La moderna ovvietà e le sue radici storiche: pace, economia, sviluppo, linguaggio, salute, educazione. Riflessione sulle false sicurezze della cultura contemporanea. " Solo nello specchio del passato risulta possibile riconoscere la radicale alterità della topologia mentale del ventesimo secolo e divenire consapevoli dei suoi assiomi degenerativi, che normalmente rimangono oltre l'orizzonte dell'attenzione dei contemporanei..
Al termine di questo viaggio a ritroso, molte certezza costruttive del nostro paesaggio reale e mentale perdono la loro presunta ovvietà. Il valore economico e il rifiuto, la pace come equilibrio, la necessità di una sfera educativa, il linguaggio come forma di comunicazione, e persino la vita stessa appaiono come costrutti sociali che come hanno avuto un inizio possono avere anche una fine. " La mia é la ricerca di una politica dell'autolimitazione, grazie alla quale il desiderio possa fiorire e i bisogni declinare".
Ivan Illich si è dedicato alla storia medievale studiando i modi di immaginare, percepire, pensare e fantasticare tipici della metà del dodicesimo secolo. Ma in questo suo viaggio a ritroso lo sguardo è rimasto ben fisso sulla vita d’oggi e anzi, paradossalmente, si è fatto ancora più lucido. Nei testi che qui presentiamo Illich, paziente e instancabile archeologo del sapere, scava alle radici dei luoghi comuni, della modernità, per riesaminarli in una prospettiva storica. «Solo nello specchio del passato risulta possibile riconoscere la radicale alterità della topologia mentale del ventesimo secolo e divenire consapevoli dei suoi assiomi generativi, che normalmente rimangono oltre l’orizzonte dell’attenzione dei contemporanei».