Oggi non è più chiamata schiavitù,
è chiamata libero mercato

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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RISONANZA TRANSPERSONALE


Giampiero Varetti

“Da un ammasso di galassie lontano 250 milioni di anni luce ci arriva una nota, un Si bemolle continuo, un milione di miliardi più basso dei suoni più bassi che l’orecchio umano può percepire. La materia è vibrazione. Le vie della fisica quantica, del misticismo e di certi allucinogeni si stanno unendo… ora guardate qua: un tipo di sinusoidi come queste genera la vita, composta da differenti livelli di frequenza, dall’infinitamente basso, dal cui campo siamo attratti e che ci fa sprofondare nella materia e nel dolore, dove si sperimentano le frequenze della paura e della separazione, all’infinitamente alto, alla gioia assoluta.”
Da “Musikanten” film di Franco Battiato

Qualche anno addietro mi trovavo in uno dei piacevoli parchi di Bologna in una giornata di sole autunnale, con il cielo terso e l’aria leggera come solo quella stagione ci sa offrire. Ero nel pieno svolgimento delle mie funzioni paterne, intento nella faticosa quotidiana attività divenuta ormai un rito. “Dai, papà... spingi!”: più che un incitamento un ordine. Età del beneamato figlio: tre anni; da due il rito si celebrava con cadenza impressionante. Strumento del rituale: l’altalena… ormai un incubo. “Spingi! Ancora! Spingi!”. Lì, in quel bel parco ed in quel periodo, si è manifestata la spiegazione del fenomeno della “risonanza”. 
Non di “sudditanza”, anche se in qualche modo ne percepivo i confini, né di “baldanza”, appannata dall’indolenzimento del braccio destro sottoposto ad una sorta di test di resistenza all’uso (avete presente quei congegni che servono a testare un divano e lo sottopongono ad un trattamento dove una macchina simula una seduta spingendo forte sul cuscino per migliaia e migliaia di volte fino al punto di rottura?), ma proprio di “risonanza”. 
Che cos’è dunque la risonanza? Se io do il colpo al momento giusto, l’altalena sale sempre più in alto. Dare il colpo al momento giusto significa scegliere la frequenza e quindi la lunghezza d’onda. La risonanza si ha quando la frequenza della "eccitazione" e' identica alla frequenza di vibrazione naturale dell'oggetto. Questo è il motivo per cui si fa rompere il passo ad un plotone di soldati che marciano su di un ponte. In caso contrario ogni colpo, passo dopo passo, si somma ai precedenti fino a provocare addirittura il crollo del ponte, nel caso che si inneschi la risonanza. Questo fenomeno spiega anche perché un cantante puo' riuscire a rompere un bicchiere se la frequenza del canto e' identica alla frequenza naturale del bicchiere stesso. Lo stesso fenomeno spiega anche il motivo per cui ogni tanto interrompevo le spinte all’altalena (ufff) …, suscitando proteste e nuovi, potenti incitamenti. 

La legge di risonanza è di eccezionale interesse poiché, oltre a fornire un ottima scusa per genitori stanchi di spingere, si può applicare a tutto ciò che vibra. E, siccome tutto ciò che esiste vibra, posso sostenere, senza tema di smentita, che il fenomeno ha un campo d’azione illimitato.
Nella meccanica celeste, la risonanza orbitale avviene quando due corpi orbitanti hanno periodi di rivoluzione tali che il loro rapporto è esprimibile in frazioni di numeri interi piccoli. Quindi i due corpi esercitano, l'un l'altro, una regolare influenza gravitazionale. Questo fenomeno può stabilizzare le orbite e proteggerle da perturbazioni gravitazionali. Per esempio: Plutone, e alcuni piccoli corpi celesti chiamati Plutini, sono salvati dall'espulsione da una risonanza 3:2 con Nettuno. Tre rivoluzioni di Plutone corrispondo esattamente a due rivoluzioni di Nettuno. Gli asteroidi Troiani si possono considerare protetti da una risonanza 1:1 con Giove. La risonanza orbitale può anche destabilizzare una delle orbite. Per esempio: c'è una serie di zone quasi vuote nella fascia di asteroidi chiamate lacune di Kirkwood, dove gli asteroidi sarebbero in risonanza orbitale con Giove, che ne causerebbe l'espulsione.

