"Apri il cuore e accontentati di quello che la vita ti concede. Siamo tutti invitati alla festa della vita,
dimentica i giorni dell'oscurità, qualsiasi cosa possa essere successa non è la fine"
  Augusto Daolio

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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PRIMAVERA E TRASFORMAZIONE SPIRITUALE
SECONDO RUDOLF STEINER



di Rudolf Steiner

La primavera, comunemente avvertita come stagione del rilassamento e del ristoro, contiene in sé il segreto della conoscenza di possenti forze che reggono alla radice la vita della terra: forze luminose e vivificanti, forze abbaglianti, addirittura forze tenebrose. In tempi antichi le liturgie del calendario consentivano ai popoli di partecipare al corso dell’anno cogliendo la possibilità del contatto con numi chiaramente distinti; i tempi moderni, con l’avvento dell’intelletto, hanno sciolto l’uomo dall’ordine sacro del tempo. Questo scioglimento è stato nel contempo un liberarsi (della forza individuale) e un impoverirsi (dell’anima).
Oggi un compito di sintesi attende l’individuo: quello di riconnettersi ai grandi ritmi della natura, al sacro ciclo dell’anno conservando il proprio pensiero lucido. È un compito innanzitutto del singolo, quindi delle comunità di uomini che sapranno formarsi sulla base di una rinnovata spiritualità per riaprire il varco chiuso dal materialismo, per frenare l’irruzione di forze oscure e la caduta dell’umanità nel subumano.

Nel passaggio dalla primavera all’estate lo spirito della natura si rivela al mondo. L’anima dell’uomo si riversa in ciò che vive intorno, così egli diventa uno con tutto ciò che cresce, con ciò che germoglia e sboccia: fiorisce insieme al fiore, germoglia con la pianta, fruttifica con l’albero. La primavera scioglie, in una possente espirazione, gli spiriti della natura: essi sorgono dalla tomba dell’inverno, si innalzano nell’atmosfera sino a sfiorare le orbite dei pianeti e a percepire le leggi eterne delle stelle. La terra in inverno era quieta e placata come lo è la testa dell’uomo quando ha risolto un enigma. Ma quando a marzo le piante succhiano dalla terra le sostanze minerali per crescere, allora si diffonde nella natura una vitalità interiore, quasi una inquietudine. Sotto terra serpeggia la brama di vivere.

Questa brama attira stuoli di esseri ahrimanici (1). Essi aleggiano come un vento sottile che spira ovunque, come una pioggia che si riversa sul calcare della terra. Quando gli antichi veggenti vedevano nella atmosfera forme di draghi erano gli spiriti ahrimanici che vedevano. L’obiettivo di questi esseri è di trasformare la terra in un unico grande animale, distruggendo su di essa ogni forma di vita intelligente, ogni sentimento morale, la bellezza dell’arte, l’ordine della civiltà. Essi vorrebbero disciogliere le anime degli uomini in un grande essere collettivo dominato dai bassi istinti (2), farle cadere per sempre in uno stato di trance.

Ahrimane è il “principe di questo mondo”, è la forza di gravità che schiaccia gli uomini alla materia bruta. Egli corrompe con l’avidità del denaro, con l’ambizione del potere, con la brama dei sensi. Ma il patto firmato con lui a lungo andare è sempre fonte di sciagura. Ahrimane è il materialista perfetto: sua è la forza di gravità che schiaccia tutto verso terra. Negli uomini da lui dominati il pensiero della testa è solo una trasformazione dei succhi dello stomaco: seguendo le vie di Ahrimane essi discendono verso l’ominide. Se l’uomo si arrendesse completamente ad Ahrimane la sua figura si ripiegherebbe verso terra perdendo la nobile posizione eretta, il suo ghigno sarebbe quello della scimmia. Il corpo perderebbe l’agilità diventando grossolano e ricurvo come quello del gorilla; i movimenti perderebbero l’armonia della danza, l’eleganza della ginnastica, la velocità nel nuoto (3). Ahrimane promette il godimento dei frutti della vita; in realtà trasformando l’uomo in bestia gli vende la morte. L’uomo cedendo il suo spirito perde la scintilla della eterna giovinezza, così il suo organismo si calcifica e una sclerosi indurisce i movimenti e i pensieri. Ogni anno a primavera, quando gli animali si risvegliano dal letargo e le forze vitali delle piante si proiettano verso l’alto, l’oscuro signore ha ancora una volta l’illusione di poter dominare completamente l’umano.

