Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
Continua...
RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
Continua...

LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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SPIRITO NATURALE



di Stefano Fusi

L’ecologia “profonda” è il filone dell’ecologia per il quale non bastano soluzioni tecniche e politiche per risolvere la crisi ambientale, ma occorre che l’umanità guardi alla vita in un modo radicalmente nuovo. Passando dal considerarsi, quali esseri umani, non un elemento “esterno” alla natura, ma parte stessa della natura. Per l’ecologia profonda, possiamo vivere bene se siamo in armonia con la natura. Quella “esterna”: elementi, pietre, piante, animali, ecosistemi; e quella “interna”: la nostra natura fisica ed emozionale – corpo, sentimenti, emozioni, le nostre qualità intrinseche di esseri viventi.

Ritrovare l’armonia con la natura è un’arte. È una capacità insita in ciascuno di noi. Noi siamo natura. Ritrovare la semplicità della natura è un “lavoro” all’incontrario: togliere, eliminare il superfluo, badare all’essenziale, accettare quello che c’è e trasformarlo in coscienza. È un grande lavoro di ricerca spirituale. Da fare nello stupore e nella gratitudine verso il Grande Mistero, il nome con cui i nativi americani Lakota chiamano lo Spirito. Le pratiche di ecologia profonda sono esperienze di conoscenza, e strumenti per aiutarci a sentire che siamo parti coscienti della natura vivente. Partono dal contatto con il proprio corpo, dalla respirazione, dal movimento; passano per la riconnessione cosciente con la natura attraverso esercizi di immedesimazione, sintonizzazione e meditazione svolti nell’ambiente naturale; fino ad arrivare a forme di arte, rituale e cerimonia in cui tutte queste esperienze sono fuse in modo organico. Sono pratiche adatte ai nostri tempi, alla nostra mentalità moderna e alle nostre necessità attuali di sentirci nuovamente parte del mondo vivente alla luce delle conoscenze scientifiche e della coscienza ecologica; ma affondano le loro radici nate nelle tradizioni più antiche, fra cui il taoismo, lo sciamanesimo, il Tantra.

MEDITARE ED ENTRARE IN RELAZIONE CON LA NATURA
Ecco alcuni suggerimenti di ‘ecologia profonda’

PERDERSI PER RITROVARSI
Non seguire un percorso prefissato. È un pellegrinaggio naturale che porta a sentire l’energia del luogo, a seguire l’ispirazione del momento. Occorre svuotare la mente e lasciarsi guidare dal corpo e dalle sensazioni. Uscire dai sentieri, se è il caso. Perdersi. Lasciarsi guidare dalla bellezza, dalle rocce, dalle piante, dagli animali: seguire le tracce o l’animale stesso. Poi, ritrovare la strada del ritorno. È un esercizio simile al tantrico Latihan, che consiste nel non fare nulla e lasciar affiorare un moviemto spontaneo e seguirlo. Così in natura. Non si deve arrivare da nessuna parte in parte se non nel centro di noi stessi. E scoprire che una cascata, un albero, una pietra hanno qualcosa da comunicarci. Si può sentire di dover stare seduti e assumere l’immobilità di una rupe, o correre come un torrente sul greto, o stare ritti a respirare e prendere luce come un albero. Il tempo, naturalmente, non (si) conta più.

CHIEDERE PERMESSO
La natura è la nostra vera casa. Quando la si ritrova, e ci si accinge a entrarvi, occorre chiedere permesso. Come si fa quando si entra in casa d'altri. Poi, entrarci in punta di piedi. Lasciare pulito. Salutare, quando si torna alla nostra vita solita. Chiedendo permesso ci si sintonizza come un diapason al suono, col campo d'energia della Terra. In alcuni casi, ci si sente rispondere che no, non è permesso. Allora è meglio comprendere il messaggio, lasciar stare, tornare un'altra volta. Significa che la natura in quel momento ha altro da fare che accoglierci, in quel luogo particolare, in quel momento particolare. Non è la natura ad aver bisogno di noi, è vero il contrario. Ed essa sa dirci quando non è il caso di entrarvi in profondità.

