Perché è interessante tradurre e studiare i testi spesso oscuri e rifiutati delle origini del cristianesimo? Certamente per un interesse storico: è il minimum di onestà cercare di sapere da dove veniamo, quali sono le nostre radici, le nostre referenze. Quali sono le fonti, i testi fondanti delle Chiese, del cristianesimo e della nostra civiltà? Il cristianesimo è una religione se non proprio sconosciuta, almeno mal compresa, soprattutto per quanto riguarda le sue origini.
Quello che conosciamo è la storia delle sue chiese, delle loro grandi realizzazioni ma anche delle loro guerre o crociate, talvolta dei loro oscurantismi e delle loro inquisizioni. Il contatto con le nostre origini ci riporta, di contro, in uno spazio di libertà, di non-dogmatismo, di stupore di fronte all'Evento che è costituito dalla persona, dagli atti e dalle parole del Maestro di Galilea, stupore e libertà di interpretare la sua persona, i suoi atti e le sue parole come fattori di evoluzione, di trasformazione e di Risveglio per ognuno e per tutti coloro che credono in Lui. ù
Una delle funzioni di questi testi ispirati è quella di stimolare la nostra immaginazione o più precisamente la nostra facoltà d'interpretare, perché, come si sa, se “l'uomo è condannato ad essere libero” è, di conseguenza, condannato a interpretare. Nulla, nel mondo così come in qualsiasi libro, ha un significato aprioristico: è l'uomo a donarglielo e, quindi, anche lui è partecipe dell'atto creatore. Il Vangelo di Filippo sarà allora per noi un'occasione per riflettere, per immaginare, per meditare su alcuni aspetti del cristianesimo talvolta dimenticati, talvolta occultati.