CRISI ECOLOGICA COME MANCANZA DI UNA COSCIENZA PLANETARIA
Nella lotta tra te e il mondo, stai dalla parte del mondo. (Frank Zappa )
Parallelamente al recente sviluppo della democrazia, dell’informazione e della libertà che investe ormai pressoché l’intero pianeta - chiare espressioni della nuova coscienza emergente – stiamo vivendo la più drammatica crisi ecosistemica della storia umana. Questa crisi ecologica planetaria può essere compresa come il frutto di una grave mancanza di coscienza planetaria, che si manifesta in una cieca e irresponsabile politica e filosofia economica, con i suoi devastanti e insoluti problemi (sovrappopolazione, inquinamento industriale, distruzione dell’ambiente, sfruttamento umano, povertà, indebitamento dei paesi del terzo mondo, ecc... ). Questa crisi di consapevolezza investe ogni aspetto e relazione tra uomo, società e natura e impone un drastico mutamento di rotta alla gran parte della società legata agli schemi passati e ai suoi consueti e pericolosi stili di vita.
Benché l’energia della coscienza planetaria stia finalmente dando i primi segni tangibili, il potere ufficiale è ancora di fatto saldamente nelle mani di politici, multinazionali, manager, dittatori e capi spirituali chiaramente orientati al vecchio sistema. Essi rappresentano un estremo pericolo per l’intero pianeta. Le loro decisioni possono ancora creare olocausti, i militari dell'ex-Unione Sovietica possono ancora fare esplodere ordigni nucleari o svenderli a dittature e teocrazie prive di responsabilità e consapevolezza globale. Industriali e scienziati senza consapevolezza e senza amore possono ancora spingere le produzioni di sostanze inquinanti o i test nucleari oltre i limiti della sostenibilità e avvelenare per migliaia di anni il suolo, le acque e il cibo che mangeremo. Centinaia di minoranze etniche e gruppi di esseri umani primitivi stanno soccombendo ed estinguendosi di fronte all’invasione del capitalismo selvaggio. Le pratiche di ingegneria genetica stanno creando rischi tremendi per tutti noi, alterando dei codici genetici che sono stabili da migliaia di anni e come tali vengono riconosciuti dal nostro corpo. Le grandi multinazionali giapponesi possono completare l’attuale devastazione delle foreste estremo-orientali e siberiane, così come sta accadendo in Amazzonia con le multinazionali americane. Le balene azzurre rimangono in estremo pericolo di estinzione, insieme a migliaia di altre specie. Le banche internazionali per i fondi al terzo mondo hanno dichiarato da alcuni anni che l’elargizione di denaro è estremamente controproducente senza una forte politica di controllo demografico, ma la pressione del Vaticano e di altre religioni costituite ha praticamente bloccato ogni tipo di intervento dell'ONU o delle altre agenzie internazionali atto a limitare le nascite attraverso l'informazione e l'uso di contraccettivi, privilegiando così la morale antisessuale ai milioni di bambini che muoiono di stenti. Evviva la Benetton che a Parigi incappuccia uno dei più famosi obelischi della città con un gigantesco preservativo rosa. Non è più una questione di leggi o di ideologie ma di consapevolezza globale.
Le ultime mortali bugie Le più serie e documentate ricerche sulla nostra situazione e sulle possibilità future parlano estremamente chiaro: ogni ulteriore sviluppo, così come ora viene inteso, rappresenta un danno ecosistemico sempre più profondo. La "crescita zero" proposta dal Club di Roma, più di vent’anni fa, e le proiezioni sui possibili futuri elaborati dal M.I.T., il Massachussets Institute of Technology, e pubblicati nel libro I limiti dello sviluppo erano già abbastanza drammatici ed evidenti. Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, sosteneva, nel 1979, che ci restano meno di dieci anni per salvare il mondo.
Ora la situazione è semplicemente molto più grave. La commissione per l’ambiente dell’ONU e il World Watch Institute, due delle maggiori organizzazioni internazionali che si occupano di problemi ambientali, lo documentano con amara chiarezza. E tuttavia i più importanti parametri che quantificano la crisi ecosistemica globale (inquinamento, deforestazione, sovrappopolazione, buco dell’ozono, effetto serra, desertificazione, industrializzazione) invece di diminuire, sono ancora aumentati. Ma i politici, gli industriali e forse un po' tutti, non leggono e, se lo fanno, certamente non vogliono capire.
