Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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L'OCCHIO DELLO SPIRITO


 di Ken Wilber

La psicologia Transpersonale ha tra i suoi più significativi rappresentanti Ken Wilber.
Pubblichiamo alcuni brani di testi non ancora tradotti in italiano come sintesi dal suo pensiero.
Segue la libera traduzione di alcuni brani tratti da “Brief History of Everything”, "Eye of Spirit" e di "Eye to Eye" di Ken Wilber, Edizioni Shambala



Prova ad ascoltarti, proprio ora - ascolta la chiara sensazione di essere te stesso - e nota che questo "te" non è altro che un altro oggetto nella consapevolezza. Non è neppure un vero soggetto è un altro oggetto nella consapevolezza. Questo piccolo "io" con i suoi pensieri sfila in parata davanti a te proprio come le nuvole attraverso il cielo. Che cosa è allora il vero "te" che sta osservando tutto questo? Chi sta osservando il tuo piccolo io? Chi o che cosa è? Quando di spingi indietro verso questa pura "soggettività", questo puro osservatore, non lo vedrai come un oggetto, perché non è un oggetto. Non è nulla che tu possa vedere Piuttosto, se resti calmo in questa consapevolezza osservante - osservando la mente ed il corpo e la natura che fluiscono davanti a te - potresti incominciare a notare che quello che provi al momento è semplicemente una sensazione di libertà, una sensazione di distensione, di non essere legato a nessuno degli oggetti che tu stai tranquillamente osservando. Non guardi nulla, semplicemente risposi in questa vasta libertà. Di fronte a te le nuvole passano in parata, i tuoi pensieri passano in parata, le sensazioni fisiche passano in parata, e tu non sei loro. Tu sei il vasto espandersi della libertà attraverso il quale gli oggetti vanno e vengono. Tu sei un'apertura, un vuoto, un vasto spazio nel quale gli oggetti vanno e vengono Le nuvole vanno e vengono, le sensazioni vanno e vengono, i pensieri vanno e vengono, e tu non sei loro, tu sei il vasto senso di libertà, quel vasto "vuoto", in cui sorge la manifestazione, appare per un po' e se ne va.

Così incominci a notare che "l'Osservatore" in te che è il testimone di tutti gli oggetti è, in sé stesso, solo un vasto "vuoto". Non è una cosa, un oggetto, non è qualcosa che puoi vedere o afferrare, è piuttosto una sensazione di ampia libertà, non essendo nulla che possa entrare nel mondo obbiettivo degli oggetti, della tensione e dello sforzo... Questo puro Testimone è il puro Vuoto nel quale tutti questi soggetti ed oggetti individuali si manifestano, stanno per un po' e passano. Così questo puro Testimone non è qualcosa che possa essere visto... Oggetti e soggetti possono indubbiamente essere osservati, ma l'Osservatore non può essere osservato. L'osservatore è assolutamente indipendente da loro, l'assoluta Libertà non può essere catturata dal trambusto, dai desideri, dalle paure e dalle speranze... Certamente tendiamo ad identificarci con quei piccoli soggetti ed oggetti ed è esattamente questo il problema! Noi identifichiamo l'Osservatore con gracili piccole cose che possono essere viste. Questo è l'inizio del coinvolgimento e della schiavitù. Siamo in realtà quest'ampia espansione di spazio libero, ma ci identifichiamo con oggetti e soggetti limitati, non liberi, che possono essere osservati, e tutti soffrono, e nessuno dei quali è ciò che noi siamo.

