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VIVERE INSIEME
INTRODUZIONE ALLE CULTURE COMUNITARIE
VIVERE INSIEME
REPORTAGE DA AUROVILLE
REPORTAGE DA AUROVILLE


La Comunità di Adventure di Auroville

Adventure è una Comunità intenzionale, nel senso che raggruppa un numero di persone che hanno deciso di condividere uno spazio e un tempo sia fisico che spirituale.
È situata nella cosiddetta Green Belt di Auroville, la cintura verde dedicata al rimboschimento, all'agricoltura, al verde.  Nonostante ciò è molto vicina al centro della township Auroville, al Matrimandir, al Visitors' Center, alla Solar Kitchen, inoltre contigua al villaggio Tamil di Edyanchavadi e attigua alla Udavi School, la prima scuola di Auroville (in senso temporale).
Fisicamente viviamo in alloggi chiamati "capsule", abitazioni tradizionali di questa zona, fatte di legno con il tetto di foglie di palma o cocco, aperte ai quattro lati con portelloni triangolari, in qualche caso  con la parte inferiore in muratura.
Comunque ogni abitazione è differente, alcune hanno il "dojo" esterno o una cucina o un laboratorio, tutte i servizi esterni, tutte a una certa distanza e non a vista una dall'altra, immerse naturalmente nel verde. Servizi in comune sono la cucina, un ufficio chiuso in muratura da cui ci colleghiamo ad internet con un sistema centralizzato, un dojo detto Ganesha dove ci riuniamo regolarmente per meditare insieme, cantare bhajans un paio di volte la settimana, tenere riunioni per organizzare i lavori e le decisioni comuni, e fare il cosiddetto sharing settimanale.
Lo sharing, che in inglese vuol dire condivisione, è un momento molto importante, solitamente il giovedì sera dopo cena, alle 8, ci riuniamo nel dojo (una grande capanna di forma ottagonale aperta su tutti i lati) con al centro un piccolo mandala di fiori e candele, incenso e le foto dei Maestri, ma anche con altre simbologie non solo indiane. Dopo una breve meditazione o concentrazione collettiva e il canto di un om, cerchiamo di aprire i nostri cuori agli altri, partendo dagli avvenimenti della settimana, ma non necessariamente, cercando di comprendere e farci comprendere, aprendosi appunto, e condividendo le nostre sensazioni, positive o negative del momento, cercando diContinua...

IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
Il “Dono del vecchio rabbino” racconta la storia di un monastero in decadenza nel quale vivevano quattro anziani monaci e l’abate i quali erano molto preoccupati per la fine del loro ordine monastico.
Nei boschi intorno al monastero si trovava una capanna usata ogni tanto come eremitaggio da un rabbino.
Dopo anni di preghiere, contemplazioni e meditazioni, il gruppo dei monaci aveva sviluppato una certa sensibilità e percepivano la presenza del rabbino quando era presente nella capanna-eremo.
L’abate, afflitto e addolorato per la situazione difficile del suo monastero decide di chiedere consiglio al rabbino.
Continua...
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI di Lex Veelo

La conferenza internazionale sugli ecovillaggi è stata una meravigliosa opportunità per conoscere realtà in Giappone che intendono attuare progetti per la creazione di ecovillaggi. Ci era stato detto che la gente in Giappone un tempo aveva un forte senso della comunità nei loro migliaia di villaggi rurali e nei quartieri cittadini. Avevano anche un antico e sacro, senso di comunione con la natura, in particolare con gli alberi e con le foreste. Il Giappone infatti è ancora oggi riuscito a conservare il 66% della loro nazione insulare con la foresta, che rappresenta una cifra impressionante se si considera che la forte pressione di cancellare le foreste per ottenere aree coltivabili sempre maggiori ed alimentare la popolazione in aumento.
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CHE COSA E' UN ECOHUB ?



di Redazione FioriGialli

F.A.Q. n. 1 EcoHub Castelli Romani
(a cura di FioriGialli Castelli Romani– 28-09-12)  - (Frequently Asked Questions ECOHUB n.1 )

Che cosa è un EcoHub?
Un EcoHub è un ecocentro, un centro ecologico polivalente dove sono svolte le più diverse attività, per esempio terreni e fabbricati dove coltivare orti bio singoli e/o collettivi, laboratori artigiani, empori naturali, libreria specializzata, biobar, negozio e ristorante bio etc con spazi sociali per incontri, spettacoli, manifestazioni varie, conferenze, dibattiti, per ospitare nuove iniziative e la capacità di promuoverle.

