Come parli, così è il tuo cuore.
Paracelso

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L'ECOLOGIA IN PRATICA
UNO STILE DI VITA NATURALE
PER SE' E PER IL PIANETA
L'ECOLOGIA IN PRATICA
Sono la natura
sono la terra.
i miei occhi sono il cielo,
le mie membra gli alberi.
Sono la roccia,
la profondità dell'acqua,
non sono qui per dominare
la Natura.
Io stesso sono la Natura.

Indiani Hopi

Questa terra é sacra
<b>Questa terra é sacra</b>





Come potete comperare
o vendere il cielo,
il calore della terra?
l'idea per noi é strana.
Se non possediamo
la freschezza dell'aria,
lo scintillio dell'acqua.
Come possiamo comperarli?
Continua...
ONDE DI CRESCITA INTERIORE
ONDE DI CRESCITA INTERIORE La crisi ecologica - ovvero il principale problema di Gaia - non è l’inquinamento, i rifiuti tossici, il buco nell’ozono o qualcosa del genere. Il principale problema di Gaia è che un numero non sufficiente di esseri umani si è sviluppato ai livelli di coscienza postconvenzionali, planetari e globali in cui sarebbero spinti automaticamente alla cura per il globale comune. E gli esseri umani sviluppano questi livelli postconvenzionali, non imparando la teoria dei sistemi, ma passando attraverso almeno una mezza dozzina delle principali trasformazioni interiori, che vanno dall’egocentrico all’etnocentrico al mondocentrico, punto in cui e non prima, possono risvegliarsi a una profonda e autentica cura per Gaia. La prima cura per la crisi ecologica non consiste nell’imparare che Gaia è la Rete della Vita, per quanto vero ciò sia, ma nel promuovere queste numerose e ardue onde di crescita interiore, nessuna delle quali viene indicata dalla maggior parte di questi approcci del nuovo paradigma.
Continua... 
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE
UN'ALTRA ITALIA E' POSSIBILE 1 L’Italia vive l’anomalia di un nuovo Medioevo. Più che in altri paesi, è visibile in Italia l’emergenza ecologica, il degrado sociale e la crisi di fondamentali valori etici; permangono aree vaste di ignoranza, incapacità, ingiustizia. Meno facilmente che altri paesi, l’Italia quindi può affrontare la conversione ecologica delle attività economiche, il risanamento ambientale e morale del paese, la partecipazione diretta delle persone alla attività sociale ed una effettiva realizzazione di una sana cultura dei diritti e dei doveri che dovrebbero regolare ed ispirare la vita sociale collettiva. 2 Sia in Europa che nel resto del pianeta, vi è una tripla crisi :a) economica e finanziaria (causata da un modello di crescita superato) b) ambientale conseguente, c) socio-culturale. Tre grandi crisi che non trovano più risposte adeguate dal sistema della politica: non dai partiti socialdemocratici in crisi dappertutto e neppure dall’egoismo sociale e dall’indifferenza ambientale dei vari partiti conservatori. Solo un modello sociale e produttivo eco-orientato ed eco-sostenibile, che all’idea di una crescita senza limiti sostituisca un idea di sobrietà, che non escluda anche l’utilità di avere aree di decrescita virtuosa e felice, può essere in grado di affrontare le difficoltà del presente. ...Continua...
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO
IL BENESSERE ANIMALE E' BENESSERE UMANO di Maneka Gandhi

Mangiare carne è una delle maggiori cause della distruzione ambientale. Ogni specie non solo ha il diritto di vivere, ma la sua vita è essenziale per il benessere dell’umanità. Ciò che chiamiamo sviluppo, cioè la sterile città nella quale portiamo i nostri cani al guinzaglio, non è vita. Ci abituiamo così velocemente al malessere, alla tensione, alle carestie e alle alluvioni che pensiamo che i pezzi di carta che teniamo in tasca possano sostituire un corpo sano e una mente gioiosa. Scegliamo di non sapere che, praticamente tutte le nostre malattie sono causate dalla mutilazione e dall’uccisione di animali: dai 70.000 acri di foresta pluviale del Sudamerica abbattuti ogni giorno – che in gran parte servono per far pascolare il bestiame – fino al virus Ebola, proveniente dalle scimmie strappate dal loro habitat naturale in Africa allo scopo di fare esperimenti. Abbiamo ottenuto più cibo uccidendo i lombrichi con le nostre sostanze chimiche o abbiamo ottenuto più malattie? Abbiamo ottenuto una salute vigorosa allevando forzatamente bestiame per il latte e la carne, o abbiamo piuttosto ottenuto emissioni di gas metano che hanno contribuito enormemente all’effetto serra, mettendo in pericolo la vita del pianeta? Continua...

LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE
LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE

di Lester Brown

Per creare una economia sostenibile bisognerà sostenere una rivoluzione ambientale, come è avvenuto per quella agricola e industriale. Alla fine del libro Piccolo è bello, Schumacher parla di una società che violenta la natura e danneggia gli esseri umani e, da quando queste parole sono state scritte, diciotto anni fa, abbiamo potuto vedere con maggiore evidenza i modi con i quali la nostra società agisce proprio in quella direzione.Mi trovavo all’aeroporto di Dulles e presi una copia del US News and World Report, che conteneva un editoriale di David Gergen, un alto funzionario dell’Ufficio Stampa di Reagan alla Casa Bianca. L’articolo descriveva quello che stava accadendo oggi alla società americana e l’autore affermava che, in un certo senso, abbiamo perso la strada. Continua...

RISPETTA LA (TUA) NATURA
<b>RISPETTA LA (TUA) NATURA </b> Michele Vignodelli

Il nostro corpo e la nostra mente sono meraviglie naturali in pericolo, da difendere come le foreste, i fiumi, il mare e le montagne. Sono continuamente aggrediti dal sistema tecnologico ed economico che ci governa, proprio come il resto del mondo naturale.
Non potremo mai rispettare e vivere veramente la suprema bellezza e armonia della natura esterna se non cominciamo da noi stessi. Eppure esiste una spaventosa ignoranza sulla nostra natura interna, che fa pensare a una congiura del silenzio.
Negli ultimi anni sono emerse abbondanti prove dell’esistenza di
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RICORDO DI IVAN ILLICH
RICORDO DI IVAN ILLICH


di Giannozzo Pucci *

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni '60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della società moderna (The Church, change and development).
Il secondo, del 1970, intitolato "Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza": un appello alla rivoluzione istituzionale), è contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l'immaginazione e rendono insensibile il cuore.
Poi, nel 1971, esce "Descolarizzare la società", che è stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell'apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree,
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LA VENDETTA DI GAIA
LA VENDETTA DI GAIA

di James Lovelock

La vendetta di Gaia : assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Per millenni abbiamo vissuto con la strategia del parassita, ai danni dell'organismo vivente che ci ospita. Ora, assediati dall'inquinamento e dalle crescenti anomalie del clima, siamo al punto di non ritorno. Lo sostiene uno scienziato di fama mondiale.
Il parassita e' un essere che vive a spese di un altro organismo. Se ne nutre, cresce, si riproduce e prospera. Eppure, la sua non e' una strategia lungimirante. Le energie dell'organismo ospite diminuiscono giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Finche' un giorno accade l'inevitabile: l'organismo ospite si avvia a una fine certa. E il parassita, senza risorse, e' destinato a scomparire. Questa immagine e' la perfetta metafora della storia della specie umana. A dimostrarlo sono i fatti. Migliaia di anni di occupazione del pianeta hanno provocato distruzione degli habitat, estinzione di molte specie, emissioni record di gas serra in atmosfera e nubi di polveri sottili nell'emisfero nord e sulle metropoli. Un'aggressione prolungata alla quale la Terra ora reagisce innescando una lunga serie di disastri naturali, quali inondazioni e uragani, sempre piu' numerosi e violenti, ed eventi climatici estremi, come estati torride e punte di freddo anomalo. Il pianeta che abitiamo non ha piu' anticorpi per difendersi. E allora attacca.
Lo sostiene a gran voce uno scienziato autorevole e indipendente, James Lovelock, nel suo nuovo libro, The revenge of Gaia (La vendetta di Gaia) in uscita il 2 febbraio in Gran Bretagna! . Il nostro mondo, afferma, potrebbe avere superato il punto d! i non ritorno: la soglia oltre la quale non possiamo fare piu' nulla per evitare che, entro la fine del secolo, i cambiamenti causati dall'attivita' umana distruggano la nostra civilta' Continua....
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SPECIALE TRASPORTI