Sembrerebbe che il macrocosmo ed il microcosmo si influenzino reciprocamente. Così noi stessi, esseri umani che ci poniamo circa a metà tra i due ordini di grandezza, possiamo entrare in risonanza con la nostra anima, quella parte di noi vitale, che vuole funzionare in sinergia con il multiverso, l’universo a più dimensioni, oppure con la nostra parte egoica, che, pur dotata di grande forza rischia di creare interferenze e di impedire una sana autorealizzazione.
      Viviamo in un epoca in cui la comunicazione corre a velocità sempre più frenetica. Giornali, televisioni, cellulari, internet, films ovunque nel mondo esplodono il loro potenziale comunicativo producendo talvolta effetti straordinari, sia come potenti mezzi di “informazione”, che di “disinformazione”.
      Ciò che risuona con l’ego interferisce con l’anima. E viceversa. Fortunatamente i medesimi media concorrono, talvolta, allo sviluppo delle proprie capacità, della spiritualità e della coscienza. È il mercato a testimoniare l’aumentare di tale tendenza. Questo è ciò che la gente legge e guarda sempre di più, ciò a cui è realmente interessata.
      È un'onda che sta rapidamente travolgendo tutti. Le persone stanno diventando consapevoli del fatto che se vogliono aprire il terzo occhio “Ajna chakra”, prima devono concentrarsi sulla necessità ancor più fondamentale di aprire i primi due! In tal senso assistiamo positivamente ad una formidabile evoluzione mondiale che va di pari passo con il potenziamento tecnologico e l’industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo, specie nei Paesi asiatici, che da soli costituiscono i tre quarti della popolazione sulla Terra.
      Tuttavia, non è l’accumulo nozionistico del sapere stravagante e inutile che porta alla costruzione di qualcosa di essenziale per la propria esistenza, ma è la scelta di vivere il sapere, gustandolo, verificandolo e praticandolo fino a sentire che diviene il proprio sangue, e solo allora, nel momento in cui si trasforma in conoscenza, diventa parte di sé, si fonde indissolubilmente con l’essere autentico.
      Il gradino successivo che l’umanità si appresta a compiere va nella direzione della saggezza e risponde alla domanda:”qual è il miglior uso possibile della conoscenza che abbiamo a disposizione?”
      Conoscenza e saggezza devono procedere mano nella mano, poiché la conoscenza da sola è talvolta peggiore dell’ignoranza.
      Purtroppo i tempi sono molto ristretti. C’è una gran fretta di cambiare le fonti energetiche perché, a forza di bruciare petrolio e abbattere foreste, stiamo surriscaldando il pianeta alla velocità di uno tzunami. C’è una gran fretta di cambiare perché con tutte le armi chimiche, atomiche, battereologiche, radioattive, che stiamo spargendo ovunque, tra poco non rimarranno più spazi incontaminati. C’è una gran fretta di cambiare perché la sete di potere e denaro nel mondo stanno creando odio e divisione tra i popoli, e questi portano guerre, distruzione e morte. C’è una gran fretta di trasformare le grandi menzogne in verità, poiché, per dirla con Goethe, la saggezza sta solo nella verità.
      Quali azioni hanno la precedenza in un momento così delicato?  Quando infuria la tempesta non possiamo metterci a fare manutenzione alla barca: rattoppare le vele, pennellare l’antialga sullo scafo, stringere viti e bulloni. Qualsiasi marinaio ragionevole si dilunga nei dettagli e nei particolari quando è comodamente attraccato al molo in una tranquilla giornata di routine. La tempesta ci obbliga ad andare al sodo e fare ciò che necessita per superare la criticità.
      Lao-Tsu indica il cammino verso la saggezza in un motto dal sapore gnostico, ricordandoci che chi conosce gli altri è erudito, ma chi conosce se stesso è saggio.
      Ed allora ecco che si delineano due sentieri da percorrere in contemporanea. Uno “fuori” da noi e l’altro “dentro” di noi.
      Il primo tracciato ci impone un immediato rispetto nei confronti dell’altro da sé, dai rapporti con i familiari, con i vicini di casa, con i colleghi di lavoro, le donne con gli uomini e gli uomini con le donne, gli adulti con i bambini ed i bambini tra di loro.
      Maggiore rispetto per l’ambiente, che significa maggiore educazione nell’evitare sprechi di acqua, riscaldamento, carburanti e più attenzione alle attività produttive che devono essere “sostenibili”.
      Un mercato più “equo” e “solidale”. Più gruppi di acquisto locali e che privilegino le logiche del biologico e del non utilizzo di veleni negli alimenti. Accorgersi che le politiche economiche del profitto che guidano le multinazionali sono antitetiche con il reale benessere degli individui.
      Responsabilità, rispetto e servizio devono diventare la base su cui operano le autorità. Politica, sanità, istruzione, forze dell’ordine, religione, comunicazioni, informazione sono al servizio delle persone, per aiutarle a crescere e a realizzarsi. Per gestire i loro interessi e la vita sociale. Per stare in salute ed in equilibrio accettando normali alternanze in un sistema dinamico qual è il corpo-mente-anima . Per insegnare l’amore per la conoscenza e la verità. Per tutelare dai soprusi. Per orientare l’esistenza verso un senso più ampio. Per favorire lo scambio di affetti, idee, emozioni. Per diffondere e informare affinché le scelte possano essere effettuate.
      Il secondo sentiero, quello “dentro”, mostra radici lontane nei tempi antichi. L’Alchimia, con i suoi segreti metodi allegorici per trasformare la materia grezza in oro puro, la Cabalà, con il suo complesso sistema di corrispondenze, le antiche mistiche buddiste, induiste, sufi, cristiane, taoiste, ma anche egiziane, precolombiane o sumere ci invitano a camminare su questo sentiero. Oggi, direi che bisogna correre! E anche forte!
      In tal senso, il movimento di pensiero e di ricerca transpersonale (oltre la sfera riduttivamente “personale”) si occupa della crescita della persona cosiddetta "sana" e funzionante, e di quei processi detti di autorealizzazione, di sviluppo delle potenzialità e capacità dell'essere umano.

