Appello di 250 accademici e scienziati alla prima Post-Growth Conference
Il 18 e 19 settembre si è tenuta al Parlamento Europeo di Bruxelles la prima Post-Growth Conference, organizzata da sei gruppi parlamentari, dall'Università Libera di Bruxelles e da vari tra enti europei, sindacati e ONG, in risposta a una prima chiamata all'interno delle conferenze biennali su descrescita, sostenibilità ecologica ed equità sociale, che quest'anno festeggiano i 10 anni. In vista di tale evento, riceviamo e pubblichiamo la lettera sottoscritta da più di 250 accademici e intellettuali europei e tradotta in 20 lingue.
Questa settimana, scienziati, attivisti e politici si stanno riunendo a Bruxelles per una conferenza storica. L’obiettivo di questo evento, organizzato dai membri di cinque diversi gruppi politici del Parlamento europeo, insieme a sindacati e ONG, è esplorare le possibilità di un’economia post-crescita in Europa.Negli ultimi sette decenni, la crescita del PIL si è rivelata l’obiettivo economico primario delle nazioni europee. Ma, con la crescita delle nostre economie, è aumentato anche il nostro impatto negativo sull’ambiente. Ora stiamo superando lo spazio operativo sicuro per l’umanità su questo pianeta, e non vi è alcun segnale che l’attività economica sia sufficientemente disaccoppiata dall’uso delle risorse o dall’inquinamento. Oggi risolvere i problemi sociali all’interno delle nazioni europee non richiede più crescita. Richiede una più equa distribuzione del reddito e della ricchezza che già abbiamo.
La crescita sta diventando sempre più difficile da raggiungere a causa del calo degli incrementi di produttività, della saturazione del mercato e del degrado ecologico. Se le tendenze attuali continueranno, l’Europa smetterà di crescere entro un decennio. In questo momento la risposta è cercare di alimentare la crescita emettendo più debito, sminuzzando le normative ambientali, prolungando l’orario di lavoro e riducendo le protezioni sociali. Questa ricerca aggressiva della crescita a tutti i costi divide la società, crea instabilità economica e mina la democrazia.
Chi governa l’Europa non è stato disposto ad impegnarsi con questi problemi, almeno non fino ad ora. Il progetto Beyond GDP (Oltre il PIL, NdT) della Commissione europea è diventato GDP & Beyond (PIL ed Oltre, NdT). Il mantra ufficiale rimane la crescita – declinata come “sostenibile”, “verde” o “inclusiva” – ma, prima di tutto, crescita. Persino i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite includono la ricerca della crescita economica come obiettivo politico per tutti i Paesi, nonostante la contraddizione fondamentale tra crescita e sostenibilità.La buona notizia è che all’interno della società civile e del mondo accademico sia emerso un movimento post-crescita. Assume nomi diversi in diversi luoghi: décroissance, Postwachstum, economia dello stato stazionario o della ciambella, prosperità senza crescita, solo per citarne alcuni. Dal 2008, periodiche conferenze sulla decrescita hanno riunito migliaia di partecipanti. Una nuova iniziativa globale, la Wellbeing Economies Alliance (WE-All) (Alleanza delle Economie del Benessere), sta costruendo collegamenti tra questi movimenti, mentre una rete di ricerca europea ha sviluppato nuovi “modelli macroeconomici ecologici “. Continua...