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BUGIE E VERITA' SULLA TAV TORINO-LIONE
BUGIE E VERITA' SULLA TAV TORINO-LIONE


di Paolo Mattone, Livio Pepino e Angelo Tartaglia *

Il “contratto di governo” tra M5Stelle e Lega prevede, con riguardo alla Nuova linea ferroviaria Torino-Lione, «l’impegno a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». A ciò il ministro delle infrastrutture Toninelli ha aggiunto l’ovvio: cioè che, in attesa di tale confronto, ogni determinazione diretta a realizzare un avanzamento dell’opera sarebbe considerata dal Governo «un atto ostile». Indicazioni assai caute, dunque, ben lungi da una dichiarazione di ostilità al Tav.
Poi silenzio e rinvio all’analisi costi-benefici in corso di elaborazione da parte di una apposita commissione. Il tutto lasciando al loro posto, come rappresentanti del Governo, sfegatati supporter della nuova linea ferroviaria come Mario Virano, direttore generale di Telt (promotore pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della futura linea Torino-Lione), e Paolo Foietta, commissario straordinario del Governo per l’asse ferroviario Torino-Lione e presidente dell’Osservatorio della Presidenza del Consiglio originariamente costituito come luogo di studio e di confronto tra le parti interessate (e diventato ormai l’ultima ridotta dei sostenitori del Tav senza se e senza ma).Tanto è bastato, peraltro, a produrre un duplice effetto. Da un lato ha finalmente aperto un dibattito sulla effettiva utilità dell’opera, fino a ieri esorcizzato dalla rappresentazione del movimento No Tav, complice la Procura della Repubblica di Torino, come un insieme di trogloditi e di terroristi. Dall’altro ha mandato in fibrillazione i promotori (pubblici e privati) dell’opera, l’establishment affaristico, finanziario e politico che la sostiene e i grandi media che ne sono espressione (Stampa e Repubblica in testa) che, non paghi di ripetere luoghi comuni ultraventennali sulla necessità dell’opera per evitare l’isolamento del Piemonte dall’Europa (sic!), hanno cominciato ad evocare fantasiose penali in caso di recesso dell’Italia.
In questo contesto e per consentire un confronto razionale, in attesa delle indicazioni della commissione preposta all’analisi costi benefici e delle conseguenti decisioni politiche, è, dunque, utile fare il punto sulla situazione, partendo dall’esame delle affermazioni più diffuse circa l’utilità dell’opera. 
Primo. «La nuova linea ha una valenza strategica e unirà l’Europa da est a ovest».Prospettiva da statisti, che il governatore del Piemonte, Chiamparino sottolinea, con slancio futurista, evocando un collegamento tra l’Atlantico e il Pacifico  Continua...

TAV o METRO?
IN COSA SONO GRANDI LE GRANDI OPERE?

TAV o METRO? <br> IN COSA SONO GRANDI LE GRANDI OPERE?

di Massimo Marino

Una grande opera o è fortemente utile o è fortemente dannosa perché, date le entità in gioco, l’errore diventa enorme e va a danno di tutti soprattutto in situazioni di crisi e di forte debito pubblico... (Mario Cavargna).
Della TAV, o meglio si direbbe del TAC (treno ad alta capacità di trasporto merci) si parla, si discute e si litiga da quasi 30 anni, più o meno dalla fine degli anni ’80. Per la verità nella seconda metà di quel decennio era terminato il raddoppio della linea storica Torino - Modane su un nuovo tracciato ed il successo del nuovo treno della Fiat, chiamato Pendolino per la capacità di adattarsi in curva e quindi aumentare la velocità media anche fino al 20-25%, sembrava essere già un buon successo della famiglia Agnelli e dell’imprenditoria locale. Il difetto del progetto attuato era però dato dal fatto che in fin dei conti costava troppo poco e ridurre di un’oretta il percorso di qualche migliaio di turisti non era poi così affascinante. Così con qualche suggerimento iniziale proveniente dalla Francia si fa strada l’ipotesi di costruire un tunnel di base sotto la montagna di 50-60 km.
Il progetto è allettante soprattutto per i costi. Si parla all’epoca di 2400 miliardi di lire che arrivano a 9000 miliardi per l’adeguamento dell’intera linea fino a Lione. Come ricorda Mario Cavargna, valsusino esponente di Pro Natura nelle 700 pagine in cui si fa la cronologia attenta degli ultimi 30 anni, nessun soggetto privato ha mai espresso l’intenzione di mettere propri capitali a disposizione dell’opera; che è urgente e indispensabile a condizione che la paghiamo noi attraverso lo Stato oppure attraverso una partita di giro che non tutti colgono: cioè sempre noi attraverso il parziale finanziamento dell’UE. Recentemente la Corte dei Conti francese ha stimato che l’intera opera (che nel frattempo è cambiata ripetutamente in tutto tranne che nei costi e nei tempi, che restano entrambi elevati, costerebbe 21 miliardi di euro dei quali circa il 40% per il tunnel di base. Al momento il governo francese ha stabilito che l’adeguamento della parte francese fino a Lione, che è uno dei tre segmenti del progetto complessivo, sarebbe rimandata fino al 2038. Che è un modo per dire: cominciamo a fare il buco poi si vedrà.
Non è obiettivo principale di questo intervento entrare nel merito di tutti gli aspetti del progetto specifico su cui esistono migliaia di pagine di approfondimento. Ma si vuole iniziare a fare dei confronti, per certi aspetti singolari, sui criteri con cui negli ultimi decenni si sono impegnate grandi risorse in cosiddette grandi opere o per lo meno per cominciare grandi opere. Che non vuol dire che necessariamente ci si impegni per finire  le opere stesse. Gli esempi di incompiute in Italia sono decine e decine ed hanno fatto le fortune di molte decina di grandi contractors che, alla fine dei conti si riducono con nomi diversi e infinite scatole cinesi ad una decina di famiglie che hanno ottenuto negli ultimi decenni la gestione dei grandi progetti, delle più redditizie privatizzazioni, del controllo diretto o indiretto dell’intero sistema dei media, che hanno sedotto la gran parte di partiti e coalizioni di diverso orientamento. E naturalmente hanno saccheggiato per decenni i bilanci dello Stato. Continua...
LE FATE IGNORANTI DI TORINO
LE FATE IGNORANTI DI TORINO


