Come parli, così è il tuo cuore.
Paracelso

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BIONoNBIO
Per un biologico davvero naturale
BIONoNBIO
IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
IL MANIFESTO
DEL CONTADINO IMPAZZITO

<b>IL MANIFESTO<br> DEL CONTADINO IMPAZZITO </b>








libero adattamento
del Manifesto di Wendell Berry


Se amate il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate.
Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
se avete paura di morire….
allora nemmeno il vostro futuro
sarà più un mistero per il potere,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassettino.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno,
quando vi vorranno far morire per il profitto
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ANIMA DEL BIOLOGICO
OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

ANIMA DEL BIOLOGICO <br>OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico),  ha superato  in Italia i 50 anni, l’età di un giovane adulto. Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico. Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 50 anni bisognerebbe occuparsene.  Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1 A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo
  
Questo libro raccoglie una serie di straordinari articoli, raccolti in due volumi, della prestigiosa rivista internazionale Resurgence che celebra la pubblicazione del 200° numero. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo. Una visione in cui natura, società, spiritualità sono parti integranti l’uno dell’altra. Nel corso della vita possiamo imparare a riconoscere i problemi del mondo e possiamo imparare ad affrontare anche i quesiti più profondi della nostra esistenza, ma dovremmo anche imparare a riconoscere il legame imprescindibile tra noi e il mondo.
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L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2 di A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo

E' il secondo volume della selezione di articoli pubblicati nel corso degli anni dalla prestigiosa rivista inglese "Resurgence", diretta da Satish Kumar, che da oltre 40 anni coniuga insieme ecologia profonda, temi sociali e crescita interiore spirituale. Tratta di temi tutti attualissimi e scritti, come contributo volontario, da autori di fama internazionale quali Vandana Shiva, Noam Chomsky, Fritjof Capra, James Lovelock, Matthew Fox, Theodore Roszak, Lester Brown, Larry Dossey e tanti altri. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo.
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LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro. Continua...
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?

di George Monbiot

Molti comprano prodotti biologici convinti di salvare l’ambiente. Invece di nuovi consumi serve un cambiamento politico. Non andare avanti così. I climatologi avevano detto che gli inverni sarebbero stati più umidi e le estati più secche. Quindi non possiamo dire che le inondazioni siano dovute ai cambiamenti del clima, ma neanche che siano compatibili con attuali modelli climatici.
A causa dell'innalzamento del livello dei mari e della maggiore quantità di pioggia caduta durante l'inverno, basterà che lo straripamento dei fiumi coincida con l'alta marea di primavera per creare i presupposti per una catastrofe. Il nostro principale obiettivo deve essere impedire che i ghiacci della Groenlandia e dell'Antartico occidentale si sciolgano. L'unica cosa che dobbiamo chiederci a proposito dei cambiamenti climatici e' come evitare che ciò succeda. Sono uscite decine di libri e sembrano dare tutti una risposta: possiamo salvare il mondo scegliendo uno stile di vita più saggio e più verde. A luglio il Guardian ha pubblicato un estratto del nuovo libro di Sheherazade Goldsmith, che ci spiega "come vivere entro i limiti della natura".
È facile: basta farsi da soli il pane, il burro, il formaggio, la marmellata e i sottaceti, tenere una mucca da latte, avere un po' di maiali, capre, oche, galline, anatre, alveari, giardini e frutteti. Be', che state aspettando? Continua...
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
Pesticidi.
Antiparassitari e diserbanti chimici sono impiegati nelle coltivazioni di frutta e ortaggi e contaminano tutto il ciclo alimentare. Sono state trovate tracce persino nel latte materno. Questi trattamenti sono ancor più intensivi per i prodotti fuori stagione che è bene evitare. I prodotti biologici sono, naturalmente, esenti dalla presenza di residui chimici.

Metalli pesanti.
I metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e il cromo, contaminano prevalentemente il pesce. Sono a rischio anche le coltivazioni e gli allevamenti vicini a discariche che non garantiscono la completa impermeabilità del suolo.