Patanjali dette la classica descrizione della schiavitù come "l'identificazione dell'Osservatore con gli strumenti dell'osservazione" con i piccoli soggetti ed oggetti, invece che con l'apertura, la vastità, il Vuoto in cui tutto sorge e si manifesta... Così quando risiedi nel puro Testimone sei invisibile. Non puoi essere visto. Nessuna parte di te può essere vista perché tu non sei un oggetto. Può essere visto il tuo corpo, può essere vista la tua mente, la natura può essere vista, ma tu non sei nessuno di questi oggetti. Sei la pura sorgente della consapevolezza e non alcunché che si manifesti in tale consapevolezza. Così tu rimani consapevolezza. Le cose sorgono nella consapevolezza, vanno e vengono... Sorgono nello spazio si muovono nel tempo. Ma il puro Testimone non va e viene. Non sorge nello spazio e non si muove nel tempo. E' sempre presente ed immutabile. non è un oggetto la fuori e quindi non entra mai nella corrente del tempo, dello spazio della nascita e della morte ... Molte tradizioni considerano (la consapevolezza di) questo stato di cessazione lo stato supremo, l'ultimo e punto finale di tutto lo sviluppo e dell'evoluzione. Questo stato è considerato equivalente alla piena Illuminazione, l'ultimo abbandono, il puro nirvana. Non è invece consideratoTestimone, riposando nel Testimone, il senso di essere un Testimone "qui dentro" svanisce completamente e il Testimone diventa ogni cosa che viene osservata.

Il Causale lascia il campo al misticismo "Senza Forma", ed il misticismo "Senza Forma" apre la strada al misticismo "Nonduale". Tecnicamente ti se disidentificato anche dal Testimone, e quindi l'hai integrato con tutta la creazione, la la realtà o "quiddità" di tutti i livelli, di tutti gli stati e tutte le condizioni. Questo è più profondo significato del vuoto: non è uno stato discreto, ma la realtà di tutti gli stati, la quiddità di tutti gli stati. Sei passato dal Causale al Nonduale...


Libera traduzione da Ken Wilber, Brief History of Everything
I saggi e i mistici sono degli squilibrati? Perché dicono tutti varianti della stessa storia? La storia di svegliarsi una mattina e scoprire che sei uno con il Tutto, senza tempo ed eterno. Si può darsi che siano pazzi, questi folli del divino. Può darsi che siano degli idioti che mormorano di fronte all'Abisso. Può darsi che abbiano bisogno di un terapeuta gentile e comprensivo che certamente potrebbe aiutali. Ma poi penso: Può darsi che la sequenza dell'evoluzione sia veramente dalla materia al corpo, alla mente, all'anima e allo spirito, ognuno di questi livelli che trascende ed include il precedente, ognuno con maggiore profondità e maggiore consapevolezza e più ampio abbraccio della realtà. Al livello più alto dell'evoluzione, può darsi (dico può darsi) la coscienza individuale raggiunge davvero l'infinito - un abbraccio totale dell'intero Cosmo - una coscienza cosmica che è Spirito risvegliato alla sua vera natura. Ciò è almeno plausibile. E ditemi: la storia raccontata dai mistici e dai saggi di tutto il mondo è più pazza della storia raccontata dal materialismo scientifico, che afferma che l'intero processo è la storia raccontata da un idiota, piena di furia e suoni, e che non significa assolutamente nulla? Osserva molto attentamente quale delle due storie ti pare più pazza. Dirò che cosa penso: Io penso che i saggi sono le punte emergenti dell'impulso segreto dell'evoluzione, penso che sono le guide della spinta all'autotrascendenza che va sempre oltre a ciò che era prima. Penso che stanno cavalcando la cima del raggio di luce in corsa verso l'incontro con Dio. E penso che loro indicano la stessa profondità in te e me, e in tutti noi.

Penso che sono sintonizzati con il Tutto e che il Cosmo canta attraverso le loro voci e che lo spirito brilla nei loro occhi, che essi ci aprono al domani, ci aprono la porta verso il cuore del nostro destino, che è già ora, in questo medesimo istante, e in questo riconoscimento strabiliante la voce del saggio diventa al tua voce, gli occhi del saggio diventano i tuoi occhi, tu parli con la lingua degli angeli e sei illuminato dal fuoco della realizzazione, che mai si estingue o tramonta, tu riconosci il tuo vero Volto nello specchio del Cosmo stesso: la tua identità è davvero il Tutto che si dischiude non attorno a te, ma in te. Le stelle non brillano più "là fuori" ma qui dentro. Le supernova vengono all'esistenza dentro il tuo cuore, e sola brilla all'interno della tua consapevolezza. Perché tu trascendi tutto, abbracci tutto senza fine. Non c'è un finale definitivo da raggiungere, solo un processo senza fine, e tu sei l'apertura o il puro Vuoto nel quale l'intero processo si dischiude senza fine, miracoloso, interminabile, leggero.

