Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
Continua...
RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
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LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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L'APPROCCIO DELL'EDILIZIA SOSTENIBILE


di Lisa Modenini

Il tema della sostenibilità entra in modo sempre più evidente nel settore delle costruzioni ma non solo. Le questioni della sostenibilità fanno infatti ormai parte della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti e sono dettate dall'osservazione di quanto sta accadendo al clima terrestre. I cambiamenti climatici diventano oggi sempre più evidenti. Basti pensare all'aumento della temperatura media terrestre e alle conseguenze che comporta sull'ambiente naturale e sulle attività umane (scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello delle acque, alluvioni, perdita di biodiversità , etc.).

È stato stimato che anche in caso di rispetto delle prescrizioni del Protocollo di Kyoto relative alla diminuzione delle emissioni di CO² , la temperatura terrestre salirà comunque di più di 1°C , per cui un intervento per frenare tali cambiamenti è necessario e non più rinviabile.

Il dibattito attorno al tema della sostenibilità è iniziato nel 1987, quando il primo ministro norvegese Gro Harlem Bruntland pubblica il rapporto “ Our Common Future” in cui per la prima volta viene definito il concetto di sviluppo sostenibile. Con tale termine si intende uno sviluppo che consenta di soddisfare le esigenze del presente senza compromettere la possibilità per gli utenti futuri di soddisfare le proprie. E tale sostenibilità va intesa in termini tanto temporali quanto spaziali: la possibilità di soddisfare un bisogno in un dato tempo e in un dato luogo non deve infatti impedire a un soggetto futuro o abitante in un altro sito di soddisfare le proprie necessità.

Il Rapporto Bruntland non condanna la civiltà industriale ma individua aspetti fortemente critici di fronte ai quali è necessario intervenire per salvaguardare l'ambiente naturale. Lo sviluppo della civiltà umana non può infatti avvenire a discapito dell'ecosistema.

Tali principi sono ulteriormente analizzati nel 1992 durante la Conferenza delle Parti organizzata a Rio de Janeiro, quando i Capi di Stato si riunirono per discutere sui cambiamenti climatici, delle implicazioni sull'ecosistema e delle misure da adottare per contrastare tali eventi.

Il documento conclusivo è la Dichiarazione di Rio, in cui viene istituita l'Agenda 21, punto di incontro, sintesi e coordinamento delle attività da promuovere per cambiare i modelli di consumo ed operare in un'ottica sostenibile.

Terza soglia temporale è il 1997 con la Conferenza delle Parti organizzata a Kyoto , secondo un processo di progressiva definizione di misure sempre più concrete.

Il Protocollo di Kyoto , infatti, stabilisce soglie di riduzione globale delle emissioni di CO² relative a ciascuno Stato. Per l' Europa la soglia è dell'8%, per l'Italia il 6,5%.

Per entrare in vigore il Protocollo deve però essere sottoscritto da un numero di Paesi sufficienti a coprire una buona percentuale delle emissioni complessive (55%).

Questo excursus per dimostrare come la tematica della sostenibilità sia al centro del dibattito internazionale da almeno un ventennio benchè questa risulti talvolta condivisa ma non sempre applicata.

Le problematiche della sostenibilità interessano in modo determinante il settore delle costruzioni. Secondo il Libro Verde sull'Efficienza Energetica, in Europa il settore delle costruzioni è responsabile di circa la metà del consumo di risorse naturali e della produzione di rifiuti. Secondo la stessa fonte le possibilità di intervento per contenere i consumi e ridurre gli impatti sono elevate. Ovviamente tali obiettivi possono essere raggiunti solo se si attuano azioni congiunte in primo luogo a livello legislativo.

In questo senso l'Europa ha emanato diverse normative, volte a ridurre gli impatti delle attività antropiche e a favorire un approccio sostenibile. In termini temporali l'ultima norma importante relativa all'ambito edilizio è la 2002/91/CE, che stabilisce parametri, valori di riferimento e procedure.