Perché questo nome e non, per esempio, ecocentro?
Eco sta per ecologico o ecologista, hub, un termine inglese che originariamente significa “il mozzo della ruota”, dà più direttamente l’idea di cosa vuole fare essere e diventare un ecohub; come negli aeroporti e in altre strutture vi sono gli hub, così si vuole indicare la capacità di un centro di essere di servizio per i suoi soci ma anche per tutta la comunità e la bioregione in cui si trova.

Cosa vuole realizzare un EcoHub?
In primo luogo la promozione di attività, idee e prodotti sostenibili. Quindi creare lavori sani ecologici e responsabili rispetto al pianeta ed alla comunità umana stessa. Prodotti come alimentari bio, artigianato naturale e artistico, libri a tema difficilmente reperibili e/o visibili. Promuovere l’agricoltura bio, le alimentazioni naturali, salvaguardare la biodiversità, le energie rinnovabili e pulite, un’economia alternativa, una cultura ecologicamente responsabile, il raggiungimento di una coscienza globale. Ma anche attività di informazione e informazione, le varie arti, osservatori sul territorio, gruppi di studio specifici, eventualmente anche scuole alternative, varie associazioni culturali e cooperative e tutto quello che ancora può venire in mente riguardo questi temi.

Come Gruppo EcoHub Castelli Romani intendiamo realizzare uno spazio con caseggiati e terreni dove condurre:
• orti e giardini naturali, tenere feste, mostre, riunioni e seminari.
• la promozione di idee e manufatti (prodotti solidali, libri, articoli artigianali e tanto altro)
• la diffusione di prodotti bio e a km 0 (negozio bio sia per soci Gas che per visitatori).
• un centro per le energie rinnovabili, la bioedilizia e la bioarchitettura.
• laboratori artigianali ed artistici, con attività didattiche e formative.
• studi di naturopatia, omeopatia, erboristeria ed altre medicine naturali.
• le diverse attività e discipline olistiche.
• un punto di incontro socializzante e rifocillante (con biobar e ristorante vegetariano.
• un centro di accoglienza e un centro di turismo sostenibile.
• una casa delle associazioni, un Innovation Center, un incubatore di progetti.
• un centro culturale con convegni, conferenze, seminari.
• un centro di orientamento alla sostenibilità e, se possibile, tanti altri progetti ed iniziative.

Chi può creare un EcoHub?
Noi tutti. L’Ecohub è l’idea di un insieme di attività da sviluppare insieme, sostenere insieme, godere e proteggere insieme. In un certo senso è una vetrina sul territorio di quali elementi e attività può essere composto il mondo diverso e migliore verso cui vogliamo cambiare. Sarebbe un fraintendimento immaginarlo come una semplice attività di imprenditori o un centro sociale aperto con il sostegno delle istituzioni locali.
L’EcoHub ha il suo punto di forza nell’essere una creazione collettiva, promossa da soci sostenitori e soci finanziatori. Quindi dovrebbe essere formato e sostenuto da produttori, consumatori, organizzatori di attività e aperto ad ogni cittadino che ne condivide le finalità.
Può essere l’espressione di una comunità di cittadini che si forma intorno alle sue attività ed iniziative e la struttura di supporto per tante altre iniziative a venire in seguito.

Non pensate che sia un progetto troppo complesso e/o ambizioso?
Un EcoHub non deve per forza essere grande, potrebbero formarsi ecohub medi, piccoli e piccolissimi. Nei modi e nelle dimensioni più differenti. Si fonda sulla capacità di stare e fare insieme, concretamente e praticamente, collaborando e sviluppando la capacità di agire anche oltre il semplice e diretto interesse personale e di gruppo o attività specifica. Anzi, poiché l’unione fa la forza, molti problemi che assillano le iniziative attuali, troppo deboli e frammentate possono essere alleggeriti e risolti positivamente proprio dalla sinergia del fare insieme. Non deve riprodurre le trappole dei meccanismi burocratici, economici e relazionali esistenti, ma praticarne le soluzioni alternative, piccole o grandi che siano.

