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Il denaro è divenuto il parametro che misura quanto ricche o quanto povere siano le persone. È divenuto la misura del benessere umano. Vivere con meno di un dollaro al giorno è la definizione di povertà. Aumentare il proprio reddito a più di un dollaro al giorno è considerata la fine della povertà. Questa equazione tra denaro e ricchezza e tra ricchezza e benessere è tuttavia mal posta, per diverse ragioni. II denaro non riflette la ricchezza della natura o la ricchezza delle persone e di sicuro non è in grado di misurare il benessere della società. Sia "ecologia" sia "economia" derivano dalla stessa radice, quella di oikos, il termine greco per «casa».
Fino a che l'economia si concentrava sulla famiglia, essa riconosceva e rispettava il suo fondamento nelle risorse naturali e nei limiti del rinnovo ecologico; ed entro questi limiti si preoccupava di far fronte ai bisogni primari degli uomini. E questa economia basata sulla famiglia aveva al centro la donna. Oggi l'economia è separata sia dai processi ecologici, sia dai bisogni primari, e anzi si oppone ad essi. E mentre il maggior benessere dell'uomo è divenuto il pretesto che giustifica la distruzione della natura, per la maggioranza delle persone povertà e spoliazioni sono aumentati. Questo, oltre a non essere sostenibile, è anche economicamente ingiusto: viene spacciato come sviluppo economico, e sta conducendo al sottosviluppo; prospetta crescita, e sta causando distruzioni che mettono in pericolo la vita.
II modello dominante di "sviluppo economico" è in realtà divenuto "contro la vita". Il bisogno di risorse per il presente modello economico genera guerre per il petrolio, guerre per l'acqua, guerre per il cibo. Ci sono tre tipi di violenza connessi allo sviluppo non sostenibile. La prima è la violenza contro la terra, ben evidente nella crisi ecologica. La seconda è la violenza contro le persone, che si manifesta nella povertà, nelle privazioni e nelle migrazioni. La terza è la violenza della guerra e dei conflitti, quando i potenti cercano di impadronirsi delle risorse di altre comunità e paesi per soddisfare i loro appetiti senza limiti.
Ho spesso parlato di tre economie: l'economia della natura, l'economia di sussistenza per le persone e l'economia di mercato. L'economia della natura è il fondamento di tutte le economie perché sostiene tutte le forme di vita sulla terra. Nell'economia della natura la moneta di scambio è la vita e i processi che mantengono la vita. Il denaro non può misurare lo stato di salute e il benessere della natura. Il denaro e la vita hanno una relazione monodirezionale. La natura può essere sfruttata, lacerata da scavi minerari, violentata dal commercio per generare denaro. Ma il denaro non può rigenerare la natura. Come dice un proverbio africano, «non puoi mutare un vitello in una vacca solo coprendolo con del fango».
L'economia monetaria e il sistema finanziario globale sono parassitari: depredano le economie che li sostengono, l'economia della natura e l'economia delle persone. Lo stato di salute dell'economia di sussistenza delle persone non si può misurare col denaro. La gente potrà essere più ricca ma sperimenta più povertà perché gli alimenti, i vestiti, le case, la salute, l'energia e l'istruzione sono tutti più cari a causa delle privatizzazioni. Una maggior ricchezza può andare di pari passo con una maggiore povertà materiale, dove le persone hanno meno accesso alle necessità di base come acqua e cibo. Il fatto che, a dispetto della crescita economica, un miliardo di persone non abbia cibo e un altro miliardo non abbia acqua, indica che il denaro non misura il benessere.
L'India in questo momento ha una crescita economica dell'8 per cento annuo, e tuttavia ospita un terzo dei bambini malnutriti di tutto il mondo. In effetti, quando le economie si misurano solo in termini di flussi monetari, le ineguaglianze aumentano, i ricchi diventano più ricchi, i poveri più poveri. E i ricchi potranno anche essere ricchi in termini monetari, ma anche loro sono poveri, nel contesto più ampio del significato di "umanità". Le persone possono possedere immense ricchezze finanziarie ed impoverirsi sul piano sociale, restando senza amore, senza compagnia, senza solidarietà e senza una comunità, con l'anima vuota a dispetto di traboccanti conti in banca. La crescita monetaria si misura di solito in termini di Prodotto Interno Lordo.