di Marco Revelli

Giuro che non volevo credere ai miei orecchi lunedì sera quando ho sentito  a Otto e mezzo, una delle magnifiche sette madamine torinesi “organizzatrici” della manifestazione in Piazza Castello, Patrizia Ghiazza, dichiarare bellamente di ignorare tutto delle problematiche tecniche e ambientali relative alla discussa linea del TAV Torino Lione. Ha detto proprio così: “posso assolutamente dire che non siamo, né io né le altre organizzatrici, competenti per poter entrare nel merito degli aspetti tecnici e ambientali dell’opera”.
Il fatto è che la manifestazione di cui figuravano come promotrici Patrizia Ghiazza e le altre chiamava in causa – forse a loro insaputa, ma indiscutibilmente  – proprio il merito delle ragioni tecniche e ambientali dell’opera, per dire che era giusta e buona, e che la si sarebbe dovuta assolutamente fare pena la rovina della città e della Regione. E ora sappiamo che quell’”entrata nel merito” con quella perentoria conclusione, era avvenuta nella più completa ignoranza dei dati fondamentali, dei più elementari fattori di valutazione, per un atto di fede, diciamo così, nei confronti dei governi precedenti e nel valore metafisico dell’opera.
Esattamente all’opposto del movimento contro cui tutte quelle  persone sono state chiamate in piazza, il movimento No-tav, che ha sempre fatto, fin dalla sua origine, per più di vent’anni, puntigliosamente, quasi ossessivamente, dei dati tecnici dell’opera (flussi di traffico, impatto ambientale, dimensione dei costi e dettagliate voci di spesa, alternative operative), e dell’informazione su di essi, il principale argomento della sua opposizione .
Se un aspetto ha colpito coloro che si sono occupati, anche in chiave scientifica – politologica, sociologica, antropologica -, di quel movimento, è stato la costante abbondanza di documentazione e di informazione tecnica presente nei loro siti, al contrario degli opposti siti “Si-Tav” (a cominciare da quello di Telt), generici e reticenti. E a me personalmente ha fatto sempre molta impressione, fin dal 2005, dai tempi di Venaus quando incominciai a osservare la Valle, la competenza non solo degli “attivisti” e dei promotori dei Comitati e delle manifestazioni, ma dei manifestanti stessi. Irsuti montanari e madri di famiglia o nonne, ragazzotti delle superiori o artigiani di valle,  pensionati, operai, commercianti, sapevano di logistica e trasportistica,  del “Corridoio V” e delle “rotture di carico” con il loro aggravio di costo, di flussi di traffico su gomma e su ferro e di sistemi idrogeologici, dell’impatto degli scavi sulla qualità e quantità delle acque e sulle polveri sottili. Nessuno di loro si è mai sottratto al confronto sui contenuti dicendo di esserne all’oscuro!
Ora, che nella rappresentazione da parte dei “giornaloni”, quegli uomini e quelle donne vengano dipinti come rozzi cultori del “nimby“, sorta di nuovi barbari pre-illuministici in conflitto con la modernità, mentre la folla di Piazza Castello viene promossa a esempio di buona cittadinanza, fa parte del mondo alla rovescia prodotto da una sfera mediatica intossicata da interessi predatori e per questo generatrice di sfiducia su scala allargata. Continua...

