Il secondo libro di Rigoberta Menchù, ne ripercorre il cammino, dalla fuga nel Messico per sfuggire alla morte, ai lunghi anni di esilio e di battaglie politiche, poi il Nobel nel 1992, l'impegno prima per l'armistizio, poi per la pace tra il governo guatemalteco e le formazioni guerrigliere, il commovente ritorno in patria e il ricongiungimento con i familiari sopravissuti alle stragi, la riscoperta del profondo legame con la madre e con la terra degli antenati.