L’uomo deve vincere la corruzione di Ahrimane, dominando con la propria anima nobile gli istinti inferiori, portando la moderazione e la ragione nella sfera degli impulsi (4). Solo così egli può conservare la dignità della propria figura e la posizione eretta tra cielo e terra. Ma un’altra forza produce squilibrio nella vita dell’uomo: essa si presenta come una divinità portatrice di luce, libera dalle limitazioni della vita terrena, splendida nell’espressione del volto come la stella del mattino. Quando Lucifero si manifesta, la forma del suo capo irraggia una bellezza meravigliosa, ideale. La sua forma sembra emergere dai colori del cielo dell’aurora, da formazioni gialle e rossicce, da vapori azzurri e violacei. Tutta la sua figura splendente è come se fosse formata da tenui vapori extra-terrestri. Egli appare bello ed amabile come la stella del mattino che sorge da oriente.

È un essere sapientissimo. La mente di Lucifero capta i più profondi misteri dell’universo mentre le sue ampie ali si stendono nell’immensità. Dalla fronte, dalla laringe, dalle orecchie di Lucifero si irraggiano onde che sfiorano tutto ciò che vibra nell’universo. E ciò che è tastato dalle onde ritorna alle orecchie di Lucifero, entra nella sua mente per poi uscire di nuovo come verbo che si espande nell’universo.

Lucifero è il grande seduttore, fu lui a sedurre per primo l’umanità nei tempi più antichi, prima ancora che Ahrimane cominciasse a corromperla. In antico l’uomo era legato ai ritmi naturali, seguiva fedelmente il grande ordine della natura. Lucifero lo spinse alla ribellione, liberandolo dall’ordine naturale e donandogli il senso del proprio arbitrio. Per far questo anzitutto svincolò la procreazione umana dal ritmo della natura. Per un istinto primordiale gli uomini arcaici tendevano al concepimento in primavera, in modo che le anime giungessero sulla terra passando attraverso la porta del solstizio. Lucifero svincolò l’uomo da questo ordinamento: gli diede la possibilità di riprodursi ad arbitrio e così gli trasmise il senso della propria libertà, ma anche la propria irrequietezza spirituale.

[…]

A primavera si fa più forte la seduzione luciferica: nelle nubi di marzo dinamicamente si protendono gli spiriti luciferici. Per quanto essa sia affascinante, l’uomo deve vincere questa seduzione spirituale. Deve rimanere fedele alla terra, concentrato sulla missione da compiere nel luogo e nel tempo in cui vive. Godendo i frutti della esistenza terrena, non deve rinunciare ai piaceri, non deve dimenticare i doveri che la vita gli pone (5). Gli uomini non devono inseguire la bellezza nell’aldilà ma devono sforzarsi di realizzarla sulla terra, sia pur in forma finita e peritura.

Chiamiamo Ahrimane e Lucifero la corruzione di due grandi forze spirituali e fisiche. L’impulso dell’uomo a liberarsi dalla materia e a proiettarsi nel mondo del puro spirito si abbaglia in Lucifero. L’impulso ad amare la vita terrena si fa ombra in Ahrimane. Essi sono come specchi deformanti che distorcono l’immagine delle due parti del tutto: la materia e lo spirito. Le forze che essi utilizzano non devono essere represse, ma redente. […]

Ma in equilibrio tra queste due potenze si pone la divinità solare, la divinità che si rivela al mondo attraverso la luce del Sole. Come noi vediamo con gli occhi il disco del Sole in perfetto equilibrio tra la dura terra e gli spazi siderali così intuiamo la divinità del Sole in equilibrio tra Ahrimane e Lucifero. Il dio che è nel Sole si innalza sulla materia, trafigge il serpente di Ahrimane, come già fece a Delfi. Con la bellezza del suo sguardo attrae la forza di Lucifero e la spinge a discendere nella sfera terrestre. Per mezzo del suo volto bellissimo, che si rivela ogni giorno nel cielo, la luce divina entra infatti nel mondo sensibile.

Egli schiaccia il drago di Ahrimane, come già fece a Delfi. In qualunque modo lo si chiami ed invochi, egli porta agli uomini la salute e la purificazione.

Come il Sole a primavera risorge dalla tomba dell’inverno e trionfa così il Dio della Luce vince le tenebre della materia e le illusioni dello spirito. Il Sole della primavera che accarezza le piante è immagine dell’Invincibile che trionfa sulla terra e in cielo, portando all’uomo la salute perfetta.