SE I GRILLI FANNO GLI ECOLOGISTI ....
SE I GRILLI FANNO GLI ECOLOGISTI ....

di Massimo Marino
 
Distratti dalla Catalogna, dai due incredibili personaggi che duellano da settimane a nome degli Stati Uniti e della Corea del Nord, poi dai successi elettorali delle variegate destre-populiste in vari paesi, infine dalla più creativa legge elettorale in Europa inventata dal trio Renzi-Berlusconi-Salvini, sono state immediatamente  archiviate due notiziole per nulla insignificanti con protagonisti Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA e Chiara Appendino, sindaca grillina di Torino.
 
Il primo ( Marchionne), rivolto direttamente agli studenti in occasione della laurea ad honorem in Ingegneria industriale tributatagli dall'università di Trento, ha dichiarato a proposito del futuro delle auto elettriche «Questo è un progetto su cui FCA lavora, ma non è la soluzione per il futuro..  Stiamo lavorando su tutte le forme di auto elettrica ma - portando ad esempio la Fiat 500 elettrica - l'abbiamo lanciata cinque anni fa e per ogni 500 elettrica venduta negli Usa perdiamo 20mila dollari ", ha spiegato. Definendo un lancio su larga scala delle elettriche un “atto di masochismo”. “La questione chiave - ha continuato - è come viene prodotta l'energia di queste vetture; infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelle di ogni altro tipo di auto “. Valutazioni isolate rispetto al resto del mondo dell’automotive.
Valutazioni sorprendentemente coincidenti con quanto ho in più occasioni affermato sostenendo che allo stato attuale e per i futuri decenni le elettriche andrebbero a carbone o al meglio a petrolio e derivati, con vantaggi minimi e costi notevoli. Sviando l’attenzione dal problema di fondo che è il carattere sempre più insostenibile dell’auto in se’ come principale e dilagante strumento della mobilità per i prossimi anni su tutto il pianeta ( vedi:La “generazione 100” e la crisi ambientale ). Continua...
LA GENERAZIONE 100 E LA CRISI AMBIENTALE
LA GENERAZIONE 100 E LA CRISI AMBIENTALE

di Massimo Marino

Abbiamo il dovere di preoccuparci di questa generazione 100 che è cominciata a venire al mondo in questo terzo millennio  e che pagherà per intero nei successivi 100 anni tutti i nostri errori.  Secondo notizie di stampa la Gran Bretagna attuerà il divieto di vendita di auto con motori endotermici  diesel e a benzina, compresi gli ibridi a doppio motore termico ed elettrico, entro il 2040.   In Francia il nuovo ministro dell’ambiente Nicholas Hulot ha dichiarato a inizio luglio di voler mettere al bando le auto a benzina e quelle diesel entro la stessa data. Già un anno fa la Norvegia aveva preso lo stesso impegno addirittura per il 2025, seguita dall’Olanda. Anche il ministro dei trasporti indiano ha dichiarato, un po’ coraggiosamente, che dal 2030 le elettriche entreranno nel mercato indiano della mobilità. 

I programmi di abbandono dei derivati del petrolio e di altri fossili nella mobilità sono accompagnati da altre misure e obiettivi di contorno: parco adeguato di centraline di ricarica, batterie più efficienti, sgravi fiscali, sovvenzioni statali, un po’ di piste ciclabili, nuove aree pedonalizzate, pedaggio di accesso ai centri urbani.Obiettivo di queste misure, collegate agli impegni più o meno stringenti di Cop 21, è quello di limitare le emissioni, ridurre gli inquinanti, frenare la crisi climatica. Niente di nuovo per la verità. Il tema è all’ordine del giorno da 20 anni. ....Continua ...

