La preghiera come la conosciamo oggi nella società occidentale si differenzia sensibilmente dalle forme tramandateci per migliaia di anni dalle antiche tradizioni.
Secondo Braden, gli antichi ritenevano che le emozioni – specialmente quella forma di sentire che chiamiamo “preghiera” – fossero la più potente forza presente nell’universo, al punto da influenzare concretamente la materia di cui è fatto il mondo. Se si pensa che pregare significhi fare qualcosa, congiungere le mani e pronunciare delle parole, l’effetto della preghiera è di breve durata. Ma le antiche testimonianze, secondo Braden, indicano che la preghiera è molto più di un fare: la preghiera è ciò che noi siamo! Il segreto non si cela nelle parole che compongono le preghiere, ma nell’umano sentire che le evoca.
La qualità del sentire è la preghiera. Se il sentire è preghiera e se noi siamo costantemente nello stato del sentire, ciò significa che siamo in uno stato permanente di preghiera. Ogni momento è una preghiera.
La vita è una preghiera! Noi inviamo continuamente un messaggio allo specchio della creazione, e la vita non è altro che la Mente di Dio, che riflette in quello specchio ciò che proviamo, ossia la preghiera che abbiamo formulato. Se siamo in grado di sentire qualcosa nel cuore – non solo di pensarlo, ma anche di sentirlo veramente – allora quel qualcosa diventa possibile sul piano dell’esistenza.