Mangimi.
In Europa ed in Italia polli e vitelli vengono
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 categoria:

Culture del cibo


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IL MITO VEGETARIANO
IL MITO VEGETARIANO

di Lierre Keith

Non è stato un libro facile da scrivere. E per molti di voi non sarà un libro facile da leggere. Lo so. Sono stata una vegana per quasi vent’anni. Conosco bene le ragioni che mi hanno portato a adottare una dieta estrema, e sono onorevoli, perfino nobili. Ragioni quali la giustizia, la compassione, una bramosia disperata e onnicomprensiva di mettere a posto il mondo. Di salvare il pianeta: gli ultimi alberi che testimoniano il trascorrere del tempo, i pezzi di natura selvaggia che ancora consentono la sopravvivenza di specie in via d’estinzione, silenziose nelle loro pellicce e piume. Di proteggere chi è vulnerabile e senza voce. Di nutrire chi ha fame. E da ultimo, di non partecipare all’orrore dell’allevamento intensivo.
Queste passioni politiche hanno avuto origine da una fame così profonda da sconfinare nella spiritualità. O almeno questo era il mio sentire, e non è cambiato. Voglio che la mia vita sia un grido di battaglia, una zona di guerra, una freccia puntata e scagliata verso il cuore della dominazione: la società patriarcale, l’imperialismo, l’industrializzazione, ogni sistema di potere sadico. Se queste immagini marziali vi disturbano, posso riformulare il concetto: voglio che la mia vita, il mio corpo, sia un luogo nel quale la terra è rispettata, non divorata; dove non c’è posto per il sadismo, e dove la violenza si ferma. E voglio che il mangiare – il primo degli accudimenti – sia un atto che dia forza anziché uccidere.
Questo libro è stato scritto per portare avanti queste passioni, questa fame. Non è un tentativo di deridere chi sostiene i diritti degli animali, né chi desidera un mondo più gentile. Al contrario, è il tentativo di rendere omaggio ai nostri più profondi desideri di vivere in un mondo più giusto. Questi desideri – di compassione, di sostenibilità e di una distribuzione più equa delle risorse – non trovano una risposta nella filosofia o nella pratica del vegetarianismo. Siamo stati fuorviati. I Pifferai Magici vegetariani hanno le migliori intenzioni.
Anticipo qui quanto ripeterò in seguito: tutto quello che sostengono sull’allevamento intensivo è vero. È crudele, dispendioso e distruttivo. Niente in questo libro è finalizzato a giustificare o a promuovere le pratiche adottate dalla produzione industriale di cibo, a nessun livello. Ma il primo errore consiste nel ritenere che l’allevamento intensivo – una pratica utilizzata da meno di cinquant’anni – sia l’unico modo di allevare gli animali. Continua...
IL BIO CON LE RADICI
IL BIO CON LE RADICI

di Renzo Agostini

Il bio con le radici Il mercato bio si trova in questo momento in una fase critica: da una parte continua a crescere in popolarità e consumi fino a superare il 3% del totale delle vendite, con una crescita attorno al 10% anche nel 2017; dall'altro, l'offerta è nettamente superiore alla domanda: si parla di una presenza del bio sugli scaffali pari al 7% contro un valore di vendita del 3%... (più del doppio).
Chi sta perdendo di più sono i negozi specializzati e i grossisti collegati, con perdite dal 15 al 25%, a favore prevalentemente della grande distribuzione e dell’e-commerce. Per quale motivo? Punto di forza e punto di debolezza del bio è il fatto che non parliamo di un prodotto, ma di un metodo di produzione e di una filiera che devono rispettare determinati criteri, stabiliti dalle direttive comunitarie e dalle leggi dei singoli paesi. Nel momento in cui la richiesta da parte del mercato è divenuta sensibile è stato semplice aumentare a dismisura l'offerta di prodotti biologici. Per capirci: Nutella ha avuto migliaia di tentativi di imitazione, ma Nutella  resta Nutella.
Il biologico invece posiziona sullo stesso piano sia la multinazionale, sia l'agricoltore che coltiva con passione un orto biodinamico di 500 mq. Basta avere la bandierina bio. La conseguenza positiva è: oggi il bio è su tutte le tavole. Ma c’è un problema: questo bio ha perso le radici. Non è più un valore: è diventato un aggettivo che aggiunge qualità ad un prodotto (paragonabile a senza glutine, senza zucchero, vegetale, km zero…) e per il mass market va bene così. Devo dire che mi dà un po’ fastidio vedere certe pubblicità in televisione, fra mulini, campi e tanto amore… falso; interpretato da attori, perché non c’è nessuno lì, che può avere la credibilità per mettere la faccia su propri prodotti “bio”!
Chi ha portato il biologico fino a qui, oggi è in grande difficoltà, perché non riesce a comunicare la differenza, ciò che distingue il piccolo agricoltore dalla multinazionale e quindi non riesce più ad essere competitivo in un mercato dove sono entrati in gioco i Top Player… che non ti fanno più vedere il pallone. Per ritrovare il bandolo della matassa è necessario ripartire da dove tutto è incominciato.
Il biologico è uno dei tanti figli dei fiori (mica solo Steve Jobs J). Nei primi anni '70, quando si è cominciato a capire che né con le buone, né con le cattive, la fantasia sarebbe andata al potere, sono nate diverse comunità, negli Stati Uniti e in Europa, che hanno iniziato a praticare una agricoltura antagonista al modello industriale, rispettosa della natura, dell'uomo e degli animali. Spesso in maniera molto primitiva ed improvvisata, con risultati piuttosto scadenti. Poi però questo movimento ha cominciato a crescere, incontrando anche uomini appassionati e preparati, che hanno cominciato a dare un senso e un volto al biologico. In Italia mi piace ricordare un amico, Gino Girolomoni. Continua...
IL BIO NON E' UNA BUFALA
IL BIO NON E' UNA BUFALA

