di Stefano Montanari
Mentre scrivo queste note mi trovo all’aeroporto di Fiumicino, pronto ad imbarcarmi su di un volo Alitalia. Qui tutto il personale in giacchetta verde ha un’aria da cocker bastonato
ed è come in trance. Ieri e l’altro ieri e il giorno prima ancora i vari giornalisti che m’intervistano (“mi raccomando, lei conosce i tempi televisivi: trenta secondi e non di più”) m’interrogano sulla compagnia di bandiera e sul suo stato che non è più preagonico come é stato per anni, ma ormai con un piede nella fossa. Pare che chi “la sa lunga” non si sia mai accorto in tutti questi anni che se hai personale in evidente esubero perché è stato assunto con i soliti criteri italici dell’amico dell’amico, se i servizi sono tutt’altro che impeccabili e se hai un manager che dimostra in maniera lapalissiana di non essere in grado di condurre nemmeno una linea provinciale di autocorriere, eppure si fa arrivare nelle sue tasche tanto denaro da fare invidia a un satrapo del gas russo (più o meno 1.600 Euro/ora per 24 ore al giorno e per 365 giorni/anno), le cose non possono funzionare.
Da qualche settimana vivo una full immersion nel mondo della campagna elettorale. Un’esperienza del tutto nuova che, se non è invidiabile, è senz’altro interessante almeno dal punto di vista psichiatrico.
Tra i tanti casi d’interesse medico, m’imbatto sempre più spesso in giornalisti o, meglio, in personaggi che si autodefiniscono tali, che “la sanno lunga” e che mi trattano per quello che sono: da dilettante. Nella loro spocchia, ciò di cui non si accorgono è che è il “professionismo” loro e di chi li imbecca ormai per inveterata tradizione ad averci condotto dove siamo ora. Né si accorgono di quanto fino ad ora abbiano vissuto in una sorta di mondo illusorio dove il più comune buon senso è stato gettato alle ortiche, dove la legalità esiste solo laddove faccia comodo a chi “conta”, dove l’informazione passa attraverso filtri che molto annullano e quasi tutto ciò che passa è distorto, e dove persino la scienza è stata bandita. Presunzione, questa, che ci sta costando carissimo.Per me che sono un dilettante e che di buon senso e scienza non so fare a meno, anche perché mi manca l’addestramento necessario per usare il cervello secondo canoni diversi, è del tutto ovvio che i nodi vengano sempre al pettine, che, quando si commette un errore di rotta, non si arrivi alla meta prefissata ma altrove.
Mentre scrivo queste note mi trovo all’aeroporto di Fiumicino, pronto ad imbarcarmi su di un volo Alitalia. Qui tutto il personale in giacchetta verde ha un’aria da cocker bastonato
ed è come in trance. Ieri e l’altro ieri e il giorno prima ancora i vari giornalisti che m’intervistano (“mi raccomando, lei conosce i tempi televisivi: trenta secondi e non di più”) m’interrogano sulla compagnia di bandiera e sul suo stato che non è più preagonico come é stato per anni, ma ormai con un piede nella fossa. Pare che chi “la sa lunga” non si sia mai accorto in tutti questi anni che se hai personale in evidente esubero perché è stato assunto con i soliti criteri italici dell’amico dell’amico, se i servizi sono tutt’altro che impeccabili e se hai un manager che dimostra in maniera lapalissiana di non essere in grado di condurre nemmeno una linea provinciale di autocorriere, eppure si fa arrivare nelle sue tasche tanto denaro da fare invidia a un satrapo del gas russo (più o meno 1.600 Euro/ora per 24 ore al giorno e per 365 giorni/anno), le cose non possono funzionare.
E poi, ancora i giornalisti mi chiedono di gridare allo scandalo se il mondo schifa le mozzarelle campane. Ma, mi chiedo io, cari signori, come accade che nessuno di voi abbia mai avuto occasione di denunciare la tragedia, ché di tragedia si tratta, di una politica rapinosa e dissennata che ha trasformato la Campania in una terra bruciata e in molti casi irrecuperabile (bonifiche? Ma mi facciano il piacere!). Questo delle mozzarelle rimandate al mittente è solo una delle conseguenze logiche. Aspettate e vedrete il resto: intorno a Taranto la diossina è alle stelle, e così in tante parti d’Italia, e la diossina non finisce solo nel latte ma, per esempio, nelle olive. Traetene le conseguenze. Io, dilettante che sono, non ho difficoltà a farlo.
Ma ci sono ancora i vari saputelli catodici che sparano idiozie sugl’inceneritori che, nella loro mente intasata dai quattrini di chi li corrompe regolarmente, sarebbero perfettamente innocui. Scienza? Evidenza? Davanti alle esternazioni dell’oncologo di regime anche scienza ed evidenza piegano la testa. Bene: aspettate un attimo anche per questo, pure se non ci sarebbe bisogno di attese: malattie cardiovascolari; cancri, malformazioni fetali, malattie neurologiche e quant’altro sono lì, oscenamente evidenti a tutti coloro che non hanno le fette di salame sugli occhi. Continuando, ci sono tutti i megafoni dei manutengoli di regime che promettono – e non importa da chi venga la promessa – meno tasse per tutti, pensioni doppie, aria pulita… Manca solo la vista ai ciechi e un record di corsa a chi non ha le gambe e avremo completato la scenetta del Gatto e della Volpe di Pinocchio. Tutto questo bengodi a fronte della promessa di ridurre di due, cinque, dieci volte gli emolumenti dei parlamentari come se quello fosse il nodo del problema. Chi abbia voglia di fare due conti, potrà giudicare e vedrà come idiozie del genere non sono che l’ennesima riproposizione del trucco, sempre uguale a se stesso, per vendere il loro pacco, un pacco che, ahimé, non è vuoto come quello degli onesti truffatori, ma è pieno di veleno. Credete davvero che togliere quella gocciolina nell’oceano risolva i problemi? Magari li aggraverà pure, perché con 1.200 Euro mensili come propone l’ubiqua Santanché si avrà un argomento in più per giustificare il vecchio assalto alla diligenza. E la criminalità che dilaga con i politicanti in testa? Come si fa a non vedere che questo stato comporta costi insopportabili e siamo oltre gli sgoccioli?
E allora io, dilettante, non riesco più a capire. Non riesco a capire come, dopo decenni di disastri, dopo che questa ignobile zavorra ci ha impedito il decollo e ora ci sta trascinando a fondo, si possa continuare a parlare di “voto utile”. Sarà a causa del mio dilettantismo, ma io non arrivo ad afferrare come possa essere “utile” andare da questi mascalzoni e dire loro di continuare tranquillamente a fare di noi ciò che vogliono. Un voto così è solamente complice. Mi perdonerete, giornalisti scafati; mi perdonerete, tanti politici di carriera, ma a me sembrate una manica di delinquenti.
Stefano Montanari
fonte
http://ilbenecomune.blogspot.com/