L’ambiente Italia esce malconcio da cinque anni di “cura Berlusconi”. Per le scelte fatte: il condono edilizio, la messa in vendita dei beni storici e ambientali, la legge delega che ha cancellato preziose leggi come quelle sui rifiuti e sulle acque. Forse ancora di più per le scelte non fatte: nulla per rendere più moderni e meno inquinanti i sistemi energetici e i trasporti, nulla per promuovere quella “soft economy” che è la via maestra di uno sviluppo sostenibile.
Per sintetizzare questa fase di stallo e di involuzione bastano pochi numeri tra le centinaia che compaiono nel set di indicatori statistici di Ambiente Italia 2006, il Rapporto di Legambiente curato dall’Istituto Ambiente Italia. Eccone tre molto eloquenti: l’Italia presenta un rapporto tra consumi energetici e Pil, misura dell’efficienza energetica, superiore alla media europea; siamo sopra del 20% rispetto ai nostri obiettivi di riduzione dei gas serra scritti nel Protocollo di Kyoto; dopo una fase di stasi l’abusivismo edilizio ha ripreso a galoppare, spinto dalla sanatoria generalizzata di tre anni fa.
Ambiente Italia 2006 non si limita a tracciare un bilancio approfondito, prova anche a guardare al futuro. Consegna idealmente al nuovo Governo un “promemoria” di scelte concrete e subito “cantierabili” con cui combattere il declino nel segno dell’ambiente.
Completa il Rapporto un “inedito” di grande interesse: la traduzione italiana del discorso pronunciato da Bill Clinton alla Conferenza mondiale sul clima di Montreal. Anche Clinton dice che le energie pulite – il solare, l’eolico – non sono soluzioni “di nicchia” ma il futuro dell’energia, la via maestra per scongiurare cambiamenti climatici catastrofici e opportunità di sviluppo, innovazione, lavoro.