di Stefano Genovese

Giunto al grande pubblico, il bio si è strutturato come un vero business e quindi, senza neanche aspettare troppo, sono arrivate le inchieste giornalistiche su che cosa nascondesse questo bio così serioso, talvolta troppo caro, altre volte troppo a buon mercato, certificato in quel modo un tantino sospetto.Gli scettici nei confronti del biologico pongono sempre gli stessi dubbi, spesso versioni rurali dei miti metropolitani i cui protagonisti sono sempre gli stessi: «Mio cugino mi ha detto...» e «Un tale mi ha raccontato...».«Mio cugino in campagna coltiva il suo orto biologico però il suo vicino di campo passa con l'aereo e spruzza DDT e quindi anche le sue verdure sono inquinate» oppure «Un tale mi ha raccontato che ha un'azienda agricola biologica che non usa niente di chimico, ma tanto poi sul campo gli arriva la pioggia acida e quindi tanto vale usare i diserbanti.»Per fortuna l'arrendevolezza di certi scettici verso questo mondo irrimediabilmente contaminato non ha contagiato i tanti, tantissimi imprenditori, agricoltori e sognatori che non si sono arresi in questi quarant'anni di biologico in Italia.Questo ha permesso di creare un settore ricco, diversificato, determinato e ben strutturato. Un settore che è diventato un grande business solo negli ultimi quindici anni, fattore questo che ha dato lustro ai tanti imprenditori che non hanno abbandonato l'idea di un cibo migliore nei decenni in cui tirare avanti è stata una lotta quotidiana.Sono andato a scovare di persona in tutta Italia proprio questi imprenditori: una selezione di dodici aziende, alcune focalizzate su prodotti specifici, come vino, pane, cosmesi, pasta, carne, altre che offrono una gamma completa di prodotti. Alcune discendono dalla macrobiotica, altre dalla biodinamica, altre ancora hanno origini etiche confluite nel bio per semplice coerenza ideologica e, parlando con loro, ho imparato a conoscere tutti questi mondi.Ho voluto incontrare chi c'è di Continua...

LA STORIA MACROBIOTICA
DI ANN BETH SIMON

LA STORIA MACROBIOTICA <br>DI ANN BETH SIMON

di Fabio Procopio 

Pochi sanno che gli anni pionieristici della macrobiotica, quando Ohsawa in persona girava il mondo, furono contraddistinti da molte guarigioni straordinarie e da alcune morti ugualmente straordinarie dovute a una pratica indiscriminata
 La maggior parte dei praticanti macrobiotici hanno approcciato questa disciplina negli anni del "pensiero unico" di Michio Kushi, la fase della macrobiotica commerciale e un po' avida, dei counsellor, delle deviazioni sempre più evidenti (ma questo vale per tutti gli allievi di Ohsawa, nessuno escluso) dall'impianto originario del fondatore, e soprattutto della perdita della parte più squisitamente spirituale a tutto vantaggio di un'ottica salutista molto pronunciata. Gli altri, più giovani, hanno conosciuto la macrobiotica da autori e divulgatori "post-kushiani", molti dei quali hanno a loro volta deviato dagli insegnamenti di Kushi, dando ad esempio sempre maggiore spazio alle verdure più o meno crude e sempre meno al cereale.
Pochi conoscono i primi anni della macrobiotica, quelli in cui Georges Ohsawa in persona girava il mondo per diffondere la sua lieta novella. Furono anni incredibili, nei quali copie del leggendario Zen Macrobiotics , bibbia e pietra miliare dello scandalo macrobiotico pubblicata nel 1961, giravano in ogni ambiente, con particolare successo tra gli hippies d’America.
Nel frattempo, nella stessa America e in Europa – soprattutto in Francia, dove Ohsawa aveva il suo quartier generale – le guarigioni erano senza numero. I campi estivi organizzati da G.O. presentavano regolarmente una quantità di guarigioni da malattie variamente “incurabili”, al punto che presero a essere definiti “campi dei miracoli”: il primo si tenne a Chelles, in Francia, nel 1957.
Di macrobiotica, della vera macrobiotica di Georges Ohsawa, in quegli anni straordinariamente si guariva e straordinariamente si moriva, anche, laddove la pratica alimentare era indiscriminata e inconsapevole della teoria. In quegli anni pioneristici della macrobiotica venuta dall’Oriente, ci furono alcuni casi di “adepti” morti in circostanze non del tutto chiarite, e tra questi il caso di Ann Beth fu il più noto.
In un magistrale, doloroso articolo sul New York Herald Tribune del 23 gennaio 1966  Robert Christgau, saggista e critico musicale, raccontò la sua versione “laica” della storia di Ann Beth Simon, una giovane donna morta… di macrobiotica.
E' difficile, oggi, comprendere il clima di quel mondo a parte che era la cultura hippie anglosassone, in cui l'eccesso e il rischio rappresentavano la norma, mossi dalla spinta di una necessità di evasione insuperabile. Si potrebbe parlare di una vera e propria assimilazione della macrobiotica nella cultura hippie, della quale la macrobiotica è stata pesantemente colorata e rielaborata. Continua...
QUALITA' E IDENTITA' NEL MONDO GLOBALIZZATO
QUALITA' E IDENTITA' NEL MONDO GLOBALIZZATO


