Il silenzio è l'eloquenza della sapienza
Samael Aun Weor

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<< torna indietro     nella localit&arave;: INTERNAZIONALI     argomento: Notizie & News del: 01/09/2014
News: LA NARRAZIONE CHE NON C'E'

N. La narrazione che non c'è.

 
 
 
di Sergio Di Cori Modigliani

Questa immagine che vedete in bacheca è la lettera N nell'alfabeto arabo.
Fino a sei, sette mesi fa, non era niente più di questo.
Da oggi, nelle nazioni occidentali più evolute, quelle che culturalmente si identificano con la tradizione giudeo-cristiana, è considerato il "marchio dell'infamia".
A Manhattan, nella città di New York,  la comunità cattolica (per lo più italiani, irlandesi e portoricani) che da sempre è molto attiva e parte integrante -come etnia culturale- del tessuto metropolitano, in questi giorni si è radunata spesso in quella che è la sede spirituale per eccellenza, la Cattedrale di San Patrizio, il patrono di Dublino, che si trova sulla Fifth Avenue, proprio nel cuore della città. A queste riunioni che, in verità, più di ogni altra cosa, sono diventate delle semplici assemblee cittadine (vi partecipa l'intero staff organizzativo di occupywallstreet) si dibatte ciò che i sociologi hanno definito "il primo gigantesco shock di massa dei cristiani dal 1550 a oggi". E' la prima volta nella Storia degli ultimi secoli che i cristiani, in Asia Minore (e nel Mare Mediterraneo) sono vittime di una feroce, criminale ondata di discriminazione etnica, pari soltanto a quella verificatasi negli anni'30 e '40 in Europa a danno degli ebrei ad opera del nazismo.  La lettera araba N, nelle zone che oggi geo-politicamente vengono definite "il territorio del califfato islamico", è stata promossa dalla più alta autorità territoriale, il Gran Califfo Al Baghdadi, al rango di "simbolo della libertà" in quanto lettera che equivale a "Nazarenus", ovvero "adoratore e seguace di Gesù Cristo" che nel Corano -così sostiene questo signore sulla base della sua personale interpretazione- sarebbe stat identificato come l' agente del Male Assoluto, veicolo di Satana, privo di anima e portatore di malattie, fame e miseria. Quando le milizie armate di questo signore arrivano nei luoghi dove si trovano dei cristiani, le case, i negozi, ogni proprietà viene immediatamente marchiata con questo simbolo. Ventisei giorni fa, il Gran Consiglio del Califfato (una specie di governo composto dal Califfo e da 12 membri da lui eletti) ha emesso un decreto pubblicato in tutta la zona dell'Asia Minore e del Medio Oriente, ampiamente diffuso su facebook, in cui si stabilisce che, per Legge, il simbolo N automaticamente trasforma qualunque oggetto, materiale o immateriale che sia, in proprietà del califfato, che poi provvederà a distribuirlo tra le singole comunità di fedeli. Questo ha fatto scattare un meccanismo collettivo di vera e propria calamita sociale perché ha attirato una gigantesca massa di persone molto povere, che non hanno nulla, le quali accorro nella speranza di potersi impossessare dei beni dei cristiani e si arruolano nelle milizie. Il loro obiettivo dichiarato consiste nell'eliminare nel più breve tempo possibile ogni cristiano "fino a tutto il Mare Mediterraneo" dando loro la possibilità, se vogliono, di scegliere tra la conversione oppure (quando va bene) l'esilio che, così recita la Legge, deve verificarsi entro 36 ore dalla notifica, pena l'uccisione immediata. Non sono autorizzati a portare via con sé valori di nessun genere.
In questi giorni, la comunità internazionale sta affrontando -nella quiete clandestina dei canali diplomatici esclusivi- una gigantesca grana planetaria perché pare che i seguaci del Califfo si siano impossessati di ben 47 filiali di banche internazionali (per lo più svizzere e inglesi) e pretendono la consegna di ogni avere delle famiglie cristiane (compresi gli averi dei loro parenti e consanguinei) depositati nei loro conti all'estero.
Ciò che sta accadendo in quelle terre è la copia conforme di ciò che avevano fatto i nazisti nei confronti degli ebrei negli anni'30 e '40. Si tratta della prima replica della cosiddetta "soluzione finale" pianificata a tavolino. 
Questi signori si identificano nella colonia dei mussulmani sunniti. I loro due grandi nemici sono i paesi, l'uno sul Mare Mediterraneo, l'altro in Asia Minore, che provengono da una antichissima e ricchissima tradizione culturale, l'Egitto e l'Iran.
Gli egiziani si considerano laici, i persiani sono mussulmani sciiti.
