Per gli junghiani questo volume è come un album di famiglia le cui immagini consentono di evocare atmosfere, persone, oggetti, pensieri, luoghi in qualche modo noti. Per gli altri lettori è la migliore esposizione sintetica esistente delle sue idee e della sua vita. Le immagini sono, comunque, un regalo inaspettato per tutti. La pubblicazione del volume è stata ispirata e resa possibile dall'esposizione commemorativa organizzata nel 1975 dalla città di Zurigo e dal Club psicologico di Jung in occasione del centesimo anniversario della sua nascita.
Riccamente illustrato, questo ricordo della vita e dell'opera di Jung comprende una straordinaria raccolta di documenti, fotografie, riproduzioni di opere figurative, lettere inedite e diari, uniti da brani provenienti dai suoi scritti e da commenti di Aniela Jaffé, per molti anni sua segretaria, collega e discepola. La forza espressiva, il valore evocativo e documentario di 205 immagini (46 a colori, tra cui 11 dipinti di Jung stesso) conducono il lettore alla conoscenza di Jung sia come persona che come psicologo. È un procedere in ordine cronologico. Gli antenati, gli anni della giovinezza e degli studi, i primi interessi per l'occultismo, il periodo alla clinica Burghölzli, l'amicizia e la rottura con Freud, i viaggi. Il confronto con l'inconscio. Capitoli separati affrontano gli interessi fondamentali dell'età adulta: mandala, alchimia, Paracelso, psicoterapia, traslazione, religione.
«Quando ero occupato con le mie fantasie, mi serviva un punto d'appoggio in questo mondo» e, quindi, la famiglia, la casa, la torre. E il momento del congedo «Sono soddisfatto dal corso preso dalla mia vita. È stata ricca e mi ha dato tanto. Non mi sono accadute che cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io stesso fossi stato diverso. Ma tutto è stato come doveva essere, perché tutto è avvenuto in quanto io sono come sono»