di Andrea Pentimone

BIO-BOOM:
“Aziende «bio», più di 150 offerte”, così recita il titolo di un articolo comparso lo scorso gennaio sul Corriere della Sera nella sezione “Trova-Lavoro”, in cui solitamente compaiono le varie inserzioni lavorative che il quotidiano propone. Tale richiesta di manodopera è ovviamente il frutto di un grande successo di tali imprese, successo dovuto essenzialmente alla vendita di “cibo biologico” che secondo i dati Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) è essenzialmente aumentata del 10,3% nei primi 6 mesi del 2017.
L’aspetto più curioso è che tali assunzioni non riguardano unicamente il settore agro-alimentare, ma anche quello della cosmetica. Infatti oltre ad industrie per esempio come “Abafoods”, “specializzata nella produzione di bevande vegetali bio”, “Naturasì”, “con oltre 250 punti vendita in Italia” e “Bio c’ Bon”, una “catena di supermercati bio attiva sul mercato nostrano da 3 anni con 15 negozi”, compare per esempio anche l’impresa francese di cosmetici “Cattier”, e altre industrie dello stesso campo come “Aurelia” e “Léa Nature”, “a cui fanno capo vari brand”, evidenziando i molteplici aspetti che questa nuova cultura del cibo abbraccia e sponsorizza.
Davanti ad un tale trionfo della cosiddetta “cultura biologica” occorre domandarsi prima di tutto quali sono le spinte alla base di una tale cultura del cibo e come questa è stata accolta così efficacemente all’interno delle nostre tavole. La cultura biologica promuove prima di tutto un più alto valore nutrizionale dei prodotti, puntando sulla qualità, ma soprattutto sulla cosiddetta “sanità” di un prodotto e per tali motivi i cibi bio contengono un più alto valore nutrizionale, fondandosi su principi prettamente ecologici e legati al benessere fisico.
L’agricoltura biologica incentiva infatti sia una maggiore redditività per gli agricoltori sia una ricca biodiversità locale, contro il crescente timore di un’”omologazione della dieta” dovuta alla cosiddetta “globalizzazione alimentare”. “C’è molta omologazione sulla terra” così denuncia, ilfattoalimentare.it, il sito web online fondato da Dario Dongo, avvocato e docente al campus Biomedico dell’Università di Roma, esperto di diritto alimentare, e docente alla facoltà di Agraria all’Università di Palermo. Continua...

