Costituisce uno dei pochi tentativi di formulare una psicologia del femminile autonoma da quella maschile, smascherando nel contempo l'unilateralità patriarcale di concetti come 'invidia del pene'.
L'autrice rintraccia le basi archetipiche del femminile in innumerevoli riti e costumi dell'antichità e di popolazioni 'primitive', offrendo una visione ampia e insospettata del mondo psichico della donna.