AGGIORNAMENTO SULLA TAV IN VAL DI SUSA
AGGIORNAMENTO SULLA TAV IN VAL DI SUSA Intervita a Marco Cedolin con gli ultimi dati sulla Tav in Val di Susa. E' vero che, in tutti questi anni, le autorità non hanno mai chiaramente dimostrato l’utilità della Torino – Lione? “Verissimo, in tutti questi anni nessuno ha mai dimostrato l’utilità del TAV Torino – Lione, né tanto meno prodotto un serio rapporto sui costi/benefici del progetto”. Se è così, perché? Per la semplice ragione che sull’asse in oggetto non esistono traffici viaggiatori e commerciali in grado di giustificare un’opera di questo genere. Oltretutto a partire dal 2001 sia il traffico passeggeri che quello merci sulla direttrice Torino – Lione stanno diminuendo in maniera vistosa, 25% in meno di transiti di mezzi pesanti al valico del Frejus solo nel 2008, a dimostrazione del fatto che non esistono i presupposti per la realizzazione del progetto”. Del primo progetto, gli oppositori hanno contestato i maggiori punti di criticità: impatto ambientale devastante, rischi per la salute, costi esorbitanti. Vogliamo riepilogare meglio?
Continua...
AUTO AD ARIA COMPRESSA
ED ALTRE AUTO DEL FUTURO

AUTO AD ARIA COMPRESSA <br>ED ALTRE AUTO DEL FUTURO Auto del futuro: quelle che vanno ad ariaDall'Airpod ad aria compressa, a quella che si guida in acqua, fino a quella volante, passando a quelle fatte coi pannelli solari. Ma anche la Human Car e la BamGoo. Tutti i modelli più pazzi che vedremo sulle strade
Dal prossimo mese guidare un'auto ad aria compressa sarà una prerogativa dei dipendenti dell'aeroporto di Schiphol di Amsterdam. Entro l'anno, i modelli più evoluti e testati potranno invadere il mercato, con esiti confortanti, dice il Guardian). La Airpod, al posto del volante tradizionale ha un joystick, si sviluppa per poco più di 2 metri e raggiunge i 70 km/h. Il costo è all'incirca 3500 euro. Con una ricarica d'aria compressa e poco più di 1 euro di spesa percorre fino a 200 km. L'azienda sostiene che presenterà sul mercato a fine anno anche nuovi modelli, più grandi e potenti, che dovrebbero raggiungere i 110 orari. FOTO Continua...
L'AUTO CHE VA AD ACQUA
riprendiamo dal sito di jacopo fo questo interessante video




La notizia in Italia e giunta solo il 14 giugno (ufficialmente è andata in onda sul TG1 ), in verità è da circa una settimana che nella rete è stata lanciata la notizia con una pilotata azione di marketing. Basta una semplice ricerca con google “Water Energy Sistem GENEPAX ” per trovare molte informazioni, articoli, blog e discussioni nei forum internazionali.Il sistema in se è molto semplice, l’acqua viene scomposta in idrogeno e ossigeno tramite una reazione elettrolitica e in seguito l’idrogeno viene utilizzato per alimentare una fuel cell che produce energia e nuovamente acqua. La Genepax dichiara che con un litro d’acqua (salata o dolce non ha importanza) si produce abbastanza energia per muovere un’automobile per un ora e percorrere circa 80 km. Continua...
LA RISPOSTA DEFINITIVA DA DARE AL PONTE DI MESSINA
LA RISPOSTA DEFINITIVA DA DARE AL PONTE DI MESSINA di Danilo D'Antonio

Quanto sta accadendo a Messina dimostra la complessiva difficoltà di fare un pur piccolo, microscopico passo avanti in relazione alla comprensione reale di un problema ed al reperimento di una soluzione ottimale. Da una parte c'è un governo che vuole ad ogni costo il Ponte, dall'altra vi è un grande, ormai manifestamente enorme, movimento di persone che non lo vuole. Ebbene: perché non farsi domande appropriate, che non contemplino il caso specifico, d'interesse locale, bensì un'ampia, organica visione delle cose, per darsi risposte sufficientemente chiarificatrici e di conseguenza finalmente risolutive? La domanda principe, direi imperativa, è: perchè il Ponte? La risposta, probabilmente almeno in parte in buona fede, è: perché il Ponte è un'opera importante ai fini della ricerca del mantenimento del nostro Paese ai primi posti nel complessivo ordine economico mondiale.La successiva domanda a questo punto dovrebbe essere: e con ciò? Ammesso e non concesso che sia davvero così, non possiamo retrocedere, magari dando un buon esempio di come la nostra economia possa decrescere felicemente?
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PER IL RAZIONAMENTO DEI CARBURANTI A USO STRADALE PRIVATO
PER IL RAZIONAMENTO DEI CARBURANTI A USO STRADALE PRIVATO Danilo D'Antonio