MARIO PIANESI E UN PUNTO MACROBIOTICO
MARIO PIANESI E UN PUNTO MACROBIOTICO


di Mariano Pallottini

Tutti ne abbiamo coscienza, i dati allarmanti sullo stato di salute del nostro pianeta si moltiplicano. Nel mondo un abitante su otto soffrirebbe di fame, si stimano più o meno 870 milioni di persone, la maggior parte in Africa.Gravi e impressionanti i dati sulla degradazione dei suoli, spesso irreversibile (conosciuta come desertificazione), che affliggerebbe già il 24 per cento delle terre emerse, con circa 1,5 miliardi di persone interessate.
Problemi gravissimi, di cui tutti noi ci dovremmo interessare, riguardano lo stato di fertilità dei terreni agricoli, la qualità dei semi coltivati, l’inquinamento delle falde, la deforestazione, il consumo di acqua, lo sfruttamento del lavoro, l’aumento dei malattie croniche per regimi alimentari errati.Qualcuno ha ipotizzato che questi sono i mali del “capitalismo imperante”. Vero oppure no, questa modalità di produzione ha causato e continua a moltiplicare problematiche a cui non si sa dare nessuna soluzione. Per la Fao, serve a poco aumentare la quantità prodotta di cibo per combattere la fame nel mondo, è il modo e la qualità della sua produzione che va radicalmente ripensata. Con queste prerogative la domanda è solo una: “Chi ci salverà?”
Non aspettatevi di trovare la risposta sulle pagine di Life Marche, quello che vi possiamo dire però è che c’è un uomo, un marchigiano di buona volontà, che dopo 40 anni di sperimentazioni, sta raccogliendo gli straordinari frutti dell’applicazione delle sue ricerche in differenti settori facenti capo ad un unico approccio produttivo e consumistico che sembrano dire che sì, la soluzione a tutti i problemi del mondo c’è… Life Marche non è un magazine sensazionalistico, e quanto già affermato proveremo a dimostrarvelo con la bellissima storia di Mario Pianesi e del suo movimento “Un Punto Macrobiotico”.
Dovevamo semplicemente raccontarvi della Macrobiotica Marchigiana e invece stiamo per narrarvi una storia straordinaria che, evolvendo sempre più in fretta e senza clamori sui media, potrebbe portare presto anche ad un NobelMario Pianesi nasce a Tirana, in Albania nel 1944 da madre montenegrina e padre marchigiano. Negli anni ’70 partendo da una formazione autodidattica organizza già corsi serali e studi sulla nutrizione. Fondamentale è la lettura del testo “Zen Macrobiotica” di George Oshawa Continua...

BIOLOGICO COME DIRITTO E COME DOVERE:
STOPNONBIO

BIOLOGICO COME DIRITTO E COME DOVERE: <br>STOPNONBIO

di Maurizio Di Gregorio

A furia di regolamentare gli alimenti biologici, tra regole e deroghe, potremmo presto arrivare al paradosso di mangiare un alimento definito biologico e in regola con le normative ma in realtà contaminato da pesticidi e OGM:. come è possibile arrivare a tanto? Pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha approvato la nuova regolamentazione europea del prodotto biologico. Essa arriva dopo quattro anni di negoziati a livello europeo. Come riassunto da Laura Canestri per il Sole24Ore:
 1) Il regolamento prevede controlli annuali antifrode per tutti gli operatori della filiera del bio (non solo gli agricoltori), con ispezioni ogni 2 anni per chi risulta in regola per tre anni di fila.
 2) I produttori con aziende di piccole dimensioni potranno aggregarsi e ottenere una certificazione bio di gruppo, riducendo i costi.
 3) Potranno continuare a essere usate sementi convenzionali, ma sarà creato un database europeo per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di quelli bio.
 4) Le deroghe che permettono l'utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminati entro il 2035.
5) Le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continueranno a essere autorizzate, mentre sulle importazioni viene sancito il principio che prodotti bio provenienti da paesi terzi debbano rispettare gli standard europei e non, semplicemente, standard equivalenti.
6) Tuttavia, non mancano deroghe ed eccezioni. Il rispetto di standard equivalente (ma non uguali) a quelli europei continuerà a valere, ad esempio, per gli accordi commerciali bilaterali.
7) I prodotti che accidentalmente vengono contaminati da pesticidi non autorizzati nel settore biologico potranno continuare ad avere la certificazione.
 8) I paesi che, come l’Italia, applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come pesticidi, potranno continuare a farlo, ma non impedire la commercializzazione nel proprio mercato di prodotti di altri Paesi europei che si comportano diversamente.Continua...
PETIZIONE PER UN PUNTO MACROBIOTICO
PETIZIONE PER UN PUNTO MACROBIOTICO