La verità è che bisogna fermarsi, smettere di accelerare, di consumare, di produrre e vendere in modo automatico, nevrotico e irrazionale. La nostra vita è già abbastanza insulsa e priva di godimento ora, che succederebbe se aumentasse ancora lo sviluppo? Aumenterebbero anche lo smog, il rumore, il traffico, l’ansia e lo stress, aumenterebbero anche la crescita demografica e il buco dell’ozono, aumenterebbero l’effetto serra e la distruzione delle foreste. Sviluppo industriale, sì o no? E già ora non abbiamo abbastanza tempo per goderci la nostra vita, i nostri amori, non abbiamo quasi più tempo di fare figli e se li abbiamo non c’è tempo per giocare e ridere con loro quanto vorrebbero. Non c’è quasi più tempo nemmeno per respirare e vogliamo ancora aumentare i nostri sforzi?
I più avidi programmano una forte ripresa economica e industriale, i più realisti e diplomatici uno sviluppo sostenibile, i più consapevoli parlano di sviluppo insostenibile (Ripa di Meana - Corriere della Sera) e ritengono che parlare di sviluppare rispettando sia come sostenere di accelerare rallentando (Ceronetti - La Stampa). La logica dello sviluppo economico è evidente espressione di un bisogno di avere, bisogno materiale che nasconde una profonda mancanza esistenziale. Non sarebbe più semplice pensare di lavorare la metà con una tecnologia più avanzata e totalmente rispettosa dei parametri ecosistemici, guadagnare e consumare la metà e godersi la vita il doppio? Non sarebbe meglio dedicare più tempo a rendere più bella la nostra esistenza, le cose che ci circondano, le nostre case, quel poco di terra che è rimasta intorno a noi? Non sarebbe più opportuno migliorare la qualità dei prodotti e delle relazioni umane? Sviluppo oggi significa più denaro, più potere, più consumo e questa situazione resterà tale fino a che l’essere umano non comprenderà anche l’altro sviluppo: lo sviluppo interiore, lo sviluppo delle potenzialità umane e della coscienza, la porta alla pace a alla coscienza planetaria.
Il decennio di svolta attraverso il modificarsi delle coscienze Il World Watch Institute, nel libro Stato del pianeta (1991), parla degli anni Novanta come il "decennio di svolta". Oggi siamo entrati nel terzo millennio e tutti i parametri di danno ambientale e sociale sono peggiorati. Il cambiamento è diventato vitale, è necessario cambiare, ma cosa e come? Certamente sarebbe necessario cambiare i politici e il loro modo attuale di appropriarsi e di sperperare il denaro pubblico in modo antiecologico, certamente vanno cambiate le logiche industriali senza limiti che il capitalismo aggressivo ha lasciato a chi produce e vende: il nostro pianeta e le sue risorse non sono acquistabili in dollari. La vita di una balena o un ettaro di foresta sono un bene globale! La produzione di un farmaco o di un fertilizzante cancerogeno non è solo una questione di leggi ma deve diventare un problema di coscienza sociale.Ma quale coscienza sociale esiste ora? Si dovrebbe piuttosto parlare di incoscienza sociale.
Il World Watch Institute sottolinea che le politiche cambiano come effetto del modificarsi delle coscienze. Tutte le grandi trasformazioni del sistema politico, sociale, scientifico verso l’ecologia e i diritti umani, sono in realtà gli effetti di un'evoluzione della consapevolezza umana.
Un pianeta ecologico implica quindi una presa di coscienza delle nostre potenzialità e un riappropriarsi del piacere di vivere, in gran parte logorato dai frenetici ritmi della logica industriale. Bisogna investire nella coscienza, comprenderne le potenzialità e le logiche di evoluzione. In questo salto evolutivo potenziale è ripiegato il nostro futuro. Lo sviluppo dell’esperienza interiore, come rilevato da vari studi e dalle esperienze di coloro che da anni si dedicano alla meditazione, porta ad uno stato di profondo piacere di esistere, in intima connessione con la natura, più distaccato dai beni esteriori. In questo stato si viene a creare una spontanea diminuzione dei bisogni e quindi dei consumi e degli sprechi.