Tutto il gioco non è incompiuto, come l'incubo dell'evoluzione, e tu sei esattamente dove eri prima dell'inizio di tutto lo spettacolo. Con uno shock improvviso del pienamente ovvio, riconosci il tuo stesso Volto Originale, il viso che avevi prima del Big-Bang, il viso del completo Vuoto, che sorride come tutta la creazione e canta come l'intero Cosmo, e tutto è ancora da creare in quel primo sguardo; e tutto ciò che rimane è il sorriso, ed il riflesso della luna in un quieto tratto del lago nella tarda notte chiara come il cristallo.

Il mondo reale non ti viene dato "due volte": una volta la fuori ed una volta qui dentro. Questa somma di due significa esattamente Dualità. Piuttosto il mondo reale ti è dato "una sola volta" immediatamente - è una sensazione, ha un sapore, è completamente pieno in quel solo sentire, non diviso in osservatore ed osservato, in soggetto ed oggetto, frammento e frammento. E' un singolare di cui il plurale è sconosciuto. Puoi sentire la montagna ed è la stessa sensazione del tuo Sé, non è il"là fuori" riflesso "qui dentro", questa dualità non esiste nell'immediatezza dell'esperienza reale.

L'esperienza reale prima che tu la divida, non contiene tale dualismo, l'esperienza reale, la realtà stessa è non duale. Tu sei ancora tu, la montagna è ancora la montagna; ma tu e la montagna siete due aspetti dell'unica e sola esperienza, che è l'unica e sola realtà in questo punto. Se ti rilassi di fronte all'esperienza del presente in questo modo, il senso del sé separato si scioglierà, smetterai di distaccarti dalla vita, non avrai più esperienze tu improvvisamente diverrai tutta l'esperienza, non sari più "qui dentro" che guardi "là fuori" poiché dentro e fuori sono uno, perciò noi sei più imprigionato qui dentro. E così improvvisamente tu non sei più il corpo-mente, improvvisamente sono dissolti, improvvisamente il vento non soffia più su di te ma attraverso di te, dentro di te. Non stai guardando la montagna, tu sei la montagna la montagna ti è più vicina della tua stessa pelle. Tu sei quello, e non c'è un tu - solo questo intero spettacolo che sorge spontaneamente, di momento in momento. Il sé separato non si può trovare in nessun luogo. L'intera sensazione di peso scompare perché tu non sei più nel cosmo, il cosmo è in te e tu sei il più puro Vuoto. L'intero universo è il trasparente luccicare del Divino e della Purezza Primordiale. Ma il Divino non è da qualche altra parte, è in tutto questo luccicare. E' auto visto, ha un solo sapore, non è in da nessuna altra parte. Domanda: soggetto ed oggetto sono non duali?

K. W.: conosci il koan Zen "nel battere le mani quale è il suono di una sola mano?" Abbiamo di certo bisogno di due mani e questa è la struttura dell'esperienza tipica. Abbiamo un senso di noi stessi come un soggetto qui e del mondo come un oggetto là fuori. Abbiamo queste "due mani" dell'esperienza, il soggetto e l'oggetto. L'esperienza tipica è il battere insieme le due mani per provocare una vibrazione ed un suono. L'oggetto la fuori sbatte contro di me come soggetto, ed io ho l'esperienza - le due mani battono assieme ed emerge l'esperienza. E' così la tipica struttura dell'esperienza è come un pugno in faccia. Il se ordinario è il sé colpito, completamente colpito dall'universo "là fuori". Il sé ordinario è una serie di ferite e di cicatrici, il risultato delle due mani che battono una contro l'altra. Queste ferite sono chiamate "dukkha", sofferenza. Come Krishnamurti era solito dire: "Nella divisione tra osservatore ed osservato, giace tutta la miseria dell'umanità". Ma con lo stato non duale, improvvisamente, non ci sono due mani.

