Le prime donne europee a mettere piede in India furono le portoghesi. Navi che avevano a bordo donne nubili salpavano da Lisbona, affrontando con coraggio le rotte infestate dai pirati. Avvolte in eleganti "mantilhas" e raffinati merletti, queste donne andavano spose a solitari funzionari della loro stessa terra. Più tardi, la Compagnia delle Indie Orientali seguì l'esempio dei portoghesi, trasportando dall'Inghilterra donne in età da marito per i mercanti britannici.
Alcune di queste donne, tuttavia, sfidarono le convenzioni sociali e arrivarono a sposare dei principi indiani. Considerati uno scandalo per la nazione, guardati con diffidenza dalla comunità indiana e dal governo britannico, i matrimoni di queste donne europee con principi indiani furono un'implicita affermazione di uguaglianza fisica e sentimentale che minacciò di destabilizzare psicologicamente la gerarchia sociale e razziale del Raj, nel quale si rifletteva il sistema indiano delle caste.
Chi erano queste donne? Romantiche cenerentole spinte dal desiderio di vivere la loro favola personale o avventuriere a caccia di enormi ricchezze? Quale fu l'impatto sulla loro vita e su quella della corte? Furono veramente felici dopo il matrimonio? Donne bianche per i maharaja rappresenta un'approfondita ricerca storica ambientata sullo sfondo delle lotte per l'indipendenza indiana, a cavallo tra XIX e XX secolo.
In un viaggio affascinante, il libro presenta le storie di numerose donne che, in un periodo che le vuole sottomesse mogli e madri di famiglia, scelgono di prendere di petto la vita e di partire verso l'ignoto, verso una cultura ricca di incognite affascinanti.
Forte testimonianza di vita, Donne bianche per i maharaja si propone come una lettura coinvolgente, con un'intensa e riuscita miscela di temi importanti quali l'imminente fine del protettorato britannico, la caduta della ricchissima e sfarzosa aristocrazia indiana, l'emancipazione femminile, la tradizione dell'harem, la compenetrazione di culture ricche e sofisticate.