Centinaia di milioni di persone si sono già rassegnate a vivere in città inquinate al punto da esser sempre immersi nella nebbia sporca; solo per dirna una: a Tirana le persone respirano ciascuna ogni anno 40 kg (quaranta chilogrammi!) di inquinanti; sulle Alpi ed ai poli, e quindi anche a casa nostra, arriva già l'inquinamento di Calcutta e di Pechino.
L'oscuramento globale è già divenuto percepibile dall'occhio umano, non esiste più un solo posto al mondo dove perfino i Bill Gates possano andare a rifugiarsi.
Come possiamo non chiedere allora quanto segue? Che progressisti, che ecologisti, ma soprattutto che esseri umani saremmo se non ci pronunciassimo
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L'AMARA VERITA' IN VAL DI SUSA
<b>L'AMARA VERITA' IN VAL DI SUSA </b> Vivo in Valle di Susa, la valle di cui la televisione sta parlando per la vicenda del Tav. Ci hanno dato addosso televisioni e giornali come se fossimo degli imbecilli, senza che però mai nessuno dicesse come stanno le cose veramente.
Io sto provando a mandare in giro delle mail, con un testo abbiamo ha  preparato per spiegare un po' come stanno le cose, ti prego se puoi leggila. Ne resterai schifato. Sono tutte informazioni vere, prese da documenti ufficiali, giornali e siti web.

Qui viviamo con gli scarponi ai piedi anche in casa. Viviamo sbirciando  dalla finestra quanti mezzi della polizia sono intorno a noi e quanti  stanno andando a raggiungere "il fronte". Viviamo costretti a dare i documenti per andare a casa nostra.
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I MOTIVI VERI NASCOSTI DAI MEDIA
<b>I MOTIVI VERI NASCOSTI DAI MEDIA </b> Scrivo queste poche righe con l'unica intenzione di  portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di  tener nascosta. Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).
Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e comunque motivati solamente dal fatto che "gli passa il treno sotto casa". Nella manifestazione di giugno c'erano 30000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50000 abitanti).
Non  posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:
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SCHEDA APPROFONDIMENTO PROGETTO TAV IN VAL DI SUSA
<b>SCHEDA APPROFONDIMENTO PROGETTO TAV IN VAL DI SUSA </b> Scheda di sintesi delle motivazioni contrarie alla realizzazione dell'Alta Velocità ferroviaria Lione-Torino; Analisi aggiornata al secondo progetto preliminare RFI, depositato il 10 Dicembre 2003 ) a cura dei Lavoratori per un Futuro Sostenibile.
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UN'ALTRA REALTA' DIETRO AI FATTI DELLA VAL DI SUSA
<b>UN'ALTRA REALTA' DIETRO AI FATTI DELLA VAL DI SUSA</B>

Fausto Carotenuto

Alta Velocità in Val di Susa: un attacco brutale e ben programmato, ben al di là dell’aggressione alla natura ed alla salute fisica. Possiamo neutralizzarlo.
Chiunque in buona fede si voglia informare seriamente su quello che sta avvenendo in Val di Susa, si renderà facilmente conto del fatto che i valligiani hanno ragioni da vendere. Il progetto del TAV se attuato non porterà “progresso”, ma distruzione, devastazione e malattie.
Ad una indagine attenta ai valori spirituali in gioco emerge tuttavia un quadro ancora più fosco, di grande emergenza:
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TESTIMONIANZA DIRETTA DALLA VAL DI SUSA
<b>TESTIMONIANZA DIRETTA DALLA VAL DI SUSA</b> Buongiorno a tutti, sto inviando un triste resoconto, e forse anche uno sfogo, per quanto successo realmente al presidio no tav di Venaus in Valle di Susa.
Ciò vi allego è la testimonianza di chi era al blocco lungo la strada che portava al cantiere e che è stato bloccato per ore e sottoposto alle cariche della polizia mentre cercava di raggiungere il luogo del "rastrellamento". Ve lo mando per informarvisui fatti, con delle considerazioni personali e i link su tutta la merda istituzionale che sta dietro questa vicenda.
Perdonatemi se vi chiedo di restare anonimo... ma la situazione per alcuni di noi si sta facendo veramente pesante.
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IO SONO VALSUSINO
IO SONO VALSUSINO

di Beppe Grillo

 

