Oggi non è più chiamata schiavitù,
è chiamata libero mercato

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UN ALTRO MONDO POSSIBILE
Creando una nuova Consapevolezza 
UN ALTRO MONDO  POSSIBILE
I FIORI DEL DOMANI
Tutti i fiori di tutti i domani
sono i semi di oggi e di ieri.

Proverbio cinese
Ancora un sogno
... Sì, è vero, io stesso sono vittima di sogni svaniti, di speranze rovinate, ma nonostante tutto voglio concludere dicendo che ho ancora dei sogni, perché so che nella vita non bisogna mai cedere.
Se perdete la speranza, perdete anche quella vitalità che rende degna la vita, quel coraggio di essere voi stessi, quella forza che vi fa continuare nonostante tutto.
Ecco perché io ho ancora un sogno...
Continua...
Varsavia
<b>Varsavia </b>







Hanno ucciso il ragazzo di vent'anni
l'hanno ucciso per rabbia o per paura
perché aveva negli occhi quell'aria sincera
perché era una forza futura
sulla piazza ho visto tanti fiori
calpestati e dispersi con furore
da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Da chi usa la legge e si serve del bastone
e sugli altri ha pretese di padrone
Sull'altare c'è una madonna nera
ma è la mano del minatore bianco
che ha firmato cambiali alla fede di un mondo
sulla pelle di un popolo già stanco
Continua...

POTETE SOLO ESSERE LA RIVOLUZIONE
Ursula le Guin

Non abbiamo nulla se non la nostra libertà.
Non abbiamo nulla da darvi se non la vostra libertà.
Non abbiamo legge se non il singolo principio del mutuo appoggio tra individui.
Non abbiamo governo se non il singolo principio della libera associazione.
Non potete comprare la Rivoluzione.
Non potere fare la Rivoluzione.
Potete solo essere la Rivoluzione.
È nel vostro spirito, o non è in alcun luogo

da " The dispossessed" 1974
LA FINE DELLA VITA
é l'inizio della sopravvivenza

<b>LA FINE DELLA VITA<br> é l'inizio della sopravvivenza </b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
I CREATIVI CULTURALI
<b>I CREATIVI CULTURALI</b>





L'altro modo di pensare
e vivere

Ervin Laszlo
Possiamo pensare in modi radicalmente nuovi circa i problemi che affrontiamo?
La storia ci dimostra che le persone possono pensare in modi molto differenti. C'erano, in Oriente e in Occidente, sia nel periodo classico, che nel Medio Evo ed anche nelle società moderne, concezioni molto diverse sulla società, sul mondo, sull'onore e sulla dignità. Ma ancora più straordinario è il fatto che anche persone moderne delle società contemporanee possano pensare in modi diversi. Questo è stato dimostrato da sondaggi di opinioni che hanno indagato su cosa i nostri contemporanei pensano di loro stessi, del mondo e di come vorrebbero vivere ed agire nel mondo.

Una recente indagine della popolazione americana ha dimostrato modi di pensare e di vivere molto differenti.
Questo è molto importante per il nostro comune futuro, poiché è molto più probabile che alcuni modi di pensare preparino il terreno per uno scenario positivo piuttosto che altri.
Questi sono stati i risultati principali:
Continua...
PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI
<b>PIU’ LENTI, PIU’ PROFONDI, PIU’ DOLCI </b>





Alexander Langer


La domanda decisiva è: Come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile?
Lentius, Profundis, Suavius”, al posto di ”Citius, Altius, Fortius”

La domanda decisiva quindi appare non tanto quella su cosa si deve fare o non fare, ma come suscitare motivazioni ed impulsi che rendano possibile la svolta verso una correzione di rotta.
La paura della della catastrofe, lo si è visto, non ha sinora generato questi impulsi in maniera sufficiente ed efficace, altrettanto si può dire delle leggi e dei controllo; e la stessa analisi scientifica
Continua...
CITTADINO DEL MONDO
<b>CITTADINO DEL MONDO</b> Graffito a Monaco






Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè è brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere…. Straniero.
Il viaggiatore leggero
<b>Il viaggiatore leggero </b> Adriano Sofri
Introduzione al libro di Alex Langer, ed. Sellerio 1996

Alexander Langer è nato a Sterzing (Vipiteno-Bolzano) nel 1946, ed è morto suicida a Firenze, nel luglio del 1995.
Benché abbia dedicato la sua vita intera, fin dall'adolescenza, a un impegno sociale e civile, e abbia attraversato per questa le tappe più significative della militanza politica, da quella di ispirazione cristiana a quella dell'estremismo giovanile, dall'ecologista e pacifista dell'europeismo e alla solidarietà fra il nord, il sud e l'est del mondo, e sempre alle ragioni della convivenza e del rispetto per la natura e la vita, e benché abbia ricoperto cariche elettive e istituzionali, da quelle locali al Parlamento europeo, è molto difficile parlarne come di un uomo politico. O almeno, è del tutto raro che nella politica corrente si trovi anche una piccola parte dell'ispirazione intellettuale e morale che ha guidato la fatica di Langer. La politica professata, anche quando non è semplicemente sciocca e corrotta, non ha il tempo di guardare lontano, e imprigiona i suoi praticanti nella ruotine e nell'autoconservazione. Uno sguardo che
Continua...
MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
MA CHE PIANETA MI HAI FATTO
di Beppe Grillo

Ma che pianeta mi hai fatto? Petrolio e carbone sono proibiti. Nei centri urbani non possono più circolare auto private. L'emissione di Co2 è punita con l'assistenza gratuita agli anziani. I tabaccai sono scomparsi, non fuma più nessuno. Non si trovano neppure le macchinette mangiasoldi nei bar. La più grande impresa del Paese produce biciclette. La plastica appartiene al passato, chi la usa di nascosto è denunciato all'Autorità per il Bene Comune e condannato ai lavori socialmente utili. Continua...
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FINO ALLA FINE DEL MONDO


Regia:Wim Wenders
Soggetto e sceneggiatura:Peter Carey, Wim Wenders
Interpreti:William Hurt (Trevor McFee/Sam Farber), Solveig Dommartin (Claire Tourneur), Sam Neill (Eugene Fitzpatrick), Max von Sydow (Henry Farber), Jeanne Moreau (Edith Farber), Rüdiger Vogler (Philip Winter), Eddy Mitchell (Raymond), Chick Ortega (Chico), Chishu Ryu (Mr. Mori), Ernie Dingo (Burt), Elena Smirnowa (Krasikowa), Allen Garfield (Bernie), Lois Chiles (Elsa), David Gulpilil (David)
Durata della versione italiana:158'
Origine:Germania, 1991


"Non ho mai inseguito nessun progetto per un arco di tempo così lungo. Ho iniziato a lavorarci nel 1977 durante il mio primo viaggio in Australia. L'idea di partenza dunque, è il mio incontro con questo continente avvenuto per vie del tutto insolite. [...] Ho provato subito il desiderio di fare un film; era come se quel paesaggio reclamasse una storia di fantascienza. Stavo cominciando a scriverla quando ho ricevuto il telegramma da San Francisco con la proposta di girare 'Hammett'."

