Dove c'è amore, c'è visione.
Richard of St. Victor

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BIONoNBIO
Per un biologico davvero naturale
BIONoNBIO
IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
IL MANIFESTO
DEL CONTADINO IMPAZZITO

<b>IL MANIFESTO<br> DEL CONTADINO IMPAZZITO </b>








libero adattamento
del Manifesto di Wendell Berry


Se amate il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate.
Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
se avete paura di morire….
allora nemmeno il vostro futuro
sarà più un mistero per il potere,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassettino.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno,
quando vi vorranno far morire per il profitto
Continua...
ANIMA DEL BIOLOGICO
OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

ANIMA DEL BIOLOGICO <br>OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico),  ha superato  in Italia i 50 anni, l’età di un giovane adulto. Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico. Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 50 anni bisognerebbe occuparsene.  Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1 A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo
  
Questo libro raccoglie una serie di straordinari articoli, raccolti in due volumi, della prestigiosa rivista internazionale Resurgence che celebra la pubblicazione del 200° numero. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo. Una visione in cui natura, società, spiritualità sono parti integranti l’uno dell’altra. Nel corso della vita possiamo imparare a riconoscere i problemi del mondo e possiamo imparare ad affrontare anche i quesiti più profondi della nostra esistenza, ma dovremmo anche imparare a riconoscere il legame imprescindibile tra noi e il mondo.
Continua...
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2 di A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo

E' il secondo volume della selezione di articoli pubblicati nel corso degli anni dalla prestigiosa rivista inglese "Resurgence", diretta da Satish Kumar, che da oltre 40 anni coniuga insieme ecologia profonda, temi sociali e crescita interiore spirituale. Tratta di temi tutti attualissimi e scritti, come contributo volontario, da autori di fama internazionale quali Vandana Shiva, Noam Chomsky, Fritjof Capra, James Lovelock, Matthew Fox, Theodore Roszak, Lester Brown, Larry Dossey e tanti altri. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo.
Continua...
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro. Continua...
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?

di George Monbiot

Molti comprano prodotti biologici convinti di salvare l’ambiente. Invece di nuovi consumi serve un cambiamento politico. Non andare avanti così. I climatologi avevano detto che gli inverni sarebbero stati più umidi e le estati più secche. Quindi non possiamo dire che le inondazioni siano dovute ai cambiamenti del clima, ma neanche che siano compatibili con attuali modelli climatici.
A causa dell'innalzamento del livello dei mari e della maggiore quantità di pioggia caduta durante l'inverno, basterà che lo straripamento dei fiumi coincida con l'alta marea di primavera per creare i presupposti per una catastrofe. Il nostro principale obiettivo deve essere impedire che i ghiacci della Groenlandia e dell'Antartico occidentale si sciolgano. L'unica cosa che dobbiamo chiederci a proposito dei cambiamenti climatici e' come evitare che ciò succeda. Sono uscite decine di libri e sembrano dare tutti una risposta: possiamo salvare il mondo scegliendo uno stile di vita più saggio e più verde. A luglio il Guardian ha pubblicato un estratto del nuovo libro di Sheherazade Goldsmith, che ci spiega "come vivere entro i limiti della natura".
È facile: basta farsi da soli il pane, il burro, il formaggio, la marmellata e i sottaceti, tenere una mucca da latte, avere un po' di maiali, capre, oche, galline, anatre, alveari, giardini e frutteti. Be', che state aspettando? Continua...
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
Pesticidi.
Antiparassitari e diserbanti chimici sono impiegati nelle coltivazioni di frutta e ortaggi e contaminano tutto il ciclo alimentare. Sono state trovate tracce persino nel latte materno. Questi trattamenti sono ancor più intensivi per i prodotti fuori stagione che è bene evitare. I prodotti biologici sono, naturalmente, esenti dalla presenza di residui chimici.

Metalli pesanti.
I metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e il cromo, contaminano prevalentemente il pesce. Sono a rischio anche le coltivazioni e gli allevamenti vicini a discariche che non garantiscono la completa impermeabilità del suolo.

Mangimi.
In Europa ed in Italia polli e vitelli vengono
Continua...
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LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE


 di Giuliano Foschini

Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto

Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro.