      Le convergenze, infatti, fra certi approcci psicoterapeutici della psicologia transpersonale e molte tecniche spirituali dell'Oriente sono notevoli. Solo per citarne alcune, basti pensare: l'elaborazione di un modello "olistico", che congiunga la dicotomia corpo/mente e individuo/ambiente; lo sviluppo dell'insight come importante mezzo di conoscenza e azione nella realtà; il lavoro con le energie psicofisiche; l'interesse verso il Sè (una dimensione d'armonia "numinosa" che trascende e, nello stesso tempo, comprende sia l’io cosciente sia l’inconscio) e verso i processi d'espansione della consapevolezza oltre l’incapsulamento egoico (nella convinzione che l'uomo non è semplicemente un risultato storico-geografico, ma che contiene in sè il seme dell'eternità); e così via.
      Una parte strutturale della persona ha la caratteristica, anche a livello funzionale, di essere simile ad un guscio, una capsula. È costituita dalla parte corrispondente alla corazza caratteriale di Reich, ed agli strati protettivi definiti in “Corenergetica” da John Pierrakos, rispettivamente, Maschera dell’io e Armatura caratteriale. Questa parte dell’organismo rappresenta da un lato una funzione protettiva, in quanto serve a ridurre le temute esperienze di abbandono, invasioni o deprivazioni subite nel corso dell’esistenza, e dall’altro canto, relegando progressivamente l’autoconsapevolezza dell’individuo nella periferia ed isolandolo dalle autentiche emozioni, alimenta un circolo vizioso, un loop, del tipo: più i blocchi si intensificano, più la mente razionale si concentra su di essi, i quali, a loro volta, assorbono ancora più energia, rendendo sempre più “duro” e impenetrabile il guscio, la capsula egoica.
      Da che cosa è costituita in prevalenza la capsula egoica?
      La poliedrica saggezza di Raphael, in accordo con le antiche tradizioni del sentiero Ved?nta, addita l’ignoranza come responsabile dell’oscuramento della coscienza nell’uomo, ma questa può essere distrutta dalla mente; citando Samkara, la stessa mente che ci ha portati nella schiavitù, ci porterà alla liberazione.
      Quali sono i contenuti che normalmente transitano e più spesso albergano nella mente dell’uomo comune?
      La mente è oberata di ricordi, nostalgie, sensi di colpa, rabbie, gelosie, paure, ansie, preoccupazioni, invidie, attaccamenti, passioni, desideri, abitudini, e quant’altro.
      Gli elementi costituenti la capsula egoica si potrebbero sintetizzare lungo le seguenti coordinate a tre dimensioni:
 - un asse costituito da Io – Tu: questa coordinata rappresenta tutti i conflitti che nascono da questa dicotomia, il desiderio di imporsi sugli altri, la tracotante superbia dell’IO maiuscolo che, più o meno visibilmente, imponiamo sul mondo, l’orgoglio di quando si afferma: “Io ho fatto”, “Io ho detto”, “Io sono bravo”, … e il Tu accusatore, discriminante, denigratorio, colpevolizzante, svalutante, giudicante,…