Con queste parole il regista ha descritto il desiderio di fare un film che, tra difficoltà finanziarie e come abbiamo visto anche conflitti artistici, si è protratto per ben quattordici anni.
E' da notare che nel 1987, quando il regista ha redatto il saggio che contiene queste parole, il film era ancora in piena gestazione e ben lontano dall'essere completato. Infatti Fino alla fine del mondo ha debuttato sul mercato solo durante la seconda metà del 1991. Si tratta di un film che ha richiesto un esborso economico non indifferente (23 milioni di dollari - quasi come una produzione hollywoodiana) e che ha previsto quindici ruoli diversi per altrettanti attori.
Le riprese del film si svolgono in quindici diverse nazioni e, come ha spiegato lo stesso regista, nel film si parlano le seguenti lingue: inglese, francese, russo, tedesco, cinese, giapponese, spagnolo e portoghese.
Durante la realizzazione del film, all'inizio del 1988, Wenders ha scritto in un articolo: "Il prossimo film ('Till the End of the World') sarà un eccesso di movimento nello spazio, ma è esattamente per provare, per dare la prova stessa che il movimento nello spazio è inattuale, che si può andare in una sola volta intorno al mondo senza realmente andare lontano."
Nonostante il forte esborso economico e il grande impegno dal punto di vista organizzativo, l'ambizioso film non è stato accolto favorevolmente dal pubblico né ha soddisfatto la critica in generale, la quale ha sottolineato che Fino alla fine del mondo è "un gran contenitore di temi e ossessioni dell'universo wendersiano."
L'accumulo dei temi costanti non deve tuttavia far perdere di vista quelle che sono le novità di questo film: innanzitutto le sperimentazioni che Wenders ha compiuto nel campo dell'alta definizione, un settore della tecnologia all'interno del quale il regista ha dimostrato di sapersi destreggiare con abilità e cognizione di causa.
In secondo luogo i molti personaggi consentono allo spettatore di seguire lo sviluppo della trama attraverso una molteplicità di sguardi. Si tratta di un elemento nuovo per un film di Wenders, che in altre occasioni (Falso movimento, ad esempio) costruiva la storia partendo unicamente dal punto di vista del protagonista (D'Angelo, 1994 : 70). In un'ottica interpretativa di questo elemento, si può ragionevolmente affermare che nel film si avverte una certa democratizzazione della trama, a differenza di quanto avveniva in passato, ove talvolta le immagini costringevano lo spettatore ad una visione del film totalmente uniformata a quello che era lo sguardo primigenio del regista all'atto delle riprese. D'Angelo ha affermato a proposito di questo film che "l'impressione, comunque, è che l'autore abbia voluto mettere alla prova la sua rinnovata fiducia nel potere del racconto, abbandonandosi liberamente al piacere della narrazione ed assumendo fatalmente il partito preso della contaminazione: di personaggi, città e continenti e, soprattutto, generi cinematografici, dal thriller al melò, dalla commedia alla fantascienza [...]. (D'Angelo, 1994 : 129).

L'aspetto forse più interessante di questo film è costituito dal movimento senza sosta dei personaggi che agiscono nel tessuto della trama: da Venezia a Parigi, da Berlino a Lisbona, da Mosca a Pechino e poi Tokyo, San Francisco e l'Australia. Tutti i luoghi si rincorrono fra loro. L'idea del viaggio viene vanificata come ricerca dell'identità e della conoscenza di sé: in un mondo uniformato per i gusti che abbiamo, gli utensili che adoperiamo e per le apparecchiature elettroniche di cui ci serviamo, non c'è più spazio, sembra voler dire Wenders, per un movimento che serva a ritrovare sé stessi. Non a caso nel film vengono mostrate soltanto camere d'albergo e stazioni del metrò, ristoranti, uffici e hotel in una continuità fluida e compatta come se il tutto si svolgesse in una sola, sia pur vasta, metropoli.

L'altro aspetto interessante, ma senza dubbio più sofferto, al quale il film fa riferimento riguarda la perdita della sacralità dell'immagine (non del cinema però), la sfiducia nella sua capacità comunicativa, il pericolo di una proliferazione di immagini nella nostra civiltà che rischia di non farcela più vedere, la necessità di imporre una regolamentazione dei limiti morali per la riproduzione visiva (nel film viene mostrato ad esempio come la tecnologia permetta di trasferire su monitor i sogni notturni delle persone e di come tutto ciò diventi materiale di intrattenimento.
E' con questa triste consapevolezza che Wenders fa ritorno a Berlino, dove nel frattempo è caduto il Muro e sono cadute le barriere che dividevano il mondo in due blocchi, ma dove ancora gli angeli non si sono stancati di osservare gli uomini e le loro sofferenze. Nella città ormai non più divisa gira il seguito di Il cielo sopra Berlino, che prende il titolo di "Così lontano, così vicino".

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