Era una banda organizzata quella dell'olio alla clorofilla, un'"associazione a delinquere" esperta e specializzata, tanto che molti dei componenti sono riconducibili a famiglie della criminalità organizzata. È la mafia di Cerignola (la patria dei caporali del pomodoro), quella radicata nello spaccio di droga e nel commercio di auto rubate. Che, a qualche chilometro di distanza dalla centrale del vino adulterato, aveva messo mano sul grande business della sofisticazione alimentare. E piano piano stava avvelenando l'Italia. Tutti i giorni, a tavola, condendo l'insalata.

A scoprire la banda della 'Mercedes bianca' è stata la procura di Foggia insieme con i carabinieri del Nas di Bari: 39 arresti, quattro famiglie (Pedico, Errico, Sinerchia-Giannatempo e Merra) che, come fossero i mandamenti mafiosi, si erano divisi il territorio, ma condividevano i modi di operare, il business, le tecniche di avvelenamento. Taroccavano l'olio. Poi lo marchiavano con etichette di aziende inesistenti ma dal nome ammiccante (Il Frantoio, La Torre, Le gocce d'oro), con tanto di spiegazione altisonante sul retro ("È olio ottenuto mediante frangitura e sgocciolamento naturale a freddo di olive selezionate"). Lo imbottigliavano. E partendo dalla Puglia o dalla Campania lo caricavano su un furgone Mercedes bianco e con l'aiuto di compaesani emigrati al Nord invadevano i mini-market dell'hinterland milanese e di altre regioni nel Nord.

Il business era enorme: una lattina da cinque litri di olio taroccato costa all'associazione circa 5 euro (comprese le spese di trasporto, le etichette, i contenitori metallici in banda stagnata, i tappi e l'olio di semi). Da quel furgoncino bianco veniva scaricato e venduto nei market del nord Italia come "olio extravergine di oliva" a 20 euro. Il guadagno netto era di oltre il 400 per cento. In 18 mesi, da quando cioè i Nas coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Gatti si sono messi sulle tracce della banda, sono state immesse sul mercato un centinaio di tonnellate di prodotto per un giro di affari di quasi 10 milioni di euro. Frutto, come spiega uno degli investigatori, di un marketing criminale: "Un tempo dal Sud arrivava olio sfuso, costava poco, ma era cattivo. Ora invece si truffano i consumatori sfruttando proprio il fatto che l'olio fosse doc, che arrivasse dagli uliveti pugliesi, che fosse fatto come un tempo". Avevano fatto le cose in grande, come si legge sulle etichette pirata: "L'olio prodotto prima del confezionamento viene conservato in recipienti a temperatura costante in assenza di luce e aria", tanto che "potrebbe formarsi un leggero deposito sul fondo. Ciò è dovuto a precipitazioni naturali che non pregiudicano, anzi denotano la genuinità del prodotto". Quel 'deposito sul fondo' in realtà poteva essere muffa. La banda utilizzava la clorofilla in garage lerci a San Ferdinando di Puglia, un paese a pochi chilometri da Foggia. Oppure acquistava "olio proveniente da organismi geneticamente modificati, olio la cui natura ed eventuale non tossicità sono ancora tutte da dimostrare", scrive il gip di Foggia, Lucia Navazio, che ha arrestato le 39 persone.

A leggere le carte, la Procura è arrivata appena in tempo. L'8 giugno 2007 i carabinieri del Nas sequestrano a Pietro Errico - considerato "il capo indiscusso del sodalizio delinquenziale" - 1.680 litri di olio alla clorofilla pronte a partire per gli Stati Uniti. Dicono gli investigatori che si trattava soltanto di un assaggio del nuovo, grande business: dopo aver invaso il nord Italia, aver cominciato a vendere in Svizzera e Germania, era l'America la nuova frontiera. Errico aveva contattato già l'intermediario per la vendita, preparato la prima partita. I container erano pronti all'imbarco quando sono intervenuti e hanno sequestrato tutto i Nas di Taranto, allertati dai colleghi baresi. Il business negli ultimi mesi stava crescendo, e parecchio. Per questo la banda aveva deciso di non fare più tutto in casa ma di rivolgersi a professionisti del settore per produrre etichette e bottiglie, per di più ditte campane. Era proprio dalla provincia di Napoli che partivano i camion Mercedes alla volta del Nord. Le sofisticazioni venivano realizzate però sempre e soltanto in Puglia; a coordinare le operazioni c'era sempre un componente della famiglia e a colorare l'olio provvedeva un gruppo di rumeni, assoldati e istruiti in mesi di addestramento. A volte sbagliavano, però. Tanto che l'estate scorsa un uomo pugliese dell'organizzazione si prese una bella 'cazziata' dai milanesi. Tanti rifornitori si stavano lamentando che "l'olio faceva schifo. Diglielo, altrimenti qua succede il casino. Dovete tagliarlo meglio", come urlava al telefono uno dei rivenditori, ascoltato dai carabinieri.