Improvvisamente il soggetto e l'oggetto sono una sola mano. Improvvisamente non c'è più nulla fuori di te che possa colpirti, ferirti e tormentarti. Improvvisamente tu non "hai" più un'esperienza tu "sei" ogni esperienza che sorge, e così sei istantaneamente dissolto in tutto lo spazio e l'intero Cosmo è "una sola mano", una sola esperienza, una rappresentazione, un gesto della grande perfezione. Non c'è nulla fuori di te che tu possa volere o desiderare, ricercare o afferrare, la tua anima si espande sino agli angoli dell'universo ed abbraccia tutto con infinita delizia. Tu sei completamente "pieno", completamente saturato, tanto che i limiti del Cosmo esplodono e ti lasciano senza data e durata, tempo e luogo. Sei espanso nel Tutto come il Tutto - tu sei "l'autopercepito Cosmo Radiante", tu sei l'universo di un solo sentire, ed il sentire è completamente infinito. E allora quale è il suono di una sola mano. Quale è la sensazione di quell'Unico sentire. Quando non c'è nulla all'infuori di te che possa toccarti, ferirti, spingerti o tirarti, - quale è il suono di quell'unico battere della mano? Vedi il sole sulle montagne? Senti la brezza fresca? Che cosa non è completamente ovvio? Chi non è già illuminato? Come diceva un maestro Zen: "Quando ho sentito il suono della campana, non c'era un io e una campana, solo il rintocco".

Non c'è dualità né unione di due, nell'esperienza immediata! Non c'è fuori e dentro, non c'è né soggetto né oggetto, solo in sé stessa l'immediata consapevolezza, il suono di una sola mano. Così tu non sei qui, da questo lato della finestra trasparente, che guardi il Cosmo la fuori. La finestra trasparente è infranta, il tuo corpo-mente scomparso, sei libero dal confine per sempre, tu non sei più "dietro alla tua faccia" a guardare al Cosmo - tu semplicemente sei il Cosmo. Tu "sei" tutto ciò. Ed è per questo che tu puoi ingoiare il cosmo ed il flusso dei secoli, e nulla si muove affatto. Il suono di questa sola mano è il suono fatto dal Big-Bang. E' il suono delle Supernova che esplodono nello spazio, il suono dell'usignolo che canta. E' il suono della cascata in una giornata chiara come il cristallo. E' il suono di tutto l'universo manifesto, e tu sei quel suono. Perché il tuo Volto Originario non è "qui dentro". Esso è la più pura Vuotezza o trasparenza di questa luccicante apparizione.

Se il cosmo sta sorgendo tu sei quello. Se nulla sorge tu sei quello. In ogni caso tu sei quello. In ogni caso tu non sei qui dentro. La finestra è distrutta, la distanza tra soggetto ed oggetto se ne è andata. Non c'è dualità, doppiezza che si possa trovare in alcun luogo, il mondo non ti viene dato due volte, ma sempre una volta - e tu sei quello. Tu sei quell'unico sentire. Questo stato non è qualcosa che tu possa produrre. Questo stato non duale, questo stato di un solo sentire è la vera natura d'ogni esperienza prima che tu la divida in due. Questa Unità d'essere non è un'esperienza che produci attraverso uno sforzo, piuttosto è l'attuale condizione di tutte le esperienze prima che tu intervenga in qualche modo. Questo stato non condizionato è "precedente" allo sforzo, precedente all'aggrapparsi e precedente all'evitare qualunque cosa. E' il mondo reale prima che tu faccia qualcosa al riguardo, compreso lo sforzo di vederlo in modo non duale.

Così tu non devi fare nulla di speciale alla consapevolezza o all'esperienza per renderla non duale. Essa viene fuori non duale, la sua vera natura è non duale e precedente a qualunque presa, sforzo e condizione. Se lo sforzo viene in essere, bene, se lo sforzo non viene in essere bene; in ogni caso c'è solo l'immediatezza di un solo sentire, precedente nello stesso modo allo sforzo e all'assenza di sforzo. Così definitivamente questo non è uno stato che in cui è difficile entrare, ma piuttosto uno stato che è impossibile evitare.

