La bellezza salverà il mondo (Dostoevskij)

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<< torna indietro     nella localit&arave;: INTERNAZIONALI     argomento: Notizie & News del: 04/02/2010
News: PERICOLOSA MANOVRA
PER IMBAVAGLIARE INTERNET

"Gli appelli per introdurre un sistema basato su licenza al fine di "mantenere l'ordine" in internet su richiesta del potente ente ONU, rappresentano l'ultimo pretesto in una lunga battaglia per ammazzare la libertà di parola sul web e porre fine ad una potente democrazia digitale, che ha devastato l'ordine del giorno della "carbon tax" dell'ONU (dopo lo scandalo del climate gate, che è venuto alla luce).

Il segretario generale Hamadoun Toure, della International Telcommunications Union dell'ONU, ha detto nello scorso week al World Economic Forum di Davos che bisogna mettere in vigore una legge volta a bloccare lo stato di guerra cibernetico.

Craig Mundie, capo ricerca e funzionario strategico per la Microsoft, ha detto ai compagni globalisti al summit, che internet ha bisogno di essere mantenuto in ordine attraverso l'introduzione di permessi simili alle patenti di guida, in altre parole un permesso governativo per usare il web. “Abbiamo bisogno di una specie di Organizzazione Mondiale della Salute per Internet” ha detto. “Se volete guidare una macchina dovete avere una patente che dice che siete capaci di guidare una macchina; la macchina deve passare un test che dica se è idonea e dovete avere una assicurazione". Andre Kudelski, presidente del Gruppo Kudelski, ha detto che "le persone dovrebbero essere obbligate ad avere due computer che non possano essere collegati e passare virus".

Dato che usare internet richiede un computer che venga collegato alla rete, sembra piuttosto poco chiaro come questo potrebbe funzionare senza tagliar fuori intere aree di tutto internet. I globalisti si stanno appellando alla minaccia di attacchi cibernetici fatti da stati nazione per poter adempiere al loro vero ordine del giorno, ossia quello di soffocare e disciplinare l'esistenza dell'ultimo vero avamposto della libertà di parola: internet. L' establishment è furibondo per il livello di influenza che individui e piccoli gruppi politici sono stati in grado di impugnare attraverso il www (world wide web ), particolarmente negli ultimi anni. Il “Climategate” è un esempio perfetto del potere della democrazia digitale, che nemici autoritari della libertà di parola vogliono frantumare.

La conferenza di Copenhagen sul “global warming” (riscaldamento globale) è stata totalmente devastata dalle rivelazioni del Climategate che sono apparse giusto alcuni giorni prima che alcuni “elitaristi” si riunissero per conficcare con forza il loro raggiro sulla CO2 . Mentre come conseguenza alcuni bloggers convincevano con fervore sulla “Climategate story”, l’intero fondamento della IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change : pannello intergovernativo sul cambio climatico, ndt) dell’ONU veniva totalmente svuotato di contenuto e la bufala del riscaldamento globale è agli sgoccioli.

Il potere di danneggiare, nel giro di settimane, intere ramificazioni del loro ordine del giorno anomalo e mirato al controllo, ha mandato fuori di testa i globalisti, ecco perché si sta accelerando la loro missione per eliminare la vera libertà di parola sul web. “Non siate sorpresi se diventerà realtà in un prossimo futuro,” scrive ZD Net’s Doug Hanchard. “Ogni dispositivo collegato ad Internet avrà una targhetta di autorizzazione permanente e senza di questa il network (la rete) non vi permetterà di fare log in (entrare nel sistema con una procedura).” Il grafico sottostante( v. versione originale) illustra come sarete bloccati nell’usare internet se il vostro apparecchio non ha ottenuto il permesso governativo per accedere alla rete. Un altro metodo sarebbe quello di far usare uno scanner ad impronte digitali, incluso obbligatoriamente in lotti di nuovi modelli di computer .

Dovrete cosi registrare le vostre impronte digitali ad una centrale dati governativa e quindi fare uno scan ogni volta che volete accedere ad internet . Se vi comportate male online, vi sarà negato l’accesso. “Una cosa è certa,” conclude Hanchard “: sta per essere speso molto denaro in questo tentativo e presto o tardi tutti dovranno pagare una bobina (cop?) internet con messaggio istantaneo che dice: “licenza e registrazione per favore” Sembra certo che si sfrutteranno i problemi di sicurezza cibernetica o addirittura verranno creati, per giustificare il passaggio ad una licenza internet.

Le autorità hanno bisogno di creare un forte pretesto per giustificare le misure che diversamente sarebbero giustamente respinte per ciò che nella realtà rappresentano: una censura e regolamentazione governativa del web, che supererebbe di gran lunga ciò che hanno cercato di fare i Comunisti Cinesi. In UK dei decreti censura internet sono già nel percorso per diventare leggi, l’Australia e gli USA legiferano per poteri governativi che restringano e filtrino ogni sito web che venga stimato indesiderabile per il consumo del pubblico. In UK, la legislazione severamente criticata come “ Digital Economy Bill“, (decreto di economia digitale), che attualmente è dibattuta nella House of Lords, permetterebbe all’Home Secretary (responsabile per gli affari interni in Inghileterra e Galles, ndt) di collocare “un obbligo tecnico sui fornitori di servizio internet” – internet providers- per bloccare qualsiasi sito volesse.

