Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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VIVERE INSIEME
INTRODUZIONE ALLE CULTURE COMUNITARIE
VIVERE INSIEME
REPORTAGE DA AUROVILLE
REPORTAGE DA AUROVILLE


La Comunità di Adventure di Auroville

Adventure è una Comunità intenzionale, nel senso che raggruppa un numero di persone che hanno deciso di condividere uno spazio e un tempo sia fisico che spirituale.
È situata nella cosiddetta Green Belt di Auroville, la cintura verde dedicata al rimboschimento, all'agricoltura, al verde.  Nonostante ciò è molto vicina al centro della township Auroville, al Matrimandir, al Visitors' Center, alla Solar Kitchen, inoltre contigua al villaggio Tamil di Edyanchavadi e attigua alla Udavi School, la prima scuola di Auroville (in senso temporale).
Fisicamente viviamo in alloggi chiamati "capsule", abitazioni tradizionali di questa zona, fatte di legno con il tetto di foglie di palma o cocco, aperte ai quattro lati con portelloni triangolari, in qualche caso  con la parte inferiore in muratura.
Comunque ogni abitazione è differente, alcune hanno il "dojo" esterno o una cucina o un laboratorio, tutte i servizi esterni, tutte a una certa distanza e non a vista una dall'altra, immerse naturalmente nel verde. Servizi in comune sono la cucina, un ufficio chiuso in muratura da cui ci colleghiamo ad internet con un sistema centralizzato, un dojo detto Ganesha dove ci riuniamo regolarmente per meditare insieme, cantare bhajans un paio di volte la settimana, tenere riunioni per organizzare i lavori e le decisioni comuni, e fare il cosiddetto sharing settimanale.
Lo sharing, che in inglese vuol dire condivisione, è un momento molto importante, solitamente il giovedì sera dopo cena, alle 8, ci riuniamo nel dojo (una grande capanna di forma ottagonale aperta su tutti i lati) con al centro un piccolo mandala di fiori e candele, incenso e le foto dei Maestri, ma anche con altre simbologie non solo indiane. Dopo una breve meditazione o concentrazione collettiva e il canto di un om, cerchiamo di aprire i nostri cuori agli altri, partendo dagli avvenimenti della settimana, ma non necessariamente, cercando di comprendere e farci comprendere, aprendosi appunto, e condividendo le nostre sensazioni, positive o negative del momento, cercando diContinua...

IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
Il “Dono del vecchio rabbino” racconta la storia di un monastero in decadenza nel quale vivevano quattro anziani monaci e l’abate i quali erano molto preoccupati per la fine del loro ordine monastico.
Nei boschi intorno al monastero si trovava una capanna usata ogni tanto come eremitaggio da un rabbino.
Dopo anni di preghiere, contemplazioni e meditazioni, il gruppo dei monaci aveva sviluppato una certa sensibilità e percepivano la presenza del rabbino quando era presente nella capanna-eremo.
L’abate, afflitto e addolorato per la situazione difficile del suo monastero decide di chiedere consiglio al rabbino.
Continua...
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI di Lex Veelo

La conferenza internazionale sugli ecovillaggi è stata una meravigliosa opportunità per conoscere realtà in Giappone che intendono attuare progetti per la creazione di ecovillaggi. Ci era stato detto che la gente in Giappone un tempo aveva un forte senso della comunità nei loro migliaia di villaggi rurali e nei quartieri cittadini. Avevano anche un antico e sacro, senso di comunione con la natura, in particolare con gli alberi e con le foreste. Il Giappone infatti è ancora oggi riuscito a conservare il 66% della loro nazione insulare con la foresta, che rappresenta una cifra impressionante se si considera che la forte pressione di cancellare le foreste per ottenere aree coltivabili sempre maggiori ed alimentare la popolazione in aumento.
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LE RELAZIONI IN COMUNITA'



di Jan Martin Bang

Quando gli individui si uniscono per lavorare insieme in un progetto, i rapporti che si sviluppano tra di essi possono essere di tipo diverso. In alcuni casi si parla di chimica interpersonale, in altri si deplora il fatto che il gruppo semplicemente non funzioni oppure ci si congratula con se stessi per il successo della relazione.

Chimica interpersonale: potrebbe valere la pena approfondire questo concetto. Quando on esiste alcun sentimento per l’altro, una mancanza assoluta di interesse, si parla di apatia, una situazione che ci si augura si verifichi il meno possibile. Dopotutto vivere in comunità implica o richiede un vero interesse per l’altro. Più probabilmente ciò che si sviluppa è un sentimento di simpatia o di antipatia. Se un rapporto comincia in modo anti-patetico, l’avvio è in tono negativo, la collaborazione risulta difficile e i conflitti si addensano all’orizzonte. Per uscirne, ci rivolgeremo probabilmente a un esperto se il nostro scopo è intenderci con gli altri nella realizzazione dei diversi compiti. Sono certo che questo genere di dinamiche sono note a tutti. Anche la simpatia nasconde pericoli. Può facilmente trasformarsi in gioco di potere, soprattutto se uno dei partner è più potente o capace dell’altro. Malgrado i rischi insiti in questa situazione, ritengo che sia meglio cominciare in modo simpatetico piuttosto che il contrario, in tal caso la collaborazione si rivelerà più piacevole.

La carta vincente è naturalmente l’empatia, ovvero la capacità di “immedesimarsi” nell’altro, un buon punto di partenza per collaborare che non ha né gli svantaggi dell’antipatia, né i rischi della simpatia. Grazie all’empatia possiamo creare un vero legame con chi ci sta accanto e molta più comprensione. Esercitarsi a sentire ciò che l’altro sente, mettersi al suo posto e tenere a freno simpatie e antipatie, sono gli atteggiamenti migliori per creare una comunità reale.

Non è facile, ma le religioni principali offrono un buon repertorio di consigli. Anche se non siete disposti ad accettare tutto il bagaglio teologico che esse implicano, forse vi potrà essere utile tenere presente la compassione per le creature che insegna Budda o il consiglio di Gesù di amare il prossimo come se stessi.


Tratto dal libro "Eco-Villaggi" di Jan Martin Bang (Arianna Ed.)


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