E' sempre stato così. Non c'è mai stato un momento in cui tu non sperimentassi il solo sentire, è la sola realtà in ogni realtà. In un milione di miliardi d'anni non c'è stato un solo secondo in cui tu non sia stato consapevole di ciò, non c'è stato un solo secondo in cui non fossi di fronte al tuo Volto Originario come ad un soffio d'aria artica.

Certamente noi abbiamo mentito spesso a noi stessi riguardo a questo, e siamo stati falsi nei confronti dell'universo di un solo Sentire, il suono primordiale del battere di una sola mano, il nostro Volto Originario. Le tradizioni non dualiste non aspirano a produrre questo stato, poiché ciò è impossibile, ma semplicemente a mostrartelo cosicché tu non possa più ignorarlo, e non menta più a te stesso su ciò che realmente sei. Lo stato primordiale è precedente, ma non differente dall'intero mondo di Forme dualistiche. In quello stato primordiale non c'è soggetto ed oggetto, non interiore ed esteriore non destra e sinistra. Tutte le dualità continuano a sorgere, ma sono solo realtà relative, non verità assolute o primordiali. L'esperienza primordiale è il rintocco della campana, non io e la campana, la mente ed il corpo, il soggetto e l'oggetto. Essi hanno una certo grado di realtà relativa, ma non sono, come avrebbe detto Eckhart, l'ultima parola. Quindi i dilemmi inerenti a quei dualismi relativi non possono essere risolti su un piano esso stesso relativo. Nulla che tu possa fare all'io o alla campana potrà renderli uno; puoi solo rilassarti nel "prima del rintocco", nell'immediatezza dell'esperienza stessa e, a quel punto, il dilemma non sorge. Non è risolto, si dissolve - e non riducendo il soggetto nell'oggetto o l'oggetto nel soggetto, ma riconoscendo il terreno primordiale nel quale ognuno non è che un parziale riflesso.

"Spirit slumbers in nature, awakens in mind, and finally recognizes itself as Spirit in the transpersonal domains."
Il Tantra, nel senso generale, presenta l'ultima realtà Nonduale come un abbraccio sensuale di Dio con la Dea, di Shiva con Shakti, del vuoto e della forma. Né ascesa né discesa sono finali ed ultime o privilegiate, ma piuttosto come il primordiale Yin e Yang, essi si generano l'un l'altro, dipendono uno dall'altro, non possono esistere senza l'altro, e trovano il loro vero essere morendo nell'altro solo per risvegliarsi insieme, in unione beatifica, come l'intero Cosmo, trovando che l'eternità e selvaggiamente innamorata dei prodotti del tempo, il cuore Nonduale irradia tutta la creazione e benedice tutta la creazione, e canta questo abbraccio per tutta l'eternità - un abbraccio che noi tutti dobbiamo ripetere nella nostra stessa coscienza momento per momento, senza fine, miracolosamente, come l'immediata presenza dell'Unico Sapore. Questa esattamente è la visione non duale, questa unione di Flusso e Riflusso, Dio e Dea, Vuoto e Forma, Saggezza e Compassione, Eros e Agape, Ascesa e Discesa, - perfettamente uniti nell'Unico Sentire, il suono essenziale di una sola mano. Lo spirito si trova nel processo, non in un particolare epoca, tempo o luogo. Lo Spirito conosce se stesso oggettivamente come natura, conosce se stesso soggettivamente come mente, e conosce se stesso in maniera assoluta come Spirito.