Alla clausola 11 ( clause 11) della legislazione proposta, “l’obbligo tecnico” è definito come segue: - Un “l’obbligo tecnico”, in relazione ad un servizio di internet provider è un obbligo per il provider a prendere misure tecniche contro particolari iscritti al suo servizio. - Un “l’obbligo tecnico”, è una misura che: (a) limita la velocità o la capacità del servizio fornito ad un iscritto; (b) impedisce ad un iscritto di usare il servizio per ottenere accesso ad un particolare materiale, o limita tale uso; (c) sospende il servizio all’iscritto; o (d) limita il servizio all’iscritto in un altro modo. In altre parole il governo avrà il potere di obbligare gli ISP di fare un downgrade o persino bloccare il vostro accesso internet a certi siti o a tutti, se lo desidera.

(…) Come ha notato Cory Doctrow, giornalista esperto di legislazione dei copyright ( Journalist and copyright law expert Cory Doctrow) il decreto fornisce al Segretario di Stato anche il potere di creare tutte le nuove sanzioni che vuole e di imporre i sistemi che vuole, senza dibattito o sorveglianza in Parlamento. Questo potrebbe includere l’autorità di stabilire nuove milizie private, che avranno il potere di sbattervi fuori da internet , spiare il vostro uso della rete, richiedere che vengano rimossi dei files in aggiunta al blocco dei siti.

(…) Nonostante si chiami Digital Economy Bill (Decreto sulla Economia Digitale) la legislazione non contiene nulla che sia veramente di stimolo alla economia e si basa largamente sul fatto di spostare in mani governative il controllo su internet, permettendo ad inaffidabili burocrati di celare arbitrariamente delle informazioni al pubblico, nel caso lo volessero fare. Il Digital Economy Bill è intrinsecamente connesso ai progetti del governo UK su lungo termine, per portare avanti una estensione, senza precedenti, dei poteri dello stato rivendicando l’autorità di monitorare tutte le emails, le telefonate e le attività internet in tutta la nazione.

(…) Il London Times ha pubblicato dettagli fuoriusciti dal secret mass internet surveillance (sorveglianza segreta sulla massa internet), un progetto noto come “Mastering the Internet” (MTI), Padroneggiare Internet. Costato centinaia di milioni in fondi pubblici, il sistema è stato già implementato da GCHQ con l’aiuto del gigante della difesa americana Lockheed Martin e della British IT azienda Detica, che ha legami stretti con le agenzie di intelligence.

(…) Nelle proposte annunciate pubblicamente per estendere questi poteri, verrà chiesto alle aziende di raccogliere e immagazzinare sempre più vaste quantità di dati, inclusi quelli provenienti dai social networks come Facebook. Se i piani procederanno, ad ogni internet user sarà dato un esclusivo codice ID e tutti I loro dati saranno archiviati in un luogo. Enti governativi, come la polizia e i servizi di sicurezza, avranno accesso ai dati, nel caso lo richiedessero in relazione a investigazioni su criminali o terroristi. Questo è chiaramente il passo successive nell’incrementare un programma che implementi un sistema spionistico nello stile “grande fratello” , già vastamente su larga scala, designato ad annientare la privacy, un diritto fondamentale come da articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani.

(…) Il ministro delle comunicazioni australiano, Stephen Conroy ha detto che il governo sarebbe l’arbitro finale in merito a quali siti devono essere messi sulla lista nera e classificati come “rifiutati”.

(…) L’ampio attacco al libero internet non è circoscritto solo all’Australia e a UK . L’Unione Europea, la Finlandia, la Danimarca, la Germania ed altri Paesi in Europa, hanno tutti proposto di bloccare o limitare l’accesso ad internet e di usare dei filtri come quelli usati in Iran, Siria, Cina e in altri regimi repressivi. (

…) Recenti rivelazioni nel Freedom Of Information Act (Atto sulla libertà di informazione) hanno anche rivelato che il governo federale (USA ndt) - federal government- ha molti contratti con prodotti “social media” come Youtube (Google), Facebook, Myspace e Flickr (Yahoo), che rinunciano ai propri diritti di monitorare gli utenti e permettono alle grandi aziende di tracciare i visitatori che si dirigono a siti governativi per scopi pubblicitari. L’esercito USA -The U.S. military – ha anche investito 30 miliardi di dollari per la sua gestione dei progetti internet.

(…) Internet libero è ovunque sotto attacco e solo rendendo note le vere intenzioni dei nostri governi per limitare il flusso di dati, possiamo sconfiggere questi sforzi e preservare l’ultimo vestigio di informazione indipendente".


di Paul Joseph Watson, Alex Jones & Steve Watson
sintesi e traduzione Cristina Bassi

http://www.prisonplanet.com/enemies-of-free-speech-call-for-internet-licensing.html

Fonte: www.thelivingspirits.net

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