A livello italiano il dibattito sulle misure da adottare per un approccio sostenibile all'architettura è già avviato. Nel 1991, infatti, prima quindi della Conferenza di Rio, l'Italia emana una legge, la legge 10, che pone il nostro Paese all'avanguardia in materia di risparmio energetico. Lo strumento applicativo, il DM 412, istituisce le zone climatiche (individuate in base ai GG), classifica gli edifici in base alla funzione, definisce parametri di progetto come la temperatura interna (nella maggior parte di casi 20°C ).

L'emanazione della Direttiva Europea nel 2002 impone una revisione di tale norma, sostituita, nel 2005, dalla legge 192 (aggiornata a fine 2006 dal decreto 311).

La 192 riflette l'impostazione della legge 10 e individua soglie temporali di progressivo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici (valutate in termini di trasmittanza delle chiusure). Tali soglie sono rese più restrittive dalla 311. Viene inoltre introdotta l'obbligatorietà della certificazione energetica (anche questa scandita in soglie temporali), già introdotta dalla legge 10.

Il grosso limite del quadro normativo attuale sta nel considerare quasi esclusivamente i consumi invernali, tralasciando la questione estiva, con ripercussioni di grande importanza.

Un approccio sostenibile all'architettura è oggi ampiamente possibile e le strade da seguire a tale scopo sono tre:
- efficienza energetica: la riduzione dell'impatto di un intervento edilizio passa in primo luogo attraverso la riduzione dei consumi. Le possibilità di risparmio in tal senso sono molto ampie e fanno riferimento alla definizione tecnologica: un involucro ben isolato, privo di ponti termici, definito nel dettaglio attraverso una grande attenzione nella scelta dei materiali consente di operare in modo efficiente, sfruttandone al massimo i caratteri per ridurre il fabbisogno;
- ricorso a fonti rinnovabili: la copertura del fabbisogno eneregetico di un edificio può essere oggi garantita direttamente in loco (sole, geotermia) o indirettamente (vento, acqua) da fonti rinnovabili. Le tecnologie relative alle fonti rinnovabili sono oggi al centro di studi volti a migliorarne l'integrazione (es. tetti e facciate fotovoltaiche , elementi di arredo urbano in grado di sfruttare il vento);
- uso corretto dei materiali: le scelte materiche devono tenere conto della loro sostenibilità in termini di produzione, trasporto, posa in opera, smontaggio, smaltimento (secondo criteri di Life Cycle Assessment ). L'impatto di un edificio sull'ambiente va quindi riferito non solo al fabbisogno ma a tutta la vita utile. I materiali inoltre devono essere scelti in base alle loro prestazioni e al loro ciclo di vita.

Questo rende il progetto complesso dal punto di vista costruttivo, quando la definizione dei suoi caratteri costruttivi deve essere il frutto di un'attenta analisi del suo comportamento. Ma prima delle scelte materiche , il progetto di un intervento va riferito al sito in cui si colloca. È su questa scia che si inserisce la riflessione relativa agli edifici passivi, distinti da quelli attivi (che cioè necessitano di apporti esterni legati ad esempio agli impianti): gli edifici passivi sfruttano il contesto e le condizioni locali per creare ambienti confortevoli dal punto di vista termico, luminoso ed acustico.

Tali edifici, oggi al centro di riflessioni e dibattiti, sono basati su principi che fino all'avvento della cultura industriale erano correntemente utilizzati nella pratica costruttiva.

Le torri del vento iraniane, i patii delle case arabe o delle domus romane, gli orientamenti delle case di legno delle Alpi, fino ai dispositivi di aerazione della Rotonda del Palladio, dimostrano come sia prioritario, per un approccio sostenibile, il rapporto col sito e con i suoi caratteri climatici.

Il termine “passivo” indica oggi uno standard energetico (fabbisogno inferiore a 15 kWh/m² anno) correlato, prima che ai consumi energetici, a un approccio di tipo qualitativo, che parte dal sito per creare spazi confortevoli e salubri.