DIVENTARE ALBERI, INCONTRARE L’ALBERO
Uno degli esercizi di base del Qi Gong, l’antica arte cinese dell’energia interiore, origine di tutte le arti marziali ‘dolci’, è quello dell’albero. Semplicemente, stare ritti, gambe leggermente flesse, piedi paralleli perpendicolarmente alle spalle, braccia rilassate ai fianchi, e respirare. Nel Qi Gong originario, al principiante è richiesto di farlo per un anno almeno prima di passare all’esercizio seguente. Farlo in un bosco è sorprendente. Il ‘massaggio arboreo’ è una potentissima pratica di ricarica: ci si appoggia all’albero – meglio se grande e antico – con la schiena. E si resta a goderne l’energia. Che ci pulisce e comunica. È meglio del classico e pur valido ‘abbracciare l’albero’ cui spingono seminari intensivi: siamo noi ad aver bisogno dell’albero, e avendolo davanti ci si distrae; la schiena, la colonna vertebrale (il nostro albero interiore), sono le nostre vere zone naturali, cui non pensiamo mai salvo quando ci fanno male.

CAMMINARE CON COSCIENZA
La camminata dell’attenzione degli Indios serve a distogliere dai pensieri e dal dialogo interno continuo che ci impediscono di fonderci con l’ambiente e coglierne i messaggi. Avviene in silenzio; concentrandosi sul passo stesso; lasciar scorrere i pensieri; seguire un ritmo armonizzato con la respirazione, senza forzature; ascoltare i rumori; lasciar libere le mani usando lo zaino se occorre portare qualcosa; ascoltare soprattutto le sensazioni del corpo.
La ‘camminata del potere’ insegnata da Don Juan a Castaneda è solo una forma del camminare primordiale: gambe leggermente flesse e ginocchia sciolte, non rigide, un po’ come le scimmie; occhi semiaperti, quanto basta per avere uno sguardo non focalizzato ma vigile, ‘periferico’; andatura che a poco a poco diventa inconscia, una semitrance.
Va da sé che camminare in questo modo porta a diventare tutt’uno con la camminata stessa, e le sensazioni propriocettive del corpo hanno la prevalenza su considerazioni razionali e sull’attenzione rivolta all’esterno. Che va comunque mantenuta, ma senza che prevalga sull’altra.
Come avviene anche nella ‘camminata meditativa’ dei monaci Zen, che assume un ritmo uniforme che favorisce la meditazione.

PURIFICARSI CON GLI ELEMENTI NATURALI
Qui la fantasia non ha limiti. Tutto nella natura purifica. Da malattie fisiche ma anche da disagi esistenziali. Occorre solo lasciar andare le difese razionali. Tornare bambini. Fare il bagno nella cascata (una delle pratiche più potenti, tradizionale in Giappone, che purifica e fortifica fino al limite della sopportazione). Prendere nudi l’acqua del temporale. Asciugarsi al fuoco. Usare un sasso per toglierci di dosso le tensioni (gli sciamani sudamericani usano questa tecnica nelle cerimonie della ‘Limpia’, la purificazione appunto): le pietre hanno un’energia che assorbe e lava tutto. È una pratica efficacissima anche da effettuare sugli altri: è un massaggio non invasivo, dolce e profondissimo. L’ultima variante è il massaggio effettuato con pietre leggermente riscaldate. Due suggestive forme di meditazione in natura sono proposte dal ricercatore e poeta della natura italiano Italo Bertolasi, che ha vissuto a lungo con gli sciamani e pellegrini della natura giapponesi e nepalesi: il ‘bagno di foresta’ e il ‘bagno di vento’. Ovvero, immergervisi come fosse acqua. Lasciandosene penetrare mentre si svuota la mente e si entra in sintonia con la loro essenza.

