"Questo è un libro di conversazioni: fatte, non fatte e ancora da fare, tra analisti e pazienti, reali e immaginarie, conversazioni senza parole tra i poeti e le loro poesie, tra le poesie e i loro lettori, tra sentimenti e pensieri, tra pensieri e parole".
Questo libro di Ogden fa categoria a sé: secondo l'autore ciò che diceva Eliot a proposito di un buono scrittore vale anche per un buon analista: "Non si può dire dove inizi e dove finisca la tecnica". Spiegare al lettore il proprio lavoro di psicoanalista significa allora metterlo a parte del proprio dialogo interiore e delle proprie conversazioni immaginarie con figure significative per l'autore, come Borges e Winnicott.