Un approccio per un edificio di questo tipo deve tenere conto di una serie di aspetti fondamentali:
- condizioni climatiche locali: il clima del luogo è il necessario punto di partenza perché stabilisce le caratteristiche (sole e vento) con cui l'intervento si dovrà confrontare, a cui vanno aggiunte le caratteristiche del microclima locale, legato, per esempio, alla presenza di specchi d'acqua;
- forma: un edificio passivo deve essere il più possibile compatto; a parità di volume, un edificio in linea presenta una superficie esterna maggiore rispetto a un edificio cubico; maggiore superficie di contatto con l'esterno comporta maggiori dispersioni per cui tale fattore va necessariamente controllato; in modo ottimale un edificio passivo dovrebbe avere un coefficiente di forma (rapporto superficie disperdente/volume riscaldato) di circa 0,4;
- orientamento: l'edificio va progettato per sfruttare al meglio il percorso del sole e la presenza di vento; i fronti maggiormente esposti al vento vanno riparati nel caso di climi freddi, mentre nei climi caldi il vento può contribuire a dissipare il calore in eccesso e migliorare il comfort interno; le maggiori aperture dovrebbero essere collocate sul fronte sud, poiché in inverno esse captano la maggiore quantità di radiazione (quando il sole è basso sull'orizzonte) mentre in estate la radiazione può essere facilmente schermata attraverso un attento studio degli sporti e l'introduzione di schermature temporanee;
- ombreggiamento: gli edifici passivi devono essere ombreggiati in modo che la radiazione possa entrare in inverno ma non in estate; questo si ottiene attraverso l'introduzione di dispositivi mobili o orientabili o attraverso il calcolo degli sporti delle coperture;
- disposizione dei locali: i locali che necessitano di maggiore luce vanno collocati a sud (zona giorno), i locali di servizio possono essere disposti a nord.

Questi aspetti mostrano la varietà di fattori che vanno considerati in un approccio di tipo sostenibile, che prima che sulle componenti attive (gli impianti) ponga l'accento sull'ambiente naturale, sui suoi caratteri e sulle possibilità di integrare edificio e sito.

Il Millennium Village e il quartiere BedZED di Londra sono due esempi di esperienze inglesi, mentre per quanto riguarda l'Italia è stato recentemente inaugurato il nuovo ospedale pediatrico di Firenze, progettato con criteri passivi; un'esperienza pilota è quella dell' Environment Park di Torino.

Si tratta però di esperienze ancora circoscritte, poiché un approccio sostenibile implica un livello elevato di complessità e la necessità di valutare fattori apparentemente lontani dai classici elementi ordinatori della costruzione. Alla base di tutto sta, comunque , la necessità di condividere un background comune, di conoscere e comprendere il rapporto con l'ambiente, di condividere la necessità di intervenire in modo concreto per limitare il disastro ambientale in atto.

I pionieri dell'approccio sostenibile all'architettura in Italia sono i membri dell'Agenzia CasaClima . Si tratta di un'esperienza fortemente legata alla cultura d'oltralpe (che da anni è impegnata nella ricerca di un approccio sostenibile all'architettura).

Al di là delle procedure di certificazione, l'esperienza CasaClima è significativa per il tentativo di diffondere un approccio che non si impone sul luogo, ma che trae spunto dal sito, e che intende dimostrare come siano sufficienti pochi accorgimenti e attenzione al dettaglio per creare edifici confortevoli, ed economicamente convenienti.

Gli edifici certificati CasaClima sono edifici prevalentemente residenziali, anche se non mancano esempi di carattere pubblico (Municipio di Brunico ) ma sono riferiti a un clima e ambiente ben definito e non presente in tutto il territorio italiano: l'approccio prestazionale legato al rapporto con l'intorno è fondamentale, ciò che dovrebbe variare è l'effettiva realizzazione del progetto in termini di definizione quantitativa dei parametri e delle soluzioni tecnologiche.

Un approccio sostenibile all'edilizia è, comunque , oggi ampiamente possibile, reso necessario dall'osservazione del degrado dell'ambiente naturale, che non può essere completamente fermato ma col quale bisogna confrontarsi per salvaguardare l'ecosistema.

Un approccio di questo tipo rende, ovviamente, il percorso esecutivo complesso per la varietà di fattori che intervengono.

Costruire in un'ottica di sostenibilità significa attenzione al dettaglio, investimento nella tecnologia, cura nella scelta dei materiali. Significa partire dal luogo per sfruttarne i caratteri, “ascoltando” l'ambiente.

Fonte: Teknologos

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