La crisi terminale Quella di oggi non è una crisi morale, non è una crisi economica, sociale, assolutamente no: è una crisi evolutiva. Satprem
Fino ad ora, la logica del rinnovamento è stata essenzialmente a carattere spontaneo e intuitivo. Non esiste ancora una consapevolezza unitaria di ciò che sta accadendo e certamente questo possibile futuro rappresenta una sfida alla consapevolezza umana. È possibile considerare questa crisi planetaria come la crisi terminale del vecchio sistema che ancora in gran parte è presente, come condizionamento inconscio, in ognuno di noi. Tutti siamo nella crisi, tutti dobbiamo rallentare e trasformarci. Non è più possibile continuare sulle attuali anacronistiche linee di sviluppo orientate al possesso e al consumo. Lo sviluppo materiale ha raggiunto il suo massimo storico, ora è necessario un differente tipo di sviluppo: lo sviluppo delle potenzialità umane.
Wei Ji, l’ideogramma cinese che significa "crisi", è composto da due segni, il primo significa "attenzione, pericolo" e il secondo "opportunità di cambiamento" . Questa crisi globale ci spinge ad una trasformazione globale. E' necessario un salto evolutivo, non sociale ma individuale. Si rende necessaria una drastica apertura verso nuove e inesplorate visioni del mondo che nascono da differenti esperienze del vivere e dell’essere.
ECO.10.050 - Il punto di biforcazione Sono molto pessimista sul futuro dell’umanità... forse l’uomo ha terminato il suo cammino, allora è bene che lasci il posto ad un essere più evoluto. Indira Gandhi
Ogni analisi fino ad ora formulata sulla situazione attuale del nostro pianeta rivela che di fatto si stanno scontrando due grandi tendenze, due differenti visioni del mondo. Il nostro pianeta, inteso come sistema, si trova di fronte ad un "punto di biforcazione". Lo stato attuale è di estremo squilibrio e turbolenza sia dal punto di vista ecologico che sociale e quindi il pianeta, come ogni "struttura dissipativa" dovrà confrontarsi con una necessaria scelta tra futuri possibili: o subire questo flusso di energie e informazioni caotiche e disgregarsi o comunque aumentare lo stato di frammentazione e squilibrio, o agire in modo unitario, integrando le energie e informazioni attuali in un livello di equilibrio più elevato e stabile. Le ragioni di questo enorme aumento di energia e informazioni è dovuto all'incredibile sviluppo tecnologico-industriale del secolo scorso e alle sue ripercussioni di enorme aumento della produzione, del denaro circolante, dell'inquinamento, dell'informazione, della comunicazione, dell'educazione, della mobilità delle persone tra nazioni, dell'apertura e conseguente destabilizzazione degli antichi sistemi culturali, etnici o religiosi che per millenni sono vissuti isolati gli uni dagli altri. Il punto di biforcazione è una sfida all'intelligenza e alla consapevolezza planetaria. Una scelta e una sfida che, olograficamente, viviamo dentro di noi.
Le due culture Ciò che ci aspetta non è una lotta politica ma una guerra interiore dell’umanità, che si svolge dentro ogni individuo tra l'inconsapevolezza collettiva e la consapevolezza globale . Dentro di noi si muovono due forze, la prima forza è dovuta all'imprinting della vecchia cultura patriarcale che ha dominato il pianeta per migliaia di anni, istintiva, basata sul potere dell’uomo sull’uomo, sul possesso dei figli e della terra, sul nazionalismo e sull’identificazione con il proprio gruppo, razza e religione. Questa cultura è basata sulla divisione dell’esistenza in sacro e profano, in bene e male, in materia e coscienza, essa ha diviso il pianeta in stati, religioni, classi e partiti, ha separato l’uomo in psiche e soma, e ha diviso tra loro scienza, arte e spiritualità, allontanando la conoscenza scientifica dalla conoscenza sacra. Cultura rigida, settoriale, prepotente e fanatica, che tende al condizionamento e al controllo totale delle persone come della società, che si basa sulle direttive di una certa ideologia, fede o principio divino e che lo impone agli altri. Che poi venga chiamato indottrinamento politico, proselitismo religioso o più semplicemente, il buon nome della famiglia, non cambia la struttura di fondo.
