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IL VENTO FA IL SUO GIRO UN FILM SPECIALE
Un professore francese decide di fare il pastore sul versante italiano delle alpi occitane. I valligiani, dopo una buona accoglienza, cominciano a diffidare del nuovo arrivato che fa il percorso inverso della maggior parte degli abitanti del paese spopolato (dai monti alla città). La diversità genera conflitto. Segnaliamo un film ignorato dalla distribuzione e dai mass media che resiste, grazie al passaparola, in vari cinemaINFO: www.ilventofailsuogiro.com
Può un film che ha ricevuto numerosi premi e consensi in giro per festival nazionali ed internazionali avere problemi di distribuzione? In Italia evidentemente si. E’ il caso di Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, presentato con successo alla Festa del Cinema di Roma, al London Film Festival, al Lisbona Village Festival e al Bergamo Film Meeting Può un film che ha ricevuto numerosi premi e consensi in giro per festival nazionali ed internazionali avere problemi di distribuzione? In Italia evidentemente si. E’ il caso di Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, presentato con successo alla Festa del Cinema di Roma, al London Film Festival, al Lisbona Village Festival e al Bergamo Film Meeting, con ben undici riconoscimenti ovunque anche se in Italia, ancora senza distribuzione.
«All’estero, per le meno sono stati onesti, ci dicevano subito se erano interessati o no» ha spiegato il regista «ma in Italia ci hanno fatto attendere a lungo per poi darci risposte evasive». Allora si sono organizzati, così come avevano già fatto per la produzione, alla quale avevano partecipato la troupe e il cast, ma anche gli abitanti della valle occitana usata come location e protagonista del film con la sua lingua, citata in passato da Dante come lingua poetica per eccellenza, ed hanno finanziato le copie per raggiungere le sale cinematografiche. In alcuni casi, come a Bologna e Torino, con il sostegno della Cineteca e della Torino Film Commission, in altri casi autonomamente. Come a Roma, dove il film esce venerdì 1° giugno all’Azzurro Scipioni. A Torino, in particolare, il film è alla quinta settimana di programmazione, ed ha battuto addirittura lo Spiderman americano. A Cuneo, città limitrofa a dove si svolge la vicenda, c’è stata addirittura la ressa del pubblico per vedere il film.
Al centro della vicenda è un pastore francese, interpretato da Thierry Toscan, che decide di trasferirsi, con la moglie (la pianista Alessandra Agosti) e i figli, nel paese di Chersogno, sulle Alpi Occitane Italiane. Qui viene accolto da alcuni a braccia aperte, da altri con diffidenza. Ma col trascorrere del tempo le condizioni di vita peggiorano, tra la mentalità aperta del pastore e quella rigida degli abitanti del luogo, per lo più anziani. «Ma non è una questione solo italiana» ha detto Diritti «in ogni città dove lo abbiamo presentato, alla fine della proiezione la gente mi diceva: ‘È proprio come avviene da noi’».
Dario Anghilante, che nel film interpreta il sindaco di Chersogno, ha aggiunto: «Io sono Occitano e devo dire che è davvero così, non perché siamo cattivi ma perché non esiste più il senso della comunità che c’era una volta». Thierry Toscan, invece, ha parlato della sua esperienza di emigrato: «Sono venuto a vivere in Italia ventitre anni fa, in un paesino in provincia di Treviso e per vent’anni sono stato rifiutato. Sono solo tre anni che ho un buon rapporto con la gente del posto, ma prima alle ragazze era proibito passare davanti casa mia. Un ventenne che viveva da solo, e per di più straniero, era visto come un pericolo».
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Sono stato così felice di vedere un'opera italiana originale nei contenuti e profonda nel significato. Oltre alle emozioni che scaturisce una storia ben narrata, i momenti che seguono alla fine del film racchiudono riflessioni importanti sul significato di convivialità. Un ottimo film, senza badare al virtuosismo, che raggiunge un buon compromesso fra contenuto e tecnica cinematografica.
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