‘LEGGERE’ LA FORESTA DI SIMBOLI
Molte pratiche di osservazione e meditazione sono proposte dall’antroposofia di Rudolf Steiner, come le meditazioni sullo sviluppo delle piante e sui ritmi stagionali. Meditare sulle forme viventi e sulla loro evoluzione è un aiuto allo sviluppo psicofisico. Ognuno può trovare la sua via e il suo modo per entrare in contatto con gli ‘spiriti della natura’, che non sono necessariamente folletti disneyani, ma i meccanismi eterici con cui essa si manifesta, cresce e fiorisce. Anche qui, è più complicato dirlo che farlo. Occorre provare, semplicemente. Una via di ricerca interessante che unisce la preghiera cristiana alla celebrazione delle bellezze del creato, è quella proposta dal frate cappuccino Padre Andrea SchnÖller e da Luisa Marnati, psicologa e psicoterapeuta, nel loro libro Meditazioni nella natura, ed. Xenia: propongono quattro simboli principali su cui meditare. L’uccello dalle grandi ali, il cipresso odoroso, l’albero dalle grandi radici, il canto delle acque. Simboli rispettivamente dello Spirito, della freccia verso l’alto, della Terra, dell’acqua, e delle rispettive qualità spirituali. È una meditazione da fare non in natura ma anche a casa, perché la natura è comunque dentro di noi ed è fonte di ispirazione inesauribile.

MARE: L’OCEANO DELLA CONSAPEVOLEZZA
Va bene anche nuotare o ‘fare il morto’, d’estate al mare. Ma con più attenzione e coscienza, possiamo provare a galleggiare appieno, lasciandoci andare completamente: torniamo nel paradiso terrestre dell’utero cui tutti cerchiamo di tornare inconsciamente. Di recente, ricercatori spirituali hanno adattato all’acqua antiche pratiche come lo Yoga, lo Shiatsu, il Tai Chi e sono nati Woga – Water Yoga; Wai Chi (Water Tai Chi), Watsu (Water Shiatsu). In acqua, la loro efficacia aumenta per via dell’attenuarsi della gravità, i movimenti si fanno più fluidi, l’effetto del massaggio più forte, la coscienza s’allenta e ritroviamo la nostra armonia più facilmente.

PICCOLI RITUALI DI SINTONIZZAZIONE
Camminare a piedi nudi nella rugiada; creare ‘altari’ in natura con i sassi (come gli ‘ometti’ dei sentieri, costruiti negli anni dagli alpinisti); celebrare le Quattro direzioni e i Quattro elementi (in vari modi: si porta l’attenzione alle strutture fondamentali dello spazio e della natura); costruirsi un proprio ritratto con elementi naturali e poi bruciarlo per abituarci alla disidentificazione dall’ego: è come farsi un mandala personale; creare piccoli oggetti d’arte ‘temporanei’ con elementi naturali (semi, rami, foglie, sassi, conchiglie); mettere nastrini colorati attorno a pietre, erbe, alberi per riceverne l’energia.

TORNANDO IN CITTÀ, PER MANTENERE IL CONTATTO CON LA NATURA
Visualizzare la propria scena della natura preferita in rilassamento.
Crearsi un angolo di natura ‘personale’: giardino Zen, fontanella, giochi di manipolazione con la sabbia come quelli utilizzati anche in analisi junghiana, costruirsi mandala e altari con elementi naturali che creano un rapporto con i luoghi visitati e le sensazioni ed emozioni vissute, molto più di come si può fare con foto o filmati. I fiori e gli altri elementi vivi, lasciamoli dove stanno, vivi.

SOLE E PIETRA
Una fonte di calore salutare, fortissima e concentrata: la pietra restata al sole tutto il giorno, nel tardo pomeriggio. Sui torrenti, vicino alle cascate, ma anche al mare (meglio se c’è vicino l’acqua, per potersi poi rinfrescare). Ci si può stendere sulle pietre, appoggiarsi piccole pietre calde di sole sul corpo, sui punti che si ‘sentono’ da distendere o sanare. O dovunque vi porti la vostra sensitività. La pietra è un accumulatore d’energia, rimanda e amplifica il potere luminoso del sole. Lo fa da sempre, ha immagazzinato una memoria immensa. Ci si può affidare alla pietra per esperienze oltre il tempo, per trasformarsi in un’antenna d’energia luminosa che da noi si ‘scarica’ nel mondo. Ci guarisce e guarisce gli altri cui la passiamo. Ci informa su quanto è avvenuto negli ultimi millenni e milioni di anni, da un database infinito. Ci carica del potere della permanenza e dell’essenzialità. Levigata dall’acqua e modellata dal vento, imbevuta di fuoco dal sole, appoggiata sulla Terra, matrice del legno, è un compendio dei quattro elementi, una chiave d’accesso al Tutto.

