In una sintesi estremamente personale e illuminante, Epstein si basa sulla sua esperienza di terapeuta e paziente per integrare la psicoterapia occidentale con gli insegnamenti del Buddha sulla sofferenza, l’illusione, la saggezza e il non attaccamento.
Secondo Epstein le pratiche meditative buddhiste possono aiutare le persone a riappropriarsi dei ricordi rimossi, a elaborare le emozioni dolorose, e a dare una nuova direzione alle energie distruttive.
Se, come sostiene Bion, l’unico modo per non inquinare l’interpretazione psicoanalitica è porsi davanti al paziente “senza memoria e senza desideri”, non permettendo che i pensieri siano colorati dai preconcetti, le emozioni, i desideri di un pensatore, allora la dottrina buddhista del non sé è pregna di suggerimenti per l’analista.