Molti pensano che per essere contro il TAV sia necessario essere Valsusini...sbagliato!
Ad esempio in Val Ceronda, una zona poco conosciuta (Valdellatorre località Brione) verrà posizionato l 'inizio del tunnel, con tutto quello che ne consegue (montagne di detriti,migliaia di camion, pulviscolo pericoloso etc..).
Magari, Voi che state leggendo questa pagina,possedete una casetta in Valle di Susa oppure abitate semplicemente a Torino dove il pulviscolo inquinante (si legge anche amianto...) potrebbe ricadere.
Oppure siete affezionati al lago del Moncenisio che probabilmente sparirà utilizzato per smaltire le scorie...
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LA RISPOSTA DEFINITIVA ALLA TAV
LA RISPOSTA DEFINITIVA ALLA TAV Danilo D'Antonio
Quanto sta accadendo in Val di Susa dimostra la complessiva incapacità di fare un pur piccolo, microscopico passo avanti in relazione alla comprensione reale di un problema ed al reperimento della sua soluzione ottimale.Da una parte c'è un governo che vuole ad ogni costo la TAV, dall'altra vi è un grande, ormai manifestamente enorme, movimento di persone che non la vuole. Ebbene: ci vuol tanto a farsi domande appropriate, che non contemplino il caso specifico, d'interesse locale, bensì un'intera, organica visione delle cose, ed a darsi risposte chiarificatrici e di conseguenza
Continua...
... E CONTINUANO A CHIAMARLA DEMOCRAZIA
<b>... E CONTINUANO A CHIAMARLA DEMOCRAZIA </b> Mariagrazia De Cola

Avrei proprio bisogno di parole nuove, non logorate e abusate, per esprimere veramente quello che sento dentro al cuore, dopo quanto è successo la scorsa notte in Val di Susa, al presidio dei No Tav. Berlusconi, l’impunito, e i suoi accoliti, si ripetono, non gli è bastata la notte della “Diaz” di Genova, nel luglio di 4 anni fa. Ci hanno preso gusto e ora il Governo attacca senza pietà, a sangue freddo, senza nemmeno una provocazione diretta, inermi cittadini, nel sonno, che hanno il solo difetto di voler difendere la propria salute, il proprio territorio, le proprie radici, di non voler sprecare denaro pubblico e di volerci veder chiaro in questo “pasticciaccio dell’alta velocità
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VOGLIAMO UN MONDO A BASSA VELOCITA’
<b>VOGLIAMO UN MONDO A BASSA VELOCITA’ </b> Maurizio Di Gregorio


C’era una volta a nord di Torino una valle che si chiamava Val di Susa in cui gli abitanti compresero che Governo e Partiti stavano preparando ai danni loro e di tutta la zona una truffa colossale: accampando la scusa della necessità e del progresso necessario nei trasporti, volevano costruire una nuova ferrovia ad alta velocità che passava per la loro valle ed entrava poi sotto la montagna per sbucare in Francia. Il motivo, veniva detto loro, era la necessità di spostare velocemente tante tonnellate di merci che sarebbero dovute arrivare dalla Russia per raggiungere la Francia. E per far questo 
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FIORIGIALLI NOTAV
FIORIGIALLI NOTAV

6 DICEMBRE 2006. UNA ALTRA NOTTE DELLA VERGOGNA.
Questa notte intorno alle 3,  le forze di polizia hanno attaccato l'accampamento NOTAV in VAL di SUSA. I cittadini che partecipavano alle iniziative antitav sono stati colti nel sonno e  picchiati a sangue freddo. Il risultato è di 20 feriti anche se non gravi. Si stanno organizzando scioperi e manifestazioni di protesta in tutta l'Italia.
PER INFORMAZIONI CLICCARE
La redazione di FioriGialli si impegna a favore del movimento NOTAV.
Non siamo soliti intervenire su fatti di cronaca e temi propriamente politici di attualità. Ma ci rendiamo conto che  questa vicenda é emblematica per la situazione ecologica, sociale e politica e per come male governo, partiti e "forze dell'ordine" affrontano la questione si pongono  gravi interrogativi di fondo sull'essenza stessa della democrazia in Italia.
 Riportiamo da La Repubblica: È stato un blitz, un attacco improvviso e inaspettato... 
La testimonianza diretta di Carlo Grande (La Stampa) "hanno caricato e picchiato a sangue freddo"... 
Seguiremo con costanza la situazione ed invitiamo tutti i ns. visitatori a diffondere l'informazione e a partecipare attivamente alle mobilitazioni in atto.

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