"Apri il cuore e accontentati di quello che la vita ti concede. Siamo tutti invitati alla festa della vita, dimentica i giorni dell'oscurità, qualsiasi cosa possa essere successa non è la fine" Augusto Daolio
Pane e tulipani è il quarto lungometraggio del regista Silvio Soldini e probabilmente il suo film più celebre, considerato il grande notevole successo internazionale di pubblico e di critica e i numerosi premi ottenuti: in particolare il film ha ottenuto tutti i principali riconoscimenti alla edizione 2000 del David di Donatello, vincendo per la miglior regia, il miglior film e per le quattro categorie di recitazione (attori e attrici protagonisti e non). Silvio Soldini in questo film reinterpreta la commedia trasferendola su un piano più introspettivo, dove predominanti sono la sfera del privato e dei sentimenti personali. Il film inizia con un espediente proprio della commedia, una donna dimenticata all'autogrill, e si sviluppa poi trattando il tema della fuga: prima l'autostop verso casa, poi il ripensamento, e con la scusa di visitare una città in cui non è mai stata, Venezia, la protagonista fugge dalla realtà deludente e negativa della sua vita.
Soldini tratta questo argomento con una poetica particolare e "creativa", lasciando da parte sentimentalismi stereotipati o "televisivi", e aprendosi invece all'incontro con personaggi "particolari", frequenti visioni oniriche che riflettono una coscienza malate di presente. Venezia stessa è un simbolo onirico, dove il processo di affrancamento dalle energie negative si compirà definitivamente, a seguito dell'incontro con una umanità nuova ed un nuovo corredo di sentimenti. Questo affrancamento appare del tutto casuale, perché gli incontri e gli accadimenti che cambiano la vita di Rosalba appaiono come fortuiti: la protagonista è necessariamente femminile, perché l'elogio della irresponsabilità e della svagatezza, caratteristiche che si sposano pienamente con il personaggio di Rosalba, può risultare realistico solo nel contesto di un personaggio femminile, al punto che, della casalinga Rosalba (insignificante e per nulla attraente nella sua "normalità") si innamora la platea intera, sia quella maschile, che riconosce nella protagonista una figura femminile ideale, sia quella femminile, che nel percorso della casalinga pescarese si identifica pienamente.
Trama completa: Rosalba (Licia Maglietta) è una casalinga pescarese di origini campane, madre di due adolescenti e moglie di Mimmo (Antonio Catania), titolare di una ditta di idraulica e sanitari, alquanto grossolano ed infedele. Tornando a casa da una gita con famiglia ed amici in torpedone a Paestum, Rosalba viene dimenticata all'autogrill. Decide di far ritorno a casa utilizzando un passaggio in auto, ma il viaggio fornirà l'occasione per una fuga improvvisata verso Venezia. Nella città lagunare la donna, rimasta presto senza denaro, verrà ospitata da Fernando (Bruno Ganz), un cameriere islandese in un piccolo ristorante di periferia che parla però un italiano forbito, colto e letterario, e stringerà poi una tenera amicizia con Grazia (Marina Massironi), una massaggiatrice olistica, vicina di casa di Fernando. Rosalba trova lavoro presso un piccolo negozio di fiori gestito da Fermo (Felice Andreasi), un anziano anarchico e bisbetico che verrà conquistato dai modi discreti della donna. Mimmo non tollera la lunga assenza di Rosalba e decide di indagare assumendo un investigatore, ma, in vena di risparmi, non si rivolge ad un professionista bensì a Costantino (Giuseppe Battiston), un giovane volenteroso che si era presentato presso la sua ditta in cerca di un impiego come idraulico. Costantino, suo malgrado, è costretto a partire per Venezia dove cerca di porsi sulle tracce di Rosalba fingendosi idraulico ma incontra invece Grazia, di cui s'innamora istantaneamente di un amore ampiamente corrisposto. Nel frattempo Rosalba è attratta sempre più dalla personalità delicata, romantica e misteriosa del discreto cameriere, e tra i due si intensifica un rapporto fatto di piccoli gesti quotidiani e di tenere attenzioni. La vita di Rosalba, lontana da casa, sembra ritrovare una dimensione nuova e la donna riscopre interessi, spazi, rapporti che sembrava aver dimenticato, fin quando irrompe sulla scena l'amante di Mimmo, amica di famiglia, che piomba a Venezia per riportare finalmente a casa Rosalba, in quanto anche lei stanca di occupare quegli spazi e quei ruoli lasciati vacanti dalla moglie del commerciante. Rosalba torna a Pescara e scopre un mondo per nulla modificato dalla sua assenza, desideroso solo di riprendere la squallida routine interrotta dalla sua assenza. Fernando, rimasto solo a Venezia, prende finalmente coscienza del legame che lo unisce a Rosalba e con l'aiuto di Costantino e Grazia intraprende un viaggio che si concluderà con il ritorno definitivo di Rosalba a Venezia, accompagnata questa volta dal figlio minore, l'unico con il quale condivide affinità e sentimenti e che l'assenza materna aveva lasciato in uno stato di silenziosa sofferenza.
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