Che cosa significa "uso di arnesi"? L'autore lo spiega fin dalle prime pagine, dandone una definizione precisa e inequivocabile. Un oggetto, animato o no, per essere considerato un arnese deve trovarsi al di fuori del corpo dell'animale e deve essere tenuto o portato dall'animale nel momento in cui viene usato o poco prima; infine occorre che l'animale stabilisca l'orientamento corretto tra arnese e incentivo.
Tenendo come punto di riferimento questa definizione, l'autore presenta una rassegna assai ricca e scientificamente documentata di comportamenti che possono essere catalogati come uso di arnesi da parte di molti animali, specialmente invertebrati, uccelli e mammiferi, tra cui in primo piano scimmie e scimmie antropoidi. Non è stato però solo il desiderio di acquisire una più approfondita e completa conoscenza dei repertori comportamentali degli animali oggi esistenti la molla che ha spinto l'autore a dedicare più di dieci anni allo studio diretto del comportamento tecnico di soggetti che vivono sia allo stato libero sia in cattività, e a indagare gli aspetti ontologici, ecologici, evolutivi e cognitivi di tale comportamento.
In realtà il materiale raccolto rappresenta anche una fonte di dati, complementare e preziosa, per trarre deduzioni affidabili sul ruolo che gli utensili hanno avuto nell'evoluzione umana. L'uso e la costruzione di utensili sono infatti da considerarsi soltanto come uno dei molti fattori selettivi e un elemento temporalmente secondario nell'evoluzione dell'intelligenza umana: a innescarne i momenti selettivi più intensi fu piuttosto il modo di vita dei cacciatori-raccoglitori che, impegnati a perfezionare un sistema sociale e di sussistenza, pervennero al possesso di capacità cognitive più evolute.