L'inchiesta nasce proprio da un errore di sofisticazione. Una serie di utenti segnalano ai Nas di Torino la presenza in commercio di olio cattivo. Vengono così ordinate alcune analisi e l'esito non lascia dubbi: non si trattava di extravergine, ma di olio di semi colorato. Le bottiglie sequestrate in Piemonte portano l'etichetta della Cooperativa Agricola Latorre di Andria. La cooperativa però non esiste. Da Torino viene così mandata un'informativa a Bari e gli uomini del comandante Antonio Citarella in due giorni riescono a risalire al centro si smistamento dell'olio taroccato: il 12 dicembre del 2006 sequestrano a Cerignola circa 30 mila etichette di varie aziende olearie inesistenti, tappi, cartoni per imballaggi, attrezzature varie, e 20 chili circa di sostanza scura, presumibilmente clorofilla. "Da quel momento abbiamo cominciato a risalire la piramide", raccontano gli investigatori: "Era come una matrioska, un sistema fittissimo di scatole cinesi: da un'etichetta arrivavamo a un'altra, indagando su un gruppo malavitoso risalivamo a un altro". "Un effetto devastante non soltanto sul piano del danno arrecato ai singoli destinatari del prodotto alimentare", spiega la giudice Navazio di Foggia: "Ma, se possibile, ancora di più all'immagine del mercato dell'olio extra vergine di oliva italiano. Hanno creato etichette ammiccanti per il consumatore per vendere e truffare meglio. Utilizzando il marchio del made in Italy è stata gravemente lesa l'immagine del mercato nazionale del settore, vista la ricerca di canali di commercializzazione del prodotto all'estero". Gli americani se ne facciano una ragione: per l'olio taroccato doc dovranno ancora aspettare un po'.

fonte: espresso.it
maggio 2008



scritto da: mature porn il 15/03/2011 alle 12:14
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Anche se non leggo prima l'articolo di cui sopra, so già di cosa si tratta avendolo letto in questi giorni sui giornali toscani. La rabbia a leggere articoli di questo genere, è quella che nonostante io mi trovi con i capelli bianchi, "questi Delinquenti" continuano ad arricchirsi sulla pelle della gente comune la quale per arrivare a fine mese è sempre alla ricerca durante la fase della spesa alimentare, alla ricerca di prodotti meno costosi perchè meno noti. Se questi Delinquenti continuano a non preoccuparsi delle conseguenze che possono arrecare ai consumatori e al contempo sanno che male che vada se la cavano con una contravvenzione che gli inficerà si e no il 10% del ricavato dalle vendite effettuate, significa chiaramente, che "le Istituzioni sono colluse" perchè si limitano una volta ogni tanto,quando l'idillio si incrina, ad intervenire. I sindacati in questi casi farebbero meglio a denunciare anch'essi questi Criminali,anzichè prendere una posizione di difesa del posto di lavoro, dove si produce veleno per esseri umani. Se questi soggetti venissero condannati con delle pene esemplari, la volta dopo ci penserebbero meglio prima di farlo.

Normalmente ho acquistato "OLI EXTRA VERGINI" di ditte serie che non risultano indagate, però ultimamente ho acquistato una bottiglia di extravergine "SASSO" come devo comportarmi?
Attendo una Vs gradita risposta porgo i migliori AUGURI




ENZO PISTOIA

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