generano stress. L'incontro con il professor Michele Carruba, ordinario della facoltà di farmacologia all'università di Milano, e con la sua assistente dottoressa Arianna Banderali, ha fornito le conoscenze di base per una sana alimentazione, invitando le persone ad un atteggiamento consapevole nello scelta della propria alimentazione, una scelta basata sulle esigenze del proprio organismo e non sulle sempre più allettanti ma aleatorie) proposte della pubblicità o dell'offerta gastronomica dei ristoranti, più orientata a soddisfare la gola che le reali necessità del nostro corpo.
Ma l'intervento più atteso del seminario è stato sicuramente l'esperienza di rebirthing proposta ai partecipanti dal dottor Filippo Falzoni Gallerani, psicologo specializzato nell'attivazione del potenziale umano, il primo professionista ad aver portato questa tecnica in Italia, dopo una lunga ricerca personale, culminata con diverse esperienze in India, a fianco di Babaji. Il rebirthing è una tecnica semplice eppure potente che offre lo possibilità od ogni individuo di aumentare la sua vitalità, di rimuovere le tensioni e di contattare quindi aspetti di sé dimenticati, nascosti, oppure soltanto in attesa di essere riconosciuti, attraverso una pratica di respirazione cosiddetta circolare. La sala di conferenze è stata così trasformata in singolare laboratorio di respirazione in cui per due ore e mezza i partecipanti, seguiti, da Francesca D'Amici, assistente del conduttore, sdraiati su cuscini e materassini, hanno vissuto la loro prima seduta di rebirthing. E' stato con molta disponibilità e coraggio che i partecipanti si sono tuffati in questa proposta, riportando - molti esperienze di profonda catarsi e liberazione di energia emotiva imprigionata e tutti di profondo rilassamento. Il pregio di questa tecnica è che permette alle persone di incontrarsi al di là dei ruoli e delle formalità, riconoscendosi reciprocamente il diritto e la dignità di essere completamente "umani" con tutte le implicazioni,, e di scoprire che è possibile un'interazione personale ad un livello più profondo, che oltrepassa il campo d'azione della mente per attingere ad una sfera, spesso poco coinvolta nelle tradizionali attività manageriali, la dimensione del cuore.

L'intensa giornata si è conclusa con le note suonate appositamente per il gruppo da un quartetto d'archi di brillanti allievi del Conservatorio di Torino. Un tocco d'arte e di musica non poteva certo mancare in una proposta che vuole stimolare e risvegliare anche quegli aspetti solitamente ignorati e dimenticati nella formazione manageriale, proprio per ricordare che prima ancora di diventare un "buon manager", forse è importante essere un "buon essere umano"! Se il management accompagna l'evolversi della realtà, non lo fa per ideale ma per necessità. Giacché noi ormai sappiamo che la realtà sta cambiando, non c'è da stupirsi che proprio in questo campo ci sia la sensibilità e l'attenzione necessaria per cogliere intimamente l'essenza di questo cambiamento.
Abraham Maslow, Fritjof Capra, Ken Wilber, Babaji e altri personaggi sinora noti solo negli ambiti new age più specializzati, stanno diventando materia di studio di tutti coloro che vogliono sinceramente appassionatamente impegnarsi in un esercizio sempre più efficace e, perché no?, gioioso dell'arte di far coincidere "essere e agire", di intervenire sulla realtà partendo da principi ispirati non solo al profitto personale ma anche ad una visione globale del pianeta e delle sue reali necessità. Il management diventa così una materia umanistica prima che scientifica, una materia attenta alle nuove concezioni emergenti, per inventare un futuro più umano e un po' più felice per tutti!

Articolo tratto dalla rivista New Age del novembre 1996


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