RICARICA DI LUCE
A occhi quasi chiusi, palpebre abbassate fino a lasciare solo uno spiraglio, ci si ricarica di luce. Guardando il Sole, direttamente. Compaiono fantasmagorie luminose e colorate, forme e vibrazioni; la luce ci penetra e irrora tutte le cellule del corpo e tutta l’anima. Va fatto per un tempo breve, ‘sentendo’ di essere un ricettacolo della forza vitale dell’universo. Un effetto simile lo ha il guardare la luce del Sole attraverso le foglie degli alberi.
RITUALE DELLA CASCATA
Inchinarsi alla cascata sentendo la sua forza, che è quella della vita che scorre all’interno della materia, che è terra, pietre, legno, corpo. Entrarvi o lasciarsene lambire o sommergere. È un modo per celebrare lo scorrere della realtà entro di noi. Per riuscire meglio a entrarvi (l’acqua è fredda) si effettua a lungo la respirazione ‘forzata’ bioenergetica o il respiro del fuoco delle pratiche sciamaniche (due inspirazioni veloci dal naso, espirazione veloce dalla bocca semichiusa).

CAVALCARE L’ONDA
Senza oggetti stupidi e ingombranti, con il nostro corpo. Seguirla, assecondarla, assorbirne la natura e leggerne il simbolismo: viene dal mare e vi torna, anzi lo è, ne è parte. Proprio come noi veniamo e andiamo verso il Tutto che ci contiene, genera e riassorbe.

LETTURA DEI MESSAGGI DELLA NATURA
È una meditazione semplicissima e insieme sopraffina. La più grande e assoluta. È la forma di divinazione che praticavano gli antichi. È una lettura dello specchio che è la natura, il luogo dove possiamo trovare noi stessi. Bisogna semplicemente lasciare andare i pensieri e sentire i simboli viventi: il volo degli uccelli che rappresenta la nostra parte spirituale, la verticalità degli alberi che uniscono terra e cielo e sono la nostra colonna vertebrale, il nostro sostegno e la continuità della vita, i movimenti degli animali che sono la nostra parte pulsionale e sensitiva, legati alla terra o all’acqua. Le forme della terra sono le forme della vita, la nuvole sono acqua-energia che si muove verso l’alto col calore per ritornare poi a terra come acqua, il mare è la matrice, la culla, il mistero della vita, che riflette la luce e si colora di cielo e terra ma in sé non ha colori. Poi il Sole, con albe e tramonti e sfolgorio del giorno: è il vivificatore, che mette incinta la Madre Natura, e la notte, l’altra faccia della natura, il mistero dell’infinito, anch’essa con i suoi fuochi lontani, la luce riflessa, il ritmo del tempo, le maree e l’acqua che danza con loro.

SASSI
Se le pietre ci insegnano miliardi di cose, i sassi quasi altrettanto. In piccolo, sono come le pietre grandi. Sono montagne, pianeti, antri, picchi, terre percorse da tracciati e solchi, colorate, levigate dal vento e dell’acqua o butterate dal fuoco, bruciate dalla luce. C’è tutto nei sassi, a saperli leggere. I migliori sono quelli restituiti e ‘lavorati’ dal mare e dai fiumi. Hanno in sé il potere della gioia, prodotto della danza degli elementi che creano, trasformano, purificano e innalzano col fuoco; sedimentano, stabilizzano, nutrono, raccolgono e danno fondamento con la terra; danno vita, muovono, suonano e trasportano coll’aria; scorrono, puliscono, nutrono, rinfrescano coll’acqua. E uniscono tutto con la danza delle particelle in amore, l’etere-energia, il pulviscolo luminoso, colorato, meraviglioso che gioca a creare forme ed esseri viventi, pensieri e parole e sentimenti ed estasi.
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