Il talento di Baricco nel raccontare storie alla sua prima prova. Il titolo nasce dalla rabbia dell’autore e dai castelli del sogno di un bambino. Il romanzo è ambientato in una cittadina immaginaria dell’Ottocento, Quinnipak; è generoso nel presentare storie e personaggi, ciascuno con i suoi sogni e caratteri. E tra questi ci sono il signore e la signora Rail, che si amano di un amore tutto loro, e il bambino Penth con il suo amico Pekisch, e due bande che partono dagli estremi del paese per incontrarsi. La narrazione è costruita come un montaggio cinematografico e orchestrata come una partitura musicale, che lascia il senso del piacere dell’ascolto.
“– Allora, non c’è nessuno qui?... Brath!... Ma che canchero, sono diventati tutti sordi quaggiù… Brath!
– Non strillare, ti fa male strillare, Arold.
– Dove diavolo ti eri cacciato… è un’ora che sto qui a…
– Il tuo calesse è a pezzi, Arold, non dovresti andare in giro così…
– Lascia perdere il calesse e prendi ’sta roba piutto-sto…
– Cos’è?
– Non lo so cos’è, Brath… che ne so io… è un pacco, un pacco per la signora Rail…
– Per la signora Rail?
– È arrivato ieri sera… Ha l’aria di venire da lontano…”