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A distanza di più di trent'anni dalla sua pubblicazione, finalmente vede la luce anche nella traduzione italiana, uno dei libri che hanno maggiormente influenzato la cultura psicologica, astrologica ed esoterica del Ventesimo secolo. L'autrice, Jean Shinoda Bolen, psichiatra di orientamento junghiano, nota da noi per altri due libri, vere e proprie pietre miliari della letteratura psicologica, Le dee dentro la donna e Gli dei dentro l'uomo, nel suo primo libro, per l'appunto Il Tao della psicologia, illustra in modo semplice e convincente la teoria della sincronicità, attraverso non solo dotte argomentazioni, ma anche e soprattutto tramite esempi ed esperienze personali, accadute nel corse della sua vita, mettendosi sempre dalla parte di chi sperimenta in prima persona, e solo in un secondo momento elabora razionalmente in qualità di psichiatra e ricercatrice.
(Tratto dall'Introduzione dell'autrice)
All'inizio sembrava che questo agile libretto si sarebbe fatto strada tra coloro che non lo conoscevano per mezzo dei misteriosi fenomeni della "sincronicità libraria", sulla quale io mi appoggio come a un assistente fuori dal comune: il libro giusto compare quando ne ho bisogno. Avevo sentito diverse versioni su come Il Tao della psicologia sembrava si fosse staccato dagli scaffali delle librerie quando la gente ci era passata accanto. Essendo un libro sulle coincidenze significative, i lettori la ricordano come una maniera davvero adatta a entrare in possesso di un libro mai sentito, scritto da una sconosciuta autrice esordiente. In seguito i lettori ci arrivarono per passaparola, per consiglio del terapeuta, o perché era nella lista dei libri per un esame di psicologia, benché a volte si verificassero ancora episodi di sincronicità.
Per molti lettori dotati di intuizione, Il Tao della psicologia ha rappresentato un'accessibile premessa a Jung, e un'introduzione comprensibile al concetto filosofico orientale dell'unità fondamentale con il Tao. Ma, in linea con la definizione di sincronicità come coincidenza significativa, che è un fattore soggettivo e non intellettuale, gli elementi più apprezzati sono stati quelli personali: il richiamo alla memoria di esperienze sincroniche e del senso di appagamento che le aveva accompagnate, e l'acquisizione di un nome per esse e di una struttura di riferimento in cui collocarle, per poter riflettere sul loro significato. Una volta che abbiamo imparato a badare alla sincronicità, percepiamo gli eventi della nostra vita con una densità di significato tale da non poterne più fare a meno.
Il Tao della psicologia non riporta nel titolo la parola "sincronicità" perché venticinque anni fa suonava come un vocabolo troppo esoterico e poco familiare. Oggi, avrei potuto benissimo intitolarlo La sincronicità e il Tao. Il termine e il suo significato sono diventati di uso quasi corrente. La sincronicità è entrata nel vocabolario quotidiano di tutti quelli che sono stati influenzati dal pensiero psicologico e spirituale della New Age, ed è chiamata in causa a proposito dell'I Ching, delle Rune, dei Tarocchi e di altre consultazioni oracolari. L'album di Sting Sinchronicity non soltanto ha sbancato le classifiche, ma ha reso questa parola familiare a un'intera generazione, che altrimenti non l'avrebbe mai sentita e non avrebbe saputo che cosa volesse dire. In modo ineccepibile, un insieme di sincronicità mi ha guidato nello scrivere questo libro.
Non era nelle mie intenzioni diventare un'autrice, e tuttavia, attraverso una serie di coincidenze, è successo. Avevo tenuto una conferenza sulla sincronicità nell'ambito di una serie di incontri organizzati dall'Istituto C.G. Jung di San Francisco nei primi anni Settanta. Tra il pubblico c'era Marie Clanton, una editor da poco arrivata alla Harper & Row. Ascoltando, le balenò l'idea che se ne sarebbe potuto trarre un libro interessante. Il giorno dopo doveva uscire a pranzo con James Bolen. Non aveva realizzato che eravamo marito e moglie, fino a che il fatto venne fuori quando gli raccontò che era stata alla conferenza. Quando scoprì che eravamo sposati, disse: "Mi piacerebbe tanto che Jean fosse interessata a scriverci un libro".
