Alcuni studenti s’interessano ai tentativi di legalizzare l’eutanasia, poiché perplessi se si debba lasciare al medico di decidere per la vita o per la morte. D’altra parte, sono consapevoli del fattore umano implicato, quando non sia possibile lenire le prolungate sofferenze. Aloro vorrei dire che il problema posto dalla pratica dell’eutanasia non esisterà più quando l’umanità sarà pervenuta alla continuità di coscienza (che annulla la morte).
Ciò significa che nello sviluppo del genere umano verrà il giorno in cui l’anima saprà che l’esistenza fisica è giunta al termine e in piena coscienza si appresterà a ritrarsi dalla forma. Saprà che il servizio della forma non è più necessario e che occorre abbandonarla. Saprà che la propria consapevolezza, accentrata nella mente, è forte e vitale abbastanza per portare a compimento il processo e l’episodio dell’astrazione. Quando l’uomo avrà sviluppato una simile coscienza e il processo sarà generalmente noto a medici e studiosi dell’apparato umano, tutto l’atteggiamento nei confronti della morte e dei suoi processi, che implicano dolori e agonia, muterà grandemente. L’uomo in procinto di morire potrà avvalersi di certi metodi di liberazione che l’opinione corrente riterrebbe una forma di eutanasia. Si studieranno e applicheranno modalità di astrazione in punto di morte e il processo sarà considerato come il ritiro dell’anima, come una liberazione, un rilascio. L’ora non è così lontana come si potrebbe pensare.
Oggi gravi pericoli accompagnano il processo per accelerare il ritirarsi dell’anima dalla forma, e la salvaguardia legale richiederà un’accuratissima procedura; tuttavia potrebbero sempre determinarsi casi difficili e gravi. Facilitare il processo della morte è però corretto e dev’essere attuato. Comunque, la volontà di morire del pa ziente oggi non basa su un vero sapere, non è sostenuta da polarizzazione mentale o da un’acquisita continuità di coscienza, ma deriva soprattutto da reazioni emotive e dall’evitare il dolore e la paura. Quando però le sofferenze sono atroci e non esiste alcuna seria speranza di guarigione né di aiuto e il malato lo vuole (o la famiglia, se questi non è cosciente) allora, con tutte le cautele possibili, qualcosa si dovrebbe pur fare.
Tuttavia, il momento della dipartita non sarà più basato sull’emozione e sulla compassione, ma sulle scienze spirituali e sulla giusta comprensione delle possibilità spirituali della morte.
tratto da
GUARIGIONE ESOTERICA
di
Alice Bailey
edizioni Il Libraio delle Stelle
© FioriGialli.Tutti i diritti riservati.
E' fatto divieto di pubblicazione sia totale che parziale in altra sede senza una ns. specifica autorizzazione. I trasgressori saranno perseguiti a norma di legge.