Per indicare questa verità essenziale Osho usa uno dei testi più preziosi della tradizione indiana: la Ishavasya Upanishad. Ma ne fa un uso insolito: lo scopo è creare un trampolino che permetta al lettore di tuffarsi letteralmente nel senso ultimo delle parole:
"Le parole delle Upanishad sono già state spiegate prima d'ora, ma questa è la prima occasione in cui viene fatto uno sforzo reale per penetrarne il significato profondo, la loro anima". Infatti, per la prima volta esse vengono collegate a un processo di reale trasformazione, grazie alla meditazione.
Il messaggio delle Upanishad è semplice, spiega Osho, esse affermano che la vita è un mistero che si dispiega davanti a noi: "Non è nascosta in nessun luogo, non è dietro ad alcun velo, eppure è un mistero".
Ma per comprenderlo, occorre rifuggire l'intelletto, e le regole della logica da esso stabilite. La logica può solo aiutare a conoscere intorno alla verità, non permetterà mai di conoscere il Vero: "Le regole della logica non sono altro che finzioni. Non esistono regole definite dalla natura o dalla vita.
Tutto nella vita è fluido, tutto cambia. La notte muta nel giorno e il giorno nella notte. L'infanzia muta nella gioventù e la gioventù nella vecchiaia. La vita muta nella morte...", e attraverso il suo commento Osho aiuta a entrare in sintonia con la verità della vita.
"POSSIAMO ESSERE SOLO CIÒ CHE GIÀ SIAMO. NON VI È ALTERNATIVA. QUANTO È NASCOSTO IN NOI VERRÀ RIVELATO, E QUANTO È MANIFESTO VERRÀ DI NUOVO CELATO. IL SEME DIVERRÀ ALBERO, E L'ALBERO TORNERÀ DI NUOVO A ESSERE IL SEME. QUESTA È LA LEGGE ETERNA DELLA VITA. IN COLORO CHE AFFERRANO TOTALMENTE QUESTA LEGGE, LE PREOCCUPAZIONI E LE ANSIE SVANIRANNO COMPLETAMENTE. ALLORA, NON VI SARÀ NULLA CHE PRODUCA INFELICITÀ. NON VI È RAGIONE DI ESSERE INFELICI QUANDO SI VIAGGIA VERSO LA PROPRIA DESTINAZIONE. E NON VI È NEPPURE RAGIONE DI ESSERE FELICI, PERCHÉ NON OTTENIAMO NULLA CHE GIÀ NON AVESSIMO QUANDO ABBIAMO INIZIATO