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Come tutti i semi, anche i semi della consapevolezza dell’uomo hanno bisogno di alimento, per crescere. Per questo esseri giunti alla realizzazione di sé, prima di dissolversi nell’Assoluto, hanno lasciato dei segni, dei messaggi, delle tracce che indicano quale via percorrere, per giungere alla piena fioritura dell’essere. Osho e Patanjali sono due di questi rari esseri, la cui presenza nella vita degli uomini è eterna: Patanjali è riuscito a dare forma verbale a quei semi di consapevolezza, creando una vera e propria "scienza dell’anima", e il suo messaggio si è tramandato fino a noi, intatto nella sua potenza e nella sua purezza; ma è grazie a Osho che esso può toccare l’uomo moderno, poiché egli lo rende attuale e comprensibile. Con quest’opera, grazie al lavoro combinato di due giganti dell’anima, prende forma un sentiero di vita infinitamente potente, sottile e vivificante, in grado di aprire il lettore a una tangibile conoscenza di se stesso.
In questo primo volume, Osho chiarisce in che modo, di fatto, tutte le tecniche dello Yoga hanno un unico scopo: imparare a usare la mente. E se essa è usata nel modo giusto, diventa non-mente. Allora ci si ritrova immersi nell'assoluto silenzio in cui la vita si manifesta nella sua verità essenziale. Viceversa, se la mente viene usata male, ci si trova immersi nel caos più terrificante, vittime di una follia ingovernabile, sempre in agguato. Utilizzando il tracciato lasciato da Patanjali con i suoi sutra, Osho porta il lettore, passo passo, a comprendere la mente e la sua natura, per poi utilizzarla in quanto strumento, ottimo ed efficace, se preso nei suoi limiti.
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