La seconda forza che sta emergendo lentamente dentro di noi è una nuova consapevolezza, alimentata da un’esperienza unitaria di se stessi e da una presa di coscienza globale dell'esistenza e dei problemi del pianeta. Questa forza si manifesta nella nuova cultura olistica, ancora in germoglio ma con millenni di storia alle spalle, intuitiva, confusa, umana, verde, transculturale, rispettosa della natura e delle minoranze, colorata, trasgressiva, che si fonda sulla bellezza, sui diritti, sull’unità tra corpo, mente e anima, sulla sacralità della vita in ogni suo aspetto. Cultura flessibile e femminile, che per millenni è stata repressa e soffocata anche nel sangue e che solo da alcuni decenni riesce a far sentire la sua voce e le sue ragioni.
Il fatto che queste due forze siano entrambe dentro di noi, spiega l'origine di molti conflitti. Nella maggior parte delle persone, prevale con decisione la prima forza imponendo un regime di dittatura o monarchia interiore che non lascia spazio ad altre voci o posizioni. In un numero sempre maggiore le due forze si alternano o si scontrano in un equilibrio instabile, come in una sorta di prima repubblica interiore, più o meno democratica, in continua crisi di governo. In una minoranza, ancora esigua, inizia a prevalere con chiarezza la seconda forza, è lo stato dell'unità, della pace, del senso del bene comune che potremmo anche chiamare meritocrazia interiore, un modello politicamente ancora sconosciuto. Da queste due profonde correnti di tendenza che si stanno variamente intrecciando e scontrando si sviluppano cambiamenti sociali, culturali e individuali di enorme portata ma dal futuro ancora imprevedibile.
Le due curve di tendenza Queste due tendenze possono essere raffigurate con maggior chiarezza con due curve. Possiamo chiamare la prima curva della "salute planetaria", che riassume in sé i principali valori di benessere-malessere ecosistemico (equilibrio demografico-sovrappopolazione, protezione delle aree ecologiche-industrializzazione, purezza-inquinamento di acqua, terra e aria, rimboschimento-desertificazione, protezione-estinzione di specie viventi, blanciamento-innalzamento della temperatura globale, ecc.), e la seconda curva di "coscienza planetaria", che riassume in sé i principali valori umani (pace, qualità della vita, rispetto dei diritti umani, libertà, salute e prevenzione globale, educazione aperta, sviluppo del potenziale umano, evoluzione spirituale, informazione reale).
Si assume che in un pianeta equilibrato, ossia dove gli esseri che costituiscono la mente planetaria sono in stato di unità ed equilibrio, queste due curve dovrebbero seguire un andamento quasi parallelo; ogni processo di aumento di coscienza dovrebbe infatti corrispondere ad un analogo processo di miglioramento della qualità ambientale.ecosistemica globale e viceversa. Sul nostro pianeta purtroppo non è così. La vecchia cultura continua ad anteporre la propria necessità egoistica a qualsivoglia reale necessità ecosistemica, la curva della salute planetaria, per via di questa inconsapevolezza generale, sta scendendo paurosamente, portandoci sempre più vicino a situazioni di catastrofe globale, ossia di irreversibilità.
La curva della "coscienza planetaria" negli ultimi decenni ha mostrato un rapidissimo aumento, studi statistici evidenziano come il numero di persone che si orientano verso la cultura olistica si raddoppi ogni tre-quattro anni circa; questa rapida crescita potrebbe creare, in poco tempo, un processo di trasformazione sociale che ancora non siamo in grado di prevedere. Oggi tuttavia il numero totale delle persone "coscienti" è ancora troppo limitato e quindi debole nel suo impatto sociale, politico e ambientale. Diventa così necessario aspettare che il suo incremento arrivi a trasformare una parte significativa di popolazione.
Nei prossimi anni è necessario che l’attuale curva di tendenza al degrado ecosistemico mondiale si inverta e che la curva di crescita di una nuova coscienza emerga, cambiando radicalmente il nostro presente e il nostro futuro.
tratto dall’Enciclopedia Olistica sito
bello anche questo intervento vorrei chiedere l'autorizzazione per citarlo in parte su un mio libro che vorrei pubblicare e che invita proprio a passare dal meccanicismo moderno alla visione olistica
grazie
michele caro
per avere una idea chiara della situazione consiglio la lettura del saggio "liberi dalla civiltà " e di seguito un altro "l'ultima era" entrambi di enrico manicardi ed. mimesis
buona de-civilizzazione
adriano
..."i militari dell'ex-Unione Sovietica possono ancora fare esplodere ordigni nucleari"??? ..e i militari dell'ex e dell'attuale Amirica nooo?
QUELLI PEGGIO DEGLI ALTRI
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