Concepito sotto forma di brevi analisi e di tesi, di aforismi e di esortazioni, questo libro fa l'esame critico di una società di mercato in declino e di una società viva chiamata a superarla.
Rispetto a quel che siamo, stati abituati a sentir dire almeno fino a un recente passato, la critica di Vaneigem non si rivolge solo contro il carattere parassitario del sistema capitalistico mondiale, con la sua burocrazia e le sue pratiche usuraie, ma anche contro ogni forma di contestazione che, non cercando altra soluzione al di fuori dell'economia, della produttività, del progresso, gli sembra destinata a condividere il destino di morte di quel sistema.
Ma allora: Come impedire ai desideri di diventare il loro contrario? Come spogliarli della negatività di cui li ha rivestiti una tradizione secolare? Come sapere quel che si vuole e volere quel che si sa?
La risposta è in ciascuno di noi nel momento in cui si sceglie la vita, secondo l'equivalenza: «La volontà di vivere sta al godimento creativo come la volontà di potenza stava all'appropriazione e alla distruzione degli uomini e della terra». In definitiva: «Noi siamo i figli di un mondo devastato, che cercano di rinascere in un mondo da creare. Imparare a diventare umano è la sola radicalità».