A differenza dei sunniti, gli sciiti non hanno nessuna strategia, nessuna voglia, nessuno scopo, di lanciare guerre di religione. Il califfo di Bagdad, invece, rappresenta la punta di diamante dei mussulmani sunniti che considerano l'Islam "l'unica fede accettabile e praticabile dell'intero genere umano". Il signor Al Bagdadi ha chiarito il suo grande progetto sostenendo un mese fa che "l'obiettivo strategico primario consiste nell'arrivare a Roma e staccare la testa al Papa con la scimitarra".
Tutto ciò sembra la sceneggiatura di un film di serie B da passare in televisione alle 3 di notte per distrarsi dal caldo.
E invece si tratta di un teatro reale.
E' ciò che stiamo vivendo oggi.
La questione diventa di una estrema complessità tenendo presente che si puà dire che il braccio armato del califfo sul Mediterraneo è Hamas e i gruppi della Jihad islamica. In Italia, dove vige un Matrix tutto italiano, non si può neppure parlare di questo argomento, perché (certamente non a caso) la situazione viene letta secondo ottiche faziose, ideologiche, peraltro completamente obsolete.
Basterebbe un unico dato per spiegare come la situazione odierna sia radicalmente diversa da quella di un tempo: il più forte alleato militare di Israele, in questo momento, è il gruppo degli Hezbollah libanesi, sponsorizzati dall'Iran. In quanto sciiti si considerano nemici di Hamas che ha sposato la causa dei sunniti e hanno finanziatori diversi.
Il grande padre-padrone dei sunniti, di Hamas e del Califfo Al Bagdadi -quello che vuole tagliare la testa al Papa- è l'emiro del Qatar, finanziatore, sostenitore, propugnatore (potremmo dire "il proprietario del marchio del Califfo: il nuovo brand dei tempi attuali") il quale è oggi a tutti gli effetti il nuovo proprietario di Alitalia e, attraverso una fondazione civetta, controlla il pacchetto di maggioranza di Unicredit e altre attività industriali e commerciali in Italia per complessivi circa 50 miliardi di euro.
Questo rende più intricata la vicenda. 
Da cui la tragica complessità, che non può e non deve  essere affrontata con la miope lente dei fanatismi o delle faziosità di turno, ma allo stesso tempo getta anche una inquietante luce sull'attuale stato di totale censura della stampa italiana, che fa finta di niente, per non informare su ciò che sta accadendo sul Mare Mediterraneo.
Altrimenti si può disturbare il grande business.
Dopotutto, l'emiro del Qatar, come è noto, è un ottimo pagatore e l'Italia è composta, in questo momento, per lo più,da persone e personalità disposte e disponibili a vendere la madre al mercato a qualunque cifre purché sia cash.
Nei paesi di cultura e tradizione cristiana d'occidente, sia in Europa che in America, c'è un tragico sconcerto nel toccare con mano la totale indifferenza, ignoranza e irresponsabile cinismo con le quali si legge l'attuale realtà. Il nostro paese -in questo momento- è l'unica nazione cristiana al mondo nella quale non è scattato un fenomeno di solidarietà di massa nei confronti dei fratelli cristiani che da quelle parti sgozzano per il solo fatto che sono cristiani.
Non c'è da stupirsi, quindi, che oggi, sia praticamente passata sotto silenzio, (senza alcun interesse da parte di chicchessia) la commemorazione di una delle più efferate, criminali e malvage stragi di civili innocenti messa in atto dai tedeschi in Italia nel 1945, quella di S.Anna di Stazzema, in Toscana. Pochissimi sanno di che cosa si tratti, salvo per gli storici, qualcuno che ha più di 40 anni o qualche studioso. Per fortuna o purtroppo (a seconda del punto di vista) non è così nel resto dell'Europa occidentale e soprattutto in Usa, dove quella strage, oggi, è stata ricordata in pompa magna grazie a un film diretto da Spike Lee nel 2008 e grazie anche ai finanziamenti di una nuova agenzia governativa il cui obiettivo consiste nel "contrastare la diffusione del pensiero nazista, razzista, omofobo e sessista". 
Ci voleva un americano di Brooklyn per parlare della strage di S.Anna di Stazzema. 
E lo ha fatto davvero alla grande.
Il suo film ("Miracolo a Sant'Anna") è girato con maestria.
Ha avuto un successo fragoroso in tutto il mondo, tranne che in Italia.
Per motivi che esulano dalla mia comprensione, la critica cinematografica nazionale si è accanita contro Spike Lee massacrando questo squisito prodotto della cinematografia pensante, e quindi dando un serio contributo alla sua mancata diffusione. La critica di Paolo Mereghetti su il Corriere della sera (il più celebre critico italiano) quando uscì il film, la dice tutta: si tratta della più feroce stroncatura mai scritta da un italiano a proposito di un film americano (la trovate qui: http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/03/Miracolo_Sant_Anna_co_8_081003028.shtml) datata 3 Ottobre 2008.

