Un trattato breve ma profondo di Ibn ‘Arabî che evoca il tema metafisico per eccellenza: l’unicità, l’esclusività, l’assolutezza e l’onnipervasione del Sé divino, il Huwa. L’opera si avvale soprattutto della capacità evocativa della Scienza delle Lettere e le pur brevi pagine del testo, preceduto da un’ampia introduzione, sono in realtà un rapido susseguirsi di punti fondamentali della dottrina ibnarabiana, presentati alla luce dell’amplissimo orizzonte di quella che è la Scienza alchemica, la Scienza dei Nomi e la Scienza dei numeri.
Tutte le dualità concettuali ed esistenziali, prima tra tutte quella dell’“io” (il soggetto cosciente) e del “tu” (il mondo, oggetto dell’esperienza), non possono essere superate che grazie alla dottrina del Sé e la sua diretta realizzazione. È questo il vero elemento trascendente di ogni sintesi metafisica che, come ci viene mostrato dall’ampio e denso saggio introduttivo di Paolo Urizzi, è il riferimento ultimo di ogni teoria tradizionale della Conoscenza.
Dal saggio introduttivo
Il presente opuscolo pur nella sua brevità, è notevole sotto molti riguardi, e lo stesso Shaykh al-Akbar ci avverte: "Studia attentamente questo libro, poiché per suo tramite ti appaiono brillanti numerosi segreti elevati che gli Uomini di questa Via hanno [sempre] celato" . È questo il motivo che, alla fine, ci ha fatto decidere per la sua pubblicazione, nonostante le evidenti difficoltà con cui il lettore dovrà cimentarsi. Infatti, al di là delle previste oscurità cui è avvezzo chiunque abbia una seppur minima frequentazione delle opere akbariane, il trattato è complicato da un ulteriore ostacolo per quei lettori che non hanno alcun rudimento della lingua araba, per quanto l'eccellente lavoro di Chiara Casseler non manchi di fornire le delucidazioni indispensabili a chiarirne il senso.
Una scelta, dunque, non facile, ma tuttavia dettata dall'essenzialità dell'argomento poiché, come il titolo lascia chiaramente intendere, il testo affronta direttamente la questione del Sé divino e la sua relazione con l'essere individuale, simboleggiati nel linguaggio ri-spettivamente dal pronome personale di terza persona, huwa (“egli”), e da quello di prima persona, anâ (“io”), che in arabo è all'occorrenza rappresentato dalla lettera yâ’ .