La realtà non è composta né di cose né di processi, né di unità né di parti, ma di unità/parti (oloni). Il tutto è maggiore della somma delle sue parti. La profondità deve essere comunicata e la comunicazione interpretata. L'evoluzione sempre incorpora e va oltre (trascende ed include). La basilare inclinazione dell'evoluzione e accrescere la profondità. Le superfici possono essere viste, la profondità interpretata. Tutti i significati sono condizionati dal contesto.


pag. 150 Le dimensioni transpersonali possono essere raggiunte in ogni momento dello sviluppo come esperienze momentanee. Esse avranno però un valore autenticamente trasformativo solo quando saranno integrate in un armonico sviluppo di tutti i precedenti livelli. Le fasi dello sviluppo dell'io devono essere completate per il raggiungimento stabile di un nuovo stato. Così per qualcuno l'emergere durante la meditazione della dimensione sottile (per esempio una intensa luce interiore e la percezione della trascendenza dei confini mente corpo) può essere l'inizio di una nuova vita e di nuove prese di coscienza, di nuovi modi di consapevolezza. <<...>>

Dice Aurobindo: "l'evoluzione spirituale obbedisce ad una logica di successivo dischiudersi; può compiere un decisivo passo importante solo quando il precedente passaggio è stato sufficientemente conquistato: anche se certe fasi minori possono essere sorvolate da una rapida e brusca ascensione, la consapevolezza deve tornare indietro per riassicurarsi che il terreno sorvolato e stato annesso con certezza alla nuova condizione una più rapida ed intensa velocità dello sviluppo che è del resto possibile, non elimina i gradini o la necessità del loro progressivo superamento.

Il problema della psicologia Transpersonale all'inizio fu che ebbe la tendenza a focalizzare l'attenzione sulle "esperienze di picco". Così si venne a creare una falsa concezione secondo la quale tutto quello che era "ego" era negativo e maligno e tutto quello che non era "ego" era buono e divino. Qualunque cosa che non sia l'ego e dio! Ma sappiamo che molti stati che non sono "ego" sono in realtà un caos, sono incubi pre-egoici, pre-razionali, pre-personali.

Oggi l'inganno è credere di essere passati da un Newtoniano ego a una nuova rete fisica della vita unita al sé di Gaia. Ma una osservazione dei fenomeni della natura anche con concetti olistici se si limita alla seconda prospettiva come abbiamo detto è assolutamente insufficiente perché mette da parte la profondità ed il "soggetto" lo "Spirito".

Pag. 222
Prova ad ascoltarti, proprio ora - ascolta una buana sensazione di essere te stesso - e nota che questo "te" non è altro che un altro oggetto nella consapevolezza. Non è neppure un vero soggetto è un altro oggetto nella consapevolezza.

Questo piccolo "io" con i suoi pensieri sfila in parata davanti a te proprio come le nuvole attraverso il cielo. Che cosa è allora il vero "te" che sta osservando tutto questo? Che sta osservando il tuo piccolo io? Chi o che cosa è? Quando di spingi indietro verso questa pura "Soggettività", questo puro osservatore, non lo vedrai come un oggetto, perché non è un oggetto. Non è nulla che tu possa vedere Piuttosto se rimani calmo in questa consapevolezza osservante - osservando la mente ed il corpo e la natura che fluiscono davanti a te - potresti incominciare a notare che quello che provi al momento è semplicemente una sensazione di libertà, una sensazione di distensione, di non essere legato a nessuno degli oggetti che tu stai tranquillamente osservando. Non guardi nullasemplicemente risposi in questa vasta libertà. Di fronte a te le nuvole passano in parata, i tuoi pensieri passano in parata, le sensazioni fisiche passano in parata, e tu non sei nessuna di loro. Tu sei il vasto espandersi della libertà attraverso il quale gli oggetti vanno e vengono. Tu sei una apertura, una radura, un vuoto, un vasto spazio nel quale gli oggetti vanno e vengono.

Le nuvole vanno e vengono, le sensazioni vanno e vengono, i pensieri vanno e vengono, e tu non sei loro tu sei il vasto senso di libertà, quel vasto "Vuoto" (emptiness), quella vasta apertura in cui sorge la manifestazione, resta per un po' e se ne va. Così incominci semplicemente a notare che "l'Osservatore" in te che è testimone di tutti gli oggetti è in sé stesso solo un vasto "vuoto". Non è una cosa, un oggetto, non è qualcosa che puoi vedere o afferrare. E' piuttosto una sensazione di ampia libertà, non essendo nulla che possa entrare nel mondo obbiettivo degli oggetti della tensione e dello sforzo.

