“L’uomo non può continuare a essere quello che è, un dato di fatto, un oggetto, quante volte disutile. Un oggetto senza scopo è come una valva perlifera che si rinserra in se stessa, chiusa nel suo problema esistenziale; la perla, l’egoismo, lattescente, opaco, di cui si deve liberare, perché quel tesoro, così gelosamente custodito, non è che un corpo estraneo, l’esito di una malattia dalla quale deve guarire.
Diversamente quell’ingombro, quel peso, ridurrà il suo spazio intimo vitale, intorpidirà le sue funzioni fino a estenuarle, prima fra tutte quella di accendere di gioia gli occhi del pescatore e di sopravvivere come splendido ornamento e pegno di un amore che nasce.
Come la perla, anche l’uomo può, se vuole, trasfigurarsi, essere traslucido, attraversarsi e lasciarsi attraversare dalla luce della coscienza, esser prova, pegno e ornamento di una grazia e di una bellezza ritrovata, nella kore, nell’eterna fanciulla che è la sua anima."