L'Olocausto in realtà si dimostra inestricabimente legato alla logica interna della modernità così come si è sviluppata in Occidente.
Gli aspetti di razionalizzazione e burocratizzazione della civiltà occidentale - già analizzati dalla tradizione storico-sociologica che fa capo a Weber e qui criticamente rivisitati da Bauman - hanno costituito la condizione necessaria del genocidio nazista, che fu l'esito specifico dell'incontro tra lo sconvolgimento sociale provocato dalla modernizzazione e i poderosi strumenti di ingegneria sociale creati dalla modernità stessa.
Sebbene tale intreccio sia stato unico nella sua tragicità, i fattori che furono alla sua base sono tutt'ora operanti e diffusi.
Non riconoscerlo sarebbe oltraggioso nei confronti delle vittime, oltre che il segno di una cecità pericolosa e suicida. Con la lezione dell'Olocauso - ci dice Bauman - il mondo contemporaneo, travagliato da concitate trasformazioni e rinnovati problemi di convivenza tra culture ed etnie, non avrà mai finito di confrontarsi.