Ci sono momenti in cui è possibile constatare la necessità di eventi che possono apparire a prima vista casuali o di cui non si è capaci di cogliere o sviluppare tutti i nessi. Quando partii per la mia crociera intorno al continente africano non potevo certo sospettare quanti significati del mio tempo passato e ragioni di quello futuro avrei trovato... La nascita di questo racconto rappresenta uno dei tanti miracoli della forza vitale delle nostre idee che continua a generare, ancora oggi, una catena di fenomeni, modellando la realtà intorno a un nostro personale archetipo misterioso la cui esistenza non avrei mai potuto immaginare se non ne avessi fatto l'esperienza diretta". Così Carlo Scirocchi introduce un racconto che è al tempo stesso una narrazione e un viaggio di esplorazione interiore. I protagonisti sono il narratore (Carlo), una donna (Ginevra) dall'intuito eccezionale che si rivela un'impagabile compagna di viaggio e di vita, un oggetto misterioso e uno strano orefice egiziano, un po' guida turistica, un po' istrione. Incontrato casualmente al Cairo, si unisce alla coppia in un viaggio ricco di sconcertanti scoperte, per comprendere l'uso dell'oggetto misterioso. Durante questo viaggio, Carlo e Ginevra acquisiranno una consapevolezza via via maggiore e, soprattutto, impareranno a porsi le domande giuste prima di andare a cercare risposte.