Un romanzo che conferma Simone van der Vlugt come autrice di thriller tesissimi, costruiti su gesti minimi, conflitti femminili ed emozioni profonde.
Marjolein ha un marito affascinante, una figlia, una bella casa e il lavoro che ama.
Insegna in una scuola di trincea, dove le differenze culturali diventano spesso terreno di scontro.
Marjolein ha anche una sorella gemella, Marlieke.
Lieke è single, ha una ristretta cerchia di amici e vive tra il suo studio fotografico e un giardinetto di erbe selvatiche che non riesce a domare. Sin da bambine è stata Marjo quella più forte della coppia, ribelle, estroversa, paladina degli ultimi, mentre Lieke, così fragile e docile, restava sempre in ombra, tranne quando andavano a raccogliere le castagne.
Nei vialetti del cimitero vicino a casa, era Lieke a dire dove si potevano prendere e dove andavano lasciate.
Vent'anni dopo, Marjolein è minacciata da uno studente straniero armato di un coltello.
Presto le minacce diventano fatti e la donna viene assassinata con un colpo di pistola.
Marlieke si ritrova sola a cercare l'assassino, che sembra non essere l'alunno, subito scagionato da un alibi incontrovertibile.
Di notte Marlieke insegue la presenza della sorella nelle porte che sente chiudersi e nei rami scossi da improvvise folate di vento.
Di giorno, nella luce beffarda della primavera, affronta finalmente i suoi desideri, a lungo sottacciuti, e i tanti sospetti.