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Con La voce del mistero Osho pone l’accento su una delle differenze di fondo fra la cultura occidentale e l’Oriente. L’Occidente ha una scienza del pensiero che si basa sulla ricerca, sulla logica, sull’analisi. L’Oriente ha sperimentato che esistono realtà di cui nulla può essere conosciuto tramite il pensiero. Tutta la realtà può soltanto essere vissuta e in questo libro in particolare Osho avvicina alla realtà per eccellenza, parlando del vivere e del morire, offrendo scorci inattesi e prospettive più ampie sulla dimensione in cui siamo chiamati a vivere e che potenzialmente ci appartiene. Quasi per magia, la lettura innesta intuizioni intime che portano a sentirsi vivi in modo insolito, libero da confini limitati e limitanti: il solo modo per cogliere il senso della morte e del morire nella sua reale prospettiva.
PENSARE E VIVERE: I pensieri sono sempre antiquati. Se ti chiedessi di pensare a una rosa, a cosa penseresti? Non farai che ripetere ciò che già sai di una rosa. A che servono questi pensieri? Come potrai penetrare l’essenza di una rosa per loro tramite? Il pensiero può solo condurti a ciò che nella tua memoria già conosci su una rosa. Ecco perché il pensiero non è mai originale. Non esistono pensatori originali. L’Occidente ha una scienza del pensiero che consiste nella ricerca, nella logica, nell’analisi. L’Oriente si è interessato a qualcos’altro. L’Oriente ha sperimentato che esistono realtà delle quali nulla può essere conosciuto tramite il pensiero. Queste realtà devono essere viste, vissute. E tra vivere e pensare c’è un’enorme differenza.
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