II PIL però non riesce a misurare il deterioramento dell'economia della natura e dell'economia sociale. Nella definizione di "misura della crescita" sta la distruzione dell'autosufficienza e dell'auto-approvvigionamento dell'economia di sussistenza delle persone. Se produci quello che consumi, non produci. Questo è il presupposto sotto stante alla crescita. Ed è così che ricchi ecosistemi e ricche culture vengono distrutti. Le risorse e il lavoro devono fare in modo che un ecosistema o una famiglia contribuiscano alla "crescita", misurata in termini monetari. La crescita ecologica non viene valutata; al contrario, la distruzione ecologica contribuisce all'innalzamento del PIL.
La crescita sociale di individui e società non viene valutata; al contrario il deterioramento e la disintegrazione sociale contribuiscono alla crescita del PIL. Questa è la ragione per cui paesi come il Bhutan hanno adottato il sistema di Felicità Interna Lorda al posto del Prodotto Interno Lordo come misura del loro benessere. Economisti come Joseph Stiglitz e Amartya Sen hanno ammesso che il PIL non rispecchia la condizione umana. Ho constatato più e più volte che, quando le risorse delle persone vengono mercificate e le economie delle persone vengono commercializzate, aumenta sì, nella società, il flusso di denaro, ma si tratta soprattutto di un deflusso, dalla natura e dalle persone verso gli interessi commerciali e verso le grandi imprese. L'economia del denaro cresce, ma l'economia della natura e l'economia delle persone si contraggono.
Consideriamo ad esempio l'agricoltura. La produzione di cibo è una produzione primaria, tutto ciò di cui ha bisogno è terra, acqua, bio diversità e l'energia creativa del coltivatore. L'agricoltura ecologica e biologica, ossia l'agricoltura tradizionale, genera un'economia positiva, un'economia viva, che preserva la terra, l'acqua, la bio diversità, genera mezzi di sussistenza e produce alimenti buoni, sani e abbondanti. Non ci sono fame e disoccupazione. Se le siccità e le alluvioni colpiscono la produzione, la fame è un fenomeno localizzato nello spazio e nel tempo. Non è permanente. Perfino oggi ci sono sistemi agricoli che non hanno input monetari esterni e tuttavia producono più alimenti, più salute e più prosperità per le comunità locali che i sistemi industrializzati.
II denaro ha trasformato l'agricoltura da economia positiva in un' economia negativa, che sta uccidendo la biodiversità, la terra, la nostra salute e gli stessi coltivatori. Oggi, nel mondo, ci sono un miliardo di persone permanentemente affamate. Altri due miliardi soffrono di malattie come l'obesità e il diabete, per colpa della cattiva alimentazione generata da cibi nocivi di provenienza industriale. In India abbiamo sotto gli occhi la nuova tragedia del suicidio epidemico dei coltivatori (più di duecentomila dal 1997), visto che "input esterni" più costosi - come sementi geneticamente modificate, non rinnovabili e ibride, pesticidi e fertilizzanti - sono venduti a credito ai coltivatori. Costoro si sobbarcano debiti inestinguibili e finiscono per usare gli stessi pesticidi, che li hanno fatti sprofondare nel debito, per togliersi la vita.
In questa economia negativa, in questa economia del suicidio, il denaro scorre ma la vita si estingue, e il benessere diminuisce. La risposta del governo è più credito, che non fa che acuire la crisi del debito. L'unica soluzione all'epidemia dei suicidi dei coltivatori sono la pratica e la promozione di una produzione biologica e sostenibile, che si liberi dall'acquisto in denaro degli "input esterni" e faccia sì che il valore dei prodotti agricoli rifletta i costi di produzione e i costi di vita delle famiglie dei coltivatori. Nell'economia globalizzata il prezzo degli alimenti non riflette il suo costo reale, che è distorto da quattrocento miliardi di dollari di sussidi dei paesi ricchi e dal monopolio di mercato controllato da cinque giganti del sistema agro industriale. Il denaro ha cessato di essere una misura di valore nel sistema alimentare.
(Estratto da un saggio si Vandana Shiva contenuto nel libro)
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