di Alessandro Petrillo

Petizione per Un Punto Macrobiotico: Guardare la Realtà dei Fatti. Negli ultimi tempi i media hanno parlato molto di alcune accuse scandalose riferite a chi guida l’associazione Upm. Nell’attesa che la giustizia (e non i programmi tv) stabilisca se tutto ciò è vero, e ci vorranno anni, ho scritto una petizione per “equilibrare” le notizie che si sono sentite. Io personalmente ho imparato molto da questa associazione, ma a parte questo è stato trattato come un delinquente una persona che ha ricevuto circa 180 riconoscimenti in tutto il mondo. 
Io non credo che siano 180 errori, è un numero davvero enorme e ci sono troppi fatti, compresi degli studi scientifici, che mostrano il contrario. Invece nel giro di poche ore un benefattore con decenni di attività è diventato un delinquente, e di molte cose importanti che ha fatto non se ne è proprio parlato (mentre prima si parlava perfino di Nobel per la pace). 
Questi argomenti riguardano in qualche modo tutti, sono centrali in questo momento storico e sicuramente anche del futuro: se ci sono sempre più persone che con una alimentazione equilibrata hanno meno bisogno di farmaci e cure ospedaliere questo ha delle conseguenze positive anche su tutti gli altri e sull’economia perché ci sono meno costi sociali, meno tasse indirizzate alla sanità etc.. Stessa cosa per la quantità di alberi presenti nelle città e nei campi agricoli, se questi aumentano ci saranno meno problemi respiratori e spese sanitarie di quel tipo. Infine se si diffonde una etichettatura trasparente nella quale c’è scritto tutto quello che si può scrivere su un prodotto è un beneficio per tutti, dovrebbe essere la normalità sapere tutto di un prodotto che si compra. Continua...
LA VERA STORIA DELLA MACROBIOTICA
LA VERA STORIA DELLA MACROBIOTICA

di Andrea Biggio

Cristopher Wilhelm Von Hufeland nel 1876 in Germania, pubblica la prima edizione dell’opera, divisa in due parti teorica e pratica, “Macrobiotica o l’arte di prolungare la vita agli uomini”. Egli era l’ippocratico, e terapeuticamente eclettico, medico personale di Goethe, nel pensiero del quale si trovano le radici della concezione steineriana antroposofica. Si trattava della prima volta che, dopo molti secoli, la parola macrobiotica (che deriva dal greco e significa “lunga vita”) veniva usata in un trattato. Prima di lui, il padre della medicina occidentale, Ippocrate, l’aveva usata circa 2400 anni prima, nel suo “Aria, acqua e luoghi”, ma, questo antico precursore della medicina occidentale, diversamente dalla stragrande maggioranza dei suoi epigoni moderni, nelle opere “Alimenti” e “Medicina e Tradizioni”, ribadiva sempre i seguenti basilari concetti:
Ippocrate
· Che il tuo alimento sia la tua principale medicina.
· Il pane si deve elaborare con semi che abbiano caratteristiche (che oggi definiamo integrali e biologiche) che possano tenerci lontano dalle malattie.
· Per alimentarsi in modo equilibrato e vivere in salute bisogna consumare principalmente cereali (Ippocrate indicava quelli più diffusi in Grecia all’epoca, grano, orzo e avena).
Rudolf Steiner, incaricato da giovane di ordinare l’opera omnia di Goethe, decide di continuare lo studio della natura da questi intrapreso, occupandosi tra gli altri campi, di igiene e quindi di alimentazione. Igiene, che per molti vuol dire solo disinfettare e sterilizzare: è invece parola più complessa, la quale deriva dal greco antico hyghieia (salute) + techne (arte), e significa più propriamente “arte della salute”. E proprio così l’igiene era intesa dai medici di un tempo, che la praticavano per i loro pazienti; oggi in antroposofia per parlare di questa arte si usa un termine significativo: salutogenesi, in contrapposto a quella patogenesi, che sembra l’unica preoccupazione di tanti medici contemporanei. (...) Steiner si è molto occupato di alimentazione sia filosoficamente che scientificamente, trovando un grande continuatore del suo pensiero in un allievo, il medico Rudolf Hauschka; la linea Goethe, Steiner, Hauschka, nel campo dell’alimentazione e della salutogenesi, viene menzionata come “la scuola steineriana”. Continua...
MANGIARE LA CARNE
MANGIARE LA CARNE

di Rudolf Steiner

L’uomo mangia regolarmente alimenti vegetali e alimenti animali. Vi ho già detto una volta che io non propendo per alcun regime alimentare, ma spiego semplicemente come agisce questo regime.
E’ successo spesso che qualche vegetariano venga da me per parlarmi della sua tendenza a perdere leggermente conoscenza, ecc. ed io allora dico: “beh, ciò dipende dal fatto che lei non mangia la carne.” Bisogna considerare le cose in maniera obbiettiva, vero? Non bisogna voler arrivare ai propri fini con la forza. Ma cosa significa considerare in maniera obbiettiva quanto riguarda l’alimentazione vegetale e l’alimentazione carnea?
Dunque signori, prendiamo in considerazione la pianta. La pianta giunge a sviluppare il suo seme, che è nascosto nella terra, in modo che esso formi foglie verdi e petali colorati. E paragonate ciò che raccogliete della pianta – sia che cogliete la spiga o l’intero cavolo da cucinare – paragonatelo dunque con la carne, con la massa muscolare di un animale. La sostanza è completamente differente, vero? Ma che legame c’è tra queste due sostanze?Sapete bene che ci sono animali che si comportano come vegetariani, essi non mangiano carne. E nemmeno i cavalli sono carnivori, essi non mangiano che vegetali. Ora, bisogna rendersi conto che l’animale non si accontenta di ingurgitare del nutrimento, ma si sbarazza anche in continuazione di ciò che si trova nel suo organismo. Continua...
LA SCOMPARSA DEI CIBI CHE AMIAMO
LA SCOMPARSA DEI CIBI CHE  AMIAMO