Di questa strage, in Usa, in Sud America, in Olanda, Gran Bretagna e Francia ne hanno parlato, scritto a lungo. Da noi, nulla.
Consiglio a tutti di guardarsi questo film.
E' molto utile per comprendere l'attuale stato della nostra nazione declinante.
Si parla tanto di luoghi comuni provinciali, tipo "la Cina è ormai vicina" ai quali aggiungiamoci anche che "i russi qui stanno di casa", "gli emiri si stanno prendendo tutto", ecc.
C'è un aspetto, però, di cui si parla poco o quasi mai: il gigantesco scarto che si è prodotto tra l'Italia e gli Usa in questi anni. Bisogna risalire addirittura alla fine dell'800 per ritrovare una distanza così enorme. E' un aspetto palpabile leggendo la stampa italiana, seguendo facebook, ascoltando i telegiornali. Pochissimi sanno davvero che cosa è accaduto e sta accadendo in Usa e in tutto il continente americano negli ultimi anni.
"L'America è molto molto lontana".
Dobbiamo aggiungere anche questo alla lista.
E lo considero un fattore negativo: ci becchiamo soltanto la loro spazzatura.
E la distanza aumenterà.
Anche questo perché c'è Renzi e i suoi servi, e perché c'è tanta tanta ignoranza in giro, mescolata ad arroganza e presunzione di chi parla e scrive e comizia senza avere la minima nozione degli attuali scenari geo-politici internazionali.
In Usa, infatti (proprio come accadde nel 1938) ci massacrano ogni giorno, e non più seguendo stereotipi logori, della serie mafia, pizza e mandolino. No no. Spiegano alla gente che segue sempre le vicende del nostro paese come l'Italia sia finita per "inventarsi una dittatura inutile". Così presentano il nostro Matteo Renzi e sottoscrivo l'interpretazione.
So che questo post non avrà consensi perché l'Italia è immersa totalmente nella sezione del Matrix dedicata all'antiamericanismo becero. 
Ma ci tenevo a ricordare oggi l'unico reperto visivo sulla odiosa strage di civili italiani nel 1945.
E'una bellissima narrazione romanzata. Anzi, romanzatissima.
Ma è proprio questo il bello.
Lo splendido film di Spike Lee ci ricorda il più tragico tra tutti gli attuali vuoti nazionali, quello della narrazione. 
E' necessario avviare una complessa progettualità culturale che ci consenta di poterci inventare una nuova stagione di Grande Narrativa Nazionale, senza la quale non si va da nessuna parte.
L'America è molto molto lontana.
In compenso, il Califfo Al Bagdadi è molto molto vicino.
Pregherò per la salute del Papa.
Uno dei tanti paradossi italiani: oggi un vero laico libertario non può che essere papista.
Non siamo forse il paese delle meraviglie, come ci ricorda Maurizio Crozza facendoci sorridere un po'?
 

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