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<< torna indietro     nella localit&arave;: INTERNAZIONALI     argomento: Notizie & News del: 22/07/2014
News: STAND-BY NON SIGNIFICA SPENTO

dai dispositivi elettronici sprechi per 80 miliardi di dollari l’anno *

 

IEA: ci sono già le tecnologie per risparmiare 600 TWh, quanto producono 200 centrali a carbone

L’International energy agency (IEA), ha presentato il rapporto “More Data, Less Energy: Making Network Standby More Efficient in Billions of Connected Devices” secondo il quale «Oggi nel mondo ci sono 14 miliardi di dispositivi elettronici  - come set-top box, modem, stampanti e console da gioco – che sprecano circa 80 miliardi di dollari all’anno a causa della tecnologia inefficiente». Un problema destinato a peggiorare entro il  2020, quando secondo l’IEA andranno sprecati 120 miliardi di dollari.
 
 
Il rapporto punta però ad indicare un percorso diverso, «Individuando semplici misure che possono essere implementate ora per migliorare l’efficienza energetica nei dispositivi in rete, con un conseguente massimo risparmio di energia e denaro». Il rapporto, dimostra che «La domanda di elettricità delle nostre economie sempre più digitali sta crescendo ad un ritmo allarmante», ma fa notare che «Mentre la richiesta di energia dei data center ha ricevuto molta attenzione, è più preoccupante la crescente domanda di energia di miliardi di dispositivi collegati in rete. Nel 2013, una parte relativamente piccola della popolazione mondiale si è basata su questi dispositivi per rimanere in contatto». Ma la domanda di energia è in aumento dato che una quota crescente della popolazione mondiale  si collega e la connettività di rete si diffonde ai dispositivi e apparecchi che non erano  precedentemente collegati, come lavatrici, frigoriferi, luci e termostati.
 
La direttrice esecutiva dell’IEA, Maria van der Hoeven, ha evidenziato che «La proliferazione di dispositivi connessi porta molti vantaggi al mondo, ma in questo momento il costo è di gran lunga superiore a quello che dovrebbe essere. I consumatori stanno perdendo soldi sotto forma di energia sprecata, il che sta portando alla costruzione di  centrali più costose e di più infrastrutture di distribuzione di quanto ne avremmo altrimenti bisogno, per non parlare di tutti i gas serra in più che vengono emessi. Ma non deve essere così. Se adottiamo le migliori tecnologie disponibili possiamo minimizzare il costo e soddisfare la domanda, mentre crescono l’utilizzo e i vantaggi dei dispositivi connessi». Come spiega il rapporto, «Gran parte del problema si riduce all’inefficiente “network standby”, cioè il mantenimento di una connessione di rete, mentre è in standby. In molti dispositivi, standby è un termine improprio: suggerisce che il dispositivo sia dormiente e che sia quasi off. In realtà, la maggior parte dei dispositivi di rete abilitati consumano in questo modo molta energia come quando sono attivi per svolgere i loro compiti principali». Nel 2013, i dispositivi di rete di tutto il mondo hanno consumato intorno a 616 terawattora (TWh) di energia elettrica, la maggioranza della quale in modalità standby, circa 400 TWh, equivalenti all’energia elettrica consumata annualmente da Gran Bretagna e Norvegia insieme, sono sti sprecati a causa di tecnologie inefficienti.
 
La Van der Hoeven  sottolinea che «Il problema non è che questi dispositivi sono spesso in modalità standby, ma piuttosto che utilizzano in genere molta più energia di quanto dovrebbero per mantenere una connessione e comunicare con la rete. Proprio utilizzando la migliore tecnologia disponibile oggi, questi  dispositivi possono eseguire esattamente le stesse mansioni in standby, consumando circa il 65% di energia in meno». Il rapporto descrive le tecnologie e le soluzioni tecniche ma anche una serie di opzioni politiche disponibili per ridurre gli sprechi di energia e prevede che se, nei prossimi anni,  venissero applicate misure di efficienza energetica migliori ai dispositivi on-line, si per potrebbero risparmiare 600 TWh di energia, quanto producono 200 centrali elettriche standard di 500 MW a carbone, il che consentirebbe di tagliare  le emissioni per 600 milioni di tonnellate di CO2 . Nel rapporto l’IEA invita policy makers, standards development organisations, sviluppatori di software ed hardware, designers, service providers ed industria manufatturiera a  lavorare insieme per ridurre la domanda energetica. Per raggiungere questo obiettivo, l’IEA, visto che il problema è e diventerà sempre più globale,  sollecita un’iniziativa internazionale per migliorare gli standard.
 
 da greenreport.it  -   4 luglio 2014

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