di Simran Sethi

Trovarmi nella sede storica della Tcho (in seguito si è trasferita) era come finire dentro un sogno di Willy Wonka: Charlie e la fabbrica di cioccolato. Brad mi ha portato in sala conferenze spiegandomi che stavano dando gli ultimi ritocchi a un nuovo cioccolato alla nocciola; ce n’erano scaglie sparse su tutto il tavolo. «Si serva», mi ha detto; ho sorriso beata: «Sono a posto così, grazie». Quell’intervista di venti minuti si è protratta per quasi due ore.

La storia di Brad mi ha catturato: il viaggio di un uomo che aveva iniziato studiando la chimica degli sciroppi di zucchero, finendo per produrre un cioccolato pluripremiato. Poi mi ha raccontato di quando ha condiviso quel cioccolato con i contadini che avevano coltivato il cacao – gente che non aveva mai«Si assaggiato una tavoletta di cioccolato –, «uno dei momenti più importanti di tutta la mia vita». Cominciavo a rimpiangere la scelta di depurarmi. Mentre chiudevamo l’intervista, Brad ha chiesto se volessi visitare la fabbrica.Naturalmente. Willy Wonka mi regalava una visita nella sua fabbrica di cioccolato. Dopo esserci preparati, siamo entrati nel perimetro esterno della fabbrica, dove le tavolette vengono rifinite e incartate a mano. Faceva freddo; c’è bisogno di una temperatura abbastanza bassa per preservare la consistenza del cioccolato. C’era un bel rumore; Brad gridava sopra le palette che facevano uscire le stecche dagli stampi, e poi c’erano le macchine per raffreddare e confezionare, che sfornano circa 5000 stecche di cioccolato Tcho all’ora. Continua...

LO YOGA DELLA NUTRIZIONE E LA FISSIONE DELL'ATOMO
LO YOGA DELLA NUTRIZIONE E LA FISSIONE DELL'ATOMO

di Elisabetta Mastrocola

L’attenzione verso la cura dell’alimentazione è notevolmente cresciuta nel corso degli ultimi anni sia a causa dell’esigenza di assumere cibo sano non contaminato o alterato, sia per una maggiore sensibilità verso le sofferenze animali che ha condotto molte persone a scegliere regimi vegetariani e vegani; nonostante questo però, si tende a mangiare in fretta, in posti affollati e senza pensare troppo a quello che si sta facendo, o meglio, pensando ad altro, come se il cibo che diventerà parte di noi - il nostro corpo, la nostra forza, i nostri pensieri, i nostri sentimenti – fosse qualcosa di estraneo.Il cibo, invece, come dice Omraam Mikhaël Aïvanhov, è una lettera d’amore del Creatore, e una lettera così importante deve essere letta in condizioni particolari.
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«CARLIN» PETRINI LASCIA SLOW FOOD, L’EREDE È ROBERTO BURDESE
«CARLIN» PETRINI LASCIA SLOW FOOD, L’EREDE È ROBERTO BURDESE
La svolta è di quelle che si possono definire epocali.
Perchè il fatto che la presidenza dello Slow Food passi di mano da Carlo Petrini, che è stato il fondatore, l’«eterno» conduttore ed il profeta di una crescita che ne ha fatto un fenomeno di dimensioni mondiali fa, indiscutibilmente, sensazione.
Il passaggio di consegne, ampiamente annunciato, verrà ufficializzato stamane nella giornata conclusiva del sesto congresso nazionale di Slow Food Italia che si chiude al Palafiori di Sanremo.
Ma il popolare «Carlin» non si mette assolutamente da parte. Guiderà ancora, da presidente, lo Slow Food Internazionale.
E non è un caso perchè le dimensioni dell’associazione, nata nel 1986 nelle Langhe come «Arcigola» (il nome Slow Food sarebbe arrivato nel 1989), sono diventate, in un ventennio, davvero planetarie. Lo ha sottolineato lo stesso
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RISTORANTI VERDI
RISTORANTI VERDI
A tavola senza carne e pesce, un trend che riguarda sei milioni di italiani.
Gusto, salute, amore per gli animali e business. Sono gli ingredienti miscelati nel nuovo progetto ''Ristoranti Verdi'', il circuito di locali italiani in cui è possibile mangiare i migliori piatti della cucina vegetariana e vegana.
L'iniziativa, presentata recentemente al ''Tecnobar&Food'' di Padova nel corso del seminario ''Cucina vegetariana e salutare come business'' organizzato da Next Italia e da Vegan Italia risponde a quello che è un trend in crescita esponenziale.
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COME SUPERARE LE RESISTENZE
COME SUPERARE LE RESISTENZE
dr. Ciro Aurigemma 
Oggi molti si stanno avvicinando all'alimentazione  vegetariana con motivazioni  diverse. Ciò è avvenuto in particolare in seguito all'allarme  suscitato dal morbo della 'mucca pazza'(BSE) con diminuzione notevole dei consumi di carne.  Tuttavia  già da  tempo vi erano stati altri motivi di preoccupazione per varie forme di inquinamento dovute all'uso di  svariate sostanze chimiche nell'allevamento animale, alla manipolazione genetica, ecc...
Come  spiega molto bene l'economista americano Jeremy Rifkin,
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TUTTE LE FACCE DEL VEGETARIANO
TUTTE LE FACCE DEL VEGETARIANO