- un asse costituito da Mio – Tuo: a questa categoria appartiene il “Mio” avido, possessivo, rapace, sfrontato, geloso, campanilista, settarista, fazioso, a cui fa il paio un “Tuo” invidioso, deresponsabilizzante, accusatorio.

- un asse costituito da Ieri – Domani: l’asse “temporale” è costituito dal “Ieri” delle nostalgie, dei rimpianti, dei sensi di colpa, dei rammarichi, le delusioni più o meno cocenti. Vi appartengono quella miriade di vuoti e ripetitivi “chiacchericci” mentali come “avrei dovuto fare”, “avrei dovuto dire”, “ma perché ho fatto così”, “perché lui mi ha detto…”, “come si stava bene”, …D’altra parte il “Domani” rappresenta le ansie, le preoccupazioni, le fobie, le paure, le aspettative buone o pessime, le illusioni coltivate con tanta emozione, i castelli in aria…
 
      Si ottiene così la rappresentazione grafica di una capsula cubica nella quale l’uomo “normale” vive incapsulato, come un pulcino dentro l’uovo, o la crisalide nel bozzolo, o un feto nella placenta che attendono, in un esistenza che diventa “stretta”, di rompere il guscio, il bozzolo o la placenta per venire nuovamente al mondo in uno stato completamente diverso da ciò che erano prima.
      Risonanza transpersonale si può consultare come un manuale, una mappa per orientarci nell’opera di decondizionamento, che ci aiuta a togliere quei fastidiosi occhiali scuri che limitano e distorcono la nostra visione del mondo. Ci offre molte opportunità per riconoscere e sistematizzare le esperienze che abbiamo vissuto ed apre a nuovi orizzonti ancora da esplorare. Un contributo alla liberazione dalle interferenze dell’anima per essere sempre più cristallini e risuonare con il nostro suono fondamentale, con l’energia delle persone che amiamo, con le creature del mondo intero e, a quel punto, partecipando al grande concerto di risonanze universali.
      Qualche anno addietro mi trovavo in uno dei piacevoli parchi di Bologna in una giornata di sole autunnale, con il cielo terso e l’aria leggera come solo quella stagione ci sa offrire. Ero nel pieno svolgimento delle mie funzioni paterne, e non sentivo più la fatica di spingere l’altalena. Con il minimo sforzo risonante il seggiolino balzava di qua e di là che era uno spettacolo, sempre più su, ancora più su….. “basta papà, se no faccio il giro!”.
      Poi, per mano, con la gioia nel cuore che ci batteva forte per motivi diversi, ci incamminammo verso casa.




...mi piacerebbe conoscere Raphael...vivo a Perugia ed ho letto che risiede in Umbria..?...
Grazie di cuore.
Piero Morreale

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