Come pensate di realizzare il progetto?
Il progetto è condotto da un gruppo guida che si forma e si stabilizza spontaneamente intorno ad una condivisione reale dell’obiettivo, sottoscrivendo un documento di intenti, dandosi alcune regole elementari di funzionamento, creando una prima piccola cassa collettiva da sottoscrivere mensilmente e suddividendosi i compiti e i lavori che devono essere sviluppati per la realizzazione del progetto.

E per chi non ha tempo o possibilità di far parte del gruppo guida?
Può entrare a far parte del gruppo di ascolto, una prima cerchia di sostenitori esterni del progetto che può collaborare anche solo con micro donazioni e fornendo spunti, e suggerimenti al lavoro del gruppo guida. Il Gruppo di ascolto e il Gruppo Guida si incontrano e confrontano periodicamente.

E poi?
Quando il progetto sarà pronto e condiviso inizierà la raccolta pubblica dei fondi. Immaginiamo tante quote di sostenitori intorno ad un migliaio di euro e alcune decine di soci finanziatori per qualche decina di migliaia di euro. Nel frattempo promuoveremo cene, cercheremo sponsor e altre modalità di finanziamento.

Pensate di poter acquisire le strutture per l’ECOHUB in tempi rapidi?
Una prima piccola parte del lavoro è stato fatto, prima delle strutture fisiche è importante che si formi un buon gruppo guida, coeso e giustamente dimensionato sia per dimensioni che per capacità al progetto che si vuole realizzare. Proprio per testare e rodare il gruppo guida siamo intenzionati ad iniziare in piccolo alcune di queste attività in locali provvisori, prima di iniziare con l’acquisto vero e proprio di locali e terreni.

Perché i cittadini dovrebbero diventare sostenitori del progetto, cosa ne hanno in cambio?
In primo luogo Ecohub è una idea di solidarietà e responsabilità collettiva. Quindi raccoglie naturalmente coloro che sanno dare e donare. Ad ogni modo l’EcoHub sarà un luogo e una alchimia di attività economiche sociali e culturali ed i soci sostenitori ne riceveranno moltissimi vantaggi, ben superiori al piccolo impegno economico richiesto. Innanzitutto gratuità e agevolazioni sui locali dedicati, e sconti anche consistenti su beni e servizi offerti nell’ecohub (prodotti bio, merci varie, corsi e seminari, spettacoli etc,), quindi da questo punto di vista (del contraccambio) un affarone!

Un progetto come questo necessità di parecchi soldi da investire, come pensate di reperirli?
Come già accennato con un mix di donazioni di sostenitori (1.000 euro ognuno) e piccoli risparmiatori (5 -10-20-30.000 ognuno) più l’autofinanziamento diffuso e le sponsorizzazioni che il gruppo di promozione saprà raccogliere. Siamo contrari a contributi di origine politica e/o istituzionale, vogliamo che sia un progetto realmente autogestito dai cittadini. Accettiamo ovviamente le donazioni accettabili. Diversamente saranno proprio le specifiche attività dell’EcoHub che potranno raccogliere contributi monetari come meglio credono, sviluppando il found-raising più appropriato per l’iniziativa stessa.

Come sarà configurato giuridicamente il progetto e quali le garanzie per i sostenitori e i risparmiatori-finanziatori?
L’acquisto sarà condotto da una Fondazione rappresentativa di coloro che hanno effettivamente promosso e condotto il progetto. Sarà una Fondazione partecipata che si consulterà periodicamente con l’assemblea di sostenitori formata con la regola dell’uno vale uno.
La Fondazione sarà proprio una istituzione di garanzia. Possederà la struttura fisica ma non la gestirà direttamente, ne potrà trarne utili ad eccezione dei costi stretti di assicurazione, manutenzione e costi di base legali e burocratici.

Da chi sarà allora condotto l’EcoHub?
La Fondazione delineando già nel suo statuto fondativo le finalità che intende perseguire, quelle e non altre, consultandosi con l’assemblea dei soci sostenitori e finanziatori incaricherà una segreteria operativa, sempre provvisoria e revocabile che dovrà selezionare le migliori capacità di altri, singoli, gruppi, associazioni e aziende, di condurre le attività programmate.
Queste ultime, i gestori effettivi delle attività, saranno autonomi e riceveranno le strutture in comodato d’uso con una contenuta spesa di incarico mensile e saranno comunque tenuti a rispettare un dettagliato regolamento dell’EcoHub, che se violato sarà motivo di revoca istantanea (esercitato dalla Fondazione).
Si deve impedire che l’errore di uno o di una parte affossi il progetto e si deve anche impedire la concentrazione del potere e la formazione di cordate di potere e interessi, non deve diventare una società standard o peggio il classico condominio.
Con la formula individuata, similmente a quanto già fatto da altri ecovillaggi e progetti alternativi, il potere e le occasioni di scontro sono spezzettate e in gran parte vanificate. Nessuno può e deve controllare un EcoHub.

E se un cittadino vuole partecipare al progetto?
Gli viene chiesto di sottoscrivere un documento di intenti e di impegnarsi a versare liberamente successivamente, e solo se, a quel punto sarò ancora convinto della bontà del progetto, un contributo che al momento abbiamo individuato in 1.200 euro, una quota bassa proprio per permettere la partecipazione a tutti, compreso precari e giovanissimi. In più se lo desidera può anche da subito far parte del Gruppo di Ascolto come specificato sopra.

Perché non volete e non cercate finanziamenti pubblici?
Perché l’idea è molto diversa dalle tante coop e associazioni esistenti che spesso esistono solo per il tempo di spendere i finanziamenti ricevuti. EcoHub è un processo di auto-organizzazione e di autogestione e vuole dimostrare che insieme, semplicemente, si può fare! Inoltre non vogliamo che il progetto sia condizionato o addirittura colonizzato da interessi politici, partitici, economici, finanziari e/o speculativi., tutti fattori molto inquinanti che in un centro ecologico non vanno bene.

Che differenza c’è tra EcoHub, i Gas (Gruppi di acquisto solidali) e le cooperative?
L’idea di Ecohub mette insieme tutti i vari principi degli stessi GAS e delle cooperative. Si coopera insieme finanziando e promuovendo un centro, da questo punto di vista è un GAT (gruppo di acquisto terreni). Inoltre crea lavori sani e alternativi a questo sistema sviluppando pratiche ecologiche, sostenibili, KMzero e fornendo prodotti e servizi solidali con la comunità locale e la sua bioregione. Potranno sviluppare monete locali e grazie al mutuo appoggio configurare attività non compulsive indirizzate ad una pratica di conversione ecologica e di decrescita felice e serena. Perciò è un gruppo solidale. La cooperazione è il principio base di tutta l’iniziativa che tuttavia darà margini di libertà e di autonomia ad ogni protagonista e partecipante favorendo la biodiversità della attività ed una più libera e piena espressione delle attività umane.

Ecohub è un progetto a Km Zero?
Lo è in partenza. Può essere, riuscendo,la migliore espressione di una comunità locale e allo stesso tempo può collegarsi in rete con altre iniziative e centri affini dappertutto (gemellaggi etc)

Il luogo dell’EcoHub non potrebbe essere in affitto anziché in acquisto?
Anche, dipende dalle condizioni. Perché vogliamo lavorare a qualcosa che abbia un futuro certo nel tempo e che svincolandosi dal carissimo costo degli affitti permetta al suo interno di praticare attività e fornire prodotti a prezzi equi e competitivi, anche su un piano umano e lavorativo, non solo economico.
L’acquisto è quindi una garanzia di condizioni felici ed ecocompatibili anche per piccolissime attività ed iniziative.

Solo così si può realizzare un EcoHub, non sarebbe più facile tante cose sparse sul territorio e collegate in rete?
 Innanzitutto il collegamento deve essere reale e non virtuale, cioè deve sviluppare sinergie, potenzialità di autosufficienza e capacità di comunicazione e incontro con tutto il territorio. Un EcoHub può essere anche diffuso, cioè con tanti punti sparsi sul territorio, ma per essere tale deve essere collegato intorno ad un Hub, motore alchemico e non meccanico delle iniziative. Intanto attualmente ci sono già sempre molte iniziative su ogni territorio che anche se apparentemente si collegano in rete, restano di fatte isolate, deboli frammentarie e frammentate.

E non potrebbe restare così, spontaneamente?
Spontaneamente è già così, noi intendiamo lavorare affinché diventi qualcosa di più felice, di più solido ed efficace. Siamo sottoposti ad una pressione tremenda: la sovrappopolazione, una società inquinata, un ambiente inquinato, la preponderanza degli interessi economici e personali, siamo soggiogati dall’economia della crescita, sottomessi a partiti, istituzioni, banche, quasi sempre corrotti.
Tutto questo mondo già esistente ha una infinità di forme societarie: le aziende, le società per azioni, le multinazionali, la Chiesa, le banche, i partiti, le stesse istituzioni locali, statali, europee.
Cosa può un cittadino, una famiglia o una piccolo gruppo se non si mette insieme, non si auto-organizza in comunità, in associazione , in cooperativa e lo dimensiona sufficientemente ampio ed efficiente da renderlo possibile? Se non fa questo non vi sarà mai alcun cambiamento possibile. Possiamo solo rifugiarci in noi stessi, cambiare dieta, fare un piccolo orto, scegliere di lavorare un po’ meno se possibile ma non saremo mai in grado di cambiare qualcosa intorno a noi.

Ma perché dobbiamo cambiare intorno a noi, non è meglio la nostra trasformazione interiore?
Perché la trasformazione interiore e il cambiamento anche molto parziale del mondo sono fratelli gemelli o amanti predestinati, vanno sempre insieme. L’impegno per il cambiamento è un impegno globale: sia dentro che fuori di noi dobbiamo risolvere problemi ed affrontare avversari. L’esercizio in ognuno dei due campi facilita e nutre il cambiamento nell’altro. Se siamo onesti con noi e il mondo sappiamo che è così, siamo individui liberi e unici ma siamo anche parte della comunità e dell’ambiente sociale e naturale intorno a noi, essi ci condizionano e in parte ci determinano. Tu sei quindi io sono, dicono in India.


Non si corre il rischio di deviare il progetto verso un centro commerciale un pò alternativo?
L’Ecohub deve avere una solida base economica e proprio con questa potrà sviluppare attività gratuite, sociali e solidali. La parte economica è di base e non deve divenire preponderante, gli altri obiettivi dell’Ecohub sono sociali e culturali. Queste finalità saranno stabilite in modo chiaro e impegnativo nello statuto di fondazione e il regolamento interno ne chiederà il rispetto.

Resta comunque un progetto complesso. Non si corre il rischio di replicare tutte le trappole del mondo “normale”?
Il rischio deve essere evitato proprio con l‘attività comune e la collaborazione tra tutte le parti. Ricordiamo che in partenza l’acquisizione e la regolamentazione (di cui sopra) crea veramente un campo potenziale libero da molti condizionamenti del mondo normale, innanzitutto economici ed anche in parte burocratici. La decrescita felice e la conversione ecologica sono idee che vanno applicate concretamente determinando una cultura ed una pratica alternativa. EcoHub è un esercizio ed un esperimento per fare questo, il cambiamento.

Che rapporto c’è con l’idea di EcoVillaggio?
Ecohub è una forma di ecovillaggio diffuso. Gli Ecovillaggi sono realtà dove si vive e si lavora insieme. I Cohousing sono luoghi dove si vive insieme e si lavora altrove. Gli Ecohub sono realtà in cui le persone abitano sparse su un territorio ma collaborano e cooperano insieme in un centro e le sue attività. Da questo punto di vista sono molto più facili ed economici da realizzare di ecovillaggi e cohouse project.
Tutte tre le forme, ecovillaggi, cohousing, ecohub si basano sul’intenzione di fare le cose insieme e sulla capacità di riuscirvi. Sono tutte forme di comunità intenzionali.

Credete che le persone sappiano stare e fare le cose insieme?
Dall’alba dei tempi quello che abbiamo fatto è stato fatto insieme. La famiglia, la tribù, la comunità sono universali ed eterni. La società, lo stato, le organizzazioni sono storiche e con troppi problemi mai risolti.
Certamente non siamo cresciuti in una cultura comunitaria e dobbiamo avere la pazienza e la capacità di re -imparare a fare le cose insieme. Non è facile ma se ci riusciamo, quando vi riusciamo succedono cose belle, si fa l’amore, si fanno bambini, si fanno viaggi, si fanno imprese, si scoprono e si vivono altri mondi di possibilità e di sogno. Ecohub è un progetto di transizione da una economia della crescita ad una comunità responsabile ed ecocompatibile da tutti i punti di vista.

Che rapporto c’è con l’idea di centro sociale?
Ecohub è naturalmente una forma di centro sociale, ma anche economico, ecologico e culturale. Si basa sulla certezza del luogo e del gruppo che lo sostiene, differentemente dalla estrema fluidità tipica dei centri sociali. Un luogo dove lavorare, stare e crescere insieme.

Esistono già progetti del genere?
Diversi e come modello sempre più. Alcuni si autodefiniscono ecovillaggi diffusi, altri sviluppano solo una parte del progetto Ecohub e lo vorrebbero fare in futuro. Gli ecovillaggi più solidi e consistenti già sviluppano al loro interno o all’esterno dei centri di iniziativa come gli EcoHub. Nei prossimi mesi effettueremo uno studio comparato di altre realtà già esistenti e formeremo dei gruppi di visita a queste realtà sia in Italia che in Europa.

C’è solo un modo di realizzare un EcoHub o ve ne sono diversi?
Tanti quante le stelle del cielo. Possono essere piccoli o grandi, rurali o cittadini, concentrati o diffusi, reali o semivirtuali (come alcuni progetti nel web). Di fatto ogni progetto realizzato è una realtà a sé, creativa, unica ed irripetibile. Il bello della vita sono le sue possibilità infinite. Così stupisce sempre.
Naturalmente possono essere anche ecohub falsi, venir falsificati manipolati e distorti dai difetti umani, gli interessi economici e le manipolazioni politiche. Noi, Fiori Gialli, forniamo uno schema, un approccio che può essere sviluppato in infiniti modi ed anche naturalmente modificato.

Non si correrà il rischio di realizzare al massimo una cosidetta “isola felice”?
Le isole sono approdi davvero felici quando c’è un naufragio. E se ci si può spostare da luogo a luogo il contatto e la reciproca influenza con l’ambiente sociale e naturale sono inevitabili, necessari ed arricchenti. Naturalmente si deve voler fare questo e non rinchiudersi in una identità separata, privilegiata, fittizia. Dobbiamo comunque prima riconoscere la nostra condizione di naufraghi.

Il progetto è interessante ma come saranno gestiti gli eventuali conflitti e come si può evitare che le finalità originarie del progetto siano distorte e deviate?
Dobbiamo accettare il rischio che fa parte poi della vita e di qualunque cosa. Come metodi decisionali adotteremo tutti gli strumenti della convivialità: l’apertura del cuore, la comunicazione nonviolenta, la pratica del cerchio, la ricerca del consenso, la partecipazione continua, il controllo partecipe della comunità.
In modo non sempre perfetto comunque, le comunità non troppo piccole e non troppo grandi hanno dimostrato per millenni la capacità di autogoverno ed in mancanza di pressioni estreme esterne hanno saputo persistere per tempi lunghi. Diversi di noi del primo gruppo guida hanno maturato già esperienze significative in altri progetti alternativi e nel lavoro di gruppo e su questo si sono formati.

L’idea è carina, come mai non ci sono già EcoHub dappertutto?
Perché è un passaggio evolutivo, da ciò che noi individui vogliamo fare, a quello che sappiamo fare e amiamo fare con gli altri. E’ semplice ma semplice non è sinonimo di facile, troppi ostacoli devono essere superati perché questo modello si diffonda con successo.
In primo luogo i nostri egoismi che determinano innanzitutto una miopia di visione della realtà e degli altri. Poi le nostre paure e l’economia e le sue ferite, le leggi, i vari poteri e interessi etc. Ad ogni modo i villaggi, dove ci sono ancora, hanno spesso molte caratteristiche degli EcoHub.

Come si aderisce al progetto?
Sottoscrivendo un documento di intenti e impegnandosi in seguito, sempre liberamente, a donare una quota di sostegno all’associazione. E’ inoltre in formazione un gruppo di risparmiatori con intenzione di finanziare con cifre un po’ superiori che saranno retribuiti a normali tassi di interesse. In seguito si può far parte sia del Gruppo di Ascolto sia del Gruppo Guida. Chi cambia idea nel corso del tempo può sempre rendersi libero. Precisiamo che quello che è stato donato al gruppo rimane del gruppo. Differentemente i risparmiatori che investiranno cifre più consistenti saranno tutelati nel loro recesso.

Tecnicamente una prima garanzia è proprio che la raccolta fondi primaria è destinata all’acquisizione di un bene immobile. La seconda garanzia è proprio la Fondazione che garantisce una proprietà collettiva ed inalienabile. Le attività economiche che partiranno nel centro saranno ognuna autofinanziate dai soggetti stessi che li conducono e con la cassa restante saranno finanziate attività gratuite senza tornaconto economico. La partecipazione diretta al progetto è di fatto la terza garanzia.

Come è nata questa idea degli Ecohub?
L’idea degli Ecohub è nata in alcune conversazioni svoltesi oltre 3-4 anni fa nella sede di FioriGialli. In questa idea confluiscono molte riflessioni diverse: l’esperienza di formazione di un ecovillaggio, il lavoro svolto in diversi gruppi, anche politici, le esperienze di partecipazione ad alcuni grandi progetti alternativi degli anni scorsi, la conoscenza di molte realtà alternative, dei loro successi e anche dei loro fallimenti. Il disincanto ottenuto dalle esperienze fatte. Si struttura inoltre sul concetto di rete, nodi di rete e flussi di energia tipico sia degli ecosistemi naturali sia delle reti virtuali del web. E’ una nuova proposta di cultura comunitaria e cooperativa, ma forse in realtà non è nemmeno nuova.

E’ meglio progettare un ecohub o frequentarlo?
Frequentarlo, quando l’EcoHub c’è e riesce, è sicuramente più facile. L’EcoHub è come una ruota, come la vita – e ripetendo le parole di una vecchia canzone di Claudio Rocchi - ognuno può scegliere dove mettersi nella ruota: al centro, in mezzo o sui margini esterni. Il problema è quando la ruota non c’è e si resta vittima e immobilizzati da un incantesimo, la comune condizione moderna è questa, anche se ne simula molte, non vuole la ruota.

Perché vi volete complicare la vita?
Non ce la vogliamo complicare. Sono i sogni che fanno questo. Sarebbe bello onorare il meglio delle speranze e dei ricordi in ognuno di noi, coltivato con pazienza e determinazione e conservato nei momenti disperanti e celebrarne la riuscita anche in modo semplice. EcoHub è solo uno schema di base, un approccio e insieme una possibilità e una visione. Una utopia pratica. Speriamo di farcela.

A cura di FioriGialli Castelli Romani  – 28/09/2012



Il progetto mi sembra molto interessante,ma forse,secondo me,di non così semplice realizzazione..Forse un pò utopico,anche se si avverte la buona intenzione.
Sposare personalità diverse e con intenti apparentemente simili non è semplice,presuppone un lavoro di autoconoscenza e coraggio di scoprirsi e di conoscere oltre le propie risorse anche i propri limiti..
Siete sicuri di volervi confrontare in questo?

penso che invece senza la voglia di utopia non si vada avanti....ed è un'idea che si dovrebbe divulgare......ma purtroppo in questa societa del globale non credo ci sia molta gente che volgia mnetere in discussione quello che hanno....almeno no veramente

..in un momento strano come quello che stiamo vivendo è un'ottima iniziativa. Mi piace la cooperazione e il servizio...spero che questi centri sorgano su tutto il territorio nazionale, penso anche alla solitudine di questo momento, molte persone si sentirebbero + integrate con iniziative così...grazie Viola

Io invece auguro a tutti loro di realizzarlo a breve ! Sto lavorando anche io nell'olismo culturale e sto realizzando qualcosa di molto interessante per le donne... affinché impariamo tutte insieme ad avere più fiducia in noi stesse, nel nostro valore femminile, in ciò che sappiamo fare, a prenderci cura di noi non solo a livello fisico, ma anche a livello di crescita personale a 360°in modo da trasmetterlo anche ai nostri figli. Siamo un ottimo strumento di crescita per avere una società più equilibrata a soddisfatta. Se lavoriamo tutte insieme, ognuno con le proprie competenze, abilità e passione per il lavoro che svolgiamo, ce la facciamo sicuramente. Basta cambiare la frequenza di pensiero da negativo e sfiduciato in positivo e attivo, produttivo. Del resto, come facciamo ad ottenere cose positive con modalità distruttive e sfiduciate ? Ognuno di noi può fare la differenza per risollevarci dalla crisi ! Magari rispolverando anche le attività quali artigianato locale, sartoria, studio e uso delle erbe, cucina bio, e altre attività cadute un pò in disuso ma che ci piacciono e che ci danno tanto, sia in qualità di salute che di divertimento e passione x le cose buone di una volta. E con internet possiamo suscitare l'attenzione giusta.. ;-) Ce lo dobbiamo, x il solo fatto di esistere e respirare, vi pare ? Vi auguro una buona serata e non appena avrò il sito internet attivo ve lo invio, così potete vedere cosa facciamo, e se vorrete partecipare alle nostre attività e corsi, siete le benvenute ! :-)
Intanto per contatti vi lascio l' email del nostro gruppo di donne : [email protected]
Buona serata Monica

Rispondo all'iniziativa che si potrebbe creare , x esempio
io sono una donna che ha lavorato tutta la vita da quando ho 19 nell'imprenditoria femminile, agricola, olistica, orti bio, creatività, musica , cultura e tante cose che ci collegano
alla madre terra. Se guardate su facebook Azienda Agricola Le Cetine vi potete fare un pò l'idea del posto e ora visto che non di mia proprietà e tutto quello che ho lavorato nela mia vita è stato investito in questo bellissimo posto. Vorrei in quanto donna riuscire a creare un centro o azienda o per poter mettere insieme le nostre idee e attività lavorative.Ora leggendo la lettera di Monica Poterefemminile consapevolezza vorrei trovare il modo per creare una sinenergia insieme allle diverse atttività. Grazie Roma email [email protected]

Ciao Romana, mi fa piacere conoscerti e collaborare con chi si occupa di cose che amo e appassionano anche me. Ti invio e-mail da potere femminile cosi ci scambiano recapiti e ne parliamo. Grazie per avermi contattato. A presto
Monica Cappannelli

MI PIACE MOLTISSIMO L'IDEA DI ECOHUB, MI PIACEREBBE PARLARNE PER POTERLO REALIZZARE. GRAZIE

complimenti! che idea meravigliosa, la coscienza evolve e così un'economia etica creata dalle coscienze più evolute, che consideri le esigenze di chi è attento alla salute e ai bisogni di tutti, in primis Madre Terra. Mi piacerebbe seguire lo svolgimento del progetto. grazie e auguri, stefania

scritto da: Monica Cappannelli il 27/02/2014 alle 17:43
Buona sera, grazie. Ho avuto un po' di problemi, mi sono dovuta prendere cura di me e non ho potuto rispondere a chi mi ha contattato. Scusate. Adesso si riparte. Ho creato il nostro sito per un'associazione culturale femminile di crescita e sviluppo personale. Potete prendervi conto dei nostri progetti. C'e' anche la possibilita' di collaborare con noi non solo per l'Ecovillaggio, ma anche come operatori olistici e coach del benessere per chi lo desidera. Potete iniziare dal Coaching del corpo fisico, con la naturopatia e l ayurveda, con il Coaching emozionale per gestire le emozioni, con il coaching finanziario per l'indipendenza economica femminile, con le varie tecniche quantistiche fino ad arrivare ai piani piu' alti dell'essere in piena autonomia di scelta e spontaneita', valutando la propria creativita' e le proprie capacita', abilita' personali. Troverete nel sito tutte le spiegazioni. In
ogni caso potete contattarci, dalla pagina contatti e chiederci informazioni anche sui corsi
che trovate nelle pagine altro e servizi. Abbiamo disponibili anche degli ebooks. Scriveteci
ed inviateci un'e-mail con i vs dati per l'invio.
Grazie di cuore, ci aspettiamo.
Siamo presenti anche su twitter potete aggiungerci per seguire le novita' : AssDonneArcobal

Cordialmente,
Monica Cappannelli

Ho letto con interesse del progetto del 2012 sull'ECOHUB, ad oggi a che punto siete? Io abito in valle d'Aosta e mi piacerebbe estendere un progetto simile qui tra le montagne :-)
fatemi sapere! Grazie mille
federica

Abito a Velletri, sto per andare in pensione,dopo tanti anni di insegnamento e altro. Il progetto di ecovillaggio mi attrae moltissimo, fatemi sapere.grazie saluti Lucia

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