Ne fui lusingata, ma non ne feci nulla. Alcuni anni dopo, però, mi venne voglia di contattarla. Scrivere mi avrebbe dato modo di riflettere un po' su me stessa, nel pieno di quel groviglio di relazioni che era diventata la mia vita, tra il lavoro di psichiatra, il marito, due bambini piccoli e il cane. Sarei stata felice se Marie si fosse ricordata di me, e così pensai di chiamarla. Mentre rimuginavo sull'idea ed esitavo a telefonarle alla Harper & Row, inaspettatamente sentii sulla segreteria telefonica il messaggio di una mia ex paziente che aveva lasciato gli Stati Uniti con l'intenzione di trasferirsi definitivamente altrove, la quale mi invitava a richiamarla. Allora chiamai al numero che mia aveva lasciato, e la voce della centralinista mi rispose: "Harper & Row, come posso aiutarla?".
Venne fuori che la mia vecchia paziente era ritornata a San Francisco, aveva fatto un po' di lavori occasionali, ma non mi aveva telefonato fino a che non era arrivata alla Harper & Row. La presi come una sincronicità, chiamai Marie Cantion, e il resto è la mia storia. Ho scritto non solo Il Tao della psicologia, ma, nei venticinque anni da quando è stato pubblicato, altri otto libri. Ho imparato che quando sto facendo o scrivendo qualcosa che per me ha un profondo significato, allora si realizza una sincronicità. Se l'Io e il Sé (il nome che Jung dà all'archetipo del significato, che è il centro spirituale della psiche) sono allineati, si verifica una sincronicità positiva. E quando succede, ci sentiamo come se l'universo o il Tao stessero sostenendo quello che facciamo.
Quando spiriti affini collaborano insieme per un bene comune, si percepisce come un sovrappiù di energia disponibile, come se vi fosse una grande onda sotto la superficie che ci trasporta più in là, noi e i nostri progetti. I tempi giusti e le connessioni ci aiutano a portare avanti quello che stiamo facendo. Per cogliere questa onda e cavalcarla, dobbiamo essere come dei surfisti che vanno allargo, più in là di dove si trova la maggior parte della gente, pronti ad anticipare le dinamiche dell'onda, e con la voglia di darci dentro il più possibile, quando sarà il momento. Mentre scrivo queste parole, mi trovo in una fase di attività, impegnata con altri a diffondere nel mondo il principio femminile, per mezzo di cerchi dotati di un centro spirituale.
Le sincronicità abbondano; ho scritto The Millionth Circle e le increspature dell'onda hanno formato un grande movimento spontaneo internazionale. Joseph Campbell ci ha incoraggiato a trovare il nostro mito personale e a perseguire la nostra felicità, che equivale a vivere in armonia con i nostri desideri profondi. E, quand'è così, le nostre intenzioni e la strada che abbiamo scelto sono in concordanza col Sé e col Tao. Allora ci sentiamo sostenuti da un'unità di fondo, abbiamo l'impressione di fame parte e, nello stesso tempo, ci sentiamo anche davvero autentici verso noi stessi. Le sincronicità positive illuminano il cammino, quelle negative ci portano a fermarci e riflettere sulla direzione che stiamo prendendo. Il Tao della psicologia vi invita a prendere a cuore la sincronicità e farla diventare un modo di riconoscere e comprendere quanto profondamente ogni cosa sia collegata.
Indice:
Premessa di Paolo Grimaldi
Introduzione all'edizione per il 25° anniversario del Tao della psicologia
Prefazione
1. Che cos'è il Tao... che cos'è la danza 2. Jung, la sincronicità e il Sè 3. L'approccio di Agatha Christie alla sincronicità 4. Come un sogno a occhi aperti 5. Gli incontri significativi e l'organizzazione di incontri sincronici 6. La saggezza sincronica dell'I Ching 7. Tessere parapsicologiche del puzzle della sincronicità 8. Il Tao come sentiero del cuore 9. Il messaggio dell'esperienza del Tao: non siamo soli
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