JOSE' BOVE' UNIRSI IN NOME DELL'ECOLOGIA
Il leader di Via Campesina e uno dei principali oppositori degli ogm è stato eletto al parlamento europeo. Si tratta di Josè Bové, che la lotta agli organismi geneticamente modificati ha portato persino in carcere.
Josè Bovè siederà nei banchi del parlamento europeo dove, assicura, farà un'opposizione rigorosa e tenace alle lobby che premono per dare il via libera agli ogm. Bovè si era anche presentato alle elezioni presidenziali in Francia nel 2007 ottenendo 483mila voti. Bové nel 1987 ha fondato la Confederation Paysanne, un sindacato agricolo il cui valore ispiratore è la lotta per i diritti dell'uomo e dell'ambiente. In controtendenza rispetto alle scelte dell'industria agraria il cui fine principale è il profitto, Bové è uno dei principali oppositori degli ogm.
Nel 1995 è salito a bordo della nave di Greenpeace, la storica Rainbow Warrior, per protestare contro gli esperimenti nucleari nell'Oceano Pacifico. Bové e gli attivisti del suo sindacato ha anche smantellato un McDonald's in costruzione a Millau, con un'azione non violenta al fine di catalizzare l'attenzione sul ruolo dell'industria del fast food come sottoprodotto del sistema agricolo intensivo, al quale egli si oppone. Bové è stato condannato a tre mesi di carcere dei quali ha scontato effettivamente 44 giorni, venendo rilasciato il primo agosto 2002. Il suo atto di disobbedienza civile ha avuto risonanza mondiale.
Si è pronunciato apertamente (sul canale televisivo francese LCI il 12 settembre 2005 e nel libro "Il mondo non è in vendita") a favore dell'esistenza di regolamentazioni internazionali del mercato per ottenere la cosiddetta politica di "sovranità del cibo". Nel 2002 è stato arrestato dalla polizia israeliana a seguito del suo incontro con Yasser Arafat, che si trovava sotto assedio all'interno del suo quartier principale di Ramallah, e dopo aver preso parte ad manifestazione di protesta contro l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza. A partire dal 22 giugno 2003 Bové ha iniziato a scontare una pena di dieci mesi di reclusione per aver distrutto campi seminati a ogm. L'associazione Attac aveva protestato chiedendone l'immediata scarcerazione. Bové fu scarcerato in dicembre. (fonte: aaamterranuova.it )
L'altermondialista Bové spiega l'alleanza con l'europeista Cohn-Bendit e il Il successo della lista Europa ecologia alle elezioni europee in Francia, che manda a Strasburgo lo stesso numero di eurodeputati del Ps (14), sta trasformando il panorama politico.
A partire dall'analisi del voto e delle ragioni del successo della lista ecologista, guidata da personalità che, a prima vista, sembravano lontane: Daniel Cohn-Bendit, Dany il rosso del lontano '68, da anni impegnato sul fronte europeo ed europeista, nel 2005 grande sostenitore del «sì» al referendum francese sul Trattato costituzionale; José Bové, leader contadino e altermondialista, che nel 2005 si era schierato per il «no» e nel '99 aveva manifestato a Seattle contro la Wto portando una forma di formaggio roquefort; Eva Joly, giudice anti-corruzione, che ha lavorato in Francia, ma anche in altri paesi.
E poi tanti altri, provenienti da orizzonti diversi, da Jean-Paul Besset, vicino a Nicolas Hulot, tra i primi ad aver portato la sensibilità ecologica in tv, alla giovane Karima Delli, 28 anni, membro del collettivo Salviamo i ricchi, che organizza happening dal significato politico (l'ultimo è stato un'irruzione al Bristol, uno degli alberghi più chic di Parigi, muniti di pane e salame, per far vedere agli abbienti seduti ai tavoli di un ristorante carissimo che ci si può nutrire anche con pochi soldi).
Abbiamo chiesto a José Bové, neo-deputato a Strasburgo, di analizzare la situazione.
Come avete fatto a mettervi assieme, visto che altrove la divisione ha avuto la meglio e ha portato a risultati drammatici? La prima idea importante per poter avanzare e trasformare l'avvenire è stato il rassemblement, il raggruppamento. Questa unità, che non era possibile alla sinistra della sinistra, è stata realizzata da noi perché c'era una visione globale sulla questione ecologica. La questione sociale, la sua mutazione in corso da un lato, e la questione ecologica dall'altro hanno la stessa importanza. Ma occuparsi del solo problema sociale, secondo me, non permette di arrivare a una risposta nuova. Invece le problematiche del cambiamento climatico, delle questioni ecologiche, della limitazione delle risorse e del loro saccheggio sistematico permettono di dar corpo a una dottrina comune. E dal momento che c'era un accordo complessivo sull'analisi, il fatto che le persone coinvolte provenissero da percorsi differenti non ha rappresentato un problema insormontabile. Ognuno di questi percorsi ha legittimità, ognuno segue il suo binario diverso: Daniel Cohn-Bendit, impegnato a lungo a Bruxelles, Eva Joly coinvolta come giudice nella lotta anti-corruzione, molto importante in Francia e a livello internazionale; io altermondialista che si batte contro gli organismi geneticamente modificati. Ognuno, al proprio livello, porta la sua specificità.
Europa Ecologia ha ottenuto un ottimo risultato, ma in Francia l'astensione ha sfiorato il 60% e a non essere andate a votare sono soprattutto le classi popolari. Come peserà tutto ciò sul futuro della vostra alleanza? Le classi popolari si sono sentite finora escluse dall'Europa e, per di più, da sempre vengono maggiormente valorizzate le elezioni nazionali. Le istituzioni europee, per come funzionano oggi, non traducono la posta politica che è in gioco per molti. Tanta gente ha difficoltà a capire se, votando per questo o quel partito, qualcosa cambierà, verrà trasformato. C'è bisogno di fare informazione pedagogica sull'Europa, sul ruolo del parlamento europeo. Uno dei primi compiti sarà, infatti, trasformare la realtà istituzionale europea.
Chi ha votato per voi? Quello che è chiaro è che abbiamo avuto il voto dei giovani. Siamo stati il primo partito votato da chi ha meno di 40 anni. Per quanto riguarda il voto popolare, l'astensione è stata forte perché riguarda gli esclusi i quali non capiscono che interesse hanno ad andare a votare. Su questo fronte vedremo le dinamiche future, in particolare quella che si manifesterà alle prossime elezioni locali in Francia, sempre tenendo presente che la questione sociale e quella ecologica hanno eguale importanza e sono legate.
Quali saranno le vostre prime mosse? Intanto, vogliamo subito creare una coalizione anti-Barroso a Strasburgo, per evitare che l'attuale presidente della Commissione venga rieletto. Abbiamo poi un calendario molto fitto, da luglio all'autunno, per costruire un accordo con altre forze.
Daniel Cohn-Bendit, da parte sua, ha precisato di «credere in una forza politica moderna», che «deve declinarsi a livello europeo. La crisi della socialdemocrazia potremo risolverla solo formulando, contro le alternative nazionali, alternative europee. E' qui che ha fallito il Partito socialista». Secondo Cohn-Bendit «in Olanda, in Germania, in Francia sono stati penalizzati tutti coloro che dopo la crisi continuavano a dire le stesse cose che dicevano prima», conservando «lo stesso software. Credo sia questa la grande difficoltà della socialdemocrazia». BNP Con questa percentuale di voti il nazista British National Party è riuscito ad ottenere per la prima volta due seggi all'Europarlamento. Ora è in caccia di alleanze e soldi Ue.
fonte: ilmanifesto.it
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