Simona Valesi

C'è chi lo fa per moda e chi per passione, chi per salute e chi per religione, o ancora per etica o compassione, ma pochi dei non addetti ai lavori direbbero che i vegetariani lo fanno soprattutto per civiltà e giustizia. Se da una parte il vegetarianesimo (o vegetarismo) è un segno di non belligeranza e pace verso tutti gli esseri viventi e di rispetto verso diverse organizzazioni di forme di vita, dall'altra è tanto più un atto di civiltà e rispetto per gli stessi esseri umani.
L'uomo infatti, per essere diventato nel tempo prevalentemente carnivoro ha creato ingenti problemi e disequilibri ambientali che si stanno già ripercuotendo contro di lui. Le riserve idriche, che stanno cominciando a scarseggiare in tutto il pianeta, sono sprecate per le necessità degli allevamenti intensivi in tutto il mondo.
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LA DIETA VEGAN
LA DIETA VEGAN
Progetto Vivere Vegan

Mangiare bene è uno dei piaceri della vita: anche (e soprattutto per i vegan) che hanno il vantaggio di mettersi a tavola senza provocare morte e sofferenza. Che non fanno distinzione tra cani e gatti, definiti animali “d’affezione” e altri, come i maiali, “affettati” per finire nei nostri piatti.
I vegan hanno facilmente e felicemente risolto questa terribile contraddizione…. del resto mangiare vegan non è difficile. La nostra tavola, eliminati i prodotti animali, si arricchisce e riscopre gusti da tutto il mondo. La cucina
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LA SCELTA VEGAN
LA SCELTA VEGAN
Progetto Vivere Vegan

La ragione fondamentale per diventare vegan è il rispetto per gli animali. Chi segue questo stile di vita li considera esseri sensibili con un loro valore intrinseco e non semplici oggetti.
I vegan non mangiano prodotti di origine animale come carne, uova e latticini, non indossano pelle o lana, non usano prodotti sperimentati sugli animali. Non comprano animali e non li tengono in gabbia, non visitano zoo e acquari, non vanno al circo e agli spettacoli con l’impiego di animali. Evitano insomma tutto quello che comporta la morte e la sofferenza per gli animali.
Ogni anno miliardi di esseri sensibili sono trasformati in prodotti alimentari, dopo una breve vita fatta solo di sofferenza. Chi scegli di vivere vegan
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MAMMA, PAPA’: DIVENTO VEGETARIANO!
MAMMA, PAPA’: DIVENTO VEGETARIANO!
“Se i macelli avessero le pareti di cristallo saremmo tutti vegetariani”, recita una massima vegetariana, mentre J. Kellogg scrisse “non mangerò mai nulla che abbia avuto gli occhi”.
In Italia ci sono un milione e mezzo circa di vegetariani (cresciuti a ben 2.500.000 dopo i casi di “Mucca pazza”). I casi di salmonella provocati dal pollo lesso a Ravenna, le sempre più diffuse macellazioni clandestine ad opera della malavita organizzata senza alcuna tutela di tipo igienico sanitario e la vera e propria epidemia di BSE, conosciuta come “Mucca pazza”, i “polli ed i maiali alla diossina” del Belgio, inducono un numero sempre maggiore di persone ad adottare una dieta vegetariana.

La scelta vegetariana si fonda essenzialmente su tre motivi.
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IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
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