Nell’aria irradiata dal Sole della primavera si avverte anche l’influsso sottile di un’altra grande divinità, quella che gli antichi chiamavano Mercurio, lo spirito dell’aria. In alchimia il processo mercuriale si produce quando gli elementi dell’aria e dell’acqua si mescolano: in primavera, quando l’aria si riscalda e le acque più intensamente evaporano per poi discendere come pioggia sulla terra, il turbinio degli elementi manifesta la potenza del dio. Nel cosmo la terra appare azzurra come una gigantesca goccia d’acqua e l’azzurro dell’acqua esprime appunto l’effetto dell’influsso mercuriale.

[…]

In particolare Mercurio insegna agli uomini l’arte della guarigione e il simbolo di Mercurio, la verga dorata intorno alla quale si intrecciano i due serpenti (6), è il simbolo più appropriato per coloro che recano sollievo ai malati con i rimedi della medicina. Nel nostro tempo un compito particolare si pone per coloro che vogliono farsi seguaci di Mercurio: la conciliazione tra la medicina moderna, figlia della scienza sperimentale, e la medicina dello spirito. Queste due branche devono essere unificate, senza che l’una disprezzi l’altra o l’altra ignori l’una. La salute fisica e la salute spirituale debbono essere considerate come due aspetti della stessa realtà: la purificazione dell’anima e il benessere del corpo sono entrambi necessarie affinché lo spirito che è incarnato in ogni uomo possa compiere con energia la propria missione di vita.

La primavera è la stagione di Mercurio. Quando l’aria si fa dolce e profumata il dio fa fluire le sue forze nella natura. Per questo è tanto importante la vita all’aria aperta, a contatto con la natura, l’escursione in quei luoghi sacri che sono i boschi, nei quali la nostra stirpe ritrova il contatto con la sua origine. Chi tende l’orecchio alla natura trae ispirazione per comprendere le virtù terapeutiche delle piante, delle sostanze, delle giuste abitudini.

Mentre l’uomo cammina, marcia, avanza sulle proprie gambe una corrente sale dalle profondità della terra e va a corroborare la sua volontà. Per quanto provenga dal grembo della terra essa è una corrente di tipo luminoso e solare, percepibile con particolare intensità appunto nella stagione di primavera.

Nel cielo della primavera si libra in alto la figura di Mercurio, col suo sguardo riflessivo, con in mano la verga attorno alla quale guizzano le correnti serpentine. Allora i grandi elementi cominciano a mescolarsi e a fondersi tra di loro: l’acqua si surriscalda e sale verso l’alto nella regione dell’aria, i venti primaverili spingono le piogge a ricadere sulla terra. I quattro elementi formano tra di loro un circolo: un grande serpente di fuoco che roteando genera l’energia nel cuore segreto della natura. Gli Etruschi chiamavano Turms il loro Mercurio, il nume che mescola di continuo gli elementi. Mercurio è appunto il dio delle metamorfosi. La maschera del nume manifesta la forza arcana della natura che muovendo in eterno circolo gli elementi rinnova la vita. L’uomo stesso deve partecipare con la propria coscienza al movimento della vita. La meditazione sui quattro elementi, sul modo in cui l’uno si riversa nell’altro tende proprio a questo obiettivo (7).

Una alimentazione sobria ed equilibrata durante l’inverno predispone l’organismo ad assimilare le forze di risanamento che si liberano nell’aria della primavera. Nel sistema respiratorio sono custoditi i segreti del risanamento e le forze del sistema respiratorio sono particolarmente attive nel settennio tra i sette e i quattordici anni: per tale ragione la vita all’aria aperta, l’educazione ginnica, il sentimento del valore sacro della natura coltivati in quella età sono causa di vigore e salute per buona parte degli anni a seguire.

Un’arte medica approfondita dovrebbe comprendere in che modo le malattie fisiche siano esse stesse sintomi, manifestazioni esteriori di squilibri interiori, di disarmonie dello spirito sorte con il succedersi delle vite. L’influsso di Ahrimane sull’essere umano tende a produrre l’indurimento, la sclerosi dell’organismo. Lucifero influendo invece sulla respirazione tende a disciogliere, a rende volatile l’organismo umano. La nuova medicina, nata dalla sintesi di scienza dello spirito e scienza della natura, dovrebbe individuare i rimedi fisici per curare le manifestazioni del male e nel contempo suggerire gli atteggiamenti spirituali adatti per eliminare la radice profonda della malattia. Infatti ogni malattia ha i suoi sintomi, ma la malattia stessa è solo un sintomo di qualcosa d’altro. 

estratti da Rudolf Steiner
Fonte: centrostudilaruna.it



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