Questo puro Testimone è un puro Vuoto nella quale tutti questi soggetti ed oggetti individuali si manifestano, stanno per un po' e passano. Così questo puro Testimone non è qualcosa che possa essere visto.....

Oggetti e soggetti posso indubbiamente essere osservati ma l'Osservatore non può essere osservato. L'osservatore è assolutamente indipendente da loro, una assoluta Libertà non può essere catturata dal loro trambusto, dai loro desideri, dalle paure e dalle speranze.. Certamente tendiamo ad identificarci con quei piccoli soggetti ed oggetti ed è esattamente questo il problema! Noi identifichiamo l'Osservatore con gracili piccole cose che possono essere viste. E questo è l'inizio del coinvolgimento e della schiavitù. Siamo in realtà questa ampia espansione di spazio libero, ma ci identifichiamo con oggetti e soggetti limitati e non liberi, e tutti possono essere osservati, tutti soffrono, e nessuno dei quali è ciò che noi siamo.

Patanjali dette la classica descrizione della schiavitù come "l'identificazione dell'Osservatore con gli strumenti dell'osservazione" con i piccoli soggetti ed oggetti, invece che con l'apertura, la vastità, il Vuoto in cui tutto sorge e si manifesta.......... Così quando risiedi nel puro Testimone sei invisibile. Non puoi essere visto. Nessuna parte di te può essere vista perché tu non sei un oggetto. Può essere visto il tuo corpo, può essere vista la tua mente, la natura può essere vista, ma tu non sei nessuno di questi oggetti. Sei la pura sorgente della consapevolezza e non alcunché che si manifesti in tale consapevolezza. Così tu rimani consapevolezza.

Le cose sorgono nella consapevolezza, vanno e vengono....... Sorgono nello spazio si muovono nel tempo. Ma il puro Testimone non va e viene. Non sorge nello spazio e non si muove nel tempo. E' sempre presente ed immutabile. non è un oggetto la fuori e quindi non entra mai nella corrente del tempo, dello spazio della nascita e della morte

(pag 223) 226....
.... Molte tradizioni considerano questo stato di cessazione lo stato supremo, l'ultimo e finale punto di tutto lo sviluppo e dell'evoluzione. E questo stato è considerato equivalente alla piena Illuminazione, l'ultimo abbandono, puro nirvana. Ma non è invece considerata la fine storia dalle tradizioni "Nonduali". perché ad un certo punto mentre stai investigando il "Testimone", riposando nel Testimone, il senso di essere un Testimone "qui dentro" svanisce completamente e il Testimone diventa ogni cosa che viene osservata. Il causale lascia il campo al misticismo Nonduale, ed anche il misticismo senza forma apre la strada al misticismo Nonduale. Tecnicamente tu ti se disidentificato anche dal Testimone, e quindi l'hai integrato con tutta la creazione - in altre parole la terza fase del fulcro 9 che conduce al fulcro 10 - che non è in realtà un fulcro o un livello separato , ma la realtà o "quiddità" di tutti i livelli, di tutti gli stati e tutte le condizioni. E questo è il secondo e più profondo significato del vuoto - non è uno stato discreto ma la realtà di tutti gli stati, la quiddità di tutti gli stai. Sei passato dal Causale al Nonduale


Dal sito “Psicosintesi educativa”



scritto da: Albano il 12/11/2012 alle 23:41
salve,concordo pienamente con quanto scritto qui,'l'occhio dello spirito,storicamente in tutte le culture;greca,indiana,egiziana,ebraica etc...si parla di questa presenza:non l occhio ma colui che osserva dietro l occhio,il vuoto è la forma dell essere..etc...convergono nel riferire questa esperienza che sinteticamente potrebbe essere
riportata così;(...e proprio non conoscendo niente conobbi oltre la mente.

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