Osservando lo stato di benessere che proviamo quando balliamo, quando saltelliamo sulle punte dei piedi o semplicemente dall'osservazione di un bambino mentre compie i suoi primi piccoli passi, il Dottor Greb ne ha dedotto che camminando noi dobbiamo adoperare i piedi diversamente, passando dal modo comune d'incedere all'andatura sulla punta del piede o, se si preferisce, sull'avampiede.
Invece di toccare terra con il tallone, dobbiamo farlo prima sulle dita e sulle sporgenze muscolari dell'avampiede, arrivando così a uno stato di rilassamento su tutto il piede, mentre l'altro, dalla sua posizione eretta, mira alla nuova posizione con la punta che "ciondola" in modo rilassato e non, come invece accade sempre, con uno slancio in avanti, il che ci induce inevitabilmente all'usuale atterraggio sui talloni.
Questo è ciò a cui il dr. Greb ha dato il nome di GODO. Il nostro cosiddetto "normale" comportamento nel camminare, "rullando" sui talloni, ci impedisce di posarci a terra in modo leggero, delicato, e crea come una scossa che si ripercuote fin nel cervello, nella scatola cranica, il che ha come conseguenza i diffusissimi dolori alla schiena. Con GODO, invece, le catene muscolari funzionano in modo armonico dalla punta dei piedi fino al cuore.
La possibilità d'insorgenza di crampi o di dolori alle vene viene pressoché azzerata. L'Autore stesso così si esprime: "Il GODO è per la maggior parte degli uomini ancora qualcosa di completamente nuovo. Esso non si riferisce però solo al camminare". Leggendo il libro infatti, ci si rende conto che GODO è quasi una filosofia di vita che ci rende più recettivi, più sensibili